Periplo della Martica.
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Oggi ho intenzione di andare a vedere il lato settentrionale della Martica, quello che praticamente non conosco. L'idea è quella di fare il periplo dell'intero massiccio ma evitando quanto più possibile l'asfalto. Quindi non percorrerò la strada della Valganna ma salirò fin sotto il Chiusarella per poi prendere il sentiero che scende in Val Castellera.
Raggiungo il grande rudere, risalgo il crinale fra la Valle Pedana della Madonna e la Valle Pissavacca, poi mi sposto sul crinale dello Sgarbazz e raggiungo la strada militare. Salendo ho avuto modo di osservare come le migliaia di Ellebori bianchi che tappezzavano i versanti fino a poco tempo stanno lentamente sfiorendo assumendo un colore verdino. In compenso vi è una gran fioritura di Carex humilis e, sotto il Chiusarella un'esplosione di Erica carnicina.
Ecco il sentiero che scende in Val Castellera, è ricoperto da paglierina secca e piuttosto scivolosa, passo dal Funtanin di Pegur e poco dopo una mezza dozzina di cinghiali scendendo a rotta di collo attraversano il sentiero una ventina di metri davanti a me, non faccio in tempo ad estrarre la macchina fotografica che un ritardatario appare poco sopra di me ma invece di scendere fa un largo giro sulle pendici del Chiusarelletta per evitarmi e per poi raggiungere i suoi compagni. Almeno una foto da lontano a questo esemplare riesco a scattarla.
Riprendo la discesa passando accanto ai vari "Tor" di porfido, poi entro nel bosco e complice la paglierina che ricopre tracce e segnavia perdo il sentiero, mi accorgo di essere fuori strada per cui torno sui miei passi e poco distante trovo la curva a 180° che avevo saltato. il sentiero ora scende seguendo il corso del Rio Castellera, raggiungo i primi edifici della miniera, attraverso il torrente e continuo finché non incontro un terzetto di escursionisti che chiede informazioni, non hanno una carta né un app e sembrano completamente persi. Sono partiti dalla strada statale ma non hanno la minima idea di dove si trovino. Faccio vedere loro la cartina e gli do un paio di dritte raccomandandomi di non uscire assolutamente dai sentieri che qui di salti di roccia ce n'è anche troppi.
Li lascio seguendo un sentiero che a dar retta alla cartina ed all'app di ViewRanger dovrebbe portarmi verso Nord fino ad incrociare la ciclabile, in realtà dopo un po' finisce nel nulla, torno sui miei passi e raggiungo la ciclabile iniziando a seguirla in direzione della Fonte di San Gemolo.
Se finora non ho incontrato quasi nessuno qui vi sono decine di persone che corrono, camminano o vanno in bicicletta, è un continuo mettersi e togliersi la mascherina.
Il primo tratto è piuttosto monotono ma quando il percorso affianca il corso del Margorabbia diviene molto più piacevole, unico neo il rumore infernale provocato dai motociclisti che percorrono la statale.
Passo accanto al Lago di Ganna e finalmente incontro la deviazione per Valicc ed il Brinzio.
Inizio la salita che nel primo tratto è piuttosto ripida, mi fermo al punto panoramico per fare una foto alla sottostante torbiera del Pralugano e continuo l'ascesa. Scambio due parole con uno skyrunner che mi sorpassa agevolmente e con cui corsi la Monte Rosa Skyrace diversi anni fa e proseguo tranquillo.
Breve sosta a Valicc e poi comincio la discesa verso Brinzio.
Attraverso il paese e mi dirigo verso il lago ed il sentiero per la Motta Rossa. Anna mi telefona per sapere dove sia finito...in effetti sono partito quattro ore fa da casa dicendole che avrei percorso solo sentieri battuti ma senza rivelarle le mie intenzioni. Da Brinzio raggiungo la Motta Rossa, quindi la Rasa, la Cascina Montallegro ed in breve sono a casa.
Bel giro, in realtà a parte il sentiero che sale a Valicc che non avevo mai fatto, gli altri li avevo già percorsi a piedi o in MTB ma diversi anni fa. Il tratto accanto al Margorabbia è veramente piacevole, a parte il frastuono provocato dai motociclisti, cosiccome il tratto seguente fino a Brinzio. Un gran bel giro tutto sommato senza alcuna difficoltà.
