Alta Burasca (2634 m) – Bike & Hike
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Il toponimo Burasca, dal dialetto Bürasca, evoca tempeste con una travolgente concomitanza di vento e pioggia.
Non è il caso odierno: calma di vento e temperatura estiva mi accompagnano nel tentativo di raggiungere la cima mesolcinese, che soprattutto in inverno suscita in me ammirazione e nel contempo timore reverenziale.
Dopo anni di venerazione (l’ho fotografata da tutte le parti) è arrivato il giorno dell’Alta Burasca.
Inizio dell’escursione: ore 7:25
Fine dell’escursione: ore 14:40
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1017 hPa
Temperatura alla partenza: 11,5°C
Temperatura al rientro: 22,5°C
Isoterma di 0° alle 9:00: 4200 m
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 6.35
Tramonto del sole: 20.12
Sveglia alle 5:00; partenza da casa alle 5:55, arrivo a Pian San Giacomo alle 7:00, dopo 83 km d’auto.
Parcheggiata l’auto in uno slargo ombreggiato, di fronte al dismesso Ristorante Posta, preparo la bici per affrontare il primo tratto di salita su strada.
Alle 7:25 supero lo stretto ponte sulla Moesa e all’altezza della cappella svolto a destra sulla stradina, dapprima asfaltata, poi sterrata, che passando da diversi rustici e dal monte Valineu (1260 m), in circa 35 minuti mi permette di raggiungere Pradiron Sura (1529 m).
Spingo la bici fino al limite superiore del prato, quindi la lego ad un piccolo abete, a circa 1545 m di quota. Ho dovuto pedalare con gli scarponi da montagna e con uno zaino molto più pesante di quello che uso normalmente per la bike, comunque ce l’ho fatta.
Il “Sentiero Alpino Calanca” entra immediatamente nell’abetaia, in alcuni tratti decisamente fitta e scura, con il terreno molto secco. Mi guardo attorno, ma vedo un solo Porcino, marcescente. Più avanti, nel lariceto, l’umidità aumenta grazie alla rugiada. In questo bosco ci sono dei Laricini, che io comunque non raccolgo.
Dopo 35 minuti di camminata pervengo al rifugio Alp d’Arbea (1825 m). L’edificio è chiuso, tuttavia mi basta la fontana, dalla quale sgorga acqua molto fresca. Mi concedo una bella pausa di un quarto d’ora, quindi proseguo in direzione della sella posta in prossimità della Cima de La Duleira. La raggiungo alle nove e mezza; qui decido di accorciare i pantaloni: che sollievo, ora ho l’impressione di volare. Le ginocchia scoperte non subiscono più le costrizioni nel sollevamento: il vantaggio è evidente. Abbandono il sentiero che sale verso il Rifugio Pian Grand e imbocco un sentierino di pecore che passando tra i rododendri svolta a sinistra, in direzione della meta. La prima parte, inaspettatamente, è meno ripida di quanto potrebbe apparire da un’osservazione dal villaggio di San Bernardino. Dopo un’analisi del pendio, punto all’evidente rilievo roccioso, alla destra del quale affronterò la parte più erta, su pietraie. L’ultimo bancone di nebbia si è dissolto, non spira un alito di vento e la temperatura, considerando la quota, è molto elevata. Malgrado l’assenza di segnaletica e di ometti, la perfetta visibilità mi permette di orientarmi facilmente.
Alle 11:00 raggiungo lo stretto Passo E dell’Alta Burasca (2557 m), dal quale posso ammirare l’Alp e il bel Lagh de Trescolmen (2025 m), in Valle Calanca. A partire da questo valico, senza nome sulla carta topografica, appare un sentierino che lungo la cresta porta alla vetta. Non conviene allontanarsi dal crinale, non è particolarmente esposto, inoltre si evitano così alcune placche di roccia presenti poco più a nord.
In meno di venti minuti pervengo alla cima dell’Alta Burasca (2634 m): geschafft!
Alta Burasca (2634 m)
Sono in compagnia di cinque vecchi stambecchi maschi dalle imponenti corna. Dagli anelli valuto che il più anziano abbia dieci-undici anni.
Il modesto omino di pietre non contiene un libro di vetta, poco importa: scatto delle foto ricordo e delle foto panoramiche sulla bellissima regione di San Bernardino e sulle vicine cime Piz de Trescolmen (2652 m), Cima de la Bedoleta (2626 m) e Piz Pian Grand (2688 m).
Viste le buone condizioni meteo mi posso permettere una bella sosta in vetta di oltre mezz’ora, prima di affrontare, con la massima concentrazione, la lunga pietraia che precede la sella presso la Cima de La Duleira (2050 m). Il resto della discesa si svolge sul sentiero già percorso in salita. La picchiata finale in bici verso Pian San Giacomo è una goduria grazie alla fresca brezza di versante che attenua la calura agostana.
Oggi mi sono tolto lo sfizio dell’Alta Burasca, cima elegante, dal nome intrigante, che ho sempre ammirato percorrendo la strada del Passo del San Bernardino. È stata una bella soddisfazione, accompagnata da divertimento, grazie al fantastico paesaggio e alle ideali condizioni meteo.
Tempo totale: 7 h 15 min
Tempo di salita: 4 h, di cui 35 min in bici
Tempi parziali
Pian San Giacomo (1170 m) – Pradiron Sura (1529 m): 35 min
Pradiron Sura (1529 m) – Rifugio Alp d’Arbea (1823 m): 38 min
Rifugio Alp d’Arbea (1823 m) – Sella presso la Cima de La Duleira (2050 m): 50 min
Sella presso la Cima de La Duleira (2050 m) – Alta Burasca (2634 m): 1 h 40 min
Dislivello in salita: 1494 m
Sviluppo complessivo: 16,1 km
Difficoltà: T3+
Punto più alto: 2634 m
Punto più basso: 1140 m
Consumo della batteria da 500 Wh: 26%
Coordinate Alta Burasca: 733'619/141'484
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Rega: 1414
Numero europeo d’emergenza: 112
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