Rifugio Carate Brianza (2636 m) e poco oltre
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L'idea era di raccogliere un pò di colleghi appassionati alla montagna per far visita alla Valmalenco e ai nuovi rifugisti del Carate: Silvia e Alessandro.
Siamo rimasti però solamente in 3: io, Monica e Massimo.
Senza fretta ci troviamo in zona Lecco per salire insieme fino a Lanzada, dove recupero 3 kg di pane da portare a Silvia.
Silvia, con le sue mille idee, ha pensato ad una carina iniziativa denominata "bla bla sospiri": chi si volesse unire a lei, o da solo, per salire al Rifugio portando parte del necessario, avrà una ricompensa all'arrivo.
Ovviamente mica ho portato 3 kg di pane per una ricompensa ;)
Parcheggiata l'auto in uno spiazzo sulla strada che scende alla Diga di Campo Moro, attraversiamo a piedi quest'ultima per attaccare il sentiero proprio davanti a noi. Questo sentiero è il più diretto al rifugio, non per altro la sua prima parte è abbastanza ripida, ed in parte attrezzata con catene (di solo aiuto in caso di neve/bagnato). Girandosi si può notare la piramide del Pizzo Scalino. Terminato il tratto ripido si rimane nel bosco per un lungo traverso in direzione N.
Qualche apertura nel bosco permette la vista sulla valle dello Scerscen, sulle piste del Motta e pure sul Rifugio Carate. Monica, vecchia frequentatrice delle montagne friuliane, è estasiata dalla bellezza del bosco e dalla pace tutt'attorno.
Abbandoniamo il bosco per risalire dal sentiero poco più roccioso, che punta dritto al Rifugio.
Appena arrivati incontriamo subito Silvia, con il mocio in mano!
Salutiamo il gestore Alessandro, il cuoco, e facciamo visita alle molteplici stanzette da 4 a 12 posti letto.
Decidiamo di andare a perlustrare la zona poco più in sù, per poter ammirare il Bernina. Passiamo per qualche lingua di neve ma il punto panoramico non sembra affatto vicino. Così optiamo per scendere (inizia pure a fare freddo!) e mettere le gambe sotto al tavolo con l'opzione di salire al Monte delle Forbici dopo il pasto (previsto 1h50' di salita).
Pranziamo con gnocchetti del rifugio Carate (gnocchetti al grano saraceno con condimento come i pizzoccheri) e tagliatelle al ragù di cinghiale, polenta con cervo e affettati, e digestivo d'obbligo.
La precedente idea è stata abbandonata alla prima portata!
Salutata e abbracciata Silvia ripartiamo per la discesa, stavolta prendendo il sentiero più dolce che passa per l'Alpe Foppa. Il bivio lo si trova in discesa prima del lungo traverso nel bosco.
Siamo rimasti però solamente in 3: io, Monica e Massimo.
Senza fretta ci troviamo in zona Lecco per salire insieme fino a Lanzada, dove recupero 3 kg di pane da portare a Silvia.
Silvia, con le sue mille idee, ha pensato ad una carina iniziativa denominata "bla bla sospiri": chi si volesse unire a lei, o da solo, per salire al Rifugio portando parte del necessario, avrà una ricompensa all'arrivo.
Ovviamente mica ho portato 3 kg di pane per una ricompensa ;)
Parcheggiata l'auto in uno spiazzo sulla strada che scende alla Diga di Campo Moro, attraversiamo a piedi quest'ultima per attaccare il sentiero proprio davanti a noi. Questo sentiero è il più diretto al rifugio, non per altro la sua prima parte è abbastanza ripida, ed in parte attrezzata con catene (di solo aiuto in caso di neve/bagnato). Girandosi si può notare la piramide del Pizzo Scalino. Terminato il tratto ripido si rimane nel bosco per un lungo traverso in direzione N.
Qualche apertura nel bosco permette la vista sulla valle dello Scerscen, sulle piste del Motta e pure sul Rifugio Carate. Monica, vecchia frequentatrice delle montagne friuliane, è estasiata dalla bellezza del bosco e dalla pace tutt'attorno.
Abbandoniamo il bosco per risalire dal sentiero poco più roccioso, che punta dritto al Rifugio.
Appena arrivati incontriamo subito Silvia, con il mocio in mano!
Salutiamo il gestore Alessandro, il cuoco, e facciamo visita alle molteplici stanzette da 4 a 12 posti letto.
Decidiamo di andare a perlustrare la zona poco più in sù, per poter ammirare il Bernina. Passiamo per qualche lingua di neve ma il punto panoramico non sembra affatto vicino. Così optiamo per scendere (inizia pure a fare freddo!) e mettere le gambe sotto al tavolo con l'opzione di salire al Monte delle Forbici dopo il pasto (previsto 1h50' di salita).
Pranziamo con gnocchetti del rifugio Carate (gnocchetti al grano saraceno con condimento come i pizzoccheri) e tagliatelle al ragù di cinghiale, polenta con cervo e affettati, e digestivo d'obbligo.
La precedente idea è stata abbandonata alla prima portata!
Salutata e abbracciata Silvia ripartiamo per la discesa, stavolta prendendo il sentiero più dolce che passa per l'Alpe Foppa. Il bivio lo si trova in discesa prima del lungo traverso nel bosco.
Tourengänger:
martynred

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Kommentare (3)