VAV Via Alta Verzasca, con varianti
Da qualche anno, merito di alcuni di voi hikeriani che mi hanno messo la pulce nell'orecchio, in particolare [uPoncione], voglio perlustrare l'alta via della Verzasca, ma non l'avevo mai pianificata sul serio.
Con queste vacanze estive programmate all'ultimo minuto, siamo riusciti ad incastrare anche questo sassolino.
Dopo 9 giorni in sella lungo la costa tirrenica, nel caldo umido e afoso, è tempo di cercare un pò di fresco e recuperare l'uso delle gambe sul terreno.
Tappa 1
Vogorno-> Pizzo di Vogorno-> Capanna Borgna
Partiamo dalla frazione Sant’Antonio, appena sopra Vogorno. Sono le ore
10:00 quando ci incamminiamo per la strada asfaltata che sale con qualche
tornante prima di imboccare il sentiero diretto al Pizzo di Vogorno. Il
sentiero è nominato “Sentiero Etnografico Odro” e, per il primo tratto,
si è immersi tra giganteschi castagni.
Il sentiero continua a salire con numerosi tornanti e dai castagni si passa
ai faggi. Superata la località Gropet, proseguiamo nel bosco e lo si abbandona solamente poco prima dell’Alpe Bardughé e l’omonima capanna (presente pure il bagno con la doccia!). Per tutto questo prima tragitto si incontrano parecchie fontane con acqua fresca.
Il sentiero dall’Alpe Bardughé, da qui indicato con bolli bianco e azzurro,
prosegue in direzione nord est passando a fianco la capanna. Si prende quota
con una pendenza moderata mentre il sentiero si fa più stretto. Guadagniamo
sempre più quota rapidamente salendo in direzione nord sul filo di cresta per
poi continuare con un lungo traverso in direzione est passando sotto la
cima del Pizzo di Vogorno. Aggirata appena sotto la si raggiunge con una
brevissima salita su sfasciumi. Sulla cima non è presente una croce, bensì una grande pila di sassi che vanno a formare un grandissimo ometto. Poco a fianco è deposta una Canna Krupr di un cannone della II Guerra Mondiale. Dopo una breve sosta mangereccia e aver
ammirato il panorama circostante, tra cui le cime che affronteremo nei
prossimi giorni, riprendiamo la via di discesa in direzione della Capanna
Borgna. Si scende un primo tratto su prato erboso fino ad una bocchetta da
cui si scende con l’aiuto di qualche piolo e 5 m di catena. Si prosegue
sul lungo traverso vedendo sempre all’orizzonte la destinazione. Davanti a
noi si può ammirare la Cima dell’Uomo ed il Monte Madone, mentre a sinistra
si può osservare un affascinate parete rocciosa.
Superiamo un mega recinto di mucche al pascolo e pochi minuti siamo alla
Capanna Borgna. Tempo di sciacquarsi alla fontana e rimanere piacevolmente sorpresi dei servizi e accessori di cui è fornita la capanna che arrivano altri escursionisti (svizzeri e tedeschi).
Tappa 2
Capanna Borgna-> Cima dell’Uomo -> Poncione del Venn-> Capanna Cornavosa
Ci svegliamo con calma e ci prepariamo senza fretta.
Usciti dalla Capanna Borgna imbocchiamo il sentiero diretto alla Cima dell’Uomo, leggermente più a destra rispetto la tratta originale della VAV.
