Cammino Balteo: da Aosta a Nus
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Tempo di Covid...di andare all'estero per noi quest'anno non se ne parla. Decidiamo di restare in Italia ed alla fine, mediando fra la mia voglia di montagna e le esigenze di Anna che non ha voglia di affrontare salite ogni giorno, decidiamo per la Valle d'Aosta: percorreremo un paio di tappe del Cammino Balteo, approfondiremo la conoscenza di Aosta, che entrambi visitammo ma decenni fa e, magari, faremo un'escursione o due in montagna, meteo permettendo.
Alloggeremo a Nus, in centro valle, per la prima volta in 34 anni che siamo assieme, in albergo...stiamo invecchiando evidentemente.
Il giorno dopo il nostro arrivo in valle, dopo esserci informati ieri sera sugli orari ferroviari, raggiungiamo la stazione di Nus, facciamo due biglietti di sola andata per Aosta e pochi minuti dopo saliamo sul treno... in un quarto d'ora siamo a destinazione.
È presto per cui decidiamo di raggiungere il centro città, berci un caffè e recarci all'Ufficio del Turismo per informarci sulle modalità di visita dei tanti monumenti aostani.
L'ufficio è ancora chiuso, a pochi passi c'è Sant'Orso con il suo chiostro, a breve la biglietteria apre, un breve giro per vedere il campanile da lontano, quindi torniamo e prenotiamo per l'indomani la visita agli affreschi nascosti della chiesa ed alla cappella privata di Giorgio di Challant nel Palazzo Vescovile, ora ci godiamo il chiostro con i suoi magnifici capitelli, siamo solo noi e la calma è assoluta.
Si sta facendo tardi: è ora di iniziare il nostro Cammino Balteo. Ritorniamo in stazione, tramite il sottopasso superiamo i binari e sbuchiamo di fronte agli immensi uffici della Cogne, raggiungiamo il ponte sulla Dora Baltea ed attraversatolo ci troviamo a Pont Suaz da cui inizia la salita verso Charvensod.
Il primo tratto è su asfalto ma questo lascia presto spazio allo sterrato, le case finiscono e proseguiamo fra orti ben curati quindi, superato su un ponte in legno un torrente, risaliamo un ripido sentiero che si addentra nel bosco.
Presto siamo in vista delle prime case di Charvensod, il cammino è indicato da segnavia ad ogni incrocio, raggiungiamo la parte alta del paese, la pavimentazione perfetta, i lavatoi e le fontane restaurate, gli spazi comuni ben attrezzati rivelano un buon uso dei fondi da parte dell'amministrazione.
Distratti dal paesaggio e dalla conversazione ci sfugge un segnavia e proseguiamo in piano su una strada sterrata che ci conduce fuori dal centro abitato, seguiamo delle frecce gialle che pensiamo si riferiscano al nostro percorso finché, dopo una ventina di minuti, ci sorge qualche dubbio: stiamo decisamente salendo troppo. Facciamo il punto con cartina e GPS e ci rendiamo conto che siamo sul percorso per il Pizzo di Nona!
Torniamo sui nostri passi finché non incrociamo un sentierino che, a detta del GPS, dovrebbe scendere fino al Cammino Balteo. Così è, siamo tornati sulla retta via!
Proseguiamo in direzione Est su un largo tratturo che corre fra vigneti e frutteti finché arriviamo al torrente Comboè completamente irregimentato ed invalicabile, per attraversarlo dobbiamo scendere al ponte posto nei pressi di un nucleo abitato. Ci rinfreschiamo ad una fontana e proseguiamo su una sterrata al limite del bosco con belle viste sulla vallata, siamo colpiti dall'incredibile varietà e dal numero di farfalle.
Nei pressi di Moulin di Pollein decidiamo di fare la nostra sosta pranzo, un paio di grandi pietre orizzontali nel bosco ci fanno da panca e tavola, c'è un bel fresco e consumiamo rapidamente il pane e la Fontina acquistati stamane ad Aosta. Una breve risalita ci porta su una sterrata che corre a fianco di un Ru, l'equivalente valdostano delle Bisses vallesane,l'acqua scorre e vi sono numerose piccole chiuse per deviare l'acqua e mandarla ad irrigare le parcelle sottostanti.
Entriamo nel comune di Brissogne, le municipalità sono caratterizzate da una miriade di frazioni e non si passa mai per un centro principale, anche i negozi ed i bar sono lontani dal cammino ma ad un certo punto passiamo accanto ad un'edicola che fa anche da bar, ristorante e negozio di alimentari...una sosta si impone: ha anche dei tavolini all'esterno, sotto gli alberi...ci prendiamo due chinotti e ci rilassiamo un attimo.
