Garenstock 2953m - Plattenberg 3041m - Vernokhörner 3041m (Cresta SSW) - Torrone di Garzora 3017m
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Un progetto che avevo in serbo da secoli, sempre rimandato per un'infinità di motivi, è la concatenazione di tutte queste belle cime restando sulla cresta.
Grazie al rapporto di tapio e al video (@ 35:54) di igor venni a sapere che il Gross Vernokhorn si fa salire dal suo lato più sexy con un AD+, IV. Metto dunque questa difficoltà nell'intestazione del rapporto, anche se a mio avviso forse è un pelo sopravvalutata (avrei detto AD, IV-, ma cosa ne voglio sapere io...).
Partendo direttamente da Larecc, seguo il facile sentiero escursionistico fino a Scaradra di Sopra. Qui attraverso il ponticello e abbandono il sentiero, per dirigermi senza difficoltà verso l'anfiteatro di Pontirone. Ne approfitto per fare una breve e facilissima crestina che fiancheggia sulla destra (sinistra orografica) il Ri di Scaradra (720'545, 157'060), molto gradevole per scaldarsi un po' le mani. Alternativamente si può passare anche pochi metri più a destra (Sud) per restare su un T2/T3 (senza traccia). Si risale l'evidente canalone, e fino a ca. 2780m si resta su un T4 max, pendenze facili ma terra (sabbia) e pietrisco super mobili. In seguito si curva un po' a destra, e fino allo scollinamento (ca 2915m) le pendenze aumentano un poco, quindi T5- (max T5 se si vuol fare i birichini). Non farsi tentare dalla dorsale a 721'540, 157'150, la roccia fa davvero schifo; restare nel canalone di salita. A riprova della "comodità" di questo canalone, lo avrei percorso molto volentieri anche in discesa.
Il canalone parallelo più a Nord, appena sotto il Plattenberg (721'375, 157'435), dovrebbe essere di difficoltà equivalente (non verificato). Sicuramente non lo prenderei se si fa conto di andare al Garenstock, ma eventualmente se si va solo al Plattenberg magari è più di interesse.
Una volta scollinati, la vista che si apre verso il Cassinello è davvero fenomenale, e un lago di sabbia intonso si fa testimone della scarsa frequentazione del luogo. Con gran facilità si prosegue verso il Garenstock (T3), oppure direttamente verso il Plattenberg (T4).
Il Garenstock è una cimetta anonima (manco l'ometto c'era, ne ho improvvisato uno piccolino) e poco profilata, ma offre una vista davvero gradevole sulla Läntatal, Piz Scharboda, Zervreilahorn, Adula, ecc.
Già che ci sono faccio una deviazione al P.3015m, anche se si può tranquillamente andare per via più diretta al Plattenberg. T4. Non so nemmeno perché, ma il Plattenberg mi è piaciuto un sacco, proprio come diceva igor. È sicuramente una cima meritevole di essere presa anche singolarmente, così da mantenere lo sforzo fisico a livelli gradevoli.
Dal Plattenberg si scende senza grosse difficoltà prima all'anticima con grosso ometto (ca. 3025m) e poi alla sella P.2981m (direi max T5, ma non mi ricordo neanche più).
Dal P.2981m cominciano le danze, per nulla banali, ma comunque mai al limite. Prima di arrivare alla base della rampa finale del Gross Vernokhorn si incontrano un paio di passaggi abbastanza delicati, con un'esposizione della madonna (mi verrebbe quasi da dire che la cresta prima della base della rampa finale sia il tratto più difficile). Per la rampa finale, il tratto più delicato è proprio all'inizio (contrariamente alle aspettative). In seguito si raggiunge a metà salita un evidente blocco "bianco" che si aggira a destra (Est) e si raggiunge la vetta senza eccessive difficoltà (attenzione, più vie possibili). Questa rampa si è rivelata stranamente molto più breve di quanto avevo preventivato.
Roccia super, usato pedule (= scarpette d'arrampicata, solo per la rampa finale).
