Becca della Traversiere 3337 dalla Valgrisanche
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E' buio pesto alle 4:30 del mattino quando parcheggio a Usellieres, dove la Valgrisanche automobilistica finisce. Ed è buio pesto sullo sterrato che sale al rifugio Bezzi. La frontale fa vedere dove si mettono i piedi ma queste oscurità e solitudine un po' mi spaventano. Sarò poi davvero solo? Il fiume accanto emette ruggiti e ad ogni fruscio mi pare di essere inseguito da una stregaccia che potrebbe prendermi alle spalle.
Ma ogni paura è soffocata dal progetto: voglio andare alla Becca della Traversiere e così dovrà essere.
Dopo un lungo tratto di ampia sterrata, la stessa si fa sentiero, attraversa un facile nevaio e risale con alcune tornanti. Poi la traccia torna ad essere larga ed in un'ora e mezza eccomi al Bezzi. Sono le 6:00, tutto tace ed ogni desiderio di bere un caffè rimarrà tale. Almeno albeggia, tolgo la frontale, preparo i bastoncini e mi avvio sul 12C, direzione Col Bassac Deré. Sul lato sinistro di un profondissimo vallone risalgo prati e poi continuo con pendenze tranquille a raggiungere una piazza dove si ergono roccioni altissimi. Secondo alcuni questo posto si chiama il cimitero degli elefanti. Continuo verso la testata della Valle sino a giungere al tratto più duro dell'intera gita: qui si tratta di risalire diverse centinaia di metri di dislivello su terreno molto ripido. Ogni tanto mi devo fermare, sono stanco e anche un po' scoraggiato, non vedo la meta.
Poi, d'incanto, esco sulla morena del ghiacciaio Gliairietta e per un lungo tratto traverso quasi in piano, così mi riprendo un po'. Alto sul ghiacciaio non posso che stupirmi della drammaticità di questo luogo, sormontato a destra dalla Aiguille de la Grande Sassiere.
In fondo alla morena ci sono una serie di laghetti idilliaci e tre giovanotti di stambecco. Neanche il tempo di prepararmi per una foto e si dileguano, mortacci loro.
Giro ora a sinistra e mi avvio verso il colle, continuando a traversare su ottimo sentiero alto sul ghiacciaio. Solo in punto franato, per pochi metri, dovrò muovermi con cautela causa terreno inclinato e sdrucciolevole.
Alla fine del traverso un breve pendio adduce al Colle che raggiungo in due ore e quarantacinque dal rifugio.
Il passo mette in comunicazione Valgrisanche e Val de Rhemes e sta sul percorso dell'alta via 2 della Val d'Aosta. Di là, il lago Goletta prima e il rifugio Benevolo poi.
Dal passo la traccia per risalire la cresta della Becca è evidente e segnalata, così, con le ultime forze mi ci infilo, salgo, traverso sotto una quota senza nome e pervengo ad un ulteriore depressione dove si apre una vista mozzafiato su un ghiacciaio ancor più magnifico del precedente.
Qui comincia la cresta della Becca, un vero mostro che risalgo individuando, ogni tot, un punto dove tirare il fiato. E dai e dai, eccomi alla croce di vetta. Il clima è buono, il panorama splendido anche se non profondo. In particolare mi affascinano la vicina aAuille de la Grande Sassiere, il sottostante lago de Sault (in Francia) e tante cime di cui conosco il nome. da una di queste si stacca una grande frana di detriti e ghiaccio emettendo un urlo spaventevole.
Mi fermo per ben mezzora a contemplare questa meraviglia, dopo aver percorso 11 km e 1600 metri di dislivello per arrivarci.
Poi però devo decidermi a scendere e lo faccio per la medesima via dell'andata, senza patema alcuno (solo una gran stanchezza) perchè tutto il tracciato è perfettamente segnalato e non presenta ostilità, specie in una giornata come oggi con buona visibilità. A parte alcuni nevai pianeggianti e irrisori, la via è attualmente sgombra da neve e ciò mi farebbe propendere per gradare la gita T2, tuttavia la quota, l'importante sviluppo e il non trascurabile dislivello mi inducono ad una valutazione di prudenza sul T3.
Rientro all'auto dopo quasi dieci ore di marcia, di cui almeno una di pause con l'evidente sensazione di sentirmi un privilegiato. Mentre scendevo dal Bezzi, molti salivano e mi chiedevano, stremati, quanto mancasse (400 metri di dislivello). Lungi da me dal biasimarli e dal sentirmi un fenomeno, tuttavia se ancora oggi il buon Dio mi concede certe sfacchinate, ebbene non posso che sentirmi privilegiato.
