Bregazzana - Grotta dell' Alabastro sulle tracce del sentiero G
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Alcuni mesi fa scendevo dal Chiusarella verso la Valganna sul costone tra Pissavacca e Pedana ( o Pissabò ) deciso a prendere il vecchio sentiero per la Grotta dell'Alabastro già tante volte percorso molti anni fà, mi ritrovai dopo aver imboccato la giusta via (alla base del Costone Sgarbaz) a ravanare mica male perdendo la traccia per poi risalire nella sterpaglia la costa senza arrivare alla meta.
Oggi è il giorno della rivincita.
Si torna a cercare il mitico sentiero G che voglio ritrovare e percorrerne anche il ritorno alto.
Parcheggiato a Bregazzana vicino al cimitero e il suo bell'elefante a grandezza naturale. Entrato tra i vicoli del paese , imbocco via Pasetti e tra boschi e prati arrivo alla Cascina San Sebastiano già su Via dei Campetti. La bella mulattiera procede in falsopiano verso nord, e va ad attraversare vari impluvi e torrentelli. Dapprima il ruscello che scende dall'Alpe Ravetta, poi il Pedana / Pissabò infine il Pissavacca. Qui risalito sul promontorio successivo, preso il sentiero che sale verso Sgarbaz e Chiusarella a sinistra, ma solo poche decine di metri e ancora nel primo tratto dritto si stacca subito a destra la nostra mulattiera. Con un pò di attenzione si vede ancora su un albero la traccia di vernice gialla ( l'unica su tutto il percorso, a parte la targhetta ). La mulattiera parte molto bella e gasato mi permetto di segare qualche rametto e qualche rovo. Ma qui ero già arrivato in inverno. Arrivo a una vallecola secca, la discendo per scrupolo, solo per escludere un eventuale prosecuzione, ma subito trovo un saltino. Risalgo e proseguo, arrivo a un altra vallecola più importante, qui intravedo una antica e bella mulattiera che scende a destra con molti alberi caduti, arrivo al fondo della Valfredda ma di là non risale niente. Risalgo anche da questa variante all'ipotetico sentiero G, (bella qui la vista sulla sottostante marmitta ) il quale a mezzacosta e un pò nascosto scende nell'impluvio più avanti a nord, e Bingo sull'altro versante una bel sentiero sale verso destra proprio alcuni metri dalla Grotta dell'Alabastro 510 m. I dati della grotta parlano di - 21,5 metri di profondità per 100 metri di sviluppo. Ringalluzzito lascio lo zaino fuori ( con tanto di portafoglio ) e scendo giù nella scivolosa grotta fino al fondo, dove si intravede 4 metri in alto una finestra dove prosegue la grotta, con una corda penzolante. Il alto ci sono alcune concrezioni a canne d'organo, purtroppo la gran parte delle stalattiti sono state saccheggiate in epoca storica e che chiamavano Alabastro. Risalito fuori al sole. Proseguo sulla mulattiera rimontando la valle sul lato destro ( sinistro orografico ) e alla fine della traccia più evidente si vede arrivare dall'alto una stradina. Il sentiero G o quel che resta risale la valle, ma decido di salire verso Cuseglio e mappare questa stradina ( che ha anche una diramazione a sinistra ) arrivando al campetto da calcio vicino a una villetta ( è in vendita per gli interessati ). Non essendo abbastanza armato per affrontare i cani rabbiosi e il suo altrettanto rabbioso padrone ( ormai anziano , magari la situazione si sblocca per via naturale ) decido di ridiscendere in Valfredda. Proseguo verso monte in un tratto alluvionato ma più su si può stare sui fianchi del torrente dove si riconosce ancora il sentiero. Sulla sinistra si riconosce una miniera e un altra più evidente è pochi metri avanti proprio alla base del promontorio che divide in 2 la Valfredda. Bene proprio qui sulla sinistra sale una costa ( ovest ) e se fate come si suol dire ballare l'occhio vedrete il cartellino giallo in lamiera con la lettera G ( il mitico Punto G, ma non gasatevi non è niente di erotico ). Sulla costa che dobbiamo risalire per 100 metri positivi si sale facilmente e a metà parte anche una bella mulattiera in piano verso sinistra che immagino dove arriva, ma dobbiamo salire ancora la costa per poco per incrociare il sentiero delle crocette, che bello largo e il falsopiano a sinistra ci porta sulla costa Sgarbaz ( a destra invece porta alle crocette ). Procedendo ancora in piano in direzione Ravetta dopo pochi metri scendo in breve al bel Sas du la Scigueta ( forse già citato come pilastro ) il quale è un bellissimo pulpito strapiombante sulla sottostante Val Pissavacca. Proseguendo in falsopiano sul bel sentiero si va ad attraversare il torrente Pissavacca e il torrente Pedana / Pissabò per arrivare all'Alpe Ravetta e e alla sterrata Via Militare che percorro in discesa a sinistra per poco per prendere subito a sinistra la mulattiera per Bregazzana che passa dall'agriturismo i Mirti e alla chiesa di Bregazzana.
