Escursione invernale al Rifugio Cadagno e cimette in zona
Siamo partiti per una regione a me sconosciuta. Osservando le mappe sembrava tutto a portata di mano. Le idee erano molte. Tante possibilità. E invece, quando ci siamo trovati lassù, le montagne erano imponenti, la neve abbondante, il Lago del Ritom era bersaglio di valanghe fragorose continue. Ci siamo sentiti piccoli e dispersi nel nulla. A parte gli operai nei pressi della diga non abbiamo incontrato anima viva.
L'ambiente è spettacolare. La Val Piora in inverno ha qualcosa di speciale.
Val Piora salendo a sud della Capanna Cadagno
In sintesi
La nostra escursione si è svolta in due giorni. Martedì ci siamo spostati a piedi da Altanca fino alla Capanna Cadagno passando a sud del Lago del Ritom nelle alture e percorrendo i boschi a nord del Poncione d'Arbione in un continuo saliscendi.
Il secondo giorno abbiamo puntato al Poncione d'Arbione dalla Bassa del Cristallo prendendola larga (un'escursione piacevole sul Pian Giübin) tramite la cresta est. Ci siamo fermati a 50 m dalla vetta perchè era troppo aerea per Eidan, non abituato ancora a quel tipo di terreno.
Primo giorno
Abbiamo parcheggiato ad Altanca e al pessimo orario delle 09.30 ci siamo incamminati nel sentiero che conduce a Piora seguendo il fiume che scende dal lago. Dapprima è un facile sentiero nel bosco, poi si fa un traverso nel versante est del Föisc da cui si è da pochi giorni scaricata una valanga. Raggiunta la cappelletta il sentiero è più esposto, sempre nel bosco. Ad un certo punto si procede su un ripido pendio di traverso uscendo dal bosco ed è necessario essere più prudenti, specie in un passaggio (vedi foto). Infine si risale zig-zag fino alla diga.
Usando la strada del cantiere siamo arrivati dall'altra parte della diga e ci siamo fermati a mangiare (h11.45). Ora proseguiamo nel bosco per portarci sulla collina a sud del Lago. È una piacevole ciaspolata, ma con il sole e senza vento in poco tempo perdiamo molti liquidi e esauriamo velocemente l'acqua.
Quello che pensavamo fosse un sentiero diretto e facile per la Capanna si è poi rilevato invece più complesso. Un saliscendi molto lungo.
In zona Pinett dopo un lungo tratto pianeggiante il sentiero riprende a salire e si divide in 2. A destra sale al Passo Forca per seguire la cresta del Crinale sulla Leventina. Noi prendiamo a sinistra, in realtà prima della reale deviazione (con la neve non si vedono segnalini), passando da una cascina. Qui dobbiamo risalire un pendio e prendere una bocchetta, dalla quale poi vediamo Fontanella con una cascina e il Mottone credendo che fosse la Capanna Cadagno. Dobbiamo percorrere una lunga mezzacosta nei boschi, ci teniamo leggermente più alti ma dobbiamo perdere comunque un po' di quota.
Fontanella 2015 m
A Fontanella ritorna un po' di sole che ci regala immagini più suggestive fino al tramonto. Dobbiamo di nuovo fare salita. Fino al Mottone. Questa è una cima minore che resta a sud della Capanna. Una volta raggiunta è tutta discesa. Ma inconsapevoli del fiume profondo abbiamo puntato troppo diretti alla capanna. E una volta di fronte abbiamo per forza dovuto deviare a destra e costeggiare il fiume fino al ponte, allungando il percorso.
Infine raggiungiamo a sole ormai tramontato la Capanna. È quasi sepolta nella neve.
Siamo stanchi e infreddoliti, abbiamo tracciato nella neve fresca per diverse ore, mangiato la neve perché esauriti i 5 litri di liquidi che avevamo con noi. Dobbiamo cercare l'accesso. Lo troviamo sull'ultimo lato che controlliamo. Un'entrata stretta e da liberare con la pala.
Una volta dentro siamo stra-felici: tantissimo spazio tutto per noi, legna, acqua potabile nel wc invernale, wc funzionante, cucina con stufa a legna e sala con pigna.
Ci scaldiamo bene, cuciniamo il risotto e dormiamo direttamente in sala portando giù i materassi. Essendo mezzi sepolti nella neve teniamo semi-aperta la porta della cucina, la paura di restare senza ossigeno con il fuoco ci fa prendere questa piccola misura
Secondo giorno
Abbiamo dormito tanto. Al buio dovuto alla neve che copre le finestre non siamo stati svegliati dall'alba.
