I Mialoni - Val Sermenza
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Percorrendo la strada da Rimasco a Rima, alla nostra destra lo sguardo è catturato da un versante dirupato e selvaggio. Domina il centro della scena il profilo acuminato del monte Cervero. I profondi valloni ai suoi fianchi nascondono alpetti trascurati e percorsi caduti nell'oblio, la cui esistenza testimonia la fame d'erba e la dura vita di un tempo.
La meta di oggi - una giornata uggiosa che non merita la fatica di una cima - è un minuscolo rudere su un cuneo d'erba sopra i 1600 m di quota sopra un salto del Rio Morello, dove probabilmente qualcuno saliva per sfalciare il fieno di rupe.
Scopriremo poi che i cacciatori chiamano questo posto i Mialoni. Mijâ in lingua valsesiana è una "piccola radura erbosa in luogo scosceso", ed è una parola che troviamo a volte (sulla Mappa Rabbini...) italianizzata in Miale. I Mialoni quindi sarebbero "dei grandi Mija". Ringrazio Enzio Giovanni del gruppo Facebook Montagne della Valsesia per la spiegazione e per i vari modi in cui ha arricchito di contenuti questa esplorazione.
Solo al ritorno, sulla destra idrografica del canale, troveremo il passaggio chiave del vecchio sentiero: un esposto traverso che si porta sulla sommità di un vertiginoso salto del Rio Morello, alla base della costa dei Mialoni.
Il percorso
Con "Ramon Italy" e Ferruccio parto dal parcheggio di Ca' di Zelle e mi dirigo verso la baita riattata visibile sulla sinistra (Ovest). A monte della costruzione si rinviene la traccia imboscata segnata su OSM che supera il Rio Morello e arriva a Piè di Morello (o Pian Morello per la Mappa Rabbini). A monte delle baite una traccia sale nella boscaglia e quindi traversa sul fianco del Rio Morello. Giunti nuovamente sulla sinistra idrografica, il sentiero si innalza a tornanti, lascia sulla destra una giavina, e volge a Ovest per superare una costa con un grande faggio in posizione panoramica, dove sono incisi nomi di cacciatori. Da qui si vede il rudere di Baitone, sulla costa successiva, nelle vicinanze di una cascata, sicuramente scenografica in altre stagioni. Il percorso traversa ancora a Ovest e, discesa con cautela una pioda con fittoni poggiapiedi, attraversa una giavina e raggiunge in breve Baitone, dove ha termine la parte comoda del nostro percorso. Fin qui poco meno di 1 ora.
Aggirata a Ovest la parete alle spalle dell'alpetto, ci addentriamo nel vallone del Rio Morello e quindi, procedendo verso Nord su tracce arriviamo alla radura dell'Alpe Creus (circa 1370 m), nominato su una mappa del 1759 e sull'ottocentesca Carta degli Stati Sardi di Terraferma. Ci portiamo quindi alla confluenza del Rio Cervellè nel Rio Morello, il punto chiamato Sotto la penna sul catasto ottocentesco, dove la Penna è il nome di uno spuntone roccioso a Ovest della Colma Bella, chiamata Cima della Penna sulla mappa del 1759.
Risaliamo la ripida dorsale tra i due canali e traversiamo senza sentiero, con percorso malagevole e a tratti esposto, la sinistra idrografica del Rio Morello fino a guadagnare la costa dei Mialoni, dove troviamo il sedime del modestissimo alpetto, nascosto dalle ginestre, contrassegnato dal N° catastale 856 sulla Mappa Rabbini di Rima San Giuseppe (circa 1620 m).
Fin qui circa 3 ore, compresi tentativi e divagazioni.
Al ritorno scendiamo nel canale e risaliamo su terreno ripido la sponda opposta per portarci nel bosco sulla destra idrografica, dove troviamo una posta dei cacciatori rivolta verso i Mialoni. Poco più in basso traversa un sentiero evidente segnalato da tagli. Anziché puntare verso valle, lo seguiamo in direzione Nord e scopriamo che il percorso, dopo un tratto dove resiste un brandello di muro di sostegno, con un passaggio esposto si porta sul greto del Rio Morello esattamente in cima al salto di roccia che sostiene la costa dei Mialoni.
Al ritorno seguiamo il sentiero nel bosco fino al guado del rio Moja, oltre il quale diviene più incerto. Ad ogni modo senza difficoltà particolari arriviamo all'Alpe Fagiolo, in panoramica posizione (circa 2 ore dai Mialoni, tutto compreso).
Nel bosco rivolto a Est troviamo un sentiero che scende verso una costa, poi volge a Sud e quindi si cala in un canalino prima di guadare il Rio Morello pochi metri sotto Baitone. Seguiamo il sentiero dell'andata fino a portarci alla base della parete più bassa e quindi traversiamo su una scomoda traccia passando due canalini, fino ad una costa dove sale un sentierino che seguiamo in discesa arrivando così alle imboscate rovine di Pian del Vedovo. Un'ultima discesa senza sentiero nel ripido bosco e in pochi minuti siamo al punto di partenza di questa bella escursione (circa 2 ore dall'Alpe Fagiolo).
