Pizzo Sterla m 2948 e Pizzo Mater 3023
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Vi è mai capitato che nel mezzo di un bel niente la vostra testa vi riporti ad escursioni effettuate anni addietro?
Ma soprattutto vi è mai capitato che, andando a controllare le date coincidano?
A me è capitato più di una volta, e forse questi avvenimenti segnalano una forte carenza di montagna, almeno io la interpreto così.
Questa che vi presento si è palesata proprio ieri a 10 anni di distanza , ma solo oggi mi riesce di pubblicarla.
Di molte gite ricordo un' infinita' di particolari, altre sono cadute nell'oblio, alcune definitivamente mentre altre riprendono vita e colore dopo che Fiorenzo si è "svenato" nel raccontare particolari e/o aneddoti .
In ultimo, la tristezza nello s-correre inesorabile del tempo, ma la felicità di averlo vissuto. Souvenirs ...ricordi
16 settembre 2011
Monti sconosciuti ai più: molti altri ben noti oscurano queste cime raramente salite.
Ci troviamo nella splendida Valle Spluga.
La partenza avviene nella fresca e tersa mattina dalla frazioni Macolini (Madesimo).
Pochi passi dopo il park i primi cartelli indicatori: seguiamo quello per il rifugio Bertacchi.
Il sentiero risale il costone ed attraversa una bella cascata nel tratto mediano e in quello finale, in prossimità del rifugio.
La valle è ancora in ombra ma all’orizzonte, già in pieno sole il Pizzo Quadro, le Cime di Barna e poi oltre, non inquadrati nella foto il Ferrè con il suo ghiacciaio, il Tambò e così via.
Arriviamo al rifugio ed un’oca sta prendendo il volo: che punti verso il Ferrè?
Quattro chiacchiere con il rifugista e proseguiamo verso il Passo d’Emet (Niemet), mentre sotto di noi il rifugio si specchia nell’omonimo lago, pura poesia..
Dal P.sso d’Emet comincia la ripida salita che prima per praterie e poi per sfasciumi, ci porterà al colletto quota 2843 m sovrastato da un gran bell’ometto e da qui ammiriamo il Lago di Monte Spluga.
Da questo punto chi prosegue verso il Pizzo d’Emet sale tenendo la sx, per noi invece non c’è traccia.
Divalliamo un poco sul versante opposto a quello di salita, evitando le asperità ma rimanendo comunque alti per raggiungere il Passo di Sterla settentrionale 2830 m.
Dal passo in poi, sempre per sfasciumi raggiungiamo l’ometto del Pizzo Sterla; prontamente andiamo ad aggiungere altre pietre perché non sfiguri con il bellissimo e slanciatissimo Pizzo d’Emet e di una delle Guglie dell’Altare.
La cresta è lunga e piana, la percorriamo interamente fino al suo termine: incappiamo in un “Dizionario del Pizzo Sterla”, un centinaio di metri più giù due piccoli laghetti riposano in questa landa desolata.
Ritorniamo al Passo e stando sotto il versante ovest dello Sterla, con lungo traverso su sfasciumi completamente instabili, anche in questo caso senza perdere troppo quota, giungiamo ad un ampio canale.
Uno sguardo per capire se risalirlo.
Lassù sembra di vedere una marmotta di pietra con in testa un cappellino: cannocchiale alla mano e il cappellino diventa un omettino: è il Passo di Sterla settentrionale.
E mentre saliamo diamo un'occhio alla Valle Spluga
Proseguiamo per cresta verso sud, incrociamo un altro ometto e altre guglie si innalzano, la nostra meta sembra ancora lontana.
Uno sguardo verso il versante svizzero, la mole del Piz Platta ed un pezzettino del Lago della Val di Lei.
Un’ultima e divertente arrampicata tra macigni e finalmente siamo in cima, mentre sbuffi di calore salgono portanto con sè candide e soffici nebbie.
Sotto la croce troviamo il libretto di vetta: la prima pagina riporta l’anno 1987!
Un po’ di riposo, ammiriamo le montagne svizzere e in un attimo, ma solo per un attimo compare il Pizzo Stella e il Groppera.
Guardiamo a valle per scegliere la migliore via di discesa che è tutta da inventare: dobbiamo raggiungere il piano là in fondo, poi si vedrà.
Ritorniamo per cresta e al primo intaglio pieghiamo subito verso ovest (molto prima del P.sso di Sterla meridionale) eggiuuu! Questo versante non ha proprio nulla di stabile, non si può fare affidamento nemmeno sui massi più grossi
Quando raggiungiamo il pianoro compaiono le prime tacche colorate.
Ecco, ora basto solo buttare l’occhio avanti e seguirle…ma siamo ancora alti.
E dopo aver lungamente camminato e attraversato praterie giungiamo ad un piccola costruzione ristrutturata recentemente, mentre il sole sta calando.
Di strada ne manca ancora, una lunga discesa costantemente ripida si tuffa nel bosco fino a giungere al park (lungo il sentiero di salita, questo cartello lo si trova affiancato a quello della 1.a foto).
Che dire di più? Sono Felice, Felice, Feliceeeeeeeee
Souvenirs...ricordi
Ma soprattutto vi è mai capitato che, andando a controllare le date coincidano?
A me è capitato più di una volta, e forse questi avvenimenti segnalano una forte carenza di montagna, almeno io la interpreto così.
Questa che vi presento si è palesata proprio ieri a 10 anni di distanza , ma solo oggi mi riesce di pubblicarla.
Di molte gite ricordo un' infinita' di particolari, altre sono cadute nell'oblio, alcune definitivamente mentre altre riprendono vita e colore dopo che Fiorenzo si è "svenato" nel raccontare particolari e/o aneddoti .
In ultimo, la tristezza nello s-correre inesorabile del tempo, ma la felicità di averlo vissuto. Souvenirs ...ricordi
16 settembre 2011
Monti sconosciuti ai più: molti altri ben noti oscurano queste cime raramente salite.
Ci troviamo nella splendida Valle Spluga.
La partenza avviene nella fresca e tersa mattina dalla frazioni Macolini (Madesimo).
Pochi passi dopo il park i primi cartelli indicatori: seguiamo quello per il rifugio Bertacchi.
Il sentiero risale il costone ed attraversa una bella cascata nel tratto mediano e in quello finale, in prossimità del rifugio.
La valle è ancora in ombra ma all’orizzonte, già in pieno sole il Pizzo Quadro, le Cime di Barna e poi oltre, non inquadrati nella foto il Ferrè con il suo ghiacciaio, il Tambò e così via.
Arriviamo al rifugio ed un’oca sta prendendo il volo: che punti verso il Ferrè?
Quattro chiacchiere con il rifugista e proseguiamo verso il Passo d’Emet (Niemet), mentre sotto di noi il rifugio si specchia nell’omonimo lago, pura poesia..
Dal P.sso d’Emet comincia la ripida salita che prima per praterie e poi per sfasciumi, ci porterà al colletto quota 2843 m sovrastato da un gran bell’ometto e da qui ammiriamo il Lago di Monte Spluga.
Da questo punto chi prosegue verso il Pizzo d’Emet sale tenendo la sx, per noi invece non c’è traccia.
Divalliamo un poco sul versante opposto a quello di salita, evitando le asperità ma rimanendo comunque alti per raggiungere il Passo di Sterla settentrionale 2830 m.
Dal passo in poi, sempre per sfasciumi raggiungiamo l’ometto del Pizzo Sterla; prontamente andiamo ad aggiungere altre pietre perché non sfiguri con il bellissimo e slanciatissimo Pizzo d’Emet e di una delle Guglie dell’Altare.
La cresta è lunga e piana, la percorriamo interamente fino al suo termine: incappiamo in un “Dizionario del Pizzo Sterla”, un centinaio di metri più giù due piccoli laghetti riposano in questa landa desolata.
Ritorniamo al Passo e stando sotto il versante ovest dello Sterla, con lungo traverso su sfasciumi completamente instabili, anche in questo caso senza perdere troppo quota, giungiamo ad un ampio canale.
Uno sguardo per capire se risalirlo.
Lassù sembra di vedere una marmotta di pietra con in testa un cappellino: cannocchiale alla mano e il cappellino diventa un omettino: è il Passo di Sterla settentrionale.
E mentre saliamo diamo un'occhio alla Valle Spluga
Proseguiamo per cresta verso sud, incrociamo un altro ometto e altre guglie si innalzano, la nostra meta sembra ancora lontana.
Uno sguardo verso il versante svizzero, la mole del Piz Platta ed un pezzettino del Lago della Val di Lei.
Un’ultima e divertente arrampicata tra macigni e finalmente siamo in cima, mentre sbuffi di calore salgono portanto con sè candide e soffici nebbie.
Sotto la croce troviamo il libretto di vetta: la prima pagina riporta l’anno 1987!
Un po’ di riposo, ammiriamo le montagne svizzere e in un attimo, ma solo per un attimo compare il Pizzo Stella e il Groppera.
Guardiamo a valle per scegliere la migliore via di discesa che è tutta da inventare: dobbiamo raggiungere il piano là in fondo, poi si vedrà.
Ritorniamo per cresta e al primo intaglio pieghiamo subito verso ovest (molto prima del P.sso di Sterla meridionale) eggiuuu! Questo versante non ha proprio nulla di stabile, non si può fare affidamento nemmeno sui massi più grossi
Quando raggiungiamo il pianoro compaiono le prime tacche colorate.
Ecco, ora basto solo buttare l’occhio avanti e seguirle…ma siamo ancora alti.
E dopo aver lungamente camminato e attraversato praterie giungiamo ad un piccola costruzione ristrutturata recentemente, mentre il sole sta calando.
Di strada ne manca ancora, una lunga discesa costantemente ripida si tuffa nel bosco fino a giungere al park (lungo il sentiero di salita, questo cartello lo si trova affiancato a quello della 1.a foto).
Che dire di più? Sono Felice, Felice, Feliceeeeeeeee
Souvenirs...ricordi
The Gathering - Souvenirs - YouTube https://www.youtube.com/watch?v=g8Q7Dg9Usos
Tourengänger:
Emanuela

Communities: Hikr in italiano
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