Cervandone 3211m Gerla 3087m Marani 3108m
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Finalmente mi decido a riprovare la salita al Cervandone già tentata una volta 7 anni fa ma fallita per una serie di errori.
Sveglia molto presto per essere già alle 4.45 del mattino al parcheggio del Devero nel quale lascio l'auto all'interno del silos (8 euro per 12 ore....sigh) quindi indosso la luce frontale e mi incammino sulla piana di Devero e ,con un'umidità stile pianura Padana a novembre,mi dirigo verso il sentiero che conduce ai piani della Rossa.
Cammino con calma in quanto sono ancora mezzo addormentato: faccio fatica a carburare e nel tempo che impiego per giungere in prossimità dei piani albeggia e non ho più bisogno della luce artificiale.
Prima di giungere ai piani si devia su evidente traccia che piega sinistra permettendo di addentrarsi nel percorso che scorre aggirando i grossi massi rossi caratteristici di quell'area.
Continuando su traccia e si giunge ad un pianoro nel quale sono evidenti due morene aventi sullo sfondo il ghiacciao della Rossa, il Cervandone ed il canalino Ferrari.
Si procede sulla morena di destra, sempre su traccia, fino ad un bivio per il quale bisogna proseguire scendendo a destra per poi risalire praticamente subito ed addentrarsi finalmente nel vallone che conduce al passo Marani.
Entrato nel vallone compio una sorta di semicerchio per dirigermi verso il nevaio tenendomi sulla destra, evitando di stare troppo a sinistra in quando bisognerebbe risalire un pendio ripido davvero molto franoso.
Raggiunto il nevaio calzo i ramponi in quanto, data l'ora, la neve è ancora sufficientemente dura e compatta a dispetto del caldo che ha fatto nei due giorni precedenti.
Attraversare il nevaio mi ha fatto risparmiare tanti passaggi su pietraia e nel giro di breve tempo giungo al ripido pendio che sale al passo Marani che in parte è ancora ricoperto dalla neve. Tolti i ramponi salgo il pezzo restante su terreno pessimo in quanto davvero franoso.
Arrivato al passo decido di salire subito alla punta Gerla perchè vicina e facilmentte raggiungibile grazie ad una piccola deviazione rispetto al percorso per la destinazione principale.
Passato dalla Gerla riprendo su pitraia fino ad arrivare alla quota 3112 e, giunto alla quota, si perde quota (ma guarda un po'....) per arrivare nel pianoro di fronte al Cervandone.
Dal pianoro si deve reperire la traccia (già visibile scendendo dalla quota 3112) che si intercetta sulla destra. Risalirla tutta fino all'ultimo tratto dove si incontra una freccia gialla su roccia che indica il passaggio, succesivamente sono presenti altri 4-5 bolli gialli che poi spariscono per riprendere con gli ometti.
Si giunge infine alla parte finale che con facili passaggi su rocce permette di arrivare alla cima sulla quale si può godere di un panorama spettacolare.
Rimango circa 45 minuti sulla vetta per poi cominciare la discesa sullo stesso percorso della salita, arrivato al passo Marani proseguo risalendo la pietraia che conduce alla punta omonima, su pietre instabili nella breve prima parte e poi più stabili negli ultimi metri. Dopo una breve sosta sulla punta Marani riprendo nuovamente a scendere lungo il percorso di salita.
Salita davvero bella che necessita particolare attenzione in quanto il terreno in certi punti è pessimo inoltre sulle pietraie bisogna prestare ulteriore attenzione in quanto alcune volte anche massi piuttosto grandi si muovono.
Sono presenti gli ometti facilmente reperibili fino all'entrata del vallone e nel tratto finale per il Cervandone, sulla pietraia si confondono quindi non sempre visibili.
Per salire ho impiegato circa 5,30h per scendere 4,30h con birra finale al Devero.
Sveglia molto presto per essere già alle 4.45 del mattino al parcheggio del Devero nel quale lascio l'auto all'interno del silos (8 euro per 12 ore....sigh) quindi indosso la luce frontale e mi incammino sulla piana di Devero e ,con un'umidità stile pianura Padana a novembre,mi dirigo verso il sentiero che conduce ai piani della Rossa.
Cammino con calma in quanto sono ancora mezzo addormentato: faccio fatica a carburare e nel tempo che impiego per giungere in prossimità dei piani albeggia e non ho più bisogno della luce artificiale.
Prima di giungere ai piani si devia su evidente traccia che piega sinistra permettendo di addentrarsi nel percorso che scorre aggirando i grossi massi rossi caratteristici di quell'area.
Continuando su traccia e si giunge ad un pianoro nel quale sono evidenti due morene aventi sullo sfondo il ghiacciao della Rossa, il Cervandone ed il canalino Ferrari.
Si procede sulla morena di destra, sempre su traccia, fino ad un bivio per il quale bisogna proseguire scendendo a destra per poi risalire praticamente subito ed addentrarsi finalmente nel vallone che conduce al passo Marani.
Entrato nel vallone compio una sorta di semicerchio per dirigermi verso il nevaio tenendomi sulla destra, evitando di stare troppo a sinistra in quando bisognerebbe risalire un pendio ripido davvero molto franoso.
Raggiunto il nevaio calzo i ramponi in quanto, data l'ora, la neve è ancora sufficientemente dura e compatta a dispetto del caldo che ha fatto nei due giorni precedenti.
Attraversare il nevaio mi ha fatto risparmiare tanti passaggi su pietraia e nel giro di breve tempo giungo al ripido pendio che sale al passo Marani che in parte è ancora ricoperto dalla neve. Tolti i ramponi salgo il pezzo restante su terreno pessimo in quanto davvero franoso.
Arrivato al passo decido di salire subito alla punta Gerla perchè vicina e facilmentte raggiungibile grazie ad una piccola deviazione rispetto al percorso per la destinazione principale.
Passato dalla Gerla riprendo su pitraia fino ad arrivare alla quota 3112 e, giunto alla quota, si perde quota (ma guarda un po'....) per arrivare nel pianoro di fronte al Cervandone.
Dal pianoro si deve reperire la traccia (già visibile scendendo dalla quota 3112) che si intercetta sulla destra. Risalirla tutta fino all'ultimo tratto dove si incontra una freccia gialla su roccia che indica il passaggio, succesivamente sono presenti altri 4-5 bolli gialli che poi spariscono per riprendere con gli ometti.
Si giunge infine alla parte finale che con facili passaggi su rocce permette di arrivare alla cima sulla quale si può godere di un panorama spettacolare.
Rimango circa 45 minuti sulla vetta per poi cominciare la discesa sullo stesso percorso della salita, arrivato al passo Marani proseguo risalendo la pietraia che conduce alla punta omonima, su pietre instabili nella breve prima parte e poi più stabili negli ultimi metri. Dopo una breve sosta sulla punta Marani riprendo nuovamente a scendere lungo il percorso di salita.
Salita davvero bella che necessita particolare attenzione in quanto il terreno in certi punti è pessimo inoltre sulle pietraie bisogna prestare ulteriore attenzione in quanto alcune volte anche massi piuttosto grandi si muovono.
Sono presenti gli ometti facilmente reperibili fino all'entrata del vallone e nel tratto finale per il Cervandone, sulla pietraia si confondono quindi non sempre visibili.
Per salire ho impiegato circa 5,30h per scendere 4,30h con birra finale al Devero.
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dario84
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