Purtroppo già dal mattino il panorama è coperto da una densa foschia che rimarrà per tutto il giorno. Continuiamo a salire in direzione est fino al passo di Ruscada. Saliamo ancora per prato erboso fino ad incontrare le segnaletiche per la bocchetta di Cazzane, dove lasciamo gli zaini. Svoltiamo a destra, per la Cima dell’Uomo e percorriamo un lungo traverso su sentiero ben evidente passando da un’altra bocchetta. Il sentiero, bollato con vernice rossa e bianca, diventa più roccioso. Si aggira la cima per poi risalirla per facili roccette fino la sua sommità. Breve pausa a due passi dalla croce della Cima dell’Uomo. La foschia invade ancora il cielo e riusciamo a scorgere solamente parte della cresta e del fondo valle. Riprendiamo la via di discesa come per l’andata e, recuperati gli zaini, seguiamo le indicazioni per la bocchetta di Cazzane che raggiungiamo velocemente con un breve traverso erboso. Dalla bocchetta percorriamo un lungo traverso sul versante est del Monte Madone. Oltrepassato un grande pianoro erboso, si riprende la salita fino a raggiungere la bocchetta di Leis da cui si può notare più in basso l’omonima capanna. Da qui proseguiamo in cresta, ben indicata con bolli bianco e azzurro, con qualche facile passaggio di arrampicata, fino alla cima del Poncione di Piota, sovrastato da un gigantesco ometto. Da qui si scende per roccette rimanendo sul filo di cresta. Frequentemente si trovano pioli e corde d’acciaio che aiutano la salita/discesa, mentre in altre occasioni si sfrutta solamente l’ottima roccia. Ancora una volta non riusciamo ad ammirare il panorama circostante e ciò che vediamo è solamente la cresta che corre davanti a noi. Sempre seguendo i bolli bianco azzurro si scende di qualche metro per passare sul lato destro de La Scima di Peuri. Risaliti di qualche metro passiamo sul versante opposto e continuiamo sul sentiero, ora meno roccioso, passando sotto La Scima do Picoll. Riprendiamo la cresta per un breve tratto prima di lasciarla nuovamente per passare a sud ovest del Poncion di Leghitt. Ancora un traverso, sempre più erboso, fino a trovare su una roccia le indicazioni con “cima”. Decidiamo allora di salire sul Poncion dal Venn, con un primissimo tratto arrampicoso. Saliamo e scendiamo in poco più di mezz’ora, con pausa mangereccia in cima. Da qui si scorge anche la nostra destinazione.
Riprendiamo la discesa e giungiamo velocemente alla bocchetta del Venn. Purtroppo il Poncione Rosso è coperto dalla densa foschia, speriamo domani sia una giornata migliore dell’odierna. Per facile sentiero, accompagnati da stambecchi e giovani camosci, arriviamo alla Capanna Cornavosa, incredibilmente fornita (stufa, gas, prese elettriche, etc etc).
Solamente una volta arrivati e sistemati, il cielo si apre ma il Poncione Rosso rimane nascosto, mentre in lontananza scorgiamo una cima appuntita con una parete verticale (cosa sarà?).
Tappa 3
Capanna Cornavosa-> Cima di Precastello-> Poncione Rosso-> Cima Lunga-> Cima di Rierna-> Cima di Gagnone-> Capanna Efra
Stamattina ci svegliamo relativamente presto per aggiungere alla classica Via Alta Verzasca una variante che ci impegnerà circa 4 ore.
