Grigna Meridionale 2184 m - da Ballabio (con incidente)
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La Grigna é uno spettacolo della natura, non si può dire niente.
Ce la siamo goduta pienamente.
Ha lasciato anche una bella impronta di sè nel corpo della mia amica, oltre che nei nostri ricordi.
Commento di
michea82
Perchè la Grignetta
La mia idea per quel giorno era di fare la Grigna Settentrionale da Rongio. Il coprifuoco notturno mi ha però fatto scegliere una variante meno lunga, che mi permettesse, oltre ad un avvicinamento diurno, di avere la bella compagnia di
debbee. Per noi due è stata la prima uscita insieme e non ci conoscevamo.
Il tipo di percorso scelto ci ha messo alla prova permettendoci di valutare anche la nostra compatibilità in questo genere di imprese.
Video della gita:
[/drive.google.com/file/d/12ZL_aH27f7W-V-8lL510wH2uevHWdUA1/v...]
Avvicinamento e salita
Ritrovo al Serfontana di Balerna alle 06.30. Spostamento in auto con adeguata playlist fino a Ballabio Superiore. Abbiamo parcheggiato di fronte al chiosco all'inizio del nucleo in Via Ferrari.
Ci siamo incamminati poco dopo le 07.30, abbiamo imboccato il sentiero in cima al paese nei pressi del fiume. Partire da Ballabio aveva lo scopo preciso di attraversare i boschi e ammirarne i colori.
Abbiamo risalito velocemente la Val Grande, su sentiero ben segnato, facendo scorta idrica nei ruscelli e chiacchierando.
Alle 09.20 siamo al Rifugio Porta (chiuso). Ci concediamo una pausa. Incontriamo alcuni escursionisti che salgono dalla Sinigaglia. Noi invece proseguiamo per la Direttissima.
Eravamo convinti che fosse una via impegnativa, attrezzata ma diretta. Invece abbiamo scoperto che venne chiamata "direttissima" perché collega i Rifugi Carlo Porta e Rosalba (e non la cima).
Questa via però ha il pregio di attraversare la Grignetta tra le sue caratteristiche guglie, consentendo di ammirarne la sua peculiarità.
Lungo la Direttissima, paesaggio da favola

Superato il Bivio andiamo a sinistra per la Direttissima, risaliamo pendii erbosi e la vista inizia a spaziare sul Lario, le Alpi e sulla Grigna che domina sopra di noi.
Da qui l'itinerario è un saliscendi in mezzo alle guglie, molto piacevole. A quota 1700 raggiungiamo il tratto attrezzato. Arrampichiamo placche e rocce con catene, eseguiamo un traverso verticale esposto dotato di cavi per tenersi e di staffe per appoggiare i piedi. Fin qui non ci attacchiamo.
Ma raggiunte le scalette preferiamo utlizzare le fettucce per legarci alla catena sempre presente. Superiamo il caminetto molto stretto ed ora la visione è scenografica.
Proseguiamo tra saliscendi vari e raggiungiamo il Canale Angelina. Da qui deviamo verso il Colle Valsecchi risalendo il suggestivo Canale.
Canale Angelina

Alle 12.20 tocchiamo la cresta, vediamo la Grigna Settentrionale e siamo investiti da una brezza che ci fa vestire.
Ora i segnavia ci indicano la cresta Segantini o il Sentiero Cecilia. Questo però inaccessibile per frana.
Non conoscendo la difficoltà della cresta e visto che è tardi e mi rendo conto che per Deborah diventa troppo impegnativo tentare un itinerario senza essere certi di non dover ritornare indietro, decido di seguire la traccia bassa. Solo più avanti scopriamo che si trattava del Sentiero Cecilia indicato come inaccessibile. Nuovamente dobbiamo perdere quota. Qui ci sono ancora tratti attrezzati e il terreno non è facile. Inoltre perdiamo spesso la traccia, Ma con calma e pazienza riusciamo a raggiungere la Cermenati.
Siamo affamati e Deborah, non abituata a escursioni simili, è stanca benchè dissimuli piuttosto bene. Riesco a convincerla a prendere la redbull. Anche perchè 2 litri di camel-bag li ha esauriti. A me restano invece ampie scorte di te, acqua e redbull.
Con le ali ci portiamo in vetta.
È fantastico lassù.