Raggiungo il grande rudere, risalgo il crinale fra la Valle Pedana della Madonna e la Valle Pissavacca, poi mi sposto sul crinale dello Sgarbazz e raggiungo la strada militare. Salendo ho avuto modo di osservare come le migliaia di Ellebori bianchi che tappezzavano i versanti fino a poco tempo stanno lentamente sfiorendo assumendo un colore verdino. In compenso vi è una gran fioritura di Carex humilis e, sotto il Chiusarella un'esplosione di Erica carnicina.
Ecco il sentiero che scende in Val Castellera, è ricoperto da paglierina secca e piuttosto scivolosa, passo dal Funtanin di Pegur e poco dopo una mezza dozzina di cinghiali scendendo a rotta di collo attraversano il sentiero una ventina di metri davanti a me, non faccio in tempo ad estrarre la macchina fotografica che un ritardatario appare poco sopra di me ma invece di scendere fa un largo giro sulle pendici del Chiusarelletta per evitarmi e per poi raggiungere i suoi compagni. Almeno una foto da lontano a questo esemplare riesco a scattarla.
Riprendo la discesa passando accanto ai vari "Tor" di porfido, poi entro nel bosco e complice la paglierina che ricopre tracce e segnavia perdo il sentiero, mi accorgo di essere fuori strada per cui torno sui miei passi e poco distante trovo la curva a 180° che avevo saltato. il sentiero ora scende seguendo il corso del Rio Castellera, raggiungo i primi edifici della miniera, attraverso il torrente e continuo finché non incontro un terzetto di escursionisti che chiede informazioni, non hanno una carta né un app e sembrano completamente persi. Sono partiti dalla strada statale ma non hanno la minima idea di dove si trovino. Faccio vedere loro la cartina e gli do un paio di dritte raccomandandomi di non uscire assolutamente dai sentieri che qui di salti di roccia ce n'è anche troppi.
Li lascio seguendo un sentiero che a dar retta alla cartina ed all'app di ViewRanger dovrebbe portarmi verso Nord fino ad incrociare la ciclabile, in realtà dopo un po' finisce nel nulla, torno sui miei passi e raggiungo la ciclabile iniziando a seguirla in direzione della Fonte di San Gemolo.
Se finora non ho incontrato quasi nessuno qui vi sono decine di persone che corrono, camminano o vanno in bicicletta, è un continuo mettersi e togliersi la mascherina.
Il primo tratto è piuttosto monotono ma quando il percorso affianca il corso del Margorabbia diviene molto più piacevole, unico neo il rumore infernale provocato dai motociclisti che percorrono la statale.
Passo accanto al Lago di Ganna e finalmente incontro la deviazione per Valicc ed il Brinzio.
Inizio la salita che nel primo tratto è piuttosto ripida, mi fermo al punto panoramico per fare una foto alla sottostante torbiera del Pralugano e continuo l'ascesa. Scambio due parole con uno skyrunner che mi sorpassa agevolmente e con cui corsi la Monte Rosa Skyrace diversi anni fa e proseguo tranquillo.
Breve sosta a Valicc e poi comincio la discesa verso Brinzio.
Attraverso il paese e mi dirigo verso il lago ed il sentiero per la Motta Rossa. Anna mi telefona per sapere dove sia finito...in effetti sono partito quattro ore fa da casa dicendole che avrei percorso solo sentieri battuti ma senza rivelarle le mie intenzioni. Da Brinzio raggiungo la Motta Rossa, quindi la Rasa, la Cascina Montallegro ed in breve sono a casa.
Bel giro, in realtà a parte il sentiero che sale a Valicc che non avevo mai fatto, gli altri li avevo già percorsi a piedi o in MTB ma diversi anni fa. Il tratto accanto al Margorabbia è veramente piacevole, a parte il frastuono provocato dai motociclisti, cosiccome il tratto seguente fino a Brinzio. Un gran bel giro tutto sommato senza alcuna difficoltà.
Tourengänger:
paoloski

Communities: Hikr in italiano, Montagne di Casa
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Kommentare (2)