Il cielo è terso, si prospetta una bella giornata! Ripercorriamo a ritroso parte del sentiero di ieri, fino a giungere all’indicazione scritta sul grande masso: Precastello-Poncione Rosso. Ci facciamo strada tra erba sufficientemente alta per bagnarci i piedi e le calze. Arriviamo alla base della placconata rocciosa del Precastello. Una serie di corde d’acciaio e staffe aiutano la progressione in placca (bolli bianco azzurri). Un pendio erboso e una successiva parte di cresta rocciosa portano alla Cima del Precastello (ometto sulla cima). Dalla cima scendiamo in direzione nord per facile cresta rocciosa e successivamente erbosa. Avvistiamo un grosso branco di camosci che corre senza difficoltà su rocce e pendii terribilmente ripidi. Arrivati alla forcella di Lodrino lasciamo uno zaino prima di proseguire per il Poncione Rosso. Ancora un tratto di cresta principalmente erbosa e poi eccoci alla base delle famigerate placche rosse della parete sud ovest. Saliamo le frastagliate placche inseguendo i bolli svizzeri. La parte terminale è decisamente più erbosa e più “pianeggiante”. In meno di un’ora eccoci in cima al famoso Poncione Rosso! Da quassù le placche sembrano ben appoggiate, dal basso sembra tutt’altra storia. Scendiamo per la via di salita soppesando ogni passo e ogni maniglia. Raggiungiamo il pezzo di corda d’acciaio che delimita il termine delle placche prima di passare su pendio misto erboso e roccioso. Raggiunto il punto di deposito, poco dopo la forcella di Lodrino, ci concediamo una breve pausa prima di riprendere il cammino verso la valle. Immerso nei rododendri, un mix di vecchi bolli rosso e più recenti bolli bianco azzurri segnano la via di discesa che si ricongiunge al sentiero originale della VAV che proviene dalla Capanna Cornavosa. Incontrato quest’ultimo procediamo verso la bocchetta di Basso prendendo quota dolcemente, immersi in un prato verde. Alla base della bocchetta si deve superare una fascia rocciosa con l’aiuto di cavi di acciaio e qualche piolo. È già l’1:30 quando raggiungiamo la bocchetta, decidiamo di pranzare con vista Val Camana. Proseguiamo sulla cresta che si presenta in parte erbosa alternata a qualche roccetta rotta fino ad arrivare alla Cima Lunga. Da qui inizia la dorsale che porta alla bocchetta di Fumegna: tratti di sentiero comodo si alternano a tracce su erba su pendii erbosi ripidi. Arrivati alla bocchetta scendiamo per passare al di sotto della Cima di Bri. Passiamo per una grande cengia di grossi detriti mentre sulla nostra sinistra si erge la bastionata rocciosa color nero del versante nord est del Bri. Recuperiamo un pò di quota fino a passare dalla bocchetta di Bri e passare sul versante opposto, ora molto più erboso. Con un lungo traverso dapprima erboso e poi sfasciumoso raggiungiamo la bocchetta di Rierna. Da qui parte da cresta fatta di blocchi rocciosi che porta a Cima di Rierna. A tratti si perde la cresta per passarla sul suo lato sinistro, per sentiero erboso cosparso di stelle alpine. Ultimo strappo di salita su pendio erboso prima di raggiungere la Cima di Rierna, sovrastata anch’essa da un grande ometto. Per facili roccette e traverso erboso esposto si giunge in prossimità della Cima del Rosso. Proseguendo per cresta ancor più semplice, prevalentemente erbosa di giunge poi alla Cima di Gagnone. Qualche nuvola ci oscura la vista sulla capanna Efra ed il suo omonimo lago. La discesa dalla cima risulta più rocciosa, con qualche passaggio più arrampicoso. Qualche sali e scendi prima di raggiungere la bocchetta dello Scaiee da cui ora è visibile il lago Efra ed incontrare il cartello escursionistico con le indicazioni per la capanna (55min). L’evidente sentiero, ora indicato con bolli bianco e rossi, avanza in direzione est per raggiungere un pianoro sassoso, il passo di Gagnone, e continuare poi verso nord perdendo quota fino a giungere alla
Capanna Efra.
