Eco-sostenibilmente Monte Crocione (1641 m) e Monte Tremezzo (1700 m)
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Un altro week end in zona rossa. Amici che si spostano in auto tranquillamente per soddisfare il richiamo della montagna. Sono tentata anch'io a volte di fregarmene ed andare, ma la fifa di un controllo mi costringe ad accontentarmi di escursioni raggiungibili in sella.
Molte proposte in lista con qualche amico, ma alla fine optiamo per la sponda comasca, sebbene io ed un amico siamo già saliti su queste cime panoramiche.
Il cambio dell'ora ci permette di uscire di casa senza l'uso delle frontali. Sulle nostre fedeli 2 ruote ci dirigiamo verso Alzate Brianza per incontrare Paolino lungo il suo tragitto e dirigerci insieme a Como, punto di incontro con Fabio. Flotte di ciclisti ammassati ci attorniano, occupano più corsie fermi al semaforo, occupano l'intera corsia con la foga di superarsi l'un l'altro. Non fa proprio per noi questo approccio al ciclismo, noi 4, poveri sfigati, con uno zainetto sulle spalle, biciclette di quasi 10 anni e lenti. Qualche ciclista commenta il rumore gracchiante della mia bicicletta, uno di questi è un tandem. Incuriosita chiedo qualche informazione sull'utilizzo e la comodità del mezzo.
Si prospetta una giornata abbastanza calda, sebbene il cielo sia ancora coperto. Per strada poche auto, il lago fermo e tranquillo lascia rispecchiare le montagne lariane su di esso....e gruppi di ciclisti...
Arriviamo alla chiedo di Mezzegra e risaliamo la strada ciottolata che passa a fianco il cimitero. Proseguiamo su una strada cementata fino ad arrivare all'imbocco del sentiero malconcio. Dopo aver posteggiato le biciclette ed aver cambiato assetto, iniziamo la nostra escursione, chi camminando e chi correndo. La prima parte della salita per il Crocione è una rampa costante, cementata, che non lascia molto spazio alle chiacchiere. Io e Paolo ce la prendiamo comoda, mentre degli altri due perdiamo la vista poco dopo la partenza. Il nostro passo tranquillo favorisce la vista di una mamma cinghiale con il suo piccolino al seguito. Il dolce susseguirsi di lunghi zig-zag rende l'ascesa interminabile. Usciamo dal bosco e ancora nessuna vista di Raffaele e Fabio. Affrontiamo con estrema calma l'ultimo pendio ripido per il Monte Crocione. La vista da quassù è sempre appagante. Mentre ci incamminiamo per salire al Tremezzo, vediamo in lontananza i due runners di ritorno dal Monte Galbiga. Ci raggiungono e raggiungiamo la nostra seconda meta insieme. Le nuvole si stanno dissolvendo e la carenza d'acqua inizia a pesare.
Scendiamo dal pendio est del Monte Tremezzo, imbarcando neve nelle scarpe. Ci rimettiamo sulla sterrata di collegamento con il Crocione e ripercorriamo la stessa via dell'andata, la più veloce.
Si brinda con una buona birra, eccetto la sottoscritta, per recuperare l'energia per gli altri 60 e passa km di rientro (per noi 50). Sedere in sella e via di ritorno...giunti a Como Fabio salirà a San Fermo della Battaglia->destinazione Gallarate, Paolino in direzione Tavernerio-> destinazione Corezzana, Raffaele ed io direzione Camerlata-> destinazione Limido Comasco.
Giunti a casa ringrazio Bondy (la mia due ruote) per aver tenuto botta e non essersi spezzata in due!
Questo nuovo approccio alla montagna regala soddisfazioni anche con modeste prestazioni, il gusto di raggiungere paradisi terrestri con le "sole" proprie gambe.
Molte proposte in lista con qualche amico, ma alla fine optiamo per la sponda comasca, sebbene io ed un amico siamo già saliti su queste cime panoramiche.
Il cambio dell'ora ci permette di uscire di casa senza l'uso delle frontali. Sulle nostre fedeli 2 ruote ci dirigiamo verso Alzate Brianza per incontrare Paolino lungo il suo tragitto e dirigerci insieme a Como, punto di incontro con Fabio. Flotte di ciclisti ammassati ci attorniano, occupano più corsie fermi al semaforo, occupano l'intera corsia con la foga di superarsi l'un l'altro. Non fa proprio per noi questo approccio al ciclismo, noi 4, poveri sfigati, con uno zainetto sulle spalle, biciclette di quasi 10 anni e lenti. Qualche ciclista commenta il rumore gracchiante della mia bicicletta, uno di questi è un tandem. Incuriosita chiedo qualche informazione sull'utilizzo e la comodità del mezzo.
Si prospetta una giornata abbastanza calda, sebbene il cielo sia ancora coperto. Per strada poche auto, il lago fermo e tranquillo lascia rispecchiare le montagne lariane su di esso....e gruppi di ciclisti...
Arriviamo alla chiedo di Mezzegra e risaliamo la strada ciottolata che passa a fianco il cimitero. Proseguiamo su una strada cementata fino ad arrivare all'imbocco del sentiero malconcio. Dopo aver posteggiato le biciclette ed aver cambiato assetto, iniziamo la nostra escursione, chi camminando e chi correndo. La prima parte della salita per il Crocione è una rampa costante, cementata, che non lascia molto spazio alle chiacchiere. Io e Paolo ce la prendiamo comoda, mentre degli altri due perdiamo la vista poco dopo la partenza. Il nostro passo tranquillo favorisce la vista di una mamma cinghiale con il suo piccolino al seguito. Il dolce susseguirsi di lunghi zig-zag rende l'ascesa interminabile. Usciamo dal bosco e ancora nessuna vista di Raffaele e Fabio. Affrontiamo con estrema calma l'ultimo pendio ripido per il Monte Crocione. La vista da quassù è sempre appagante. Mentre ci incamminiamo per salire al Tremezzo, vediamo in lontananza i due runners di ritorno dal Monte Galbiga. Ci raggiungono e raggiungiamo la nostra seconda meta insieme. Le nuvole si stanno dissolvendo e la carenza d'acqua inizia a pesare.
Scendiamo dal pendio est del Monte Tremezzo, imbarcando neve nelle scarpe. Ci rimettiamo sulla sterrata di collegamento con il Crocione e ripercorriamo la stessa via dell'andata, la più veloce.
Si brinda con una buona birra, eccetto la sottoscritta, per recuperare l'energia per gli altri 60 e passa km di rientro (per noi 50). Sedere in sella e via di ritorno...giunti a Como Fabio salirà a San Fermo della Battaglia->destinazione Gallarate, Paolino in direzione Tavernerio-> destinazione Corezzana, Raffaele ed io direzione Camerlata-> destinazione Limido Comasco.
Giunti a casa ringrazio Bondy (la mia due ruote) per aver tenuto botta e non essersi spezzata in due!
Questo nuovo approccio alla montagna regala soddisfazioni anche con modeste prestazioni, il gusto di raggiungere paradisi terrestri con le "sole" proprie gambe.
Tourengänger:
martynred

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Kommentare (3)