Pertanto tra riordino, colazione e preparazione siamo partiti alle 10.00. Obbiettivo: Poncione d'Arbione e ritorno ad Altanca.
Ci dirigiamo al ponte sul fiume Murinascia. La vista è incantevole sul Pizzo dell'Uomo, il Passo delle Colombe e sulle cime nei dintorni.
Invece di tornare al Mottone e a Fontanelle per seguire la via invernale, saliamo dritti fino al Pian Giübin e tocchiamo una piccola cima denominata P.2178. Da lì vediamo bene lo Scopì e il Corvo.
Quindi deviamo a ovest tenendoci a debita distanza dai ripidi pendii settentrionali del Poncione Pro do Roduc, una bella ciaspolata sul Pian Giübin. Fino a raggiungere una bocchetta a quota 2200 m. Da qui scendiamo da un canale per riprendere la via invernale, perdiamo una sessantina di metri o poco più.
Ora si sale e anche abbastanza velocemente fino alla Bassa del Cristallo. Qui siamo sulla cresta. Affacciarci sulla Leventina ci regala una vista ampia su ulteriori cime e regioni. Inoltre ci entrano messaggi, notifiche e chiamate, erano quasi 24 ore che non avevamo più potuto comunicare con nessuno. Ed eravamo preoccupati che gli altri fossero preoccupati.
Tentiamo la cima.
Procediamo bene. Ma la crestina si fa via via più stretta, ripida ed esposta. Negli ultimi 50 metri si intravvede una cornice sul versante nord. Tenere la cresta non si può, fare traversi a sud sarebbe troppo esposto, a nord occorre cambiare assetto e ramponarsi. Ma per Eidan è troppo, e io mi accontento di essere arrivato lì. La vista è ampia e l'aria pulita. Pranziamo in cresta.
Il Poncione d'Arbione
Ora non ci resta che seguire la cresta principale fino al Passo Forca, tocchiamo la cima Forca e poi scendiamo a Pinett, dove il giorno prima abbiamo deviato a sinistra. Da qui procediamo come all'andata fino a Piora, questa volta attraversiamo la diga dalla diga stessa.
La discesa ad Altanca è breve, da fare attenzione al primo pezzettino, ripido e scivoloso.
Consiglio l'escursione e la regione. Non ci sono difficoltà particolari per il tragitto da noi percorso.
L'ambiente è spettacolare. La Val Piora in inverno ha qualcosa di speciale.
Val Piora salendo a sud della Capanna Cadagno
In sintesi
La nostra escursione si è svolta in due giorni. Martedì ci siamo spostati a piedi da Altanca fino alla Capanna Cadagno passando a sud del Lago del Ritom nelle alture e percorrendo i boschi a nord del Poncione d'Arbione in un continuo saliscendi.
Il secondo giorno abbiamo puntato al Poncione d'Arbione dalla Bassa del Cristallo prendendola larga (un'escursione piacevole sul Pian Giübin) tramite la cresta est. Ci siamo fermati a 50 m dalla vetta perchè era troppo aerea per Eidan, non abituato ancora a quel tipo di terreno.
Primo giorno
Abbiamo parcheggiato ad Altanca e al pessimo orario delle 09.30 ci siamo incamminati nel sentiero che conduce a Piora seguendo il fiume che scende dal lago. Dapprima è un facile sentiero nel bosco, poi si fa un traverso nel versante est del Föisc da cui si è da pochi giorni scaricata una valanga. Raggiunta la cappelletta il sentiero è più esposto, sempre nel bosco. Ad un certo punto si procede su un ripido pendio di traverso uscendo dal bosco ed è necessario essere più prudenti, specie in un passaggio (vedi foto). Infine si risale zig-zag fino alla diga.
Usando la strada del cantiere siamo arrivati dall'altra parte della diga e ci siamo fermati a mangiare (h11.45). Ora proseguiamo nel bosco per portarci sulla collina a sud del Lago. È una piacevole ciaspolata, ma con il sole e senza vento in poco tempo perdiamo molti liquidi e esauriamo velocemente l'acqua.
Quello che pensavamo fosse un sentiero diretto e facile per la Capanna si è poi rilevato invece più complesso. Un saliscendi molto lungo.
In zona Pinett dopo un lungo tratto pianeggiante il sentiero riprende a salire e si divide in 2. A destra sale al Passo Forca per seguire la cresta del Crinale sulla Leventina. Noi prendiamo a sinistra, in realtà prima della reale deviazione (con la neve non si vedono segnalini), passando da una cascina. Qui dobbiamo risalire un pendio e prendere una bocchetta, dalla quale poi vediamo Fontanella con una cascina e il Mottone credendo che fosse la Capanna Cadagno. Dobbiamo percorrere una lunga mezzacosta nei boschi, ci teniamo leggermente più alti ma dobbiamo perdere comunque un po' di quota.
Fontanella 2015 m
A Fontanella ritorna un po' di sole che ci regala immagini più suggestive fino al tramonto. Dobbiamo di nuovo fare salita. Fino al Mottone. Questa è una cima minore che resta a sud della Capanna. Una volta raggiunta è tutta discesa. Ma inconsapevoli del fiume profondo abbiamo puntato troppo diretti alla capanna. E una volta di fronte abbiamo per forza dovuto deviare a destra e costeggiare il fiume fino al ponte, allungando il percorso.
Infine raggiungiamo a sole ormai tramontato la Capanna. È quasi sepolta nella neve.
Siamo stanchi e infreddoliti, abbiamo tracciato nella neve fresca per diverse ore, mangiato la neve perché esauriti i 5 litri di liquidi che avevamo con noi. Dobbiamo cercare l'accesso. Lo troviamo sull'ultimo lato che controlliamo. Un'entrata stretta e da liberare con la pala.
Una volta dentro siamo stra-felici: tantissimo spazio tutto per noi, legna, acqua potabile nel wc invernale, wc funzionante, cucina con stufa a legna e sala con pigna.
Ci scaldiamo bene, cuciniamo il risotto e dormiamo direttamente in sala portando giù i materassi. Essendo mezzi sepolti nella neve teniamo semi-aperta la porta della cucina, la paura di restare senza ossigeno con il fuoco ci fa prendere questa piccola misura
Secondo giorno
Abbiamo dormito tanto. Al buio dovuto alla neve che copre le finestre non siamo stati svegliati dall'alba.
Pertanto tra riordino, colazione e preparazione siamo partiti alle 10.00. Obbiettivo: Poncione d'Arbione e ritorno ad Altanca.
Ci dirigiamo al ponte sul fiume Murinascia. La vista è incantevole sul Pizzo dell'Uomo, il Passo delle Colombe e sulle cime nei dintorni.
Invece di tornare al Mottone e a Fontanelle per seguire la via invernale, saliamo dritti fino al Pian Giübin e tocchiamo una piccola cima denominata P.2178. Da lì vediamo bene lo Scopì e il Corvo.
Quindi deviamo a ovest tenendoci a debita distanza dai ripidi pendii settentrionali del Poncione Pro do Roduc, una bella ciaspolata sul Pian Giübin. Fino a raggiungere una bocchetta a quota 2200 m. Da qui scendiamo da un canale per riprendere la via invernale, perdiamo una sessantina di metri o poco più.
Ora si sale e anche abbastanza velocemente fino alla Bassa del Cristallo. Qui siamo sulla cresta. Affacciarci sulla Leventina ci regala una vista ampia su ulteriori cime e regioni. Inoltre ci entrano messaggi, notifiche e chiamate, erano quasi 24 ore che non avevamo più potuto comunicare con nessuno. Ed eravamo preoccupati che gli altri fossero preoccupati.
Tentiamo la cima.
Procediamo bene. Ma la crestina si fa via via più stretta, ripida ed esposta. Negli ultimi 50 metri si intravvede una cornice sul versante nord. Tenere la cresta non si può, fare traversi a sud sarebbe troppo esposto, a nord occorre cambiare assetto e ramponarsi. Ma per Eidan è troppo, e io mi accontento di essere arrivato lì. La vista è ampia e l'aria pulita. Pranziamo in cresta.
Il Poncione d'Arbione
Ora non ci resta che seguire la cresta principale fino al Passo Forca, tocchiamo la cima Forca e poi scendiamo a Pinett, dove il giorno prima abbiamo deviato a sinistra. Da qui procediamo come all'andata fino a Piora, questa volta attraversiamo la diga dalla diga stessa.
La discesa ad Altanca è breve, da fare attenzione al primo pezzettino, ripido e scivoloso.
Consiglio l'escursione e la regione. Non ci sono difficoltà particolari per il tragitto da noi percorso.
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