Tappa 4
Capanna Efra-> Pizzo Cramosino-> Madone Grosso-> Pizzo di Mezzodì-> Capanna Cognora
Ci svegliamo prima della sveglia e partiamo intorno le 8:25 per una giornata che si presenta relativamente breve e soleggiata. Dalla capanna seguiamo le indicazioni per Capanna Cognora e percorriamo il lungo traverso prendendo quota dolcemente attraversando parecchi torrenti che scorrono su placche rocciose. Giunti al bivio, saliamo il ripido pendio con incessanti scalini naturali fini a giungere alla bocchetta Q2502. Arrampichiamo per roccia spaccata e bagnata e marciume ed arriviamo al pianoro dall’aspetto lunare: una distesa di pietre grigie e pecore sparse qua e là. Raggiunto il Pizzo Cramosino proseguiamo per la discesa: dapprima molto semplice, tra erba e pietre, poi svolta a destra e si scende di qualche metro per roccette (facili passaggi d’arrampicata) e successivamente per un canalino roccioso e per sfasciume assicurato con un cavo metallico. Arrivati a questa selletta risaliamo la roccia con l’ausilio di un paio di pioli. Procediamo per la facile cresta erbosa/pietrosa, raggiungendo tranquillamente la cima del Madom Gross, sovrastata da ometto e bandierine nepalesi. Inizia ora la discesa: superata una prima balza rocciosa si scende per un canale di detriti instabili, qualche piolo aiuta a passare i punti più rocciosi. Superato questo tratto pericoloso (consigliato il caschetto) il sentiero piega a sinistra. Percorso questo tratto di sfasciume più stabile e più erboso, si giunge ad una selletta. Da qui risaliamo un breve tratto di cresta rocciosa per poi scendere nuovamente e proseguire su lastroni rocciosi e poi su pietrisco passando sul lato sinistro della cresta rocciosa. L’ultimo facile pendio, prima d’erba e pietre e poi di grossi massi, ci porta alla cima del Pizzo di Mezzodì. Pane e speck e via per la discesa. Ripercorriamo a ritroso un breve tratto del sentiero appena fatto e svoltiamo per la Capanna Cognora. Scendiamo velocemente per un vallone detritico che, man mano che perdiamo quota, diventa erboso. Sbuchiamo proprio sopra la capanna, sono le 15!
Tappa 5
Capanna Cognora-> Capanna Barone-> Sonogno
Le previsioni meteo per la giornata odierna non sembrano essere eccezionali, sembra arrivi il brutto tempo all’ora di pranzo. Decidiamo così di partire presto, ore 6, e tralasciare la variante T6 che passa per la cresta dal Pizzo del Laghetto, Pizzo Campale fino alla Cima dell’Uomo di Campionigo.
Usciamo dalla Capanna Cognora che il sole deve ancora sorgere e ci incamminiamo per il sentiero dell’alta via per la Capanna Barone. Il lungo traverso prende e perde quota repentinamente. Nella prima parte sono presenti delle scale e delle corde per aiutare il passaggio sulle rocce bagnate fino al passo di Piatto (bolli rosso e bianchi), da cui si può ammirare o scendere al lago Laghetto. Da qui il traverso continua, ora segnato con bolli bianco e azzurro, sempre per buoni tratti erbosi, qualcuno franoso, altri rocciosi. Oggi è particolarmente bagnato ma con un po’ di attenzione si superano senza problemi anche le placche bagnate.
Dopo 3 ore di cammino sull’interminabile traverso, giungiamo alla Capanna Barone.
Da qui il sentiero ritorna ad essere escursionistico (bolli rosso e bianchi) e scende per il fondo valle passando accanto a qualche bella cascata. Dal fondo valle si continua a perdere quota lentamente portandosi sempre più vicino al torrente Verzasca e le sue magnifiche pozze. Raggiunte le baite della località Cabioi si continua per la strada dapprima sterrata e poi asfaltata, fino a giungere al paese Sonogno da dove prendiamo l’autopostale per il rientro a Vogorno.
DATI TECNICI
Tappa 1 Vogorno-> Capanna Borgna: 14,5 km, 1930 D+, 575 D-, 5h
Tappa 2 Capanna Borgna-> Capanna Cornavosa: 14 km, 1310 D+, 1245 D-, 5h45'
Tappa 3 Capanna Cornavosa-> Capanna Efra: 21 km, 1910 D+, 1885 D-, 9h30'
Tappa 4 Capanna Efra-> Capanna Cognora: 11,5 km, 1135 D+, 1270 D-, 5h50'
Tappa 5 Capanna Cognora-> Sonogno: 20 km, 680 D+, 1665 D-, 5h20'
Bell'ambiente, poco frequentato e ben servito con capanne così ben servite da poter percorrere la VAV con uno zainetto con il minimo indispensabile.
La seconda tappa, Capanna Borgna->Capanna Cornavosa, è la più lunga considerando la lunghezza del terreno tecnico, ma la tappa 4, a mio avviso, è la più delicata dovendo scendere dal canalino detritico del Madom Gross.