Per raggiungere il "primo corno" c'è un breve passaggio di II, che da lontano sembra più difficile di quanto sia realmente. In discesa tuttavia deve essere abbastanza sgradevole visto che non si vedono bene le grosse fessure che offrono ampi appigli.
Anche qui, manco l'ometto c'è, e il libro di vetta è sotto due sassi alla c@ a prendere acqua. Faccio asciugare il tutto (è salvo!), metto un nuovo sacchettino e faccio un ometto con riparo per il libro. Stranamente, nessuna iscrizione quest'anno.
La discesa dalla normale del Gross Vernokhorn è un T4, molto facile ma con detriti un po' instabili. Dalla base decido di seguire il filo di cresta, anche se si farebbe molto prima a tirare dritto lungo la sassaia. Fino al P.2975m (con ometto) nessun problema di sorta, subito dopo di esso un passaggio in discesa piuttosto bastrucco con un'esposizione anche qui della madonna, ma probabilmente aggirabile sul lato sassaia (Est). Altri tre passaggi in cresta sono da aggirare, penso che neanche a volerlo si riesca a farli direttamente.
Consiglio di fare questa cresta a chi viene a fare solo il Gross Vernokhorn dalla normale, così da ravvivare un po' la salita/discesa. Chi fa il Tour de Force potrebbe anche risparmiarsela. In ogni caso, la cresta si può abbandonare quasi ad ogni momento senza tanti problemi.
Dal P.2918m si prosegue senza problemi. Si incontra una prima "cimetta" che all'inizio volevo salire, poi ricordandomi di aver letto che una di esse era da aggirare a sinistra mi vado ad infognare in un traverso un po' delicato, dato che non avevo voglia di perdere quota per prendere l'aggiramento facile. Vabbè, morale della favola, quella si poteva salire benissimo, era la "cimetta" successiva che andava aggirata (721'924, 158'846).
La salita al Torrone di Garzora dalla cresta Sud si fa per via essenzialmente ovvia, basta ricordarsi che le difficoltà non superano il PD, II+. Se provate a salire da un IV+, vale la pena riconsiderare la scelta della via...
La roccia non è solidissima, e gli amanti del giardinaggio saranno felici: tanta terra e erba. Le pedule (scarpette d'arrampicata) qui sarebbero sicuramente controproducenti.
Con sorpresa vedo che froloccone, Poncione e colleghi non hanno scritto sul libro di vetta, peccato!
Per il rientro, data la grande stanchezza, decido di scendere dalla cresta NE fino alla sella P.2867m, via un po' più rilassata (mi pare max T5+, comunque non una gita per famiglie). Quando mai, quella cresta è infinita, me ne sono davvero pentito. Inoltre, tanta roccia instabile. Un paio di canali prima del P.2867m sono sicuramente interessanti per accorciare la discesa, ma da sopra temo che non si riesca ad individuare il passaggio corretto da seguire nella parte bassa.
Dal P.2867m, le difficoltà finiscono, e si scende su una sassaia di pendenza bassa ma dove scivola tutto.
Fare attenzione a prendere il passaggio a 721'540, 160'075, altre vie (poche!) sono possibili, ma da sopra è quasi impossibile vedere dove sono. Una volta a quota 2200m, andare a prendere la traccia marcata sulla CNS senza tergiversare (come da traccia GPS), altrimenti si finisce nella giungla. Suddetta traccia spesso si perde (sigh). Una volta alla bella radura di Garzora, dove c'è un'utilissima fontana, si prende il sentiero ben tenuto fino a Garzott.
Per commentare sui "complimenti" di Ely Riva al Gross Vernokhorn (che tapio ha gentilmente trascritto), sperando di non sembrare irrispettoso, ho l'impressione che quel giorno al Mister gli si siano gelate le chiappe e se la sia "presa" con la cima. Ma ciapa sü ul gipunin, 'iscto! :)) La vista non è certamente così spettacolare come sul Plattenberg, ma non è male. Evidentemente la salita dalla normale regala poche emozioni, dato che è tecnicamente molto facile, ma posso garantire che dalla cresta SSW ci risalirei ancora molto volentieri. Inoltre, se le condizioni meteo non sono adeguate, mica è colpa della cima... Crispas! Sa vedum!
