Tamierhorn-Basodino-Cavergno: Tris di 3000 da San Carlo alla Capanna Basodino
|
||||||||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Il Basodino è sempre il Basodino. Ti dona stabilità e struttura come una buona birra alle cinque di una giornata afosa.
In breve
Ho fatto un gran bel giro presso il gruppo Basodino partendo dal fondovalle (San Carlo 960m), toccando il Tamierhorn (3086m), occupandomi del Basodino (3272m) in modo completo da sud a nord e infine del suo vicino settentrionale, il Pizzo Cavergno (3222m). Non ho continuato come da programma con il Kastelhorn, ma sono sceso diretto dal ghiacciaio per raggiungere la Capanna Basodino.
L'idea iniziale, la preparazione e l'avvicinamento alla regione
Il richiamo era forte e avvolgente e dunque puntavo ad obiettivi ambiziosi: raggiungere le 4 cime principali dal fondovalle percorrendo il crinale da SE a NW, scendere nel versante italiano dall'ultima vetta, il Kastelhorn, e prendere la Bocchetta Val Maggia per raggiungere infine la Capanna Basodino da Randinascia. Volevo in qualche maniera metterci anche il ghiacciaio. Tutto in un solo giorno. Il giorno successivo dovevo tuttavia essere preparato e rifornito per raggiungere
Igor in Valle di Peccia e salire con lui al Pizzo Castello.
Insomma tante belle idee in testa, troppo. Salire dal ghiacciaio mi avrebbe impedito di vedere la Valle d' Antabia e di toccare il Tamierhorn (per il quale dal Basodino avrei speso almeno 3 ore per scendere e ritornare indietro). All'estremo opposto il Kastelhorn e la Bocchetta Val Maggia richiedevano pure i loro tempi dal Pizzo Cavergno, almeno 5 ore se non di più e non avrei goduto il ghiacciaio. Pertanto ho deciso di ascendere dalla Valle di Antabia, seguire il crinale in direzione NW finchè me la fossi sentita e tenere il ghiacciaio come riserva (per una discesa anticipata).
Per questa escursione impegnativa su terreni difficili ho ampiamente consultato le guide di Brenna (utilissime), le relazioni di
saimon e
Andrea!.
Igor mi ha prestato il suo GPS grazie al quale ho potuto tracciare e orientarmi in Valle di Antabia di notte quando mi sono perso.
Tutte le parti più difficili erano valutate PD o PD-.
Ho portato con me provviste per 2 giorni calcolando anche di poter restare senza cena alla capanna in caso di un arrivo molto tardivo. Ho caricato 60 metri di corda nello zaino per il giorno successivo con Igor.
Infine ho portato 3 libri di vetta. Depositati al Tamierhorn, al Cavergno e il giorno successivo al Castello. Unico già presente era al Basodino con una foto di copertina divertente (vedi immagine).
Il giorno prima mi sono rilassato, non ho lavorato, sono stato al lago e ho passeggiato. Cena sostanziosa e ho dormito un paio di ore, sveglia alle 00:15. Prima di questo genere di uscite non ho mai sonno, sarà l'adrenalina.
Partenza alle 00:45 da casa mia. In 2 ore d'auto, con una pausa caffé, ho raggiunto San Carlo.
Il Tamierhorn
La prima vetta del giorno è stata anche la più faticosa da raggiungere a causa della distanza e del dislivello (maggiore di 2000m ) da San Carlo.
Mi sono incamminato alle 02.37 con la frontale e mi sono addentrato nel fitto bosco. Con ritmo lento ma costante ho percorso la vallata sotto una luna piena che mi ha permesso di osservarne i contorni, gli alpi e di scorgere i profili delle montagne. A quota 1309 m trovo una fontana dove mi rifornisco di acqua. La traccia è segnata in bianco-rosso, facile da individuare.
Sopra quota 1700 m incontro un torrente con evidenti segni di una recente alluvione. Non ritrovo il sentiero al di là del guado e ad istinto lo vado a cercare più a monte dopo aver arrampicato qualche placca subito impegnativa. Mi trovo in difficoltà e mi confondo anche con il GPS perché l'orientamento della mappa è rovesciato.
Perdo una ventina di minuti ma poi mi concentro e ritrovo la traccia dal GPS. Al guado dovevo girare a sinistra, scendere, e non a destra. Così riprendo a camminare e verso le 06:00 aumenta la luce ed inizia ad albeggiare. Mi avvicino alla zona del Rifugio Piano delle Creste sotto una lesta aurora.
Ora il paesaggio è permeato di quella magia che caratterizza il passaggio dal mondo notturno a quello diurno. Sono i minuti più belli. Ed essere lì ti dona una vitalità e una forte sensazione.
Raggiungo il Rifugio Pian di Creste alle 06:45.
Momento suggestivo: sono le 06.35 e mi trovo in alta Val di Antabia nei pressi del Rifugio

