Pizzo d'Ogliè (2605m) dalla Val Bavona
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Seconda montagna del gruppo del Pizzo Castello per me e igor dopo il Malora. Questa volta saliamo dalla Val Bavona, assaporandone la sua peculiare essenza. La nostra cima di oggi si trova sul crinale a nord del Malora e a sud del Rosso, costituita come tutte le sue vicine da una roccia solida e da pendici dotate di flora e fauna ricche e variegate
La traccia non è marcata se non da alcuni omini, ma è evidente fino a Launc(si chiama così l'ultimo alpeggio), costituita da sentieri tracciati e scavati nella roccia e sulle cenge dagli alpigiani, di inestimabile valore e resistenti nel tempo. Più in su il terreno diventa invece difficile e la traccia molto difficile da individuare.
Pertanto la via per la vetta va studiata.
Ci siamo appoggiati molto sulla relazione scritta da Emanuele80.
Descrizione:
Da Ritorto alla vetta sono circa 2000 m di dislivello e 11.5 chilometri. Noi abbiamo impiegato 7 ore a salire e 6 a scendere. Diciamo che ce la prendiamo sempre con calma, ritmo cauto per non sprecare energie, pause varie e un po di tempo in più per assicurazioni o calate.
Siamo partiti dal villaggio di Ritorto alle 07.20, la giornata si presenta soleggiata ma con cumulogenesi giornaliera. Entriamo nel nucleo e una gentile signora ci indica la via per imboccare il sentiero, a destra dell'ultima cascina. Questa ha una fontana, qui ci riforniamo di acqua (non si trova più acqua per tutto il percorso, pertanto è bene caricare bene borracce e camel-bag, noi abbiamo dovuto infatti razionare i liquidi).
Percorriamo un sentiero, costituito da gradini di roccia, cenge rocciose e erbose, che si eleva rapidamente nella grande parete che domina Ritorto, da cui non immagineresti possa esistere un sentiero che salga da lì.
Alle nostre spalle sentiamo e a tratti vediamo la grande cascata di Foroglio. Questa ci tiene compagnia per diverso tempo e la vediamo progressivamente sempre più in basso. Oltre alla cascata percepiamo il rumore degli elicotteri attivi nella ricerca del parapendista trentaquattrenne, che quel giorno risultava ancora disperso. Anche l'unica persona da noi incontrata sul sentiero si è trattato di un ragazzo, contadino indigeno, attivo nelle ricerche dal risultato che purtroppo abbiamo poi tutti conosciuto alcuni giorni dopo.
Cascata di Foroglio
In un'ora e mezza (ore 08:50) arriviamo ai primi monti (Piano della Corona). La bellezza di questi monti ci induce a fare una pausa. In realtà io sono particolarmente stanco in queste ultime gite, pertanto mi sono concesso oltre a tante pause, una redbull.
Dopo poco meno di 30 minuti siamo al monte successivo, ma proseguiamo e ci fermiamo 20 minuti dopo (ore 09:45) a Chiènt. È un insieme di cascine di pietra, molto suggestivo, con panorama sulla Val Bavona e la cascata di Foroglio.
Proseguiamo quindi e in un'ora siamo all'ultimo alpeggio, Launc. Qui dopo 1200m di ascesa vediamo la nostra meta lontana tra le nuvole, è lunga. Ci riposiamo, mangiamo e studiamo come proseguire. Sono le 11:00 , sono passate già 4 ore e mezza.
Chiènt (bellissimo monte)
Da Launc proseguiamo tra erba e rododendri seguendo una traccia poco definita che perdiamo più volte. Si deve salire dritto, aggirare un risalto a sinistra e raggiungere la croce (Quota 2029) con un grande omino di pietre.
Continuiamo tra i rododendri e le prime rocce e quindi lasciamo la cresta piegando a destra e tenendoci sotto-cresta. Costeggiamo la ganna a destra e una lunga placca verticale a sinistra, risalendo in obliquo. Terminata la placca, a quota 2240 m circa, risaliamo ripidi pendii erbosi e tocchiamo la cresta. Siamo a 2330 metri. Risaliamo un pezzo di crestina, molto esposta a ovest, e superiamo in altezza un'altra grande placconata che alla nostra destra si estende in larghezza fino all'altra cresta e che sta alla base del ripido pendio SW che porta alla cima. Da qui osserviamo una spettacolare parete sulla facciata W dell'Ogliè. Quindi risaliamo ulteriormente, con alcuni passaggi di secondo grado. Infine sfruttiamo una cengia erbosa e attraversiamo il pendio (a monte della placconata) fino a trovare una via erbosa per risalirlo. Circa 150 metri di ascesa dritta e siamo sulla cresta sommitale. Qui in pochi e facili passi, tra alcuni grandi blocchi, abbiamo la nostra cima.
Libro di vetta (con iscrizione del Brenna nel 1985) e grande omino di pietre. Sono ormai le 14.15, quasi 7 ore dalla partenza.
Punto in cui tocchiamo la cresta, siamo a 2330.
Bella pausa, foto, mangiamo e scrutiamo tra i banchi di nebbia le altre cime a noi vicine.
Per la discesa seguiamo la stessa via senza mai perderla, operazione che ha richiesto molta concentrazione. I passaggi di secondo grado li abbiamo svolti calandoci. Con varie pause nei monti che meritavano un po' del nostro tempo siamo arrivati a Ritorto alle 20:45. Da qui ci siamo spostati di qualche chilometro a nord (in auto) per una birra presso la cascata di Foroglio, non poteva mancare.