Consigliato solo a chi non soffre di vertigini (inclusi pendii erbosi esposti) e chi ha un pò dimestichezza con i diversi terreni di media montagna.
Buon divertimento!
Con queste vacanze estive programmate all'ultimo minuto, siamo riusciti ad incastrare anche questo sassolino.
Dopo 9 giorni in sella lungo la costa tirrenica, nel caldo umido e afoso, è tempo di cercare un pò di fresco e recuperare l'uso delle gambe sul terreno.
Tappa 1
Vogorno-> Pizzo di Vogorno-> Capanna Borgna
Partiamo dalla frazione Sant’Antonio, appena sopra Vogorno. Sono le ore
10:00 quando ci incamminiamo per la strada asfaltata che sale con qualche
tornante prima di imboccare il sentiero diretto al Pizzo di Vogorno. Il
sentiero è nominato “Sentiero Etnografico Odro” e, per il primo tratto,
si è immersi tra giganteschi castagni.
Il sentiero continua a salire con numerosi tornanti e dai castagni si passa
ai faggi. Superata la località Gropet, proseguiamo nel bosco e lo si abbandona solamente poco prima dell’Alpe Bardughé e l’omonima capanna (presente pure il bagno con la doccia!). Per tutto questo prima tragitto si incontrano parecchie fontane con acqua fresca.
Il sentiero dall’Alpe Bardughé, da qui indicato con bolli bianco e azzurro,
prosegue in direzione nord est passando a fianco la capanna. Si prende quota
con una pendenza moderata mentre il sentiero si fa più stretto. Guadagniamo
sempre più quota rapidamente salendo in direzione nord sul filo di cresta per
poi continuare con un lungo traverso in direzione est passando sotto la
cima del Pizzo di Vogorno. Aggirata appena sotto la si raggiunge con una
brevissima salita su sfasciumi. Sulla cima non è presente una croce, bensì una grande pila di sassi che vanno a formare un grandissimo ometto. Poco a fianco è deposta una Canna Krupr di un cannone della II Guerra Mondiale. Dopo una breve sosta mangereccia e aver
ammirato il panorama circostante, tra cui le cime che affronteremo nei
prossimi giorni, riprendiamo la via di discesa in direzione della Capanna
Borgna. Si scende un primo tratto su prato erboso fino ad una bocchetta da
cui si scende con l’aiuto di qualche piolo e 5 m di catena. Si prosegue
sul lungo traverso vedendo sempre all’orizzonte la destinazione. Davanti a
noi si può ammirare la Cima dell’Uomo ed il Monte Madone, mentre a sinistra
si può osservare un affascinate parete rocciosa.
Superiamo un mega recinto di mucche al pascolo e pochi minuti siamo alla
Capanna Borgna. Tempo di sciacquarsi alla fontana e rimanere piacevolmente sorpresi dei servizi e accessori di cui è fornita la capanna che arrivano altri escursionisti (svizzeri e tedeschi).
Tappa 2
Capanna Borgna-> Cima dell’Uomo -> Poncione del Venn-> Capanna Cornavosa
Ci svegliamo con calma e ci prepariamo senza fretta.
Usciti dalla Capanna Borgna imbocchiamo il sentiero diretto alla Cima dell’Uomo, leggermente più a destra rispetto la tratta originale della VAV.
