Sassariente (1767 m) e Cima di Sassello (1899 m) con la neve
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Ho visitato il "portale sud della Via Alta della Verzasca" toccando due cime che in precedenza ho sempre saltato via per puntare direttamente al Madone di Vogorno o alla Cima dell'Uomo.
Il Sassariente è un monte elegante, da non sottovalutare, soprattutto con la neve, e sovrasta il piano di Magadino offrendo al visitatore una sguardo diretto sulla piana stessa e sul Lago Maggiore. Il Sassello rimane leggermente più a nord-est, ha una bella cresta che lo attraversa da ovest ad est e si affaccia sulla Val della Porta regalando un primo piano sul Vogorno, il Madone e la Cima dell'Uomo.
Ho camminato sul Muro dei Polacchi, del quale, oltre a venirne a conoscenza quel giorno cadendo spesso tra le sue pietre nei buchi della neve, ho poi scoperto esserci dubbi circa la sua paternità. Pare che gli internati polacchi si siano trattenuti in Ticino fino al 1945 ma che il muro sia stato eretto nel 1949 da locali.
Ho percorso un itinerario ad anello partendo dai Monti della Motta (dove si trova la barriera): sono passato dai Monti dell Gana , salito sul Sassariente, ho seguito la cresta di collegamento alla Cima di Sassello per poi scendere più ad est, senza passare dalla Forcola, ma tagliando prima, dai boschi.
Sassariente
I tempi di percorrenza indicati dai Monti della Motta sono di 2 ore. Io ho impiegato 2 ore e mezza e stavolta "ho viaggiato", foto a parte.
Molte persone optano per la via occidentale, dai Monti di Motti. Pare che sia la via migliore. Io, avendo già intenzione di salire anche al Sassello, ho scelto il sentiero dai Monti della Gana per poter lasciare la macchina più vicino.
Non è un bel sentiero: è piuttosto ripido ma soprattutto è fortemente compromesso dalla caduta delle piante avvenuta probabilmente in inverno. Questo mi ha imposto di tagliare spesso da ripidi pendii e usare le mani, arrampicare i tronchi ecc.. Inoltre sopra i 1500 metri con la neve è richiesta maggiore prudenza.
Dalla barriera si segue la strada asfaltata (30' a piedi) fino ai Monti della Gana. Poi si prende il sentiero per il Sassariente (all'incrocio andare a sinistra). Si entra nel bosco e si risale in diagonale all'interno della vallata (Valle della Pesta). Presto incontro piante cadute che scavalco o aggiro, ma non sempre ritrovo facilmente la traccia. Più in alto, controllando la mappa, taglio dritto, dapprima aggrappandomi ai ciuffi d'erba, poi alla neve gelata. Il Sassariente sembra vicino ma ci vuole un po' per arrivarci, e quando mi ritrovo sotto la cima penso di rinuciare al Sassello.
Dal bivio per il Sassariente i segnalini sono bianco-blu, si tratta di un itinerario alpino. Scendo e mi approccio alla parte prominente del monte da est, seguendo la via normale, in parte attrezzata. Ci sono passerelle e catene. Ma per lo più coperte dalla neve. Ci sono delle tracce e grazie al gelo la neve è portante. Della passerella posso sfruttare circa 20 cm, quando la catena è sepolta sfrutto dei buchi nella neve per tenermi contro la montagna. Alla mia sinistra c'è una discreta esposizione. Seguo le tracce, i bolli e in 15 minuti sono in vetta. Che vista! Ma anche che vento! Le raffiche mi spostano da terra. Nonostante questo disturbo nulla mi impedisce di fermarmi, mangiare e contemplare.
La Cima di Sassello e il Muro dei Polacchi
Cosa faccio? Scendo dalle dirupate pendici meridionali da cui sono salito e me ne torno a casa?
Ma no...peccato.