La meta di oggi - una giornata uggiosa che non merita la fatica di una cima - è un minuscolo rudere su un cuneo d'erba sopra i 1600 m di quota sopra un salto del Rio Morello, dove probabilmente qualcuno saliva per sfalciare il fieno di rupe.
Scopriremo poi che i cacciatori chiamano questo posto i Mialoni. Mijâ in lingua valsesiana è una "piccola radura erbosa in luogo scosceso", ed è una parola che troviamo a volte (sulla Mappa Rabbini...) italianizzata in Miale. I Mialoni quindi sarebbero "dei grandi Mija". Ringrazio Enzio Giovanni del gruppo Facebook Montagne della Valsesia per la spiegazione e per i vari modi in cui ha arricchito di contenuti questa esplorazione.
Solo al ritorno, sulla destra idrografica del canale, troveremo il passaggio chiave del vecchio sentiero: un esposto traverso che si porta sulla sommità di un vertiginoso salto del Rio Morello, alla base della costa dei Mialoni.
Il percorso
Con "Ramon Italy" e Ferruccio parto dal parcheggio di Ca' di Zelle e mi dirigo verso la baita riattata visibile sulla sinistra (Ovest). A monte della costruzione si rinviene la traccia imboscata segnata su OSM che supera il Rio Morello e arriva a Piè di Morello (o Pian Morello per la Mappa Rabbini). A monte delle baite una traccia sale nella boscaglia e quindi traversa sul fianco del Rio Morello. Giunti nuovamente sulla sinistra idrografica, il sentiero si innalza a tornanti, lascia sulla destra una giavina, e volge a Ovest per superare una costa con un grande faggio in posizione panoramica, dove sono incisi nomi di cacciatori. Da qui si vede il rudere di Baitone, sulla costa successiva, nelle vicinanze di una cascata, sicuramente scenografica in altre stagioni. Il percorso traversa ancora a Ovest e, discesa con cautela una pioda con fittoni poggiapiedi, attraversa una giavina e raggiunge in breve Baitone, dove ha termine la parte comoda del nostro percorso. Fin qui poco meno di 1 ora.
Aggirata a Ovest la parete alle spalle dell'alpetto, ci addentriamo nel vallone del Rio Morello e quindi, procedendo verso Nord su tracce arriviamo alla radura dell'Alpe Creus (circa 1370 m), nominato su una mappa del 1759 e sull'ottocentesca Carta degli Stati Sardi di Terraferma. Ci portiamo quindi alla confluenza del Rio Cervellè nel Rio Morello, il punto chiamato Sotto la penna sul catasto ottocentesco, dove la Penna è il nome di uno spuntone roccioso a Ovest della Colma Bella, chiamata Cima della Penna sulla mappa del 1759.
Risaliamo la ripida dorsale tra i due canali e traversiamo senza sentiero, con percorso malagevole e a tratti esposto, la sinistra idrografica del Rio Morello fino a guadagnare la costa dei Mialoni, dove troviamo il sedime del modestissimo alpetto, nascosto dalle ginestre, contrassegnato dal N° catastale 856 sulla Mappa Rabbini di Rima San Giuseppe (circa 1620 m).
Fin qui circa 3 ore, compresi tentativi e divagazioni.
Al ritorno scendiamo nel canale e risaliamo su terreno ripido la sponda opposta per portarci nel bosco sulla destra idrografica, dove troviamo una posta dei cacciatori rivolta verso i Mialoni. Poco più in basso traversa un sentiero evidente segnalato da tagli. Anziché puntare verso valle, lo seguiamo in direzione Nord e scopriamo che il percorso, dopo un tratto dove resiste un brandello di muro di sostegno, con un passaggio esposto si porta sul greto del Rio Morello esattamente in cima al salto di roccia che sostiene la costa dei Mialoni.
Al ritorno seguiamo il sentiero nel bosco fino al guado del rio Moja, oltre il quale diviene più incerto. Ad ogni modo senza difficoltà particolari arriviamo all'Alpe Fagiolo, in panoramica posizione (circa 2 ore dai Mialoni, tutto compreso).
Nel bosco rivolto a Est troviamo un sentiero che scende verso una costa, poi volge a Sud e quindi si cala in un canalino prima di guadare il Rio Morello pochi metri sotto Baitone. Seguiamo il sentiero dell'andata fino a portarci alla base della parete più bassa e quindi traversiamo su una scomoda traccia passando due canalini, fino ad una costa dove sale un sentierino che seguiamo in discesa arrivando così alle imboscate rovine di Pian del Vedovo. Un'ultima discesa senza sentiero nel ripido bosco e in pochi minuti siamo al punto di partenza di questa bella escursione (circa 2 ore dall'Alpe Fagiolo).
Tourengänger:
atal

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