Da Laveno a Vararo dopo la tempesta.
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L'idea iniziale era quella di fare una tranquilla gita alla portata di Anna: salire ai Pizzoni partendo da Vararo, dislivello limitato e gran panorama.
Giunti a Cittiglio giriamo a destra al semaforo ma fatti pochi metri ecco il cartello che ci avverte che la strada per Vararo è chiusa. Che fare? Decidiamo di salire da Laveno...certo è decisamente più lunga ma vedremo.
Parcheggiamo nei pressi del municipio, in uno dei pochi parcheggi gratuiti di Laveno, e, dopo un caffè, ci avviamo seguendo le indicazioni attraversando il nucleo vecchio del paese. Ad un incrocio prendiamo la segnalata via Vararo, la conosco: è una stradina in salita con tratti decisamente ripidi, saliamo con calma gustandoci il panorama che si fa sempre più ampio, passiamo per il nucleo di Brenna e quindi da Monteggia, ad un tornante vediamo l'indicazione Sasso del Fungo a 10 minuti...decidiamo di andare a vedere di cosa si tratta, il sentiero dapprima evidente diviene poi sempre più martoriato: smottamenti, rami caduti ed infine un groviglio di tronchi ad ostruire il passaggio, decidiamo di soprassedere e torniamo sui nostri passi riprendendo la salita. Iniziamo a vedere i primi segni lasciati dal maltempo dei giorni scorsi: qualche albero caduto, qualche ripristino volante delle linee elettriche...
Ben presto l'asfalto lascia il posto alla bellissima rizzata che ben conosco preceduta però da un cartello che vieta il passaggio durante i giorni feriali per i lavori di taglio dei rami e ripristino delle linea aeree della corrente.
Poco più avanti il disastro diviene evidente: il vento ha abbattuto migliaia di alberi che cadendo hanno divelto i pali della luce ed i cavi della corrente. Nei pressi della Cappelletta il sentiero è ostruito ma si passa agevolmente più avanti avanzare diviene più complicato perché vi sono ammassi di tronchi e rami ad ostruire il cammino, con qualche acrobazia ne veniamo comunque fuori e siamo ben presto in vista di Casere, sorpassato uno scavatore il percorso diviene facile: qui i lavori di ripristino sono già stati conclusi.
A Casere decidiamo di fare una breve sosta alla Capanna Gigliola per vedere il panorama, Anna incontra una sua collega che la informa che anche la salita ai Pizzoni è in pessime condizioni, sono le 11,30, visto che doveva essere una breve escursione mattutina non abbiamo con noi nulla da mangiare per cui...nuovo cambio di programma: prenotiamo il pranzo per mezzogiorno al ristorante, facciamo un breve giro fino a Vararo, Anna non ci è mai stata, e torniamo a Casere giusto in tempo per mettere le gambe sotto il tavolo.
Ci hanno raccomandato di lasciare il tavolo entro le 13 perché è tutto prenotato: la strada da Vararo è chiusa ma si può salire in auto da Nasca passando per il Passo del Cuvignone. Pur mangiando abbondantemente e con calma alle 12,45 ci avviamo di nuovo verso Laveno ripercorrendo la strada fatta stamane, concluderemo la giornata visitando ancora una volta il magnifico Museo della ceramica di Cerro.
Gita piacevole che ci ha fatto vedere da vicino come il maltempo abbia imperversato anche qui: le pendici del Sasso Barbè sono in uno strato disastroso, vi sono migliaia di alberi abbattuti e il paesaggio è completamente sconvolto. Ci vorranno anni perchè il bosco ricopra di nuovo i versanti.
Giunti a Cittiglio giriamo a destra al semaforo ma fatti pochi metri ecco il cartello che ci avverte che la strada per Vararo è chiusa. Che fare? Decidiamo di salire da Laveno...certo è decisamente più lunga ma vedremo.
Parcheggiamo nei pressi del municipio, in uno dei pochi parcheggi gratuiti di Laveno, e, dopo un caffè, ci avviamo seguendo le indicazioni attraversando il nucleo vecchio del paese. Ad un incrocio prendiamo la segnalata via Vararo, la conosco: è una stradina in salita con tratti decisamente ripidi, saliamo con calma gustandoci il panorama che si fa sempre più ampio, passiamo per il nucleo di Brenna e quindi da Monteggia, ad un tornante vediamo l'indicazione Sasso del Fungo a 10 minuti...decidiamo di andare a vedere di cosa si tratta, il sentiero dapprima evidente diviene poi sempre più martoriato: smottamenti, rami caduti ed infine un groviglio di tronchi ad ostruire il passaggio, decidiamo di soprassedere e torniamo sui nostri passi riprendendo la salita. Iniziamo a vedere i primi segni lasciati dal maltempo dei giorni scorsi: qualche albero caduto, qualche ripristino volante delle linee elettriche...
Ben presto l'asfalto lascia il posto alla bellissima rizzata che ben conosco preceduta però da un cartello che vieta il passaggio durante i giorni feriali per i lavori di taglio dei rami e ripristino delle linea aeree della corrente.
Poco più avanti il disastro diviene evidente: il vento ha abbattuto migliaia di alberi che cadendo hanno divelto i pali della luce ed i cavi della corrente. Nei pressi della Cappelletta il sentiero è ostruito ma si passa agevolmente più avanti avanzare diviene più complicato perché vi sono ammassi di tronchi e rami ad ostruire il cammino, con qualche acrobazia ne veniamo comunque fuori e siamo ben presto in vista di Casere, sorpassato uno scavatore il percorso diviene facile: qui i lavori di ripristino sono già stati conclusi.
A Casere decidiamo di fare una breve sosta alla Capanna Gigliola per vedere il panorama, Anna incontra una sua collega che la informa che anche la salita ai Pizzoni è in pessime condizioni, sono le 11,30, visto che doveva essere una breve escursione mattutina non abbiamo con noi nulla da mangiare per cui...nuovo cambio di programma: prenotiamo il pranzo per mezzogiorno al ristorante, facciamo un breve giro fino a Vararo, Anna non ci è mai stata, e torniamo a Casere giusto in tempo per mettere le gambe sotto il tavolo.
Ci hanno raccomandato di lasciare il tavolo entro le 13 perché è tutto prenotato: la strada da Vararo è chiusa ma si può salire in auto da Nasca passando per il Passo del Cuvignone. Pur mangiando abbondantemente e con calma alle 12,45 ci avviamo di nuovo verso Laveno ripercorrendo la strada fatta stamane, concluderemo la giornata visitando ancora una volta il magnifico Museo della ceramica di Cerro.
Gita piacevole che ci ha fatto vedere da vicino come il maltempo abbia imperversato anche qui: le pendici del Sasso Barbè sono in uno strato disastroso, vi sono migliaia di alberi abbattuti e il paesaggio è completamente sconvolto. Ci vorranno anni perchè il bosco ricopra di nuovo i versanti.
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