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Una tre giorni sfortunata, ma con molto gusto
Vista da Giorgio - ( giorgio59m)
Eccoci all'appuntamento annuale con la nostra due giorni in rifugio, che solitamente cade a metà Luglio.
Quest'anno causa vaccinazioni varie, seconde dosi la data di partenza è slittata ai primi di Agosto, ma la preparazione è partita a metà maggio, in pieno lockdown.
Non sapendo le possibili aperture e riaperture, abbiamo deciso per un rifugio gestito ed in Italia, quando eravamo andati ai Forni (S.Caterina) avevo addocchiato il Rifugio Val Viola, ne avevo sentito parlare molto bene della cucina.
Trovato il rifugio cerchiamo le escursioni attorno.
Parliamo del rifugio: si trova in alto al Val Viola, laterale della Val di Dentro, la valle che da Bormio sale al Passo del Foscagno.
Si trova a 2314mt ed è accessibile con una sterrata gippabile (solo per autorizzati). Si può parcheggiare al tornante a Q1900 con quasi 9km di percorso a piedi, oppure pagando un pedaggio di 5€ giornalieri (macchinetta o casetta in legno al parcheggio) si può proseguire su strada sempre asfaltata fino ad uno dei 4 parcheggi possibili, l'ultimo il P4 si chiama parcheggio Altumeira a 2065mt.
E' il parcheggio più alto e più grande, se fosse pieno si deve tornare indietro ad uno dei parcheggi precedenti P3,P2,P1, nel nostro caso il meteo infame ci ha aiutato a trovare il parcheggio praticamente libero.
Dal parcheggio P4 (l'ultimo) si percorrono circa 4km. il tempo indicato è 1:20 per raggiungere il rifugio Val Viola.
Con tanto anticipo, necessario a prenotare l'unica stanza privata di 6 letti con bagno e doccia indipendenti, si preparano tante idee.
Il programma prevede:
levataccia la domenica, partenza alle 4:00 da Como, arrivo a Bormio alle 7:00, colazione, salita al rifugio per le 9:00 / 9:30, lasciare gli zaini pesanti, zainetto leggero con già bibite e panini e via per la prima escursione, ritorno in rifugio per pomeriggio.
Il secondo giorno, sveglia alle 6:00 e puntare ad una vetta di pregio, con ritorno sul presto, due di noi hanno necessità di rientrare a casa con un giorno di anticipo.
Terzo e ultimo giorno: sveglia alle 6:00, escursione rientro presto, pranzo e rientro a casa.
Tante belle idee ... ma
Recita un proverbio "fare i conti senza l'oste" e questa volta l'oste era particolarmente irrascibile, non portava brocche di vino ma catini d'acqua che riversava come, quanto e quando voleva lui.
La settimana della partenza controlliamo le previsioni più volte al giorno, ma non ci sono speranze per un tempo stabile, peggio ancora le piogge sono più o meno intense e l'attendibilità delle ore di pioggia è davvero pessima.
Ogni volta che guardo le previsioni, anche incrociando meteo italiano e meteoswisse, cambiano e mai nella direzione giusta.
Al sabato decidiamo di partire molto più tardi, perchè pioverà, quindi ritrovo alle 6:30 per cercare di essere al parcheggio di Altumeira alle 11:00, dove si prevede una "finestra" di non-pioggia per un paio d'ore.
GIORNO 1 (Domenica)
Il viaggio in auto è sotto una bella bufera d'acqua, mentre all'ora del ritrovo c'era anche il temporale, completo di fulmini e tuoni.
La parola "finestra" è stata il "live motive" della nostra due giorni, come cercare di prendere meno acqua.
In ogni caso domenica riusciamo a salire al rifugio con l'ombrello chiuso in mano e con zaini piuttosto pesanti.
La salita è semplice, sempre su sterrato si guadagnano circa 250mt di altitudine, attorno i 2300mt si vede il fondo della Val Viola con il lago più grande e dietro il rifugio.
Nel salire si vede sulla sinistra la Val Cantone di Dosdè, con in basso il Rifugio Federico (CAI) e con i ghiacciai Dosdè, sotto la Cima Viola, le cime di lago Spalmo e la Punta d'Avedo.
Tra la Val Cantone Dosdè e la Val Viola spunta un dente roccioso, è il Corno Dosdè, che si trova proprio sopra il rifugio Val Viola.

Arrivati in rifugio pranziamo, siamo gli unici con una coppia di escursionisti.
Il discorso cibo merita un capitolo a parte.
Mentre pranziamo inizia a piovere anche copiosamente, toglie ogni velleità di muoversi, quindi chiacchere fino al tardo pomeriggio, sempre nello stanzone da pranzo.
Ci viende servito anche un the, la cordialità e la gentilezza del servizio sono pari alla qualità del cibo, ed inversamente proporzionale al prezzo :-)
In un attimo di pioggia debole, Francesco prende l'mbrello e sale al passo, noi aspetteremo una "finestra" ma usciamo comunque con l'ombtrello, arrivati anche noi al passo riprende a piovere copiosamente, ritorno rapido in rifugio, controllo meteo con il gestore per decidere cosa fare il lunedì.
Cena e a letto presto.
GIORNO 2 (Lunedì)
Per mesi ho guardato cartine, cercato relazioni, cime, foto e qualsiasi elemento utile per preparare una escursione, ma per motivi che proprio non mi sono chiare le cime della zona sono ben frequentate e documentate in inverno, ma in estate il nulla totale.
Nella Val Cantone (non Cantone in Dosè) c'è un circo di cime dal Piz Cunfin 2903 al Monte Val Nera 3188mt Pizzo Zembrasca 3089, Pizzo della Valle 2988mt ed il Pizzo Bianco 2827mt.
Un arco davvero bello ma non documentato, se non il Piz Cunfin / Confine.
Sentieri sulla carta nessuno, a parte la fitta rete che collega il Lago Saoseo, il Lagh da Val Viola in Svizzera al Passo Val Viola ed al rifugio.
L'unico sentiro marcato sulla swissmap e sulle nostre carte è quello per il pizzo Filone 3133mt, ma si trova dietro il Pizzo Zembrasca e andrebbe salito dalla Baita del pastore che si trova lungo la strada per il rifugio.
Senza sentieri e senza relazioni (il buio totale nelle mie ricerche internet, sempre parlando di percorsi estivi) mi affido al gentilissimo gestore che mi da indicazioni ma ripromettendosi di parlarne in loco, guardando le cime.
Lunedì mattina il meteo dovrebbe concerdere una tregua, partiamo con un cielo con un pò di nuvole ma anche con sprazzi di sereno, ci sono 3° e sopratutto sulle cime c'è una leggera imbiancatura, e questo un pò ci preoccupa.
Ma siamo emotivamente molto carichi e saliamo verso il Passo Val Viola per poi tagliare verso il filo di cresta del Pizzo Confine.
Si seguono i cippi confinali, la prima parte su prato e con poca pendenza, la seconda parte su canali con pietra fine, l'erba è gelata.
Arriviamo in cima per scorgere poco distante l'omettone di vetta a 2903mt ed un secondo ometto a 2897mt spostato verso il lato italiano e che guarda la nostra Val Viola.
Guardiamo come proseguire, il gestore ci ha detto che da qui il percorso è evidente la cresta si assottiglia parecchio ed impenna.
Ma non ci piace il nevischio in cima e, per le nostre possibilità, ci sembra raggiungibile fino ad un certo punto, la prima punta del Monte Val Nera, poi c'e' una forcella con un canale innevato e la cima principale che da qui sembra ostica.
Il timore di trovare ghiaccio e nevischio viscido sui tratti ripidi, ci porta a decidere quasi all'unanimità di cambiare completamente percorso.
Per fare un pò di sentiero ed un pò di dislivello decidiamo di scendere di nuovo al passo, quindi scendere al lagh di Val Viola (sul lato svizzero) e tornare in rifugio, questo permette anche ai due che devono tornare prima di tagliare il percorso a seconda dell'orario.
Discesi al passo, puntiamo al Lagh di Val Viola, ci sono almeno 3 percorsi possibili di cui 2 sono anche percorribili in MTB.
Il meteo tiene fino all'arrivo al lagh di Val Viola 2160mt, un vero gioliellino, una perla viola incastonata tra i pini.
Qui troviamo parecchia gente, la maggior parte saliti dal rifugio Saoseo, raggiungibile in auto dalla Val Poschiavo.
Al lago facciamo la prima vera pausa, godendo di qualche raggio di sole, ma dura poco si alza il vento ed arriva la pioggerella.
Indossata la mantella torniamo su sentiero diverso dalla discesa verso il passo.
Qui alterniamo pioggia al sole caldo, è un continuo vestirsi e svestirsi.
Il sentiero punta al passo, ma lungo il percorso a me e Francesco viene la stessa idea, al Piz Cunfin/Confine avevamo visto due bei laghetti attorno Q2500, proprio sopra il Lagh de Val Viola e sotto le pareti della Punta dal Dugural.
Non c'era sentiero ma una lunghissima pietraia per arrivarci.
Abbandoniamo il sentiero a Q2365 lasciamo il comodo sentiero per iniziare il ravano quotidiano.
Scendiamo e risaliamo un canale sul lato opposto e a Q2400 facciamo la pausa pranzo, con il panino che ci hanno preparato in rifugio.
La pausa dura meno di mezzora, anche se siamo al sole c'e' un venticello freddo che infastidisce, meglio camminare.
Una veloce consultazione della mappa ci dice che dobbiamo salire 100mt e percorrere 1,2km tutti su pietraia.
Inizia una bella e lunga, direi interminabile camminata su pietraia piuttosto instabile arriviamo ad un primo dosso, con delusione scopriamo che mancano ancora 500mt lineari ai laghi, altra pietraia per arrivare sopra al laghetto più grande a 2500mt, stupendo e selvaggio, poco sotto il laghetto più piccolo.
Di fronte a noi è una meraviglia di cime, dal Corn da Camp 3231mt al Piz Paradisim 3302mt, la cima più alta in questa zona.
Come le altre cime attorno sono tutte rocciose e aguzze, poco accessibili (almeno dal ns punto di vista) a semplici escursionisti.
Riprende a piovere, indossiamo le mantelle e ritorno sulla infinita pietraia, proseguendo stavolta fino al laghetto Q2389 vicino al confine, altro gioliellino.
Risaliti il costone di confine scendiamo al rifugio, dove si è esaurito il pienone di mezzogiorno, con prezzo e qualità del cibo non stupisce che sia pieno.
Doccia e relax poi la cena, solita concertazione con i rifugisti sul meteo ... senza speranza per il giorno dopo.
Ci sarebbe forse una finestra prima delle 10.00 ...
La notte piove, alle 6:00 piove e tanto, il nevischio è sceso attorno i 2700mt e le nuovole nascondo ogni cosa. Ci alzeremo per le 7:30, ma aspetteremo le 8:30 per trovare una tregua che ci permetterà di scendere al parcheggio auto senza bagnarci, inizia a piovere quando ci sediamo in auto.
Il GIORNO 3 si conclude con la breve puntata a Livigno per comprare liquori (sempre sotto la pioggia) ed un ultimo pranzo per i 4 rimasti in un ristorante di Trepalle, conosciuto da Francesco, pizzocheri e sciat per chiudere in bellezza.
Un ultimo ma meritatissimo elogio al rifugio Val Viola: ci siamo trovati benissimo, la gestione è familiare, la cortesia e la gentilezza senza prezzo, ci hanno viziato, la qualità del cibo ve la lascio scoprire da soli, ma la fama di Polenta Hütte è più che meritata, ma non c'e' solo quello.
Dimenticavo ... è anche su Tripadvisor, ed i prezzi ... fin troppo onesti.
Tutta la parte su sentiero è un T2, ho indicato T3 le parti di salita al Pizzo Confine ed il fuori-sentiero per i laghetti, praticamente 3km di pietraia, se non amate questo percorso ...
Ci proponiamo di tornarci, non so quando ma resta qualcosa in sospeso qui.
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