Rif. Marco e Rosa (3.610m) - giro delle Belleviste
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1° giorno.
Partiamo all'alba (5.45), dalla diga di Campomoro (1.935m) con lo zaino molto carico, arriviamo al rifugio Carate 2.636m - 1h40'), passiamo la bocchetta delle forbici ed improvvisamente cambia lo scenario con la vista del gruppo del Bernina.
Dopo la bocchetta il sentiero scende per poi risalire al rif. Marinelli Bombardieri (2.813m - 55'), dove ci fermiamo a fare colazione vista l'ora!!!
Ripartiamo alla volta del passo Marinelli occidentale (3.087m - 30'), dove mettiamo i ramponi per affrontare il ghiacciaio di Scerscen superiore: il ghiacciaio è praticamente irriconoscibile dall'ultima volta che l'ho fatto (nel 2000), sono affiorati sassi e massi sopra al ghiaccio, passiamo sotto a dei torrioni facendo attenzione allo scarico sovente di sassi.
Raggiungiamo l'attacco della nuova ferrata con una bella rampa su nevaio (2h) e siamo in un punto critico: tra il ghiacciaio e l'attacco della ferrata si è formato un buco di circa un metro e il ghiaccio sembra poco stabile, metto in sicurezza il mio socio e raggiungiamo la ferrata.
Le difficoltà non sono finite perché il primo tratto di ferrata è verticale e gli scalini sono un po distanti, dopo la salita è più agevole e utilizziamo il cordino per assicurarci alle catene.
Dopo circa 1h30' raggiungiamo il rifugio Marco e Rosa, punto d'appoggio per il Pizzo Bernina.
Il rifugio è molto confortevole e vi consiglio di provare la Weissbier del "Bianco"
2° giorno
Ci svegliamo all'alba con tuoni e fulmini, però fortunatamente era una perturbazione temporanea, facciamo colazione e partiamo per il giro delle belleviste, un itinerario molto spettacolare che si svolge tra i 3.600-3.700m in territorio elvetico.
Giunti alla forcola di Bellavista (3.688m - 1h30') iniziamo la cresta rocciosa del Pizzo Palù, ma visti alcuni passaggi complessi ritorniamo verso il passo ed iniziamo il ghiacciaio di Fellaria, una vasta distesa pianeggiante di neve.
All'inizio dobbiamo saltare il crepaccio terminale ma dopo non ci sono difficoltà fino al passo del Sasso Rosso, dove sono presenti molti crepacci ancora coperti dalla neve ed alcuni già scoperti, cerchiamo di aggirarli ed in qualche caso di saltarli, sempre in sicurezza.
Siamo alla vedretta di Fellaria Occidentale, caratterizzata con veri e propri torrenti nel ghiacciaio, la attraversiamo e raggiungiamo prima al termine del ghiacciaio e poi al rif. Marinelli (4 h), dove ci rifocilliamo prima della "veloce discesa" alla diga di Campomoro (1h35').
dislivello:
1° giorno +1845 / - 175 - 6h30'
2° giorno +550 / - 2.220 - 8h30'
Attrezzatura necessaria:
ramponi - picozza - corda - casco - cordino - moschettoni
Partiamo all'alba (5.45), dalla diga di Campomoro (1.935m) con lo zaino molto carico, arriviamo al rifugio Carate 2.636m - 1h40'), passiamo la bocchetta delle forbici ed improvvisamente cambia lo scenario con la vista del gruppo del Bernina.
Dopo la bocchetta il sentiero scende per poi risalire al rif. Marinelli Bombardieri (2.813m - 55'), dove ci fermiamo a fare colazione vista l'ora!!!
Ripartiamo alla volta del passo Marinelli occidentale (3.087m - 30'), dove mettiamo i ramponi per affrontare il ghiacciaio di Scerscen superiore: il ghiacciaio è praticamente irriconoscibile dall'ultima volta che l'ho fatto (nel 2000), sono affiorati sassi e massi sopra al ghiaccio, passiamo sotto a dei torrioni facendo attenzione allo scarico sovente di sassi.
Raggiungiamo l'attacco della nuova ferrata con una bella rampa su nevaio (2h) e siamo in un punto critico: tra il ghiacciaio e l'attacco della ferrata si è formato un buco di circa un metro e il ghiaccio sembra poco stabile, metto in sicurezza il mio socio e raggiungiamo la ferrata.
Le difficoltà non sono finite perché il primo tratto di ferrata è verticale e gli scalini sono un po distanti, dopo la salita è più agevole e utilizziamo il cordino per assicurarci alle catene.
Dopo circa 1h30' raggiungiamo il rifugio Marco e Rosa, punto d'appoggio per il Pizzo Bernina.
Il rifugio è molto confortevole e vi consiglio di provare la Weissbier del "Bianco"
2° giorno
Ci svegliamo all'alba con tuoni e fulmini, però fortunatamente era una perturbazione temporanea, facciamo colazione e partiamo per il giro delle belleviste, un itinerario molto spettacolare che si svolge tra i 3.600-3.700m in territorio elvetico.
Giunti alla forcola di Bellavista (3.688m - 1h30') iniziamo la cresta rocciosa del Pizzo Palù, ma visti alcuni passaggi complessi ritorniamo verso il passo ed iniziamo il ghiacciaio di Fellaria, una vasta distesa pianeggiante di neve.
All'inizio dobbiamo saltare il crepaccio terminale ma dopo non ci sono difficoltà fino al passo del Sasso Rosso, dove sono presenti molti crepacci ancora coperti dalla neve ed alcuni già scoperti, cerchiamo di aggirarli ed in qualche caso di saltarli, sempre in sicurezza.
Siamo alla vedretta di Fellaria Occidentale, caratterizzata con veri e propri torrenti nel ghiacciaio, la attraversiamo e raggiungiamo prima al termine del ghiacciaio e poi al rif. Marinelli (4 h), dove ci rifocilliamo prima della "veloce discesa" alla diga di Campomoro (1h35').
dislivello:
1° giorno +1845 / - 175 - 6h30'
2° giorno +550 / - 2.220 - 8h30'
Attrezzatura necessaria:
ramponi - picozza - corda - casco - cordino - moschettoni
Tourengänger:
gebre

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