Quarnei in inverno
La mia prima escursione in Val Malvaglia ha avuto il pregio di permettermi di visitare questa splendida valle intatta, silenziosa, nella quiete immobile dell'inverno. La valle era nostra. Almeno la sua parte più elevata.
L'escursione aveva come obiettivo dormire in capanna a Quarnei e ascendere una delle cime l'indomani. La nuvolosità fitta sotto i 3000 metri ci ha impedito di raggiungere la cima, ma la vallata ci ha regalato una ciaspolata degna di essere ricordata e, in capanna, il pernottamento è stato molto confortevole.
L'itinerario l'abbiamo studiato il giorno prima grazie ai consigli di un contatto fornitoci dalla capannara e anche grazie a
m323, che conosce bene la zona.
Abbiamo raggiunto Quarnei partendo dalla diga, siamo saliti passando dai monti del versante meridionale della Cima di Piancabella fino a Cusiè e da lì lungo il sentiero estivo. Abbiamo dormito in capanna, tentato un avvicinamento al Pizzo Forca. Fermati dalla nebbia siamo ritornati sempre da Cusiè ma scendendo dritti sul fondovalle e attraversando i vari villaggi.
Primo giorno
Ci siamo incamminati senza ciaspole presso la diga alle 08.30 circa. Dopo 10 minuti imbocchiamo il sentiero per Anzano sulla sinistra. In poco tempo si prende quota toccando vari monti. È uno di quei sentieri in cui si viaggia bene senza sentire la fatica. Le zone attraversate sono molto belle, la vista sulle montagne e sulla valle è frequente in quanto i boschi sono brevi e intercalati appunto dai monti e dagli alpeggi. Anzano sembra un vero e proprio villaggio. Seppure non ci sia parso di vedere case abitate in quel momento.
Al mattino lungo il sentiero per Anzano

Il guadagno di quota ci fa però presto sentire la fatica e raggiungiamo Cusiè affamati. Pausa pranzo contro una cascina al sole. È un momento carico di emozione e di aspettativa per lo svolgimento dell'escursione. Ora lo sviluppo è più lungo ma il dislivello meglio distribuito. Siamo a 1666 m e ce ne mancano 500. Si procede lungo una forestale, le ciaspole le abbiamo indossate già a partire da quota 1400m. Piccola pausa presso l'Alpe di Pozzo. Qui c'è l'ultimo tratto in pendenza, la via invernale seguirebbe il fiume in una gola, ma noi saliamo dal sentiero estivo. Dapprima prendiamo quota zig-zag, poi eseguiamo un lungo traverso sopra il fiume, con un minimo di attenzione per evitare di scivolare sul pendio.
Siamo all'Alpe Quarnei, una vasta corte dove in estate a quanto pare c'è una torbiera attraversata dal fiume. Noi vediamo una grande pianura bianca sovrastata da enormi montagne. Mancano soltanto 50 metri. Saliamo sul colle dove in cima c'è la nostra Capanna che domina come un castello la vallata, in una posizione peculiare. Sono le 15.30. Siamo soddisfatti dell'orario.
Il sentiero estivo sopra il fiume vicino a Quarnei (secondo giorno)

La Capanna
Rifornita di legna, cibo basilare e bevande, ha una cucina a gas, elettricità, è spaziosa, è su più piani e in inverno ha una toilette chimica al pian terreno. In diverse aree in inverno non si può accedere. Ma una camera grande è aperta e ha molti posti letto. Per restare al caldo ci siamo portati i materassi in sala.
La sala principale ha tante finestre che permettono di vedere fuori. L'accesso è libero dalla neve.
Ringraziamo chi permette questo tipo di pernottamenti, è chiaro che dietro ci sta un grande lavoro.
Abbiamo cucinato e mangiato davanti al fuoco. C'è anche una chitarra che suona bene e ha allietato la serata.
Secondo giorno
Dopo la colazione abbiamo temporeggiato sperando che il cielo schiarisse. Ma la cappa non dava cenni. Le cime sono immerse nelle nubi. Proviamo ugualmente a salire. Procediamo con facilità e buon ritmo. Ma a quota 2250 circa, poco sopra il Laghetto dei Corti, facciamo fatica a distinguere la morfologia del terreno. Ci troviamo avvallamenti improvvisi a pochi metri. La bocchetta da prendere per la cresta del Pizzo Forca è totalmente immersa nella nebbia. Più che insicuri ci sentiamo de-motivati. Pertanto scartiamo presto anche l'opzione di svolgere un ritorno dal sentiero alto, lungo i pendii orientali della Cima di Gana Bianca. Non si vede il terreno e non capiamo quanto tempo ci occorre. Torniamo all'Alpe Quarnei e con calma scendiamo.
La Capanna Quarnei vista da poco sotto il Laghetto dei Corti

Ovviamente 20 minuti dopo aver iniziato la discesa il cielo si apre e le cime si liberano. Uffa. Tuttavia siamo stanchi e va bene così. Abbiamo la possibilità di goderci il paesaggio durante il lungo ritorno. A Cusiè puntiamo diretti a Fontané sul fondovalle, attraversando i boschi. Quindi prendiamo la strada. Ma il primo pezzo dopo il ponte è tutto invaso da slavine e richiede prudenza. Poi a partire da Dandrio è una passeggiata su strada. Togliamo le ciaspole. Camminiamo nella neve battuta.
I villaggi sono abitati e sono molto caratteristici.
Belli stanchi chiudiamo l'anello alla diga.
Abbiamo fatto un bel giro in Val Malvaglia.
L'escursione aveva come obiettivo dormire in capanna a Quarnei e ascendere una delle cime l'indomani. La nuvolosità fitta sotto i 3000 metri ci ha impedito di raggiungere la cima, ma la vallata ci ha regalato una ciaspolata degna di essere ricordata e, in capanna, il pernottamento è stato molto confortevole.
L'itinerario l'abbiamo studiato il giorno prima grazie ai consigli di un contatto fornitoci dalla capannara e anche grazie a