Ci godiamo la Grigna, il sole, la pace, la vista. Poca gente che ci lascia in poco tempo da soli. La Grignetta è nostra e la luce delle 15.00 di fine ottobre è dorata.
Mangiamo, lei senza appetito per lo sforzo si deve impegnare ad alimentarsi in quanto la discesa richiede energia.
Foto di rito e poi ci prepariamo alla discesa.
Discesa con incidente e lungo trasfer in pronto soccorso
Lasciamo la vetta che saranno quasi le 16.00 (forse le 15.40). La vista è incantevole e il sole piacevole, per questo apprezziamo anche la discesa.
L'idea era di fare la Sinigaglia. Ma scegliamo la normale. Con calma ci avviciniamo ai Piani Resinelli. Il sentiero è facile ma ghiaioso. E proprio a causa della ghiaia Deborah scivola e cade urtando con forza la tibia dx contro le rocce. Siamo a circa 1600m. La ferita appare seria. Una lacerazione netta con osso visibile. Lei è fortissima. Sbianca alla vista della ferita ma poi prende con molta psicologia la situazione e si fa medicare da me. Io non avevo mai portato un kit di pronto soccorso in montagna. Ma lei (brava ragazza) ne ha uno. La ferita è da suturare in ospedale. Tampono con compresse sterile e bendaggio. Lei riesce a camminare senza zaino fino al Rifugio Porta coperta da un Brufen.. Qui ormai al buio la lascio ben vestita e rifornita di cibo e te.
Con il frontale sparo dritto a Ballabio. Ma perdo subito il sentiero nei pressi delle cascine. Al buio mi è frequente perdere la traccia nei pressi dei monti. A tratti sfrutto tracce che però spariscono. Pertanto taglio dai boschi e senza difficoltà raggiungo il paese. Recupero la macchina e salgo a prendere lei.
Ci facciamo ancora il viaggio con la bella musica e siccome è tranquilla ci fermiamo a mangiare in Svizzera. Conoscendo i tempi dei pronto soccorso meglio arrivare a stomaco pieno dopo un tale sforzo.
La ferita viene suturata alle 23.00. Lei è stata forte sia fisicamente sia psicologicamente.
A me non è mai capitato di dover prestare soccorso, e ho capito che ci sono ferite che non si possono lasciare aperte, ma che se medicate ti consentono di non dover mobilitare un soccorso in montagna.
Quindi adesso mi preparo anch'io un bel kit di pronto soccorso.

Commento di
debbee
Ce la siamo goduta pienamente.
Ha lasciato anche una bella impronta di sè nel corpo della mia amica, oltre che nei nostri ricordi.
Commento di

Perchè la Grignetta
La mia idea per quel giorno era di fare la Grigna Settentrionale da Rongio. Il coprifuoco notturno mi ha però fatto scegliere una variante meno lunga, che mi permettesse, oltre ad un avvicinamento diurno, di avere la bella compagnia di

Il tipo di percorso scelto ci ha messo alla prova permettendoci di valutare anche la nostra compatibilità in questo genere di imprese.
Video della gita:
[/drive.google.com/file/d/12ZL_aH27f7W-V-8lL510wH2uevHWdUA1/v...]
Avvicinamento e salita
Ritrovo al Serfontana di Balerna alle 06.30. Spostamento in auto con adeguata playlist fino a Ballabio Superiore. Abbiamo parcheggiato di fronte al chiosco all'inizio del nucleo in Via Ferrari.
Ci siamo incamminati poco dopo le 07.30, abbiamo imboccato il sentiero in cima al paese nei pressi del fiume. Partire da Ballabio aveva lo scopo preciso di attraversare i boschi e ammirarne i colori.
Abbiamo risalito velocemente la Val Grande, su sentiero ben segnato, facendo scorta idrica nei ruscelli e chiacchierando.
Alle 09.20 siamo al Rifugio Porta (chiuso). Ci concediamo una pausa. Incontriamo alcuni escursionisti che salgono dalla Sinigaglia. Noi invece proseguiamo per la Direttissima.
Eravamo convinti che fosse una via impegnativa, attrezzata ma diretta. Invece abbiamo scoperto che venne chiamata "direttissima" perché collega i Rifugi Carlo Porta e Rosalba (e non la cima).
Questa via però ha il pregio di attraversare la Grignetta tra le sue caratteristiche guglie, consentendo di ammirarne la sua peculiarità.
Lungo la Direttissima, paesaggio da favola

Superato il Bivio andiamo a sinistra per la Direttissima, risaliamo pendii erbosi e la vista inizia a spaziare sul Lario, le Alpi e sulla Grigna che domina sopra di noi.
Da qui l'itinerario è un saliscendi in mezzo alle guglie, molto piacevole. A quota 1700 raggiungiamo il tratto attrezzato. Arrampichiamo placche e rocce con catene, eseguiamo un traverso verticale esposto dotato di cavi per tenersi e di staffe per appoggiare i piedi. Fin qui non ci attacchiamo.
Ma raggiunte le scalette preferiamo utlizzare le fettucce per legarci alla catena sempre presente. Superiamo il caminetto molto stretto ed ora la visione è scenografica.
Proseguiamo tra saliscendi vari e raggiungiamo il Canale Angelina. Da qui deviamo verso il Colle Valsecchi risalendo il suggestivo Canale.
Canale Angelina

