Tenc 1570 - anellino selvaggio in Verzasca
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La fortuna di poter improvvisare questo tipo di escursioni avviene quando si ha la ragazza giusta la cui amica ha la cascina a Bolastro.
debbee è in vacanza in Val d'Osola e la vado a trovare durante un congedo. Abbiamo un'unica giornata da trascorrere assieme.
Le idee /aspirazioni sono diverse: Monte Zucchero (salita da Bolastro e discesa a Sonogno), Sass D'Argent o Pizzo delle Pecore, Lago Efra o, ancora, Pizzo Barone.
I desideri però sono altrettanto diversi: svegliarsi senza sveglia, fare una buona colazione accarezzati dal primo sole, fare un bagno nel fiume a Brione nelle ore centrali e un aperitivo a Sonogno nel pomeriggio. Insomma bisogna trovare una via di mezzo.
Deborah nei giorni precedenti ha svolto piccole escursioni nei dintorni e si è guardata un po' in giro. Vorrebbe salire ai Monti sopra Bolastro ma la traccia non è ufficializzata e da sola non se la sente. Io sono attirato dalle cime, so che là sopra ci sono il Rasiva e il Poncione della Marcia che mi chiamano.
Ma cambio modalità: faccio il fidanzato normale almeno per una volta. Ed è così che nasce questa escursione selvaggia nel profondo cuore del Ticino, breve ma impegnativa e di grande soddisfazione per la sua pregiatezza.
Breve descrizione
(Dunque comfort e niente sveglia come in vacanza.
In fondo ce lo meritiamo dopo mesi di sveglie nel cuore della notte per ascese con dislivelli folli spesso nella neve).
Dopo colazione portiamo un'auto a Brione (per evitare al ritorno di camminare da Brione a Bolastro). Quindi lasciamo la nostra casetta e superato il nucleo di cascine sulla destra si stacca una traccia. Non è segnata ed è poco evidente. È ripida e attraversa i boschi guadagnando velocemente quota. Sulla mappa di swisstopo è indicata in nero.
Sono le 11.20 e si suda parecchio. Ma i benefici di tanto allenamento si notano: il passo è sostenuto e il respiro calmo. Siamo rilassati e chiacchieriamo senza accorgerci di prendere quota.
La traccia è spesso nascosta dal sottobosco, l'ambiente selvaggio richiede un attento sguardo.
In 90 minuti raggiungiamo il primo monte: Pian Löngh. Per raggiungere la terrazza e il piccolo agglomerato di cascine bisogna deviare a sinistra di alcuni metri rispetto al sentiero.
Presso le cascine abbiamo un piacevole incontro, un uomo anziano della zona. Scopriamo che è cugino dell'amica che ci ha ospitato. Io mi perdo a parlare con lui di cime (che conosce bene essendo di casa). Deborah invece è attirata dalla cantina che lui dice di possedere in una delle cascine e che la invita a vedere. Ma per sua delusione niente salamini e formaggini.

Vista sulla Val d'Osola e sul Sass d'Argent da Pian Löngh
L'uomo, simpatico e gentile, ci spiega come raggiungere i monti di Tenc.
Il sentiero poco evidente è interrotto dal crollo di un masso a pochi minuti da lì. Ma lui ha creato un sentierino per bypassare il punto interrotto. Dopo di che ci ha raccomandato di raggiungere il torrente e di evitare false tracce che salgono. Il sentiero prosegue in mezzacosta, semi-pianeggiante. Poi con ancora un po' di saliscendi si raggiunge il primo monte, Tenc di Dentro.
Un luogo splendido, con le case di roccia, dominato dalle pareti verticali del Poncione della Marcia.
Ci fermiamo a mangiare proprio qui, seduti sui gradini di una cascina.
Da Pian Löngh a Tenc di Dentro sono 45 minuti. Siamo nel punto più alto dell'anello.
Dopo pranzo in 15 minuti arriviamo a Tenc di Fuori. Altro bel balconcino.
La vista spazia sulla Val Verzasca: evidente davanti a noi è il Poncione di Alnasca, più avanti svetta il Vogorno con tutta la sua eleganza. Ma non solo: in fondo si scorge anche il Sasso Grande nel luganese, la nostra montagna di casa.

Zoom su Tenc di Dentro e il Poncione d'Alnasca (scatto preso da Pian Löngh)
Ora non ci resta che scendere dal comodo sentiero a Brione.
Attraversato Tenc di Fuori ci si affaccia sulla vallata, si curva a sinistra e si inizia la discesa nel bosco.
Sono circa 800 metri di discesa interamente nel bosco. Bisogna seguire il sentiero e puntare verso il basso ( per lo più a destra) quando si incontrano deviazioni e bivi. Noi ci siamo aiutati con la traccia gps scaricata sul telefono. Altrimenti come detto prediligere le deviazioni verso destra e verso il basso.
Verso le 16.00 dopo quasi cinque ore (pause incluse) siamo a Brione.
Riusciamo a fare il bagno e tutto il resto del programma che ci eravamo prefissati per la serata.
Note tecniche: la difficoltà è quella di un T3 +, ci sono punti in cui prestare attenzione per i pendii ripidi, passaggi in cui il passo deve essere sicuro, passaggi stretti o leggermente esposti. Soprattutto occorre osservare bene e sapersi orientare per non perdere il sentiero.
Complessivamente però è una facile escursione.
Piccolo video relive: /www.relive.cc/view/vevW2Bgk3yq