Abbiamo raggiunto Quarnei partendo dalla diga, siamo saliti passando dai monti del versante meridionale della Cima di Piancabella fino a Cusiè e da lì lungo il sentiero estivo. Abbiamo dormito in capanna, tentato un avvicinamento al Pizzo Forca. Fermati dalla nebbia siamo ritornati sempre da Cusiè ma scendendo dritti sul fondovalle e attraversando i vari villaggi.
Primo giorno
Ci siamo incamminati senza ciaspole presso la diga alle 08.30 circa. Dopo 10 minuti imbocchiamo il sentiero per Anzano sulla sinistra. In poco tempo si prende quota toccando vari monti. È uno di quei sentieri in cui si viaggia bene senza sentire la fatica. Le zone attraversate sono molto belle, la vista sulle montagne e sulla valle è frequente in quanto i boschi sono brevi e intercalati appunto dai monti e dagli alpeggi. Anzano sembra un vero e proprio villaggio. Seppure non ci sia parso di vedere case abitate in quel momento.
Al mattino lungo il sentiero per Anzano

Il guadagno di quota ci fa però presto sentire la fatica e raggiungiamo Cusiè affamati. Pausa pranzo contro una cascina al sole. È un momento carico di emozione e di aspettativa per lo svolgimento dell'escursione. Ora lo sviluppo è più lungo ma il dislivello meglio distribuito. Siamo a 1666 m e ce ne mancano 500. Si procede lungo una forestale, le ciaspole le abbiamo indossate già a partire da quota 1400m. Piccola pausa presso l'Alpe di Pozzo. Qui c'è l'ultimo tratto in pendenza, la via invernale seguirebbe il fiume in una gola, ma noi saliamo dal sentiero estivo. Dapprima prendiamo quota zig-zag, poi eseguiamo un lungo traverso sopra il fiume, con un minimo di attenzione per evitare di scivolare sul pendio.
Siamo all'Alpe Quarnei, una vasta corte dove in estate a quanto pare c'è una torbiera attraversata dal fiume. Noi vediamo una grande pianura bianca sovrastata da enormi montagne. Mancano soltanto 50 metri. Saliamo sul colle dove in cima c'è la nostra Capanna che domina come un castello la vallata, in una posizione peculiare. Sono le 15.30. Siamo soddisfatti dell'orario.
Il sentiero estivo sopra il fiume vicino a Quarnei (secondo giorno)

La Capanna
Rifornita di legna, cibo basilare e bevande, ha una cucina a gas, elettricità, è spaziosa, è su più piani e in inverno ha una toilette chimica al pian terreno. In diverse aree in inverno non si può accedere. Ma una camera grande è aperta e ha molti posti letto. Per restare al caldo ci siamo portati i materassi in sala.
La sala principale ha tante finestre che permettono di vedere fuori. L'accesso è libero dalla neve.
Ringraziamo chi permette questo tipo di pernottamenti, è chiaro che dietro ci sta un grande lavoro.
Abbiamo cucinato e mangiato davanti al fuoco. C'è anche una chitarra che suona bene e ha allietato la serata.
Secondo giorno
Dopo la colazione abbiamo temporeggiato sperando che il cielo schiarisse. Ma la cappa non dava cenni. Le cime sono immerse nelle nubi. Proviamo ugualmente a salire. Procediamo con facilità e buon ritmo. Ma a quota 2250 circa, poco sopra il Laghetto dei Corti, facciamo fatica a distinguere la morfologia del terreno. Ci troviamo avvallamenti improvvisi a pochi metri. La bocchetta da prendere per la cresta del Pizzo Forca è totalmente immersa nella nebbia. Più che insicuri ci sentiamo de-motivati. Pertanto scartiamo presto anche l'opzione di svolgere un ritorno dal sentiero alto, lungo i pendii orientali della Cima di Gana Bianca. Non si vede il terreno e non capiamo quanto tempo ci occorre. Torniamo all'Alpe Quarnei e con calma scendiamo.
La Capanna Quarnei vista da poco sotto il Laghetto dei Corti

Ovviamente 20 minuti dopo aver iniziato la discesa il cielo si apre e le cime si liberano. Uffa. Tuttavia siamo stanchi e va bene così. Abbiamo la possibilità di goderci il paesaggio durante il lungo ritorno. A Cusiè puntiamo diretti a Fontané sul fondovalle, attraversando i boschi. Quindi prendiamo la strada. Ma il primo pezzo dopo il ponte è tutto invaso da slavine e richiede prudenza. Poi a partire da Dandrio è una passeggiata su strada. Togliamo le ciaspole. Camminiamo nella neve battuta.
I villaggi sono abitati e sono molto caratteristici.
Belli stanchi chiudiamo l'anello alla diga.
Abbiamo fatto un bel giro in Val Malvaglia.
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