Monte dei Pizzoni, Monte Bronzone e Pizzo Ravò - Valsolda
|
||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Se c'è una cosa più contagiosa del dannato virus, è l'entusiasmo. E così, sulla scia di chi ha già celebrato questi luoghi su hikr e non solo (inutile provare a citarvi tutti: scontenterei qualcuno...), mi appresto a muovere i miei primi passi in Valsolda: montagne in miniatura - le quote sono davvero modeste - che offrono panorami e sfide propri della montagne con la M maiuscola.
Per capire cosa intendo si veda l'eccellente relazione sul sito di Itineralp e la galleria di foto in fondo alla stessa pagina.
Gli avvicinamenti brevi e la fitta rete di sentieri mantenuti consentono di concatenare più cime in una giornata anche per chi non è particolarmente allenato, tuttavia la frequentazione non è eccessiva e basta uscire dai percorsi più battuti per trovare silenzi e sensazioni propri di luoghi molto più isolati.
Nella prima parte del giro sfrutterò proprio la segnaletica per raggiungere le cime del Monte dei Pizzoni e del Monte Bronzone, nella seconda mi affiderò invece all'improvvisazione per raggiungere il selvatico Pizzo Ravò e scendere quindi sul sentiero che da Rancò porta alla Forcola, chiudendo così un anello relativamente breve ma molto vario e di grande soddisfazione.
Bellissimi i panorami sul Ceresio ma la vera sorpresa è stata la fantastica fioritura di ellebori.
Il percorso
Da Drano, frazione del comune di Valsolda, seguo le indicazioni per il Monte dei Pizzoni. Il sentiero, ben segalato, risale la dorsale aggirando i numerosi salti con percorso molto piacevole, vario e panoramico. Superato un primo bivio per la Forcola, già in ambiente dolomitico con torrioni e stretti canali che scendono da entrambi i lati della cresta, il percorso porta ad un secondo bivio e quindi sale ad un masso accostato ad una paretina. E' qui il "famoso" passaggio di II grado, in effetti su roccia solidissima e assolutamente non esposto, che permette di accedere alla parte sommitale della montagna. Superato il salto, si arriva in cima praticamente con le mani in tasca.
Il panorama è mozzafiato ma per apprezzare fino in fondo il posto dove si è arrivati bisogna raggiungere anche la più bassa cima orientale...
Ridiscendo al di sotto del passaggio chiave e, al più alto dei due bivi segnalati, seguo l'indicazione per la Forcola. I segni portano ad abbassarsi in un ripido canalino erboso dall'aria poco raccomandabile, stretto tra alte pareti. Arrivato ad un alberello che sembra sul ciglio di un salto si scopre, pochi metri più in basso, sulla destra, una corda di canapa legata ad un masso incastrato che aiuta a scendere in un imbuto roccioso. Saggiata la consistenza della corda, un po' spelacchiata ma ancora affidabile, mi calo e riprendo il sentiero che traversa a Est sotto pareti verticali e veri e propri tetti. Arrivo così sulla dorsale e salgo, con qualche facile passaggio su roccia, alla cima Est del Monte dei Pizzoni. Vale sicuramente la pena salire anche alla cima orientale perché da questa prospettiva la cima principale rivela il suo volto più caratteristico, quasi un enorme masso squadrato, un po' sbilenco, sul quale sembra impossibile salire, almeno per noi umani...
Proseguo in discesa verso Est e raggiungo un successivo risalto, da cui scendo senza difficoltà sul versante nord e raggiungo così il colle della Forcola, crocevia di sentieri.
Dopo una breve pausa salgo su percorso segnalato alla dorsale Est del Monte Bronzone. I segni di vernice terminano sulla boscosa anticima Est. Sceso ad ad un colletto, raggiungo con percorso libero la panoramica cima del Monte Bronzone, con i suoi 1434 m il punto più alto del giro di oggi. Seguendo una labile traccia di animali che aggira a Sud qualche spuntone, mi affaccio sul vertice della dorsale che scende verso il Pizzo Ravò. Senza difficoltà mi abbasso fino all'inizio del bosco e quindi poggio sul versante Nord, su terreno ancora innevato, per aggirare un salto della cresta. Mi immetto così sul sentiero (non segnalato) che dall'Alpe Pessina traversa alla forcella di quota 1234, massima depressione tra il Bronzone e il Ravò. Giunto così al cospetto del frastagliato castello sommitale del Pizzo Ravò, salgo tra due contrafforti su una traccia esile e raggiungo un primo risalto. Mi separa dalla cima vera e propria un salto con un appuntito gendarme. Faccio quindi dietrofront, traverso a sinistra (Sud) alla testata di un ripido canalino erboso e rimonto una spalletta di rocce rotte sulla sinistra. Con un traverso di I grado moderatamente esposto arrivo alla base del gendarme che avevo visto dall'alto. A questo punto non resta che seguire la cresta fino in cima. Un ultimo scoglio da aggirare sulla sinistra (Sud) e sono sulla selvatica vetta del Pizzo Ravò, piccolo ripiano da cui si dominano vertigini.
Il panorama verso il lago è in parte nascosto da una torre, quasi alla stessa quota ma separata da un profondo intaglio.