Oggi è il giorno della rivincita.
Si torna a cercare il mitico sentiero G che voglio ritrovare e percorrerne anche il ritorno alto.
Parcheggiato a Bregazzana vicino al cimitero e il suo bell'elefante a grandezza naturale. Entrato tra i vicoli del paese , imbocco via Pasetti e tra boschi e prati arrivo alla Cascina San Sebastiano già su Via dei Campetti. La bella mulattiera procede in falsopiano verso nord, e va ad attraversare vari impluvi e torrentelli. Dapprima il ruscello che scende dall'Alpe Ravetta, poi il Pedana / Pissabò infine il Pissavacca. Qui risalito sul promontorio successivo, preso il sentiero che sale verso Sgarbaz e Chiusarella a sinistra, ma solo poche decine di metri e ancora nel primo tratto dritto si stacca subito a destra la nostra mulattiera. Con un pò di attenzione si vede ancora su un albero la traccia di vernice gialla ( l'unica su tutto il percorso, a parte la targhetta ). La mulattiera parte molto bella e gasato mi permetto di segare qualche rametto e qualche rovo. Ma qui ero già arrivato in inverno. Arrivo a una vallecola secca, la discendo per scrupolo, solo per escludere un eventuale prosecuzione, ma subito trovo un saltino. Risalgo e proseguo, arrivo a un altra vallecola più importante, qui intravedo una antica e bella mulattiera che scende a destra con molti alberi caduti, arrivo al fondo della Valfredda ma di là non risale niente. Risalgo anche da questa variante all'ipotetico sentiero G, (bella qui la vista sulla sottostante marmitta ) il quale a mezzacosta e un pò nascosto scende nell'impluvio più avanti a nord, e Bingo sull'altro versante una bel sentiero sale verso destra proprio alcuni metri dalla Grotta dell'Alabastro 510 m. I dati della grotta parlano di - 21,5 metri di profondità per 100 metri di sviluppo. Ringalluzzito lascio lo zaino fuori ( con tanto di portafoglio ) e scendo giù nella scivolosa grotta fino al fondo, dove si intravede 4 metri in alto una finestra dove prosegue la grotta, con una corda penzolante. Il alto ci sono alcune concrezioni a canne d'organo, purtroppo la gran parte delle stalattiti sono state saccheggiate in epoca storica e che chiamavano Alabastro. Risalito fuori al sole. Proseguo sulla mulattiera rimontando la valle sul lato destro ( sinistro orografico ) e alla fine della traccia più evidente si vede arrivare dall'alto una stradina. Il sentiero G o quel che resta risale la valle, ma decido di salire verso Cuseglio e mappare questa stradina ( che ha anche una diramazione a sinistra ) arrivando al campetto da calcio vicino a una villetta ( è in vendita per gli interessati ). Non essendo abbastanza armato per affrontare i cani rabbiosi e il suo altrettanto rabbioso padrone ( ormai anziano , magari la situazione si sblocca per via naturale ) decido di ridiscendere in Valfredda. Proseguo verso monte in un tratto alluvionato ma più su si può stare sui fianchi del torrente dove si riconosce ancora il sentiero. Sulla sinistra si riconosce una miniera e un altra più evidente è pochi metri avanti proprio alla base del promontorio che divide in 2 la Valfredda. Bene proprio qui sulla sinistra sale una costa ( ovest ) e se fate come si suol dire ballare l'occhio vedrete il cartellino giallo in lamiera con la lettera G ( il mitico Punto G, ma non gasatevi non è niente di erotico ). Sulla costa che dobbiamo risalire per 100 metri positivi si sale facilmente e a metà parte anche una bella mulattiera in piano verso sinistra che immagino dove arriva, ma dobbiamo salire ancora la costa per poco per incrociare il sentiero delle crocette, che bello largo e il falsopiano a sinistra ci porta sulla costa Sgarbaz ( a destra invece porta alle crocette ). Procedendo ancora in piano in direzione Ravetta dopo pochi metri scendo in breve al bel Sas du la Scigueta ( forse già citato come pilastro ) il quale è un bellissimo pulpito strapiombante sulla sottostante Val Pissavacca. Proseguendo in falsopiano sul bel sentiero si va ad attraversare il torrente Pissavacca e il torrente Pedana / Pissabò per arrivare all'Alpe Ravetta e e alla sterrata Via Militare che percorro in discesa a sinistra per poco per prendere subito a sinistra la mulattiera per Bregazzana che passa dall'agriturismo i Mirti e alla chiesa di Bregazzana.
Tourengänger:
Antonio59 !

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