Parco RTO: Anello del Rile e divagazioni
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Risulterà a qualcuno forse fuori luogo l'aver scelto di inserire questa relazione nella comunità "Montagne di Casa", perchè di montagne non si tratta.
Queste colline, dove antiche morene si spengono per lasciar posto alla pianura Padana, sono tuttavia e davvero casa mia, i boschi che ho percorso li vedo dal mio terrazzo, qui si andava da bambini a caccia di castagne e lucertole e, più grandicelli, con BMX a credersi dei fenomeni del Motocross.
Ora c'è un parco sovracomunale chiamato RTO, dei torrenti Rile, Tenore e Olona ed io ho deciso di tornarci oggi, dopo tanti anni, per comodità, rispetto delle regole anti COVID e per provare a fare un minimo di gamba senza arrancare su pendii, data l'inattività perdurante ormai da sei mesi.
Lascio l'auto a Villa Buttafava, Cassano Magnago, in una strada dove gli abitanti sembrano gareggiare a chi ha il glicine più bello e cammino verso nord costeggiando sulla destra una fattoria. Presto sono nel fondo del bosco, tra umidità e solitudini varie. E' incredibile questo parco: offre paesaggi ancestrali fatti di natura selvaggia ma con pochi passi si torna alla ruralità di una fattoria e qualche metro più in là ecco una manifattura ipertecnologica o un centro ad alta antropizzazione.
Cercando volutamente qualche saliscendi sbuco non lontano dal centro sportivo Milanello di Carnago, lo raggiungo e seguo le copiose indicazioni che mi invitano ad affrontare l'anello del Rile.
Scendo al torrente, risalgo il versante opposto e mi trovo a Pianalto di Rovate, c'è un cimitero, una bella fattoria e nessuna indicazione più. Il mio istinto sopito non fa questa volta miracoli e prima di imboccare la giusta via compio un comicissimo giro su me stesso.
Mi sposto allora ad est dopo aver attraversato la frazione e raggiungo il "monte di Rovate", elevazione massima del percorso di una ventina di metri più alta del centro abitato su cui troneggia una Croce degna di un tremila che tanto irriterebbe alcuni amici hikriani e che a me strappa un sorriso e uno scatto ricordando e immaginando vette ben più prossime al cielo.
Scendo sul versante opposto e mi trovo al cimitero di Carnago, punto di partenza e arrivo ufficiale dell'anello. Con un transito in un fitto bosco dove trovo una capanna e un ponte sul Rile giungo di nuovo al Milanello.
Attraverso quindi decisamente a ovest ed eccomi al Rifugio Carabelli di Oggiona Santo Stefano, magistralmente tenuto dalla locale sezione Alpini e teatro, d'estate, di mille feste bipartisan la cui musica, ora liscio, ora rock n'roll, allieta le notti di luglio visto che la mia camera da letto è separata dal rifugio da un veloce bosco.
Rimanendo nei boschi, viro verso sud sino all'agriturismo Oasi dove si allevano bufali e struzzi e dove si conservano cimeli dell'aviazione che fu.
Mi toccano ora alcuni chilometri asfalto, transitando dapprima dalla Bonifica, altra fattoria che merita una visita per formaggi e gelato per poi, giunto nuovamente a Cassano, risalire la via dei glicini con le gambe ormai stanche per approdare al punto di partenza.
I tempi comprendono qualche pausa foto, non più di quindici minuti totali.
Sviluppo: 15 Km circa; SE: 16 Km circa
Queste colline, dove antiche morene si spengono per lasciar posto alla pianura Padana, sono tuttavia e davvero casa mia, i boschi che ho percorso li vedo dal mio terrazzo, qui si andava da bambini a caccia di castagne e lucertole e, più grandicelli, con BMX a credersi dei fenomeni del Motocross.
Ora c'è un parco sovracomunale chiamato RTO, dei torrenti Rile, Tenore e Olona ed io ho deciso di tornarci oggi, dopo tanti anni, per comodità, rispetto delle regole anti COVID e per provare a fare un minimo di gamba senza arrancare su pendii, data l'inattività perdurante ormai da sei mesi.
Lascio l'auto a Villa Buttafava, Cassano Magnago, in una strada dove gli abitanti sembrano gareggiare a chi ha il glicine più bello e cammino verso nord costeggiando sulla destra una fattoria. Presto sono nel fondo del bosco, tra umidità e solitudini varie. E' incredibile questo parco: offre paesaggi ancestrali fatti di natura selvaggia ma con pochi passi si torna alla ruralità di una fattoria e qualche metro più in là ecco una manifattura ipertecnologica o un centro ad alta antropizzazione.
Cercando volutamente qualche saliscendi sbuco non lontano dal centro sportivo Milanello di Carnago, lo raggiungo e seguo le copiose indicazioni che mi invitano ad affrontare l'anello del Rile.
Scendo al torrente, risalgo il versante opposto e mi trovo a Pianalto di Rovate, c'è un cimitero, una bella fattoria e nessuna indicazione più. Il mio istinto sopito non fa questa volta miracoli e prima di imboccare la giusta via compio un comicissimo giro su me stesso.
Mi sposto allora ad est dopo aver attraversato la frazione e raggiungo il "monte di Rovate", elevazione massima del percorso di una ventina di metri più alta del centro abitato su cui troneggia una Croce degna di un tremila che tanto irriterebbe alcuni amici hikriani e che a me strappa un sorriso e uno scatto ricordando e immaginando vette ben più prossime al cielo.
Scendo sul versante opposto e mi trovo al cimitero di Carnago, punto di partenza e arrivo ufficiale dell'anello. Con un transito in un fitto bosco dove trovo una capanna e un ponte sul Rile giungo di nuovo al Milanello.
Attraverso quindi decisamente a ovest ed eccomi al Rifugio Carabelli di Oggiona Santo Stefano, magistralmente tenuto dalla locale sezione Alpini e teatro, d'estate, di mille feste bipartisan la cui musica, ora liscio, ora rock n'roll, allieta le notti di luglio visto che la mia camera da letto è separata dal rifugio da un veloce bosco.
Rimanendo nei boschi, viro verso sud sino all'agriturismo Oasi dove si allevano bufali e struzzi e dove si conservano cimeli dell'aviazione che fu.
Mi toccano ora alcuni chilometri asfalto, transitando dapprima dalla Bonifica, altra fattoria che merita una visita per formaggi e gelato per poi, giunto nuovamente a Cassano, risalire la via dei glicini con le gambe ormai stanche per approdare al punto di partenza.
I tempi comprendono qualche pausa foto, non più di quindici minuti totali.
Sviluppo: 15 Km circa; SE: 16 Km circa
Tourengänger:
rochi

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Kommentare (14)