Ripartiamo perché la strada è ancora lunga. Ora il cammino si snoda fra il limite del bosco e frutteti a perdita d'occhio. Raggiungiamo Saint-Marcel, saliamo alla chiesa e poi proseguiamo su un sentiero affiancato da grandi pietre che in breve ci porta in vista del castello di Saint-Marcel che raggiungiamo dal retro, lo contorniamo e ci troviamo sulla strada asfaltata nei pressi di una grande fontana che ci offre un po' di refrigerio. Attraversiamo l'ennesimo nucleo, case sparse e fattorie, ed imbocchiamo un tratturo che presto si trasforma in un sentiero, questa, fra i castelli di Saint-Marcel e di Fenìs è il tratto meno antropizzato di questa tappa del cammino: intorno bosco con alberi abbattuti dal vento e dalla neve, pascoli che i cespugli stanno ricoprendo, qualche rudere....ma ecco che ricompaiono i vigneti e presto siamo in vista del grande castello di Fenìs con la sua doppia cinta di mura.
Scendiamo verso il fondovalle, se fin'ora avremo incontrato non più di una ventina di esseri umani, mano a mano che ci avviciniamo al maniero le persone si fanno più numerose, in attesa di entrare vi è una gran folla, tutt'intorno famiglie con bambini e cani che scorazzano.
Scendiamo verso la Dora Baltea: per attraversarla vi sono il ponte stradale ed una passerella ciclabile, scegliamo quest'ultima, attraversiamo il fiume e raggiungiamo la Strada Regionale, questo è il punto più ostico della giornata, dobbiamo camminare per trecento metri accanto al traffico fino a raggiungere il marciapiedi che ci porterà a Nus. Finalmente eccoci alla nostra meta, ci "facciamo" una birretta e quindi rientriamo in albergo.
Questo nostro primo tratto di Cammino Balteo ci ha decisamente soddisfatto: al netto del nostro errore di percorso, si snoda, con poco dislivello e ben poco asfalto, fra nuclei tranquilli e boschi, vigne e frutteti. Belle viste sulle montagne, sulla valle ed i suoi castelli. Tranne che a Fenìs abbiamo incontrato ben poca gente, qualche abitante ed una mezza dozzina di altri camminatori. Non vi sono problemi per il rifornimento di acqua, le fontane sono numerose, mentre fare acquisti può essere più complicato visto che si attraversano perlopiù frazioni sparse.
Unico neo il tratto sulla Strada Regionale per rientrare a Nus ma a ben vedere la tappa del Cammino Balteo termina a Fenìs e prosegue poi senza attraversare la Dora Baltea, raggiungere Nus era una nostra esigenza.
Il percorso è sempre ottimamente ed abbondantemente indicato tranne che a Charvensod dove abbiamo sbagliato, tornandoci un paio di giorni dopo abbiamo potuto constatare che in effetti quel bivio non è segnalato in maniera ottimale.
Alloggeremo a Nus, in centro valle, per la prima volta in 34 anni che siamo assieme, in albergo...stiamo invecchiando evidentemente.
Il giorno dopo il nostro arrivo in valle, dopo esserci informati ieri sera sugli orari ferroviari, raggiungiamo la stazione di Nus, facciamo due biglietti di sola andata per Aosta e pochi minuti dopo saliamo sul treno... in un quarto d'ora siamo a destinazione.
È presto per cui decidiamo di raggiungere il centro città, berci un caffè e recarci all'Ufficio del Turismo per informarci sulle modalità di visita dei tanti monumenti aostani.
L'ufficio è ancora chiuso, a pochi passi c'è Sant'Orso con il suo chiostro, a breve la biglietteria apre, un breve giro per vedere il campanile da lontano, quindi torniamo e prenotiamo per l'indomani la visita agli affreschi nascosti della chiesa ed alla cappella privata di Giorgio di Challant nel Palazzo Vescovile, ora ci godiamo il chiostro con i suoi magnifici capitelli, siamo solo noi e la calma è assoluta.
Si sta facendo tardi: è ora di iniziare il nostro Cammino Balteo. Ritorniamo in stazione, tramite il sottopasso superiamo i binari e sbuchiamo di fronte agli immensi uffici della Cogne, raggiungiamo il ponte sulla Dora Baltea ed attraversatolo ci troviamo a Pont Suaz da cui inizia la salita verso Charvensod.
Il primo tratto è su asfalto ma questo lascia presto spazio allo sterrato, le case finiscono e proseguiamo fra orti ben curati quindi, superato su un ponte in legno un torrente, risaliamo un ripido sentiero che si addentra nel bosco.
Presto siamo in vista delle prime case di Charvensod, il cammino è indicato da segnavia ad ogni incrocio, raggiungiamo la parte alta del paese, la pavimentazione perfetta, i lavatoi e le fontane restaurate, gli spazi comuni ben attrezzati rivelano un buon uso dei fondi da parte dell'amministrazione.