Dentro ci sono un gruppo di tedeschi scesi dal Basodino il giorno prima. Mi concedo un caffè e uno spuntino di frutta secca, ma fuori, perché ci aggiungo una buona sigaretta. La redbull la tengo per dopo. Quella schifezza posso garantire che funziona. Ci sono 8 gradi e pertanto faccio veloce.
Lì fuori poi incontro una bella ragazza di Lucerna. Peccato che stava tornando a San Carlo. Altrimenti le avrei proposto di unirci per affrontare il crinale in due.
La traccia ancora bianco rossa risale a sinistra del Rifugio ai piedi del Pizzo Medola, lo aggira da destra, ne segue una parte della dorsale E, per poi dirigersi a NW , su terreno pietroso, verso il Tamierpass. In questa parte finale si scorge bene la parete E del Basodino.
Al Tamierpass breve pausa, sono le 09.15, poi punto direttamente la montagna a me di fronte dal versante a destra (NE) su placche vieppiù difficili. Mi fermo, controllo la traccia di Andrea e noto che transita alla mia destra aggirando la placconata, per poi girare a sinistra e risalire la ripida ma solida ganna fino alla cresta principale a metà tra anticima e cima. Per correggere la mia rotta scendo dunque dalle placche più verticali ed effettuo un traverso non facile ma che mi risparmia quota ed energia. Durante questa salita devo rallentare perché il peso dello zaino mi aumenta il battito che impenna spesso a 180/min.
Alle 10.56 tocco la vetta. Spettacolare è la vista del Basodino. Breve pausa per le foto e per depositare e compilare il libro di vetta. Sono già più di 8 le ore di impegno fino a qui.
Vetta del Tamierhorn (3087 m), ore 10.56, vista verso il Basodino e la sua cresta meridionale

Il Basodino
Che bello ritornare dopo un anno al Basodino. Per me è raro ritornare su montagne impegnative già fatte. Ma, come detto in apertura, lui è il Basodino, ti dà qualcosa in più.
Anzitutto devo raggiungere il Passo di Antabia. Dal Tamierhorn mi tengo sotto-cresta nel versante italiano. Dall'altra parte è troppo esposto. Ci sono passaggi di 2°grado da disarrampicare. Con facilità e velocità sono al Passo di Antabia, quota 3033 m. Ora ho 240 metri da guadagnare. Ma non sono faticosi. La cresta sud del Basodino, sebbene valutata PD, la trovo piacevole e aerea, ma mai troppo esposta. Forse le placche nella prima parte sono la maggiore difficoltà.
Il Basodino non è un 3000 marcio. Anzi. È costituito da grandi blocchi di solida roccia.
Giunto alla Cima Sud non posso seguire la cresta, ci sono troppi salti. Per cui eseguo un facile traverso sulla parete E, puntando direttamente alla vetta. La scalata è facile, su blocchi e placche generosi in appigli e mai verticali.
Sono in vetta alle 12.45.
La soddisfazione è grandissima. Sono trascorse 12 ore fino a qui.
Mangio tanto e mi godo la cima. Drummino di vetta. La visibilità è ottima, l'aria frizzante, il vento debole. Compilo il libro e osservo 3 persone avvicinarsi alla base del Basodino dal ghiacciaio. Ma non sono salite in vetta. Una di queste poi l'ho ritrovata in capanna.
Ore 12:45, Basodino vetta principale, vista verso NE

Pizzo Cavergno
È la terza cima seguendo il crinale da sud a nord. Per raggiungerla devo disarrampicare il Basodino da NW. E per me non è stato facile. Il versante svizzero sul ghiacciaio é parecchio in piedi. Quello italiano un attimo più agibile, ma sempre molto esposto, almeno se non ho sbagliato io la via. Un po' di neve sulle rocce mi riduce anche i punti di appoggio. Mi abbasso portandomi verso il Passo del Basodino (punto tra Basodino e Cavergno). Una volta lasciata la cima comunque, il filo della cresta ritorna ad essere facile. Il Cavergno appare come un ammasso di sfasciumi e franoso, mi sembra una pazzia salire su quel marciume. Ma poi raggiunta (in pochi minuti) la cima trovo che sia una bellissima montagna. Offre una prospettiva diversa sul ghiacciaio, la vista sulla Basodino Northface , sul crinale fino al Kastellücke e oltre. Qui deposito il libro di vetta. Sono passate 14 ore. Mi prendo una pausa e valuto bene cosa fare: il Kastelhorn non è vicinissimo come il Basodino. Per raggiungerlo dovrei seguire il crinale su terreno difficile, fare un passaggio delicato sotto-cresta nel versante italiano. Poi per tornare dovrei andare fino alla Bocchetta Val Maggia, perchè dal Kastelhorn non me la sentirei di scendere sul ghiacciaio crepacciato, e nemmeno di aggirarlo in quanto le vie svizzere sono valutate AD e non ho trovato alcuna relazione che le descrivesse.
Pertanto decido di abbandonare il crinale, rinunciare al Kastelhorn, scendere dal ghiacciaio e nella mia mente si crea l'immagine di una birra in capanna.
Faccia nord del Basodino, vista dal Pizzo Cavergno. Sono le 14.45 e decido di non proseguire.

La discesa
Senza difficoltà alcuna discendo nei pressi del Passo del Basodino, la sella che separa i 2 monti e dalla quale ho un accesso immediato al ghiacciaio del Basodino. Cambio assetto e mi avventuro nel grande ghiacciaio. Mi sento libero e felice. Non c'è nessuno, sul ghiacciaio, sul Basodino, sul Cavergno. È tutto mio. Seguo una traccia, inizialmente appoggio la picca perché è un po' ripido, ed essendo settembre non sono più abituato a muovermi su neve e ghiaccio. Quindi mi dirigo nel cuore del vasto ghiacciaio, dove incrocio la traccia per la sella ubicata presso la cresta est (via normale), qui piego a sinistra e scendo rapidamente fino all'accesso che si trova a N o NW.
Con tutta calma mi avventuro sull'enorme morena. La vasta placconata è discendibile per più vie, ma io seguo gli omini di pietra. La traccia non è facile da individuare ma riesco a mantenerla.
Mi sono fermato a bere l'acqua di disgelo e ho appoggiato e dimenticato gli occhiali da sole. Me ne sono accorto molto più in giù. Pertanto ho dovuto rifare un pezzo di salita ma senza zaino. Mi sembrava di volare.
Al fiume si giunge curvando a sinistra a 2401 m e discendendo una ripida pietraia, in fondo alla quale si deve curvare a destra e seguire il fiume (l'anno scorso mi ero perso andando a sinistra).
Raggiunto Mött di Crusei (2252 m) mi concedo una pausa. Sono passate le 18:00. La cena in Capanna è servita fino alle 18.30. I cartelli indicano 2 vie per la Capanna, entrambe con un tempo di 1h e 30. Dal Lago del Zött l'anno precedente era stata interminabile anche se in apparenza sembra la via più rapida perchè in discesa. Quindi opto per Randinascia. Lassù posso camminare molto veloce e rientrare senza un ritardo eccessivo. Invio un SMS dicendo di essere a Randinascia (in realtà mi mancava mezz'ora per arrivarci).
Randinascia è uno dei luoghi più belli che abbia visto. Qui incontro 2 ragazzi che avrebbero dormito in tenda per farsi il Basodino l'indomani.
Viaggio rapido e giungo in Capanna alle 19:20!
Randinascia: luogo incantevole. Ormai la luce ha i minuti contati. Avessi completato il tour sarei arrivato dopo le 22:00

In Capanna
La presenza di una scolaresca svizzero-tedesca probabilmente ha salvato la mia cena ritardando tutto il servizio, sono entrato nella hall e stavano ancora tutti mangiando. O forse è stata la clemenza del capannaro?
Vabbè io le mie provviste ce le avevo, non sono così sprovveduto. Ma mi è andata più che bene direi. Infatti oltre alla potente cena (insalata mista, abbondante razione di pasta alla bolognese, pane, cake, birra) ho beneficiato della compagnia del personale della Capanna, un simpatico ragazzo e 2 giovani ragazze.
Ho potuto anche telefonare e studiare tramite il PC il mio itinerario dell'indomani.
Senza campo e senza internet non ho avuto distrazioni. Pertanto ho dormito secco 9 ore nonostante il caos generale generato dai ragazzini. L'unica persona in camera con me era una donna che dormiva al mio arrivo e dormiva anche alla mia partenza. Al mattino l'ho svegliata per vedere se fosse carina. Ero molto curioso. Non era male, ma avrà avuto 15 o 20 anni in più e non parlava la mia lingua. Con lei ho preso la colazione tentando di comunicare un po' ma non sono riuscito a capire cosa ci facesse lì.
Pizzo Castello: l'indomani
Seguirà una relazione a parte per il Pizzo Castello dalla Capanna Basodino nel giorno del compleanno di mio figlio Eidan (
eidangram).
Lassù ho raggiunto un grande amico (
igor) e lo sfondo e il ricordo del Basodino hanno accompagnato la mia giornata. Posso dire di aver potuto fare un ottimo recupero fisico in Capanna e di essermi potuto quindi occupare in modo efficace della gita di sabato.
Questione difficoltà e sicurezza
In questa escursione ero da solo, per lo più senza campo, su terreni difficili, a 3000 metri per una buona parte e impegnato per 16 ore. Non avendo in chiaro le tempistiche per il rientro in Capanna e non avendo definito un' unica via di rientro ho mandato sms regolarmente a 3 persone fidate. In essi indicavo l'orario, il punto in cui mi trovavo e l'obiettivo successivo. Gli sms, anche se spesso molto in ritardo (per questo motivo indicavo un'ora), sono sempre giunti a destinazione.
Brenna indicava PD la cresta sud del Basodino e PD meno la cresta nord. In generale mi sono allineato alle sue valutazioni. Ma sinceramente ho trovato esposta e delicata soltanto la disarrampicata dalla vetta del Basodino per scendere al Passo del Basodino e un po' meno la discesa a nord del Tamierhorn. Per questi tratti si può andare anche senza assicurarsi come ho fatto io. Ma se si ha tempo di farlo non è tempo sprecato. Anzi. Sapete tutti bene cosa succede a fare un passo falso.
I video della gita
Il primo è completo di foto e sottofondo musicale. Gli altri brevi e descrittivi.
1.- [/drive.google.com/file/d/1UpMxgjjA7oRlq6eL34y9WDj4MgrlXO5o/v...]
2.- Tamierpass: [/drive.google.com/file/d/1UD8rhADexloM8d_Y_9xAiJmCa6QtRIbc/v...]
3.-Cavegno: [/drive.google.com/file/d/1QMHx75SquiUHmmAm7I29RIky7TdnrVqg/v...]
4.- Randinascia: [/drive.google.com/file/d/1XGFBoA3-P9bA_JOU-TShxzSeafSJi3-I/v...]
Spero di avervi ispirato un possibile vostro futuro tour. Io ho intenzione di completarlo martedì 15 settembre salendo al Kastelhorn dalla Val Bedretto.
Ma questa volta con
m323.
Ciao bella gente.
In breve
Ho fatto un gran bel giro presso il gruppo Basodino partendo dal fondovalle (San Carlo 960m), toccando il Tamierhorn (3086m), occupandomi del Basodino (3272m) in modo completo da sud a nord e infine del suo vicino settentrionale, il Pizzo Cavergno (3222m). Non ho continuato come da programma con il Kastelhorn, ma sono sceso diretto dal ghiacciaio per raggiungere la Capanna Basodino.
L'idea iniziale, la preparazione e l'avvicinamento alla regione
Il richiamo era forte e avvolgente e dunque puntavo ad obiettivi ambiziosi: raggiungere le 4 cime principali dal fondovalle percorrendo il crinale da SE a NW, scendere nel versante italiano dall'ultima vetta, il Kastelhorn, e prendere la Bocchetta Val Maggia per raggiungere infine la Capanna Basodino da Randinascia. Volevo in qualche maniera metterci anche il ghiacciaio. Tutto in un solo giorno. Il giorno successivo dovevo tuttavia essere preparato e rifornito per raggiungere

Insomma tante belle idee in testa, troppo. Salire dal ghiacciaio mi avrebbe impedito di vedere la Valle d' Antabia e di toccare il Tamierhorn (per il quale dal Basodino avrei speso almeno 3 ore per scendere e ritornare indietro). All'estremo opposto il Kastelhorn e la Bocchetta Val Maggia richiedevano pure i loro tempi dal Pizzo Cavergno, almeno 5 ore se non di più e non avrei goduto il ghiacciaio. Pertanto ho deciso di ascendere dalla Valle di Antabia, seguire il crinale in direzione NW finchè me la fossi sentita e tenere il ghiacciaio come riserva (per una discesa anticipata).
Per questa escursione impegnativa su terreni difficili ho ampiamente consultato le guide di Brenna (utilissime), le relazioni di


Igor mi ha prestato il suo GPS grazie al quale ho potuto tracciare e orientarmi in Valle di Antabia di notte quando mi sono perso.
Tutte le parti più difficili erano valutate PD o PD-.
Ho portato con me provviste per 2 giorni calcolando anche di poter restare senza cena alla capanna in caso di un arrivo molto tardivo. Ho caricato 60 metri di corda nello zaino per il giorno successivo con Igor.
Infine ho portato 3 libri di vetta. Depositati al Tamierhorn, al Cavergno e il giorno successivo al Castello. Unico già presente era al Basodino con una foto di copertina divertente (vedi immagine).
Il giorno prima mi sono rilassato, non ho lavorato, sono stato al lago e ho passeggiato. Cena sostanziosa e ho dormito un paio di ore, sveglia alle 00:15. Prima di questo genere di uscite non ho mai sonno, sarà l'adrenalina.
Partenza alle 00:45 da casa mia. In 2 ore d'auto, con una pausa caffé, ho raggiunto San Carlo.
Il Tamierhorn
La prima vetta del giorno è stata anche la più faticosa da raggiungere a causa della distanza e del dislivello (maggiore di 2000m ) da San Carlo.
Mi sono incamminato alle 02.37 con la frontale e mi sono addentrato nel fitto bosco. Con ritmo lento ma costante ho percorso la vallata sotto una luna piena che mi ha permesso di osservarne i contorni, gli alpi e di scorgere i profili delle montagne. A quota 1309 m trovo una fontana dove mi rifornisco di acqua. La traccia è segnata in bianco-rosso, facile da individuare.
Sopra quota 1700 m incontro un torrente con evidenti segni di una recente alluvione. Non ritrovo il sentiero al di là del guado e ad istinto lo vado a cercare più a monte dopo aver arrampicato qualche placca subito impegnativa. Mi trovo in difficoltà e mi confondo anche con il GPS perché l'orientamento della mappa è rovesciato.
Perdo una ventina di minuti ma poi mi concentro e ritrovo la traccia dal GPS. Al guado dovevo girare a sinistra, scendere, e non a destra. Così riprendo a camminare e verso le 06:00 aumenta la luce ed inizia ad albeggiare. Mi avvicino alla zona del Rifugio Piano delle Creste sotto una lesta aurora.
Ora il paesaggio è permeato di quella magia che caratterizza il passaggio dal mondo notturno a quello diurno. Sono i minuti più belli. Ed essere lì ti dona una vitalità e una forte sensazione.
Raggiungo il Rifugio Pian di Creste alle 06:45.
Momento suggestivo: sono le 06.35 e mi trovo in alta Val di Antabia nei pressi del Rifugio

Dentro ci sono un gruppo di tedeschi scesi dal Basodino il giorno prima. Mi concedo un caffè e uno spuntino di frutta secca, ma fuori, perché ci aggiungo una buona sigaretta. La redbull la tengo per dopo. Quella schifezza posso garantire che funziona. Ci sono 8 gradi e pertanto faccio veloce.
Lì fuori poi incontro una bella ragazza di Lucerna. Peccato che stava tornando a San Carlo. Altrimenti le avrei proposto di unirci per affrontare il crinale in due.
La traccia ancora bianco rossa risale a sinistra del Rifugio ai piedi del Pizzo Medola, lo aggira da destra, ne segue una parte della dorsale E, per poi dirigersi a NW , su terreno pietroso, verso il Tamierpass. In questa parte finale si scorge bene la parete E del Basodino.
Al Tamierpass breve pausa, sono le 09.15, poi punto direttamente la montagna a me di fronte dal versante a destra (NE) su placche vieppiù difficili. Mi fermo, controllo la traccia di Andrea e noto che transita alla mia destra aggirando la placconata, per poi girare a sinistra e risalire la ripida ma solida ganna fino alla cresta principale a metà tra anticima e cima. Per correggere la mia rotta scendo dunque dalle placche più verticali ed effettuo un traverso non facile ma che mi risparmia quota ed energia. Durante questa salita devo rallentare perché il peso dello zaino mi aumenta il battito che impenna spesso a 180/min.
Alle 10.56 tocco la vetta. Spettacolare è la vista del Basodino. Breve pausa per le foto e per depositare e compilare il libro di vetta. Sono già più di 8 le ore di impegno fino a qui.
Vetta del Tamierhorn (3087 m), ore 10.56, vista verso il Basodino e la sua cresta meridionale

Il Basodino
Che bello ritornare dopo un anno al Basodino. Per me è raro ritornare su montagne impegnative già fatte. Ma, come detto in apertura, lui è il Basodino, ti dà qualcosa in più.
Anzitutto devo raggiungere il Passo di Antabia. Dal Tamierhorn mi tengo sotto-cresta nel versante italiano. Dall'altra parte è troppo esposto. Ci sono passaggi di 2°grado da disarrampicare. Con facilità e velocità sono al Passo di Antabia, quota 3033 m. Ora ho 240 metri da guadagnare. Ma non sono faticosi. La cresta sud del Basodino, sebbene valutata PD, la trovo piacevole e aerea, ma mai troppo esposta. Forse le placche nella prima parte sono la maggiore difficoltà.
Il Basodino non è un 3000 marcio. Anzi. È costituito da grandi blocchi di solida roccia.
Giunto alla Cima Sud non posso seguire la cresta, ci sono troppi salti. Per cui eseguo un facile traverso sulla parete E, puntando direttamente alla vetta. La scalata è facile, su blocchi e placche generosi in appigli e mai verticali.
Sono in vetta alle 12.45.
La soddisfazione è grandissima. Sono trascorse 12 ore fino a qui.
Mangio tanto e mi godo la cima. Drummino di vetta. La visibilità è ottima, l'aria frizzante, il vento debole. Compilo il libro e osservo 3 persone avvicinarsi alla base del Basodino dal ghiacciaio. Ma non sono salite in vetta. Una di queste poi l'ho ritrovata in capanna.
Ore 12:45, Basodino vetta principale, vista verso NE

Pizzo Cavergno
È la terza cima seguendo il crinale da sud a nord. Per raggiungerla devo disarrampicare il Basodino da NW. E per me non è stato facile. Il versante svizzero sul ghiacciaio é parecchio in piedi. Quello italiano un attimo più agibile, ma sempre molto esposto, almeno se non ho sbagliato io la via. Un po' di neve sulle rocce mi riduce anche i punti di appoggio. Mi abbasso portandomi verso il Passo del Basodino (punto tra Basodino e Cavergno). Una volta lasciata la cima comunque, il filo della cresta ritorna ad essere facile. Il Cavergno appare come un ammasso di sfasciumi e franoso, mi sembra una pazzia salire su quel marciume. Ma poi raggiunta (in pochi minuti) la cima trovo che sia una bellissima montagna. Offre una prospettiva diversa sul ghiacciaio, la vista sulla Basodino Northface , sul crinale fino al Kastellücke e oltre. Qui deposito il libro di vetta. Sono passate 14 ore. Mi prendo una pausa e valuto bene cosa fare: il Kastelhorn non è vicinissimo come il Basodino. Per raggiungerlo dovrei seguire il crinale su terreno difficile, fare un passaggio delicato sotto-cresta nel versante italiano. Poi per tornare dovrei andare fino alla Bocchetta Val Maggia, perchè dal Kastelhorn non me la sentirei di scendere sul ghiacciaio crepacciato, e nemmeno di aggirarlo in quanto le vie svizzere sono valutate AD e non ho trovato alcuna relazione che le descrivesse.
Pertanto decido di abbandonare il crinale, rinunciare al Kastelhorn, scendere dal ghiacciaio e nella mia mente si crea l'immagine di una birra in capanna.
Faccia nord del Basodino, vista dal Pizzo Cavergno. Sono le 14.45 e decido di non proseguire.

La discesa
Senza difficoltà alcuna discendo nei pressi del Passo del Basodino, la sella che separa i 2 monti e dalla quale ho un accesso immediato al ghiacciaio del Basodino. Cambio assetto e mi avventuro nel grande ghiacciaio. Mi sento libero e felice. Non c'è nessuno, sul ghiacciaio, sul Basodino, sul Cavergno. È tutto mio. Seguo una traccia, inizialmente appoggio la picca perché è un po' ripido, ed essendo settembre non sono più abituato a muovermi su neve e ghiaccio. Quindi mi dirigo nel cuore del vasto ghiacciaio, dove incrocio la traccia per la sella ubicata presso la cresta est (via normale), qui piego a sinistra e scendo rapidamente fino all'accesso che si trova a N o NW.
Con tutta calma mi avventuro sull'enorme morena. La vasta placconata è discendibile per più vie, ma io seguo gli omini di pietra. La traccia non è facile da individuare ma riesco a mantenerla.
Mi sono fermato a bere l'acqua di disgelo e ho appoggiato e dimenticato gli occhiali da sole. Me ne sono accorto molto più in giù. Pertanto ho dovuto rifare un pezzo di salita ma senza zaino. Mi sembrava di volare.
Al fiume si giunge curvando a sinistra a 2401 m e discendendo una ripida pietraia, in fondo alla quale si deve curvare a destra e seguire il fiume (l'anno scorso mi ero perso andando a sinistra).
Raggiunto Mött di Crusei (2252 m) mi concedo una pausa. Sono passate le 18:00. La cena in Capanna è servita fino alle 18.30. I cartelli indicano 2 vie per la Capanna, entrambe con un tempo di 1h e 30. Dal Lago del Zött l'anno precedente era stata interminabile anche se in apparenza sembra la via più rapida perchè in discesa. Quindi opto per Randinascia. Lassù posso camminare molto veloce e rientrare senza un ritardo eccessivo. Invio un SMS dicendo di essere a Randinascia (in realtà mi mancava mezz'ora per arrivarci).
Randinascia è uno dei luoghi più belli che abbia visto. Qui incontro 2 ragazzi che avrebbero dormito in tenda per farsi il Basodino l'indomani.
Viaggio rapido e giungo in Capanna alle 19:20!
Randinascia: luogo incantevole. Ormai la luce ha i minuti contati. Avessi completato il tour sarei arrivato dopo le 22:00

In Capanna
La presenza di una scolaresca svizzero-tedesca probabilmente ha salvato la mia cena ritardando tutto il servizio, sono entrato nella hall e stavano ancora tutti mangiando. O forse è stata la clemenza del capannaro?
Vabbè io le mie provviste ce le avevo, non sono così sprovveduto. Ma mi è andata più che bene direi. Infatti oltre alla potente cena (insalata mista, abbondante razione di pasta alla bolognese, pane, cake, birra) ho beneficiato della compagnia del personale della Capanna, un simpatico ragazzo e 2 giovani ragazze.
Ho potuto anche telefonare e studiare tramite il PC il mio itinerario dell'indomani.
Senza campo e senza internet non ho avuto distrazioni. Pertanto ho dormito secco 9 ore nonostante il caos generale generato dai ragazzini. L'unica persona in camera con me era una donna che dormiva al mio arrivo e dormiva anche alla mia partenza. Al mattino l'ho svegliata per vedere se fosse carina. Ero molto curioso. Non era male, ma avrà avuto 15 o 20 anni in più e non parlava la mia lingua. Con lei ho preso la colazione tentando di comunicare un po' ma non sono riuscito a capire cosa ci facesse lì.
Pizzo Castello: l'indomani
Seguirà una relazione a parte per il Pizzo Castello dalla Capanna Basodino nel giorno del compleanno di mio figlio Eidan (

Lassù ho raggiunto un grande amico (

Questione difficoltà e sicurezza
In questa escursione ero da solo, per lo più senza campo, su terreni difficili, a 3000 metri per una buona parte e impegnato per 16 ore. Non avendo in chiaro le tempistiche per il rientro in Capanna e non avendo definito un' unica via di rientro ho mandato sms regolarmente a 3 persone fidate. In essi indicavo l'orario, il punto in cui mi trovavo e l'obiettivo successivo. Gli sms, anche se spesso molto in ritardo (per questo motivo indicavo un'ora), sono sempre giunti a destinazione.
Brenna indicava PD la cresta sud del Basodino e PD meno la cresta nord. In generale mi sono allineato alle sue valutazioni. Ma sinceramente ho trovato esposta e delicata soltanto la disarrampicata dalla vetta del Basodino per scendere al Passo del Basodino e un po' meno la discesa a nord del Tamierhorn. Per questi tratti si può andare anche senza assicurarsi come ho fatto io. Ma se si ha tempo di farlo non è tempo sprecato. Anzi. Sapete tutti bene cosa succede a fare un passo falso.
I video della gita
Il primo è completo di foto e sottofondo musicale. Gli altri brevi e descrittivi.
1.- [/drive.google.com/file/d/1UpMxgjjA7oRlq6eL34y9WDj4MgrlXO5o/v...]
2.- Tamierpass: [/drive.google.com/file/d/1UD8rhADexloM8d_Y_9xAiJmCa6QtRIbc/v...]
3.-Cavegno: [/drive.google.com/file/d/1QMHx75SquiUHmmAm7I29RIky7TdnrVqg/v...]
4.- Randinascia: [/drive.google.com/file/d/1XGFBoA3-P9bA_JOU-TShxzSeafSJi3-I/v...]
Spero di avervi ispirato un possibile vostro futuro tour. Io ho intenzione di completarlo martedì 15 settembre salendo al Kastelhorn dalla Val Bedretto.
Ma questa volta con

Ciao bella gente.
Tourengänger:
Michea82

Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (21)