Purtroppo già dal mattino il panorama è coperto da una densa foschia che rimarrà per tutto il giorno. Continuiamo a salire in direzione est fino al passo di Ruscada. Saliamo ancora per prato erboso fino ad incontrare le segnaletiche per la bocchetta di Cazzane, dove lasciamo gli zaini. Svoltiamo a destra, per la Cima dell’Uomo e percorriamo un lungo traverso su sentiero ben evidente passando da un’altra bocchetta. Il sentiero, bollato con vernice rossa e bianca, diventa più roccioso. Si aggira la cima per poi risalirla per facili roccette fino la sua sommità. Breve pausa a due passi dalla croce della Cima dell’Uomo. La foschia invade ancora il cielo e riusciamo a scorgere solamente parte della cresta e del fondo valle. Riprendiamo la via di discesa come per l’andata e, recuperati gli zaini, seguiamo le indicazioni per la bocchetta di Cazzane che raggiungiamo velocemente con un breve traverso erboso. Dalla bocchetta percorriamo un lungo traverso sul versante est del Monte Madone. Oltrepassato un grande pianoro erboso, si riprende la salita fino a raggiungere la bocchetta di Leis da cui si può notare più in basso l’omonima capanna. Da qui proseguiamo in cresta, ben indicata con bolli bianco e azzurro, con qualche facile passaggio di arrampicata, fino alla cima del Poncione di Piota, sovrastato da un gigantesco ometto. Da qui si scende per roccette rimanendo sul filo di cresta. Frequentemente si trovano pioli e corde d’acciaio che aiutano la salita/discesa, mentre in altre occasioni si sfrutta solamente l’ottima roccia. Ancora una volta non riusciamo ad ammirare il panorama circostante e ciò che vediamo è solamente la cresta che corre davanti a noi. Sempre seguendo i bolli bianco azzurro si scende di qualche metro per passare sul lato destro de La Scima di Peuri. Risaliti di qualche metro passiamo sul versante opposto e continuiamo sul sentiero, ora meno roccioso, passando sotto La Scima do Picoll. Riprendiamo la cresta per un breve tratto prima di lasciarla nuovamente per passare a sud ovest del Poncion di Leghitt. Ancora un traverso, sempre più erboso, fino a trovare su una roccia le indicazioni con “cima”. Decidiamo allora di salire sul Poncion dal Venn, con un primissimo tratto arrampicoso. Saliamo e scendiamo in poco più di mezz’ora, con pausa mangereccia in cima. Da qui si scorge anche la nostra destinazione.
Riprendiamo la discesa e giungiamo velocemente alla bocchetta del Venn. Purtroppo il Poncione Rosso è coperto dalla densa foschia, speriamo domani sia una giornata migliore dell’odierna. Per facile sentiero, accompagnati da stambecchi e giovani camosci, arriviamo alla Capanna Cornavosa, incredibilmente fornita (stufa, gas, prese elettriche, etc etc).
Solamente una volta arrivati e sistemati, il cielo si apre ma il Poncione Rosso rimane nascosto, mentre in lontananza scorgiamo una cima appuntita con una parete verticale (cosa sarà?).
Tappa 3
Capanna Cornavosa-> Cima di Precastello-> Poncione Rosso-> Cima Lunga-> Cima di Rierna-> Cima di Gagnone-> Capanna Efra
Stamattina ci svegliamo relativamente presto per aggiungere alla classica Via Alta Verzasca una variante che ci impegnerà circa 4 ore.
Il cielo è terso, si prospetta una bella giornata! Ripercorriamo a ritroso parte del sentiero di ieri, fino a giungere all’indicazione scritta sul grande masso: Precastello-Poncione Rosso. Ci facciamo strada tra erba sufficientemente alta per bagnarci i piedi e le calze. Arriviamo alla base della placconata rocciosa del Precastello. Una serie di corde d’acciaio e staffe aiutano la progressione in placca (bolli bianco azzurri). Un pendio erboso e una successiva parte di cresta rocciosa portano alla Cima del Precastello (ometto sulla cima). Dalla cima scendiamo in direzione nord per facile cresta rocciosa e successivamente erbosa. Avvistiamo un grosso branco di camosci che corre senza difficoltà su rocce e pendii terribilmente ripidi. Arrivati alla forcella di Lodrino lasciamo uno zaino prima di proseguire per il Poncione Rosso. Ancora un tratto di cresta principalmente erbosa e poi eccoci alla base delle famigerate placche rosse della parete sud ovest. Saliamo le frastagliate placche inseguendo i bolli svizzeri. La parte terminale è decisamente più erbosa e più “pianeggiante”. In meno di un’ora eccoci in cima al famoso Poncione Rosso! Da quassù le placche sembrano ben appoggiate, dal basso sembra tutt’altra storia. Scendiamo per la via di salita soppesando ogni passo e ogni maniglia. Raggiungiamo il pezzo di corda d’acciaio che delimita il termine delle placche prima di passare su pendio