Alle 12.20 tocchiamo la cresta, vediamo la Grigna Settentrionale e siamo investiti da una brezza che ci fa vestire.
Ora i segnavia ci indicano la cresta Segantini o il Sentiero Cecilia. Questo però inaccessibile per frana.
Non conoscendo la difficoltà della cresta e visto che è tardi e mi rendo conto che per Deborah diventa troppo impegnativo tentare un itinerario senza essere certi di non dover ritornare indietro, decido di seguire la traccia bassa. Solo più avanti scopriamo che si trattava del Sentiero Cecilia indicato come inaccessibile. Nuovamente dobbiamo perdere quota. Qui ci sono ancora tratti attrezzati e il terreno non è facile. Inoltre perdiamo spesso la traccia, Ma con calma e pazienza riusciamo a raggiungere la Cermenati.
Siamo affamati e Deborah, non abituata a escursioni simili, è stanca benchè dissimuli piuttosto bene. Riesco a convincerla a prendere la redbull. Anche perchè 2 litri di camel-bag li ha esauriti. A me restano invece ampie scorte di te, acqua e redbull.
Con le ali ci portiamo in vetta.
È fantastico lassù.

Ci godiamo la Grigna, il sole, la pace, la vista. Poca gente che ci lascia in poco tempo da soli. La Grignetta è nostra e la luce delle 15.00 di fine ottobre è dorata.
Mangiamo, lei senza appetito per lo sforzo si deve impegnare ad alimentarsi in quanto la discesa richiede energia.
Foto di rito e poi ci prepariamo alla discesa.
Discesa con incidente e lungo trasfer in pronto soccorso
Lasciamo la vetta che saranno quasi le 16.00 (forse le 15.40). La vista è incantevole e il sole piacevole, per questo apprezziamo anche la discesa.
L'idea era di fare la Sinigaglia. Ma scegliamo la normale. Con calma ci avviciniamo ai Piani Resinelli. Il sentiero è facile ma ghiaioso. E proprio a causa della ghiaia Deborah scivola e cade urtando con forza la tibia dx contro le rocce. Siamo a circa 1600m. La ferita appare seria. Una lacerazione netta con osso visibile. Lei è fortissima. Sbianca alla vista della ferita ma poi prende con molta psicologia la situazione e si fa medicare da me. Io non avevo mai portato un kit di pronto soccorso in montagna. Ma lei (brava ragazza) ne ha uno. La ferita è da suturare in ospedale. Tampono con compresse sterile e bendaggio. Lei riesce a camminare senza zaino fino al Rifugio Porta coperta da un Brufen.. Qui ormai al buio la lascio ben vestita e rifornita di cibo e te.
Con il frontale sparo dritto a Ballabio. Ma perdo subito il sentiero nei pressi delle cascine. Al buio mi è frequente perdere la traccia nei pressi dei monti. A tratti sfrutto tracce che però spariscono. Pertanto taglio dai boschi e senza difficoltà raggiungo il paese. Recupero la macchina e salgo a prendere lei.
Ci facciamo ancora il viaggio con la bella musica e siccome è tranquilla ci fermiamo a mangiare in Svizzera. Conoscendo i tempi dei pronto soccorso meglio arrivare a stomaco pieno dopo un tale sforzo.
La ferita viene suturata alle 23.00. Lei è stata forte sia fisicamente sia psicologicamente.
A me non è mai capitato di dover prestare soccorso, e ho capito che ci sono ferite che non si possono lasciare aperte, ma che se medicate ti consentono di non dover mobilitare un soccorso in montagna.
Quindi adesso mi preparo anch'io un bel kit di pronto soccorso.

Commento di

Neanche ci si accorge della fatica, tanto è bello il paesaggio in cui si è immersi lungo la Direttissima! Il vero rischio è di distrarsi in qualche punto difficile, lo sguardo rapito dalle innumerevoli guglie che svettano verso il cielo, in un bellissimo contrasto di forme e colori. Non si può fare a meno di fermarsi continuamente per riempirsi gli occhi di questa meraviglia della natura.
È stato interessante mettermi alla prova su un terreno molto più difficile di ciò a cui sono abituata. Ci sono stati molti punti in cui ho avuto un po' di timore, in cui la concentrazione dev'essere altissima. Di certo in questa giornata non mi sarei aspettata di farmi male "nel facile"... Fortunatamente il mio compagno d'avventura è dotato di lucidità e sangue freddo, e tanta pazienza per aspettarmi nel mio lento arrancare alle sue spalle.
L'arrivo in vetta è stato emozionante, da lassù c'è una vista che ti lascia senza parole (il fiato ormai era già perso da un pezzo). Penso proprio che una volta tolti i punti, la cicatrice sarà solo un simpatico promemoria di una giornata indimenticabile!
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Kommentare (43)