Sviluppo: 22 km circa; SE: 38 km circa,
Ma ogni paura è soffocata dal progetto: voglio andare alla Becca della Traversiere e così dovrà essere.
Dopo un lungo tratto di ampia sterrata, la stessa si fa sentiero, attraversa un facile nevaio e risale con alcune tornanti. Poi la traccia torna ad essere larga ed in un'ora e mezza eccomi al Bezzi. Sono le 6:00, tutto tace ed ogni desiderio di bere un caffè rimarrà tale. Almeno albeggia, tolgo la frontale, preparo i bastoncini e mi avvio sul 12C, direzione Col Bassac Deré. Sul lato sinistro di un profondissimo vallone risalgo prati e poi continuo con pendenze tranquille a raggiungere una piazza dove si ergono roccioni altissimi. Secondo alcuni questo posto si chiama il cimitero degli elefanti. Continuo verso la testata della Valle sino a giungere al tratto più duro dell'intera gita: qui si tratta di risalire diverse centinaia di metri di dislivello su terreno molto ripido. Ogni tanto mi devo fermare, sono stanco e anche un po' scoraggiato, non vedo la meta.
Poi, d'incanto, esco sulla morena del ghiacciaio Gliairietta e per un lungo tratto traverso quasi in piano, così mi riprendo un po'. Alto sul ghiacciaio non posso che stupirmi della drammaticità di questo luogo, sormontato a destra dalla Aiguille de la Grande Sassiere.
In fondo alla morena ci sono una serie di laghetti idilliaci e tre giovanotti di stambecco. Neanche il tempo di prepararmi per una foto e si dileguano, mortacci loro.
Giro ora a sinistra e mi avvio verso il colle, continuando a traversare su ottimo sentiero alto sul ghiacciaio. Solo in punto franato, per pochi metri, dovrò muovermi con cautela causa terreno inclinato e sdrucciolevole.
Alla fine del traverso un breve pendio adduce al Colle che raggiungo in due ore e quarantacinque dal rifugio.
Il passo mette in comunicazione Valgrisanche e Val de Rhemes e sta sul percorso dell'alta via 2 della Val d'Aosta. Di là, il lago Goletta prima e il rifugio Benevolo poi.
Dal passo la traccia per risalire la cresta della Becca è evidente e segnalata, così, con le ultime forze mi ci infilo, salgo, traverso sotto una quota senza nome e pervengo ad un ulteriore depressione dove si apre una vista mozzafiato su un ghiacciaio ancor più magnifico del precedente.
Qui comincia la cresta della Becca, un vero mostro che risalgo individuando, ogni tot, un punto dove tirare il fiato. E dai e dai, eccomi alla croce di vetta. Il clima è buono, il panorama splendido anche se non profondo. In particolare mi affascinano la vicina aAuille de la Grande Sassiere, il sottostante lago de Sault (in Francia) e tante cime di cui conosco il nome. da una di queste si stacca una grande frana di detriti e ghiaccio emettendo un urlo spaventevole.
Mi fermo per ben mezzora a contemplare questa meraviglia, dopo aver percorso 11 km e 1600 metri di dislivello per arrivarci.
Poi però devo decidermi a scendere e lo faccio per la medesima via dell'andata, senza patema alcuno (solo una gran stanchezza) perchè tutto il tracciato è perfettamente segnalato e non presenta ostilità, specie in una giornata come oggi con buona visibilità. A parte alcuni nevai pianeggianti e irrisori, la via è attualmente sgombra da neve e ciò mi farebbe propendere per gradare la gita T2, tuttavia la quota, l'importante sviluppo e il non trascurabile dislivello mi inducono ad una valutazione di prudenza sul T3.
Rientro all'auto dopo quasi dieci ore di marcia, di cui almeno una di pause con l'evidente sensazione di sentirmi un privilegiato. Mentre scendevo dal Bezzi, molti salivano e mi chiedevano, stremati, quanto mancasse (400 metri di dislivello). Lungi da me dal biasimarli e dal sentirmi un fenomeno, tuttavia se ancora oggi il buon Dio mi concede certe sfacchinate, ebbene non posso che sentirmi privilegiato.
Sviluppo: 22 km circa; SE: 38 km circa,
Tourengänger:
rochi

Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
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Kommentare (6)