misto erboso e roccioso. Raggiunto il punto di deposito, poco dopo la forcella di Lodrino, ci concediamo una breve pausa prima di riprendere il cammino verso la valle. Immerso nei rododendri, un mix di vecchi bolli rosso e più recenti bolli bianco azzurri segnano la via di discesa che si ricongiunge al sentiero originale della VAV che proviene dalla Capanna Cornavosa. Incontrato quest’ultimo procediamo verso la bocchetta di Basso prendendo quota dolcemente, immersi in un prato verde. Alla base della bocchetta si deve superare una fascia rocciosa con l’aiuto di cavi di acciaio e qualche piolo. È già l’1:30 quando raggiungiamo la bocchetta, decidiamo di pranzare con vista Val Camana. Proseguiamo sulla cresta che si presenta in parte erbosa alternata a qualche roccetta rotta fino ad arrivare alla Cima Lunga. Da qui inizia la dorsale che porta alla bocchetta di Fumegna: tratti di sentiero comodo si alternano a tracce su erba su pendii erbosi ripidi. Arrivati alla bocchetta scendiamo per passare al di sotto della Cima di Bri. Passiamo per una grande cengia di grossi detriti mentre sulla nostra sinistra si erge la bastionata rocciosa color nero del versante nord est del Bri. Recuperiamo un pò di quota fino a passare dalla bocchetta di Bri e passare sul versante opposto, ora molto più erboso. Con un lungo traverso dapprima erboso e poi sfasciumoso raggiungiamo la bocchetta di Rierna. Da qui parte da cresta fatta di blocchi rocciosi che porta a Cima di Rierna. A tratti si perde la cresta per passarla sul suo lato sinistro, per sentiero erboso cosparso di stelle alpine. Ultimo strappo di salita su pendio erboso prima di raggiungere la Cima di Rierna, sovrastata anch’essa da un grande ometto. Per facili roccette e traverso erboso esposto si giunge in prossimità della Cima del Rosso. Proseguendo per cresta ancor più semplice, prevalentemente erbosa di giunge poi alla Cima di Gagnone. Qualche nuvola ci oscura la vista sulla capanna Efra ed il suo omonimo lago. La discesa dalla cima risulta più rocciosa, con qualche passaggio più arrampicoso. Qualche sali e scendi prima di raggiungere la bocchetta dello Scaiee da cui ora è visibile il lago Efra ed incontrare il cartello escursionistico con le indicazioni per la capanna (55min). L’evidente sentiero, ora indicato con bolli bianco e rossi, avanza in direzione est per raggiungere un pianoro sassoso, il passo di Gagnone, e continuare poi verso nord perdendo quota fino a giungere alla
Capanna Efra.
Tappa 4
Capanna Efra-> Pizzo Cramosino-> Madone Grosso-> Pizzo di Mezzodì-> Capanna Cognora
Ci svegliamo prima della sveglia e partiamo intorno le 8:25 per una giornata che si presenta relativamente breve e soleggiata. Dalla capanna seguiamo le indicazioni per Capanna Cognora e percorriamo il lungo traverso prendendo quota dolcemente attraversando parecchi torrenti che scorrono su placche rocciose. Giunti al bivio, saliamo il ripido pendio con incessanti scalini naturali fini a giungere alla bocchetta Q2502. Arrampichiamo per roccia spaccata e bagnata e marciume ed arriviamo al pianoro dall’aspetto lunare: una distesa di pietre grigie e pecore sparse qua e là. Raggiunto il Pizzo Cramosino proseguiamo per la discesa: dapprima molto semplice, tra erba e pietre, poi svolta a destra e si scende di qualche metro per roccette (facili passaggi d’arrampicata) e successivamente per un canalino roccioso e per sfasciume assicurato con un cavo metallico. Arrivati a questa selletta risaliamo la roccia con l’ausilio di un paio di pioli. Procediamo per la facile cresta erbosa/pietrosa, raggiungendo tranquillamente la cima del Madom Gross, sovrastata da ometto e bandierine nepalesi. Inizia ora la discesa: superata una prima balza rocciosa si scende per un canale di detriti instabili, qualche piolo aiuta a passare i punti più rocciosi. Superato questo tratto pericoloso (consigliato il caschetto) il sentiero piega a sinistra. Percorso questo tratto di sfasciume più stabile e più erboso, si giunge ad una selletta. Da qui risaliamo un breve tratto di cresta rocciosa per poi scendere nuovamente e proseguire su lastroni rocciosi e poi su pietrisco passando sul lato sinistro della cresta rocciosa. L’ultimo facile pendio, prima d’erba e pietre e poi di grossi massi, ci porta alla cima del Pizzo di Mezzodì. Pane e speck e via per la discesa. Ripercorriamo a ritroso un breve tratto del sentiero appena fatto e svoltiamo per la Capanna Cognora. Scendiamo velocemente per un vallone detritico che, man mano che perdiamo quota, diventa erboso. Sbuchiamo proprio sopra la capanna, sono le 15!