Ripercorro a ritroso il percorso fatto e raggiungo nuovamente il colletto di quota 1234 m. Scendo quindi nel boscoso vallone a sud senza incontrare difficoltà, fino ad intercettare il sentiero che collega Rancò alla Forcola. Da Rancò ancora circa mezz'ora su sterrato e sono al punto di partenza di questa gratificante escursione.
Per capire cosa intendo si veda l'eccellente relazione sul sito di Itineralp e la galleria di foto in fondo alla stessa pagina.
Gli avvicinamenti brevi e la fitta rete di sentieri mantenuti consentono di concatenare più cime in una giornata anche per chi non è particolarmente allenato, tuttavia la frequentazione non è eccessiva e basta uscire dai percorsi più battuti per trovare silenzi e sensazioni propri di luoghi molto più isolati.
Nella prima parte del giro sfrutterò proprio la segnaletica per raggiungere le cime del Monte dei Pizzoni e del Monte Bronzone, nella seconda mi affiderò invece all'improvvisazione per raggiungere il selvatico Pizzo Ravò e scendere quindi sul sentiero che da Rancò porta alla Forcola, chiudendo così un anello relativamente breve ma molto vario e di grande soddisfazione.
Bellissimi i panorami sul Ceresio ma la vera sorpresa è stata la fantastica fioritura di ellebori.
Il percorso
Da Drano, frazione del comune di Valsolda, seguo le indicazioni per il Monte dei Pizzoni. Il sentiero, ben segalato, risale la dorsale aggirando i numerosi salti con percorso molto piacevole, vario e panoramico. Superato un primo bivio per la Forcola, già in ambiente dolomitico con torrioni e stretti canali che scendono da entrambi i lati della cresta, il percorso porta ad un secondo bivio e quindi sale ad un masso accostato ad una paretina. E' qui il "famoso" passaggio di II grado, in effetti su roccia solidissima e assolutamente non esposto, che permette di accedere alla parte sommitale della montagna. Superato il salto, si arriva in cima praticamente con le mani in tasca.
Il panorama è mozzafiato ma per apprezzare fino in fondo il posto dove si è arrivati bisogna raggiungere anche la più bassa cima orientale...
Ridiscendo al di sotto del passaggio chiave e, al più alto dei due bivi segnalati, seguo l'indicazione per la Forcola. I segni portano ad abbassarsi in un ripido canalino erboso dall'aria poco raccomandabile, stretto tra alte pareti. Arrivato ad un alberello che sembra sul ciglio di un salto si scopre, pochi metri più in basso, sulla destra, una corda di canapa legata ad un masso incastrato che aiuta a scendere in un imbuto roccioso. Saggiata la consistenza della corda, un po' spelacchiata ma ancora affidabile, mi calo e riprendo il sentiero che traversa a Est sotto pareti verticali e veri e propri tetti. Arrivo così sulla dorsale e salgo, con qualche facile passaggio su roccia, alla cima Est del Monte dei Pizzoni. Vale sicuramente la pena salire anche alla cima orientale perché da questa prospettiva la cima principale rivela il suo volto più caratteristico, quasi un enorme masso squadrato, un po' sbilenco, sul quale sembra impossibile salire, almeno per noi umani...
Proseguo in discesa verso Est e raggiungo un successivo risalto, da cui scendo senza difficoltà sul versante nord e raggiungo così il colle della Forcola, crocevia di sentieri.
Dopo una breve pausa salgo su percorso segnalato alla dorsale Est del Monte Bronzone. I segni di vernice terminano sulla boscosa anticima Est. Sceso ad ad un colletto, raggiungo con percorso libero la panoramica cima del Monte Bronzone, con i suoi 1434 m il punto più alto del giro di oggi. Seguendo una labile traccia di animali che aggira a Sud qualche spuntone, mi affaccio sul vertice della dorsale che scende verso il Pizzo Ravò. Senza difficoltà mi abbasso fino all'inizio del bosco e quindi poggio sul versante Nord, su terreno ancora innevato, per aggirare un salto della cresta. Mi immetto così sul sentiero (non segnalato) che dall'Alpe Pessina traversa alla forcella di quota 1234, massima depressione tra il Bronzone e il Ravò. Giunto così al cospetto del frastagliato castello sommitale del Pizzo Ravò, salgo tra due contrafforti su una traccia esile e raggiungo un primo risalto. Mi separa dalla cima vera e propria un salto con un appuntito gendarme. Faccio quindi dietrofront, traverso a sinistra (Sud) alla testata di un ripido canalino erboso e rimonto una spalletta di rocce rotte sulla sinistra. Con un traverso di I grado moderatamente esposto arrivo alla base del gendarme che avevo visto dall'alto. A questo punto non resta che seguire la cresta fino in cima. Un ultimo scoglio da aggirare sulla sinistra (Sud) e sono sulla selvatica vetta del Pizzo Ravò, piccolo ripiano da cui si dominano vertigini.
Il panorama verso il lago è in parte nascosto da una torre, quasi alla stessa quota ma separata da un profondo intaglio.
Ripercorro a ritroso il percorso fatto e raggiungo nuovamente il colletto di quota 1234 m. Scendo quindi nel boscoso vallone a sud senza incontrare difficoltà, fino ad intercettare il sentiero che collega Rancò alla Forcola. Da Rancò ancora circa mezz'ora su sterrato e sono al punto di partenza di questa gratificante escursione.
Tourengänger:
atal

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (6)