Il Sassello è là che mi chiama. Non ho visto indicazioni, niente tracce. Ma per me è semplice. Devo scendere dal Sassariente, riprendere il sentiero e nel punto più vicino al crinale tagliare su dritto. E così ho fatto. Su pendenze ragguardevoli, solo con gli scarponi e le mani, mi sono portato in cresta.
Ora c'è da scendere ma è troppo bello essere lassù. Il vento impetuoso, le grandi cime del Vogorno e dell'Uomo austere alla mia sinistra, mi sento a casa.
Decido di ramponarmi perché a nord la pendenza è importante e procedo su una cresta facile ma pur sempre ripida. Percorro il muro, un po' di qua, un po' di là e spesso sopra. Talvolta è libero e altre volte è coperto. Mi capita più volte di sprofondare nei buchi creatisi intorno alle rocce e allora correggo la rotta. Cammino con i ramponi anche sulla roccia stessa. Raggiunta la depressione inizio la salita. La neve è perfetta. Senza mettere mano sulla piccozza, nonostante la pendenza sul finale, mi trovo dapprima sull'anticima e quindi sulla Cima di Sassello.
Complessivamente dal Sassariente ho impiegato 1 ora e 40 minuti.
Qui il vento è ancora più forte, tempestoso, vorrei studiare un po' di cime, contemplare il paesaggio ma non posso. Mi vola via il telefono.
Il ritorno abbreviato
Il crinale prosegue fino alla Forcola (q.1710) ma io nei pressi dell'Alpe di Sassello, trovandomi ancora una salita davanti, decido di scendere dalla pineta. Taglio dritto nel bosco e circa 200m più in basso incrocio il sentiero ufficiale che dai Monti della Gana conduce alla Capanna Borgna. Cambio assetto e proseguo.
La Cappella a quota 1498 è un bel punto panoramico.
Piccola pausa ai Monti della Gana e poi sfrutto la strada asfaltata per chiamate e messaggini. Tra queste mi informo con la dogana di Dirinella/Zenna sulla possibilità di transitare da Luino per andare nel Malcantone. Ma non è possibile perchè è zona rossa. Amen. Mi faccio il viaggione con colonna ma almeno ho la mia musica.
Con soddisfazione chiudo il cerchio.
Il Sassariente è un monte elegante, da non sottovalutare, soprattutto con la neve, e sovrasta il piano di Magadino offrendo al visitatore una sguardo diretto sulla piana stessa e sul Lago Maggiore. Il Sassello rimane leggermente più a nord-est, ha una bella cresta che lo attraversa da ovest ad est e si affaccia sulla Val della Porta regalando un primo piano sul Vogorno, il Madone e la Cima dell'Uomo.
Ho camminato sul Muro dei Polacchi, del quale, oltre a venirne a conoscenza quel giorno cadendo spesso tra le sue pietre nei buchi della neve, ho poi scoperto esserci dubbi circa la sua paternità. Pare che gli internati polacchi si siano trattenuti in Ticino fino al 1945 ma che il muro sia stato eretto nel 1949 da locali.
Ho percorso un itinerario ad anello partendo dai Monti della Motta (dove si trova la barriera): sono passato dai Monti dell Gana , salito sul Sassariente, ho seguito la cresta di collegamento alla Cima di Sassello per poi scendere più ad est, senza passare dalla Forcola, ma tagliando prima, dai boschi.
Sassariente
I tempi di percorrenza indicati dai Monti della Motta sono di 2 ore. Io ho impiegato 2 ore e mezza e stavolta "ho viaggiato", foto a parte.
Molte persone optano per la via occidentale, dai Monti di Motti. Pare che sia la via migliore. Io, avendo già intenzione di salire anche al Sassello, ho scelto il sentiero dai Monti della Gana per poter lasciare la macchina più vicino.
Non è un bel sentiero: è piuttosto ripido ma soprattutto è fortemente compromesso dalla caduta delle piante avvenuta probabilmente in inverno. Questo mi ha imposto di tagliare spesso da ripidi pendii e usare le mani, arrampicare i tronchi ecc.. Inoltre sopra i 1500 metri con la neve è richiesta maggiore prudenza.