Le idee /aspirazioni sono diverse: Monte Zucchero (salita da Bolastro e discesa a Sonogno), Sass D'Argent o Pizzo delle Pecore, Lago Efra o, ancora, Pizzo Barone.
I desideri però sono altrettanto diversi: svegliarsi senza sveglia, fare una buona colazione accarezzati dal primo sole, fare un bagno nel fiume a Brione nelle ore centrali e un aperitivo a Sonogno nel pomeriggio. Insomma bisogna trovare una via di mezzo.
Deborah nei giorni precedenti ha svolto piccole escursioni nei dintorni e si è guardata un po' in giro. Vorrebbe salire ai Monti sopra Bolastro ma la traccia non è ufficializzata e da sola non se la sente. Io sono attirato dalle cime, so che là sopra ci sono il Rasiva e il Poncione della Marcia che mi chiamano.
Ma cambio modalità: faccio il fidanzato normale almeno per una volta. Ed è così che nasce questa escursione selvaggia nel profondo cuore del Ticino, breve ma impegnativa e di grande soddisfazione per la sua pregiatezza.
Breve descrizione
(Dunque comfort e niente sveglia come in vacanza.
In fondo ce lo meritiamo dopo mesi di sveglie nel cuore della notte per ascese con dislivelli folli spesso nella neve).
Dopo colazione portiamo un'auto a Brione (per evitare al ritorno di camminare da Brione a Bolastro). Quindi lasciamo la nostra casetta e superato il nucleo di cascine sulla destra si stacca una traccia. Non è segnata ed è poco evidente. È ripida e attraversa i boschi guadagnando velocemente quota. Sulla mappa di swisstopo è indicata in nero.
Sono le 11.20 e si suda parecchio. Ma i benefici di tanto allenamento si notano: il passo è sostenuto e il respiro calmo. Siamo rilassati e chiacchieriamo senza accorgerci di prendere quota.
La traccia è spesso nascosta dal sottobosco, l'ambiente selvaggio richiede un attento sguardo.
In 90 minuti raggiungiamo il primo monte: Pian Löngh. Per raggiungere la terrazza e il piccolo agglomerato di cascine bisogna deviare a sinistra di alcuni metri rispetto al sentiero.
Presso le cascine abbiamo un piacevole incontro, un uomo anziano della zona. Scopriamo che è cugino dell'amica che ci ha ospitato. Io mi perdo a parlare con lui di cime (che conosce bene essendo di casa). Deborah invece è attirata dalla cantina che lui dice di possedere in una delle cascine e che la invita a vedere. Ma per sua delusione niente salamini e formaggini.

Vista sulla Val d'Osola e sul Sass d'Argent da Pian Löngh
L'uomo, simpatico e gentile, ci spiega come raggiungere i monti di Tenc.
Il sentiero poco evidente è interrotto dal crollo di un masso a pochi minuti da lì. Ma lui ha creato un sentierino per bypassare il punto interrotto. Dopo di che ci ha raccomandato di raggiungere il torrente e di evitare false tracce che salgono. Il sentiero prosegue in mezzacosta, semi-pianeggiante. Poi con ancora un po' di saliscendi si raggiunge il primo monte, Tenc di Dentro.
Un luogo splendido, con le case di roccia, dominato dalle pareti verticali del Poncione della Marcia.
Ci fermiamo a mangiare proprio qui, seduti sui gradini di una cascina.
Da Pian Löngh a Tenc di Dentro sono 45 minuti. Siamo nel punto più alto dell'anello.
Dopo pranzo in 15 minuti arriviamo a Tenc di Fuori. Altro bel balconcino.
La vista spazia sulla Val Verzasca: evidente davanti a noi è il Poncione di Alnasca, più avanti svetta il Vogorno con tutta la sua eleganza. Ma non solo: in fondo si scorge anche il Sasso Grande nel luganese, la nostra montagna di casa.

Zoom su Tenc di Dentro e il Poncione d'Alnasca (scatto preso da Pian Löngh)
Ora non ci resta che scendere dal comodo sentiero a Brione.
Attraversato Tenc di Fuori ci si affaccia sulla vallata, si curva a sinistra e si inizia la discesa nel bosco.
Sono circa 800 metri di discesa interamente nel bosco. Bisogna seguire il sentiero e puntare verso il basso ( per lo più a destra) quando si incontrano deviazioni e bivi. Noi ci siamo aiutati con la traccia gps scaricata sul telefono. Altrimenti come detto prediligere le deviazioni verso destra e verso il basso.
Verso le 16.00 dopo quasi cinque ore (pause incluse) siamo a Brione.
Riusciamo a fare il bagno e tutto il resto del programma che ci eravamo prefissati per la serata.
Note tecniche: la difficoltà è quella di un T3 +, ci sono punti in cui prestare attenzione per i pendii ripidi, passaggi in cui il passo deve essere sicuro, passaggi stretti o leggermente esposti. Soprattutto occorre osservare bene e sapersi orientare per non perdere il sentiero.
Complessivamente però è una facile escursione.
Piccolo video relive: /www.relive.cc/view/vevW2Bgk3yq
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