Direttissima Cuvio- Forte di Orino
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Il Forte di Orino è una meta delle più frequentate delle montagne del varesotto poiché offre un ampio panorama sull'arco alpino, laghi prealpini e pianura padana ed è raggiungibile da vari sentieri dai più semplici a quelli più impegnativi dando a tutti la possibilità di raggiungerlo. E' anche meta di bikers e podisti, che sfruttano le svariate alternative che la rete sentieristica offre, e da un gruppo di frequentatori abituali che si ritrovano alla domenica mattina al vicino bivacco.
Siamo saliti varie volte al "Forte", solitamente da Orino lungo sentieri normali o con qualche variante ma quella di oggi è tutta un'altra cosa. Il percorso è stato individuato da Andrea che, per questa occasione, aveva preventivamente fatto tre uscite di ricognizione in vari punti del percorso. L'idea di Andrea, che è geometra, parte dal concetto che la linea più breve che unisce due punti è la linea retta ed ha cercato di metterlo in pratica nel tracciare un percorso adattandolo all'ambiente montano con le sue valli, le dorsali e le creste. I punti sono la piazza della chiesa di Cuvio e il Forte di Orino. Naturalmente ciò non sarà possibile e di sentieri ne percorreremo ben pochi ma, comunque c'è una logica perché la linea retta coincide quasi con la dorsale nord che scende dal Forte di Orino, dorsale che segna anche il confine amministrativo tra i comuni di Cuvio e Orino. Questa non è un'uscita per tutti, occorre una certa esperienza dell'ambiente montano su ripidi pendii, terreni instabili e creste rocciose, perciò ci ritroviamo in tre, Andrea, Darico ed io ad affrontare questa avventura.
Ci ritroviamo al posteggio della Protezione Civile di Cuvio ed iniziamo il cammino. Sulla scalinata saliamo alla piazza della chiesa di Cuvio da dove si vede la meta e gran parte del percorso. Usciamo dal paese prendendo la sterrata che costeggia il torrente Broveda. Dopo poche decine di metri lasciamo la stradina risalendo a sinistra sul pendio su un tracciato che porta alla pista forestale che conduce alle fornaci. Subito dopo deviamo a destra fuori sentiero scendendo a guadare il torrente Broveda. Risaliamo dal lato opposto immettendoci sulla strada provinciale per Cabiaglio. Scavalchiamo il guardrail e risaliamo nel bosco, rigorosamente senza sentiero, seguendo la dorsale. Incrociamo l'ampio sentiero 310 che da Orino porta alle fornaci. Bellamente, lo ignoriamo e riprendiamo la salita. Poco dopo incrociamo anche il sentiero che porta a Pianesc. Proseguiamo nella nostra direzione seguendo la linea di massima pendenza risalendo il pendio su terreno spesso instabile. Ci ritroviamo su un'altra stradina, non segnata sulle mappe, che taglia il pendio. La seguiamo brevemente per riprendere la salita in un ambiente dove prevalgono gli affioramenti rocciosi. Ci ritroviamo tra rade betulle ed erba alta, zona di bivacco di animali selvatici. Proseguiamo l'impervia salita seguendo la dorsale che diventa cresta rocciosa dove affrontiamo brevi tratti di arrampicata. Ci immettiamo, finalmente, su un sentiero vero. Siamo sul sentiero detto "Scarett" o, una volta, "del fò gross". Questa via, segnata con bolli rossi e vecchie bandiere giallorosse, non è riconosciuta come ufficiale tra i sentieri del parco perché, nel suo territorio, il Parco del Campo dei Fiori, non riconosce le vie giudicate per esperti. Non seguiamo pedissequamente il tracciato del sentiero ma percorriamo integralmente la cresta che, in due tratti, necessita di arrampicata su roccia. Raggiungiamo la Colma dove, dopo un tratto pianeggiante, ci immettiamo sul sentiero 302 proveniente da Orino. Invece di seguirlo fino alla vicina cima, lo abbandoniamo seguendo la dorsale. Districandoci in una fitta noccioleta arriviamo alla terrazzina del bivacco che aggiriamo sulla sinistra. Dopo aver scambiato due parole con gli habitué del "Forte" saliamo all'ampio panoramico piazzale della cima. Missione compiuta!