Dalla barriera si segue la strada asfaltata (30' a piedi) fino ai Monti della Gana. Poi si prende il sentiero per il Sassariente (all'incrocio andare a sinistra). Si entra nel bosco e si risale in diagonale all'interno della vallata (Valle della Pesta). Presto incontro piante cadute che scavalco o aggiro, ma non sempre ritrovo facilmente la traccia. Più in alto, controllando la mappa, taglio dritto, dapprima aggrappandomi ai ciuffi d'erba, poi alla neve gelata. Il Sassariente sembra vicino ma ci vuole un po' per arrivarci, e quando mi ritrovo sotto la cima penso di rinuciare al Sassello.
Dal bivio per il Sassariente i segnalini sono bianco-blu, si tratta di un itinerario alpino. Scendo e mi approccio alla parte prominente del monte da est, seguendo la via normale, in parte attrezzata. Ci sono passerelle e catene. Ma per lo più coperte dalla neve. Ci sono delle tracce e grazie al gelo la neve è portante. Della passerella posso sfruttare circa 20 cm, quando la catena è sepolta sfrutto dei buchi nella neve per tenermi contro la montagna. Alla mia sinistra c'è una discreta esposizione. Seguo le tracce, i bolli e in 15 minuti sono in vetta. Che vista! Ma anche che vento! Le raffiche mi spostano da terra. Nonostante questo disturbo nulla mi impedisce di fermarmi, mangiare e contemplare.
La Cima di Sassello e il Muro dei Polacchi
Cosa faccio? Scendo dalle dirupate pendici meridionali da cui sono salito e me ne torno a casa?
Ma no...peccato.
Il Sassello è là che mi chiama. Non ho visto indicazioni, niente tracce. Ma per me è semplice. Devo scendere dal Sassariente, riprendere il sentiero e nel punto più vicino al crinale tagliare su dritto. E così ho fatto. Su pendenze ragguardevoli, solo con gli scarponi e le mani, mi sono portato in cresta.
Ora c'è da scendere ma è troppo bello essere lassù. Il vento impetuoso, le grandi cime del Vogorno e dell'Uomo austere alla mia sinistra, mi sento a casa.
Decido di ramponarmi perché a nord la pendenza è importante e procedo su una cresta facile ma pur sempre ripida. Percorro il muro, un po' di qua, un po' di là e spesso sopra. Talvolta è libero e altre volte è coperto. Mi capita più volte di sprofondare nei buchi creatisi intorno alle rocce e allora correggo la rotta. Cammino con i ramponi anche sulla roccia stessa. Raggiunta la depressione inizio la salita. La neve è perfetta. Senza mettere mano sulla piccozza, nonostante la pendenza sul finale, mi trovo dapprima sull'anticima e quindi sulla Cima di Sassello.
Complessivamente dal Sassariente ho impiegato 1 ora e 40 minuti.
Qui il vento è ancora più forte, tempestoso, vorrei studiare un po' di cime, contemplare il paesaggio ma non posso. Mi vola via il telefono.
Il ritorno abbreviato
Il crinale prosegue fino alla Forcola (q.1710) ma io nei pressi dell'Alpe di Sassello, trovandomi ancora una salita davanti, decido di scendere dalla pineta. Taglio dritto nel bosco e circa 200m più in basso incrocio il sentiero ufficiale che dai Monti della Gana conduce alla Capanna Borgna. Cambio assetto e proseguo.
La Cappella a quota 1498 è un bel punto panoramico.
Piccola pausa ai Monti della Gana e poi sfrutto la strada asfaltata per chiamate e messaggini. Tra queste mi informo con la dogana di Dirinella/Zenna sulla possibilità di transitare da Luino per andare nel Malcantone. Ma non è possibile perchè è zona rossa. Amen. Mi faccio il viaggione con colonna ma almeno ho la mia musica.
Con soddisfazione chiudo il cerchio.
Tourengänger:
Michea82

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Kommentare (6)