Video:
Punto a 2330 (cresta):
[/drive.google.com/file/d/17Mj1L85rVvK-NekwokRjgPOl54K3FoaN/v...]
Cascata di Foroglio vista da Madaröö:
[/drive.google.com/file/d/1oNY7pY23MVY0_S02vOvsghvuqhRYwPpI/v...]
Vetta:
[/drive.google.com/file/d/1JbD80jtmVF6ZXQF8_J0YRQJvjoAhx6bS/v...]
La traccia non è marcata se non da alcuni omini, ma è evidente fino a Launc(si chiama così l'ultimo alpeggio), costituita da sentieri tracciati e scavati nella roccia e sulle cenge dagli alpigiani, di inestimabile valore e resistenti nel tempo. Più in su il terreno diventa invece difficile e la traccia molto difficile da individuare.
Pertanto la via per la vetta va studiata.
Ci siamo appoggiati molto sulla relazione scritta da Emanuele80.
Descrizione:
Da Ritorto alla vetta sono circa 2000 m di dislivello e 11.5 chilometri. Noi abbiamo impiegato 7 ore a salire e 6 a scendere. Diciamo che ce la prendiamo sempre con calma, ritmo cauto per non sprecare energie, pause varie e un po di tempo in più per assicurazioni o calate.
Siamo partiti dal villaggio di Ritorto alle 07.20, la giornata si presenta soleggiata ma con cumulogenesi giornaliera. Entriamo nel nucleo e una gentile signora ci indica la via per imboccare il sentiero, a destra dell'ultima cascina. Questa ha una fontana, qui ci riforniamo di acqua (non si trova più acqua per tutto il percorso, pertanto è bene caricare bene borracce e camel-bag, noi abbiamo dovuto infatti razionare i liquidi).
Percorriamo un sentiero, costituito da gradini di roccia, cenge rocciose e erbose, che si eleva rapidamente nella grande parete che domina Ritorto, da cui non immagineresti possa esistere un sentiero che salga da lì.
Alle nostre spalle sentiamo e a tratti vediamo la grande cascata di Foroglio. Questa ci tiene compagnia per diverso tempo e la vediamo progressivamente sempre più in basso. Oltre alla cascata percepiamo il rumore degli elicotteri attivi nella ricerca del parapendista trentaquattrenne, che quel giorno risultava ancora disperso. Anche l'unica persona da noi incontrata sul sentiero si è trattato di un ragazzo, contadino indigeno, attivo nelle ricerche dal risultato che purtroppo abbiamo poi tutti conosciuto alcuni giorni dopo.
Cascata di Foroglio
In un'ora e mezza (ore 08:50) arriviamo ai primi monti (Piano della Corona). La bellezza di questi monti ci induce a fare una pausa. In realtà io sono particolarmente stanco in queste ultime gite, pertanto mi sono concesso oltre a tante pause, una redbull.
Dopo poco meno di 30 minuti siamo al monte successivo, ma proseguiamo e ci fermiamo 20 minuti dopo (ore 09:45) a Chiènt. È un insieme di cascine di pietra, molto suggestivo, con panorama sulla Val Bavona e la cascata di Foroglio.
Proseguiamo quindi e in un'ora siamo all'ultimo alpeggio, Launc. Qui dopo 1200m di ascesa vediamo la nostra meta lontana tra le nuvole, è lunga. Ci riposiamo, mangiamo e studiamo come proseguire. Sono le 11:00 , sono passate già 4 ore e mezza.
Chiènt (bellissimo monte)
Da Launc proseguiamo tra erba e rododendri seguendo una traccia poco definita che perdiamo più volte. Si deve salire dritto, aggirare un risalto a sinistra e raggiungere la croce (Quota 2029) con un grande omino di pietre.
Continuiamo tra i rododendri e le prime rocce e quindi lasciamo la cresta piegando a destra e tenendoci sotto-cresta. Costeggiamo la ganna a destra e una lunga placca verticale a sinistra, risalendo in obliquo. Terminata la placca, a quota 2240 m circa, risaliamo ripidi pendii erbosi e tocchiamo la cresta. Siamo a 2330 metri. Risaliamo un pezzo di crestina, molto esposta a ovest, e superiamo in altezza un'altra grande placconata che alla nostra destra si estende in larghezza fino all'altra cresta e che sta alla base del ripido pendio SW che porta alla cima. Da qui osserviamo una spettacolare parete sulla facciata W dell'Ogliè. Quindi risaliamo ulteriormente, con alcuni passaggi di secondo grado. Infine sfruttiamo una cengia erbosa e attraversiamo il pendio (a monte della placconata) fino a trovare una via erbosa per risalirlo. Circa 150 metri di ascesa dritta e siamo sulla cresta sommitale. Qui in pochi e facili passi, tra alcuni grandi blocchi, abbiamo la nostra cima.
Libro di vetta (con iscrizione del Brenna nel 1985) e grande omino di pietre. Sono ormai le 14.15, quasi 7 ore dalla partenza.
Punto in cui tocchiamo la cresta, siamo a 2330.
Bella pausa, foto, mangiamo e scrutiamo tra i banchi di nebbia le altre cime a noi vicine.
Per la discesa seguiamo la stessa via senza mai perderla, operazione che ha richiesto molta concentrazione. I passaggi di secondo grado li abbiamo svolti calandoci. Con varie pause nei monti che meritavano un po' del nostro tempo siamo arrivati a Ritorto alle 20:45. Da qui ci siamo spostati di qualche chilometro a nord (in auto) per una birra presso la cascata di Foroglio, non poteva mancare.
Video:
Punto a 2330 (cresta):
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Cascata di Foroglio vista da Madaröö:
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Vetta:
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Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
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