Distratti dal paesaggio e dalla conversazione ci sfugge un segnavia e proseguiamo in piano su una strada sterrata che ci conduce fuori dal centro abitato, seguiamo delle frecce gialle che pensiamo si riferiscano al nostro percorso finché, dopo una ventina di minuti, ci sorge qualche dubbio: stiamo decisamente salendo troppo. Facciamo il punto con cartina e GPS e ci rendiamo conto che siamo sul percorso per il Pizzo di Nona!
Torniamo sui nostri passi finché non incrociamo un sentierino che, a detta del GPS, dovrebbe scendere fino al Cammino Balteo. Così è, siamo tornati sulla retta via!
Proseguiamo in direzione Est su un largo tratturo che corre fra vigneti e frutteti finché arriviamo al torrente Comboè completamente irregimentato ed invalicabile, per attraversarlo dobbiamo scendere al ponte posto nei pressi di un nucleo abitato. Ci rinfreschiamo ad una fontana e proseguiamo su una sterrata al limite del bosco con belle viste sulla vallata, siamo colpiti dall'incredibile varietà e dal numero di farfalle.
Nei pressi di Moulin di Pollein decidiamo di fare la nostra sosta pranzo, un paio di grandi pietre orizzontali nel bosco ci fanno da panca e tavola, c'è un bel fresco e consumiamo rapidamente il pane e la Fontina acquistati stamane ad Aosta. Una breve risalita ci porta su una sterrata che corre a fianco di un Ru, l'equivalente valdostano delle Bisses vallesane,l'acqua scorre e vi sono numerose piccole chiuse per deviare l'acqua e mandarla ad irrigare le parcelle sottostanti.
Entriamo nel comune di Brissogne, le municipalità sono caratterizzate da una miriade di frazioni e non si passa mai per un centro principale, anche i negozi ed i bar sono lontani dal cammino ma ad un certo punto passiamo accanto ad un'edicola che fa anche da bar, ristorante e negozio di alimentari...una sosta si impone: ha anche dei tavolini all'esterno, sotto gli alberi...ci prendiamo due chinotti e ci rilassiamo un attimo.
Ripartiamo perché la strada è ancora lunga. Ora il cammino si snoda fra il limite del bosco e frutteti a perdita d'occhio. Raggiungiamo Saint-Marcel, saliamo alla chiesa e poi proseguiamo su un sentiero affiancato da grandi pietre che in breve ci porta in vista del castello di Saint-Marcel che raggiungiamo dal retro, lo contorniamo e ci troviamo sulla strada asfaltata nei pressi di una grande fontana che ci offre un po' di refrigerio. Attraversiamo l'ennesimo nucleo, case sparse e fattorie, ed imbocchiamo un tratturo che presto si trasforma in un sentiero, questa, fra i castelli di Saint-Marcel e di Fenìs è il tratto meno antropizzato di questa tappa del cammino: intorno bosco con alberi abbattuti dal vento e dalla neve, pascoli che i cespugli stanno ricoprendo, qualche rudere....ma ecco che ricompaiono i vigneti e presto siamo in vista del grande castello di Fenìs con la sua doppia cinta di mura.
Scendiamo verso il fondovalle, se fin'ora avremo incontrato non più di una ventina di esseri umani, mano a mano che ci avviciniamo al maniero le persone si fanno più numerose, in attesa di entrare vi è una gran folla, tutt'intorno famiglie con bambini e cani che scorazzano.
Scendiamo verso la Dora Baltea: per attraversarla vi sono il ponte stradale ed una passerella ciclabile, scegliamo quest'ultima, attraversiamo il fiume e raggiungiamo la Strada Regionale, questo è il punto più ostico della giornata, dobbiamo camminare per trecento metri accanto al traffico fino a raggiungere il marciapiedi che ci porterà a Nus. Finalmente eccoci alla nostra meta, ci "facciamo" una birretta e quindi rientriamo in albergo.
Questo nostro primo tratto di Cammino Balteo ci ha decisamente soddisfatto: al netto del nostro errore di percorso, si snoda, con poco dislivello e ben poco asfalto, fra nuclei tranquilli e boschi, vigne e frutteti. Belle viste sulle montagne, sulla valle ed i suoi castelli. Tranne che a Fenìs abbiamo incontrato ben poca gente, qualche abitante ed una mezza dozzina di altri camminatori. Non vi sono problemi per il rifornimento di acqua, le fontane sono numerose, mentre fare acquisti può essere più complicato visto che si attraversano perlopiù frazioni sparse.
Unico neo il tratto sulla Strada Regionale per rientrare a Nus ma a ben vedere la tappa del Cammino Balteo termina a Fenìs e prosegue poi senza attraversare la Dora Baltea, raggiungere Nus era una nostra esigenza.
Il percorso è sempre ottimamente ed abbondantemente indicato tranne che a Charvensod dove abbiamo sbagliato, tornandoci un paio di giorni dopo abbiamo potuto constatare che in effetti quel bivio non è segnalato in maniera ottimale.
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