Ci concediamo una sosta ristoratrice prima di intraprendere il ritorno. Avremmo potuto scendere tranquillamente sui comodi sentieri del parco ma Darico propone il "canalone" e noi, naturalmente, accettiamo. Dal piazzale di vetta prendiamo la scorciatoia in direzione del piazzale belvedere. Invece di scendere sulla strada militare scendiamo sul versante opposto imboccando il "canalone". La via del canalone è un percorso, ovviamente non segnato, che percorriamo, normalmente, quando c'è la neve che facilita sia la salita che la discesa rendendo stabile il fondo altrimenti estremamente sconnesso. In realtà i canaloni sono più di uno ma, fatti in discesa, convergono in basso non ponendo problemi di orientamento. Scegliamo un canalone e iniziamo la discesa sulla ripida via che presenta una pendenza media del 50% (calcolata coi dati gps) e terreno instabile composto, in prevalenza, da ghiaione. Scendiamo con prudenza sfruttando l'appoggio degli alberi e lasciandoci scivolare, ove necessita, sulla ghiaia. Più in basso la pendenza si ammorbidisce e il terreno è più stabile. Ci immettiamo su una pista forestale scavata dalla recente alluvione e, aggirato il salto della vecchia cava, scendiamo sul sentiero 310 in località Fornaci. Sbuchiamo sulla strada provinciale e la percorriamo in discesa per 200mt per deviare a destra sul sentiero, non segnato ma evidente e pulito, che scende a Cuvio. Lo percorriamo ritrovando un breve tratto percorso in salita. Deviamo a sinistra scendendo al torrente Broveda all'altezza del ponte romano. Passiamo sotto il ponte e scendiamo sulle rocce lungo il corso del torrente che qui forma una serie di cascate e pozze. Siamo nella cosiddetta "Valle Inglese" uno degli angoli più suggestivi del territorio. Giusto il giorno prima io e Andrea, con la squadra locale di Protezione Civile siamo intervenuti per liberare dai tronchi caduti nel torrente durante il nubifragio del 7 giugno scorso, evento che ha causato l'esondazione del torrente in paese. Seguendo il sentiero lungo il torrente torniamo all'abitato di Cuvio chiudendo l'impegnativo anello.
Partecipanti 3: Andrea, Darico, Dario.
Tempi di percorrenza: 2h30' salita, 14' sosta, 1h52' discesa, 4h36' totale.
Lunghezza del percorso: 3,8 km salita, 5,1 km discesa.
Meteo: bello e caldo.
Note: una delle peculiarità di questa escursione è che si svolge interamente nel territorio comunale di Cuvio, se si eccetua l'eventuale sconfinamento di pochi metri in territorio di Orino lungo la dorsale di salita e sempre di pochi metri nel territorio di Cocquio e Gavirate sulla cresta di cima. Come ci ha poi scherzosamente rivelato Andrea, con questa gita avrebbe rispettato la limitazione di restare nel comune di residenza che l'emergenza sanitaria ha imposto.
Siamo saliti varie volte al "Forte", solitamente da Orino lungo sentieri normali o con qualche variante ma quella di oggi è tutta un'altra cosa. Il percorso è stato individuato da Andrea che, per questa occasione, aveva preventivamente fatto tre uscite di ricognizione in vari punti del percorso. L'idea di Andrea, che è geometra, parte dal concetto che la linea più breve che unisce due punti è la linea retta ed ha cercato di metterlo in pratica nel tracciare un percorso adattandolo all'ambiente montano con le sue valli, le dorsali e le creste. I punti sono la piazza della chiesa di Cuvio e il Forte di Orino. Naturalmente ciò non sarà possibile e di sentieri ne percorreremo ben pochi ma, comunque c'è una logica perché la linea retta coincide quasi con la dorsale nord che scende dal Forte di Orino, dorsale che segna anche il confine amministrativo tra i comuni di Cuvio e Orino. Questa non è un'uscita per tutti, occorre una certa esperienza dell'ambiente montano su ripidi pendii, terreni instabili e creste rocciose, perciò ci ritroviamo in tre, Andrea, Darico ed io ad affrontare questa avventura.
Ci ritroviamo al posteggio della Protezione Civile di Cuvio ed iniziamo il cammino. Sulla scalinata saliamo alla piazza della chiesa di Cuvio da dove si vede la meta e gran parte del percorso. Usciamo dal paese prendendo la sterrata che costeggia il torrente Broveda. Dopo poche decine di metri lasciamo la stradina risalendo a sinistra sul pendio su un tracciato che porta alla pista forestale che conduce alle fornaci. Subito dopo deviamo a destra fuori sentiero scendendo a guadare il torrente Broveda. Risaliamo dal lato opposto immettendoci sulla strada provinciale per Cabiaglio. Scavalchiamo il guardrail e risaliamo nel bosco, rigorosamente senza sentiero, seguendo la dorsale. Incrociamo l'ampio sentiero 310 che da Orino porta alle fornaci. Bellamente, lo ignoriamo e riprendiamo la salita. Poco dopo incrociamo anche il sentiero che porta a Pianesc. Proseguiamo nella nostra direzione seguendo la linea di massima pendenza risalendo il pendio su terreno spesso instabile. Ci ritroviamo su un'altra stradina, non segnata sulle mappe, che taglia il pendio. La seguiamo brevemente per riprendere la salita in un ambiente dove prevalgono gli affioramenti rocciosi. Ci ritroviamo tra rade betulle ed erba alta, zona di bivacco di animali selvatici. Proseguiamo l'impervia salita seguendