Pizzo Forno (2'907 m.s.m.)
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Resoconto della gita – 2° giorno:
Giornata più che perfetta per salire in vetta al Pizzo Forno, bella cima che dai suoi 2907m di altitudine domina la Val Chironico.
Partiamo alle 7:45 sotto il sole dal Rifugio Sponda, l’erba dei pascoli è bagnata a causa della brina che si sta sciogliendo. Nella notte infatti la temperatura deve essere scesa sotto lo zero visto che in alcune pozze d’acqua notiamo delle sottili lastre di ghiaccio!
Il primo tratto dell’itinerario è semplice e molto piacevole, dal Rifugio Sponda attraversiamo ampi pascoli seguendo il comodo sentiero che costeggia a sinistra il Ri di Vedle incanalato in una valletta. Questo sentiero marcato in bianco-rosso-bianco (un po’sbiadito ma sempre evidente) è quello che porta al Passo di Ghiacciaione, noi però lo abbandoniamo prima di arrivare al passo, attorno a quota 2600m.
A quest’altezza, dove inoltre il terreno si spiana prima dell’ultima ripida salita, pieghiamo decisi verso destra in direzione del Pizzo Forno, da qui in avanti il sentiero fino alla vetta non è più marcato. Superiamo una scarpata che a vederla inizialmente dal basso sembra quasi verticale, ma che per finire si rivela meno ripida di quanto immaginato, e arriviamo ai piedi di una grande pietraia.
Il capannaro ci ha consigliato di non salire subito nella “ganna” in direzione della cima ma piuttosto di rimanere bassi e proseguire quasi orizzontalmente tenendoci poco sopra il salto roccioso bene in evidenza sulla Carta Nazionale 1:25'000. Qua e là scorgiamo degli ometti di pietra che ci aiutano ad individuare il miglior punto di passaggio.
I massi sui quali camminiamo sono grandi e stabili, perciò ci creano poche difficoltà.
Arriviamo ad una dorsale inizialmente erbosa che scende dalla cima del Pizzo Forno, anche questa la si vede bene sulla CN. Sempre seguendo i consigli del capannaro e qualche ometto di pietra iniziamo a salire, la salita è ripida e il panorama sottostante non è di quelli che mi entusiasmano troppo, penso “se qui parto non mi fermo più” e il salto sottostante non lascia scampo, 500m di vuoto! Procediamo quindi lentamente facendo attenzione agli appoggi, dove ci sentiamo meno sicuri ci aiutiamo con le mani e continuiamo. Arriviamo nuovamente in mezzo a grandi massi che dobbiamo per forza superare per arrivare in vetta, anche questi sono grossi e stabili, però qui il terreno è molto ripido e ogni tanto guardando in basso mi chiedo “Dove cavolo sto andando?!? Riuscirò ancora a scendere da qui?”. Per salire ci aiutiamo spesso con le mani, Mauro è davanti e studia il terreno per capire dove è meglio passare, qualche volta l’intuizione non è esatta e ci tocca tornare indietro per aggirare dei sassi giganti da un punto migliore.
Per fortuna il tratto è breve, in effetti sono solo gli ultimi 100m circa prima di arrivare in cima a crearci qualche piccola difficoltà. Arriviamo in cresta ma la cima vera e propria con l’omino di sassi è spostata un po’sulla destra e per arrivarci dobbiamo scavalcare le ultime pietre, alle 10:30 circa siamo in cima al Pizzo Forno! Evviva ce l’abbiamo fatta!
La giornata è stupenda, cielo azzurro e nemmeno una nuvola. Con la cessazione del vento da nord bisogna dire che in basso è già arrivata un po’di foschia e le foto scattate in direzione di Biasca non sono un granché visto che a quell’ora avevamo il sole contro.
Ad ogni modo il panorama è spettacolare, 360° di cime tutte attorno a noi, fantastico!
Di sicuro una delle visioni più belle è quella sulle tre piramidi del Pizzo Penca, Pizzo Tenca (non marcato sulla CN 1:25'000) e Pizzo Campo Tencia...sono lì vicine e sembra quasi di poterle toccare! Nell'alta testata della Val Piumogna vediamo il catino che ospita il Lago di Morghirolo e più in basso scorgiamo la Capanna Campo Tencia, la si nota grazie al nuovo fabbricato di legno chiaro costruito lì accanto. Altra bella montagna che appare non troppo distante è la Corona di Redorta, magnifica vetta della Val Verzasca. Davanti a noi pure il bel panettone del Pizzo Barone con il quale ci diamo appuntamento all'anno prossimo!
Oltre la catena di montagne a confine tra Leventina e Val di Blenio tra le quali notiamo la piramide del Pizzo Molare, si alzano i 3000 della Valle del Sole.
Spicca la cima dello Scopi visitato qualche giorno fa, la montagna nera dai lineamenti perfetti ossia il Piz Terri…io e Mauro l’abbiamo eletta la più bella del Ticino, il Grauhorn e poi lei la più alta tra tutte…l’Adula.
I soliti giganti Vallesani, Bernesi ed Urani l’avrete capito…non mancano mai!
Sul Pizzo Forno ci aspettavamo di trovare il famoso “Gipfelbuch” ma niente, forse c’era un tempo, nel grosso omino di sassi che sta sulla vetta c’è un buco sospetto che lo lascia intendere. Dopo aver sgranocchiato qualcosa verso le 11:45 ci rimettiamo in cammino pronti per la lunga discesa verso valle che ci porterà a superare un dislivello di 2000m, a pensarci mi vien male! Seguendo con attenzione lo stesso percorso di salita scendiamo in poco più di dure ore al Rifugio Sponda, dove ci fermiamo per la pausa pranzo.
Verso le 15:00 ci rimettiamo in marcia e ci portiamo velocemente all’Alpe Sponda.
All’alpe troviamo i cartelli indicatori e prendiamo il sentiero che si tiene alto e ci porta 100m più in basso, a quota 1828m, dove troviamo un altro palo con cartelli.
Qui di nuovo su consiglio del capannaro (è stato gentilissimo) seguiamo per arrivare a Cala il vecchio sentiero, più “brutto” (c’è un tratto esposto assicurato da cordine d’acciaio) e a volte non più marcato (erba alta e cespugli) ma più diretto e veloce. Questo è l’ex sentiero che un tempo portava alla capanna, ora tutti utilizzano l’altro, in effetti questo non viene più pulito e nemmeno segnalato dai cartelli. Noi abbiamo optato per questa variante per limitare il tempo di discesa, 2000m sono davvero molti…ed io mi son trovata a pensare diverse volte "prima arrivo alla macchina, prima finisce l’agonia delle mie povere ginocchia"! Da Cala ritroviamo la mulattiera seguita il giorno prima e senza intoppi raggiungiamo Valle e la nostra auto in meno di un’ora.
Che goduria potersi togliere gli scarponi! Piedi, ginocchia, schiena e spalle non ne potevano più!
Week-end bellissimo alla scoperta di una valle selvaggia e poco frequentata, tutto quello che abbiamo visto è stato apprezzato al 200%!!!
Il Laghetto, il Rifugio Sponda ed il Pizzo Forno con i suoi ampi panorami...tutto valeva la pena di essere visto, tutto super! Il tempo è stato dalla nostra parte regalandoci due giornate davvero stupende!
Tempo impiegato:
dal Rifugio Sponda al Pizzo Forno - 2 ore 45 minuti
dal Pizzo Forno al Rifugio Sponda - 2 ore 15 minuti
dal Rifugio Sponda a Valle - 2 ore
Dettaglio delle difficoltà:
dal Rifugio Sponda a quota 2600m circa (sentiero marcato): T2
da quota 2600m al Pizzo Forno (sentiero non più marcato/salita su pietraie): T4-
dal Rifugio Sponda a Cala (via sentiero “vecchio”/tratto assicurato da cordine d'acciaio): T3
da Cala a Valle (sentiero marcato/larga mulattiera): T1
Per ulteriori informazioni su questa gita vedi: Ariafina: Laghetto - Rif. Sponda - Pizzo Forno
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