Bivacco Zeb
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L'autunno è la stagione migliore per l'Alto Lario: temperature ottimali, assenza di nebbie, colori spettacolari, un pochino di neve e... niente zecche. Giretto in Valle del Dosso fino al quasi nuovo Bivacco Zeb, con lo scopo di dare anche un'occhiata al tratto di Alta Via del Lario che transita da queste parti: il tutto un po' deludente. Intendiamoci, il posto è magnifico ed il bivacco ben collocato, ma, dopo solo due anni dall'inaugurazione, la piccola struttura appare leggermente lesionata (slavina?) sul lato a monte dove le lamiere appaiono un po' schiacciate e tutto il tetto è ricoperto da teli impermeabili ad evitare infiltrazioni; il percorso dell'Alta Via del Lario appare indistinguibile per assenza di segnaletica verticale ed invisibilità della eventuale bollatura (i segnali CAI per il bivacco erano però ben visibili!). Percorso facile in ambiente solitario e severo che il minimo strato di neve ha solo accentuato ed armonizzato.
Da Caiasco si prosegue sulla pista forestale - diventata interdetta ai non autorizzati - alternando brevi salite e discese e tratti cementati e sterrati; assecondando tutti i valloni discendenti dal Dosso Bello si oltrepassano le baite di Sancido, Cucchetta e Cascinotta e si raggiunge il termine della sterrata in località Foppa dove una teleferica agevola il carico di materiali ad un soprastante nucleo di baite in via di sistemazione. Fin qui, vista l'evidenza del percorso, non si era manifestata alcuna segnalazione, ma, da qui in poi, la marcatura è inappuntabile. Il sentiero prosegue nella sua traversata verso nord con ancora caratteristiche di saliscendi fino a portarsi a livello del torrente in corrispondenza del Ponte di Madri: una volta attraversatolo, finalmente con un po' di salita, si entra in un tratto di faggeta che prelude alla mimetica fra i massi Alpe di Madri; poi si continua nel fondovalle cosparso di sabbie ghiaie e sassi trascinati dalle acque dei recenti violenti temporali. Un primo guado porta all'altra riva del torrente verso i poveri pascoli dell'Alpe Predone (ruderi minimi), per poi, con un secondo attraversamento, iniziare la vera salita verso il bivacco. La sequenza di tornanti fra rocce e ripidi prati conduce fino alle baite rimodernate (una è aperta ma ben poco accogliente) dell'Alpe Mugium; il sentiero prosegue brevemente verso sud per poi riprendere la salita nella collaterale Val Dernone. Noi qui iniziamo a trovare un piccolo strato di neve che, molto bagnata, procura comunque ben poco fastidio. Sempre seguendo l'evidente segnaletica, oltrepassato verso sinistra un modesto dosso, poco lontano dai pochi sassi dei ruderi dell'Avert di Muggiolo, appare la costruzione del Bivacco Zeb. Ritorno per la via di salita.
Da Caiasco si prosegue sulla pista forestale - diventata interdetta ai non autorizzati - alternando brevi salite e discese e tratti cementati e sterrati; assecondando tutti i valloni discendenti dal Dosso Bello si oltrepassano le baite di Sancido, Cucchetta e Cascinotta e si raggiunge il termine della sterrata in località Foppa dove una teleferica agevola il carico di materiali ad un soprastante nucleo di baite in via di sistemazione. Fin qui, vista l'evidenza del percorso, non si era manifestata alcuna segnalazione, ma, da qui in poi, la marcatura è inappuntabile. Il sentiero prosegue nella sua traversata verso nord con ancora caratteristiche di saliscendi fino a portarsi a livello del torrente in corrispondenza del Ponte di Madri: una volta attraversatolo, finalmente con un po' di salita, si entra in un tratto di faggeta che prelude alla mimetica fra i massi Alpe di Madri; poi si continua nel fondovalle cosparso di sabbie ghiaie e sassi trascinati dalle acque dei recenti violenti temporali. Un primo guado porta all'altra riva del torrente verso i poveri pascoli dell'Alpe Predone (ruderi minimi), per poi, con un secondo attraversamento, iniziare la vera salita verso il bivacco. La sequenza di tornanti fra rocce e ripidi prati conduce fino alle baite rimodernate (una è aperta ma ben poco accogliente) dell'Alpe Mugium; il sentiero prosegue brevemente verso sud per poi riprendere la salita nella collaterale Val Dernone. Noi qui iniziamo a trovare un piccolo strato di neve che, molto bagnata, procura comunque ben poco fastidio. Sempre seguendo l'evidente segnaletica, oltrepassato verso sinistra un modesto dosso, poco lontano dai pochi sassi dei ruderi dell'Avert di Muggiolo, appare la costruzione del Bivacco Zeb. Ritorno per la via di salita.
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