Tappa 5
Capanna Cognora-> Capanna Barone-> Sonogno
Le previsioni meteo per la giornata odierna non sembrano essere eccezionali, sembra arrivi il brutto tempo all’ora di pranzo. Decidiamo così di partire presto, ore 6, e tralasciare la variante T6 che passa per la cresta dal Pizzo del Laghetto, Pizzo Campale fino alla Cima dell’Uomo di Campionigo.
Usciamo dalla Capanna Cognora che il sole deve ancora sorgere e ci incamminiamo per il sentiero dell’alta via per la Capanna Barone. Il lungo traverso prende e perde quota repentinamente. Nella prima parte sono presenti delle scale e delle corde per aiutare il passaggio sulle rocce bagnate fino al passo di Piatto (bolli rosso e bianchi), da cui si può ammirare o scendere al lago Laghetto. Da qui il traverso continua, ora segnato con bolli bianco e azzurro, sempre per buoni tratti erbosi, qualcuno franoso, altri rocciosi. Oggi è particolarmente bagnato ma con un po’ di attenzione si superano senza problemi anche le placche bagnate.
Dopo 3 ore di cammino sull’interminabile traverso, giungiamo alla Capanna Barone.
Da qui il sentiero ritorna ad essere escursionistico (bolli rosso e bianchi) e scende per il fondo valle passando accanto a qualche bella cascata. Dal fondo valle si continua a perdere quota lentamente portandosi sempre più vicino al torrente Verzasca e le sue magnifiche pozze. Raggiunte le baite della località Cabioi si continua per la strada dapprima sterrata e poi asfaltata, fino a giungere al paese Sonogno da dove prendiamo l’autopostale per il rientro a Vogorno.
DATI TECNICI
Tappa 1 Vogorno-> Capanna Borgna: 14,5 km, 1930 D+, 575 D-, 5h
Tappa 2 Capanna Borgna-> Capanna Cornavosa: 14 km, 1310 D+, 1245 D-, 5h45'
Tappa 3 Capanna Cornavosa-> Capanna Efra: 21 km, 1910 D+, 1885 D-, 9h30'
Tappa 4 Capanna Efra-> Capanna Cognora: 11,5 km, 1135 D+, 1270 D-, 5h50'
Tappa 5 Capanna Cognora-> Sonogno: 20 km, 680 D+, 1665 D-, 5h20'
Bell'ambiente, poco frequentato e ben servito con capanne così ben servite da poter percorrere la VAV con uno zainetto con il minimo indispensabile.
La seconda tappa, Capanna Borgna->Capanna Cornavosa, è la più lunga considerando la lunghezza del terreno tecnico, ma la tappa 4, a mio avviso, è la più delicata dovendo scendere dal canalino detritico del Madom Gross.
Consigliato solo a chi non soffre di vertigini (inclusi pendii erbosi esposti) e chi ha un pò dimestichezza con i diversi terreni di media montagna.
Buon divertimento!
Tourengänger:
martynred
Communities: Hikr in italiano
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