Grazie al rapporto di tapio e al video (@ 35:54) di igor venni a sapere che il Gross Vernokhorn si fa salire dal suo lato più sexy con un AD+, IV. Metto dunque questa difficoltà nell'intestazione del rapporto, anche se a mio avviso forse è un pelo sopravvalutata (avrei detto AD, IV-, ma cosa ne voglio sapere io...).
Partendo direttamente da Larecc, seguo il facile sentiero escursionistico fino a Scaradra di Sopra. Qui attraverso il ponticello e abbandono il sentiero, per dirigermi senza difficoltà verso l'anfiteatro di Pontirone. Ne approfitto per fare una breve e facilissima crestina che fiancheggia sulla destra (sinistra orografica) il Ri di Scaradra (720'545, 157'060), molto gradevole per scaldarsi un po' le mani. Alternativamente si può passare anche pochi metri più a destra (Sud) per restare su un T2/T3 (senza traccia). Si risale l'evidente canalone, e fino a ca. 2780m si resta su un T4 max, pendenze facili ma terra (sabbia) e pietrisco super mobili. In seguito si curva un po' a destra, e fino allo scollinamento (ca 2915m) le pendenze aumentano un poco, quindi T5- (max T5 se si vuol fare i birichini). Non farsi tentare dalla dorsale a 721'540, 157'150, la roccia fa davvero schifo; restare nel canalone di salita. A riprova della "comodità" di questo canalone, lo avrei percorso molto volentieri anche in discesa.
Il canalone parallelo più a Nord, appena sotto il Plattenberg (721'375, 157'435), dovrebbe essere di difficoltà equivalente (non verificato). Sicuramente non lo prenderei se si fa conto di andare al Garenstock, ma eventualmente se si va solo al Plattenberg magari è più di interesse.
Una volta scollinati, la vista che si apre verso il Cassinello è davvero fenomenale, e un lago di sabbia intonso si fa testimone della scarsa frequentazione del luogo. Con gran facilità si prosegue verso il Garenstock (T3), oppure direttamente verso il Plattenberg (T4).
Il Garenstock è una cimetta anonima (manco l'ometto c'era, ne ho improvvisato uno piccolino) e poco profilata, ma offre una vista davvero gradevole sulla Läntatal, Piz Scharboda, Zervreilahorn, Adula, ecc.
Già che ci sono faccio una deviazione al P.3015m, anche se si può tranquillamente andare per via più diretta al Plattenberg. T4. Non so nemmeno perché, ma il Plattenberg mi è piaciuto un sacco, proprio come diceva igor. È sicuramente una cima meritevole di essere presa anche singolarmente, così da mantenere lo sforzo fisico a livelli gradevoli.
Dal Plattenberg si scende senza grosse difficoltà prima all'anticima con grosso ometto (ca. 3025m) e poi alla sella P.2981m (direi max T5, ma non mi ricordo neanche più).
Dal P.2981m cominciano le danze, per nulla banali, ma comunque mai al limite. Prima di arrivare alla base della rampa finale del Gross Vernokhorn si incontrano un paio di passaggi abbastanza delicati, con un'esposizione della madonna (mi verrebbe quasi da dire che la cresta prima della base della rampa finale sia il tratto più difficile). Per la rampa finale, il tratto più delicato è proprio all'inizio (contrariamente alle aspettative). In seguito si raggiunge a metà salita un evidente blocco "bianco" che si aggira a destra (Est) e si raggiunge la vetta senza eccessive difficoltà (attenzione, più vie possibili). Questa rampa si è rivelata stranamente molto più breve di quanto avevo preventivato.
Roccia super, usato pedule (= scarpette d'arrampicata, solo per la rampa finale).
Per raggiungere il "primo corno" c'è un breve passaggio di II, che da lontano sembra più difficile di quanto sia realmente. In discesa tuttavia deve essere abbastanza sgradevole visto che non si vedono bene le grosse fessure che offrono ampi appigli.
Anche qui, manco l'ometto c'è, e il libro di vetta è sotto due sassi alla c@ a prendere acqua. Faccio asciugare il tutto (è salvo!), metto un nuovo sacchettino e faccio un ometto con riparo per il libro. Stranamente, nessuna iscrizione quest'anno.
La discesa dalla normale del Gross Vernokhorn è un T4, molto facile ma con detriti un po' instabili. Dalla base decido di seguire il filo di cresta, anche se si farebbe molto prima a tirare dritto lungo la sassaia. Fino al P.2975m (con ometto) nessun problema di sorta, subito dopo di esso un passaggio in discesa piuttosto bastrucco con un'esposizione anche qui della madonna, ma probabilmente aggirabile sul lato sassaia (Est). Altri tre passaggi in cresta sono da aggirare, penso che neanche a volerlo si riesca a farli direttamente.
Consiglio di fare questa cresta a chi viene a fare solo il Gross Vernokhorn dalla normale, così da ravvivare un po' la salita/discesa. Chi fa il Tour de Force potrebbe anche risparmiarsela. In ogni caso, la cresta si può abbandonare quasi ad ogni momento senza tanti problemi.
Dal P.2918m si prosegue senza problemi. Si incontra una prima "cimetta" che all'inizio volevo salire, poi ricordandomi di aver letto che una di esse era da aggirare a sinistra mi vado ad infognare in un traverso un po' delicato, dato che non avevo voglia di perdere quota per prendere l'aggiramento facile. Vabbè, morale della favola, quella si poteva salire benissimo, era la "cimetta" successiva che andava aggirata (721'924, 158'846).
La salita al Torrone di Garzora dalla cresta Sud si fa per via essenzialmente ovvia, basta ricordarsi che le difficoltà non superano il PD, II+. Se provate a salire da un IV+, vale la pena riconsiderare la scelta della via...
La roccia non è solidissima, e gli amanti del giardinaggio saranno felici: tanta terra e erba. Le pedule (scarpette d'arrampicata) qui sarebbero sicuramente controproducenti.
Con sorpresa vedo che froloccone, Poncione e colleghi non hanno scritto sul libro di vetta, peccato!
Per il rientro, data la grande stanchezza, decido di scendere dalla cresta NE fino alla sella P.2867m, via un po' più rilassata (mi pare max T5+, comunque non una gita per famiglie). Quando mai, quella cresta è infinita, me ne sono davvero pentito. Inoltre, tanta roccia instabile. Un paio di canali prima del P.2867m sono sicuramente interessanti per accorciare la discesa, ma da sopra temo che non si riesca ad individuare il passaggio corretto da seguire nella parte bassa.
Dal P.2867m, le difficoltà finiscono, e si scende su una sassaia di pendenza bassa ma dove scivola tutto.
Fare attenzione a prendere il passaggio a 721'540, 160'075, altre vie (poche!) sono possibili, ma da sopra è quasi impossibile vedere dove sono. Una volta a quota 2200m, andare a prendere la traccia marcata sulla CNS senza tergiversare (come da traccia GPS), altrimenti si finisce nella giungla. Suddetta traccia spesso si perde (sigh). Una volta alla bella radura di Garzora, dove c'è un'utilissima fontana, si prende il sentiero ben tenuto fino a Garzott.
Per commentare sui "complimenti" di Ely Riva al Gross Vernokhorn (che tapio ha gentilmente trascritto), sperando di non sembrare irrispettoso, ho l'impressione che quel giorno al Mister gli si siano gelate le chiappe e se la sia "presa" con la cima. Ma ciapa sü ul gipunin, 'iscto! :)) La vista non è certamente così spettacolare come sul Plattenberg, ma non è male. Evidentemente la salita dalla normale regala poche emozioni, dato che è tecnicamente molto facile, ma posso garantire che dalla cresta SSW ci risalirei ancora molto volentieri. Inoltre, se le condizioni meteo non sono adeguate, mica è colpa della cima... Crispas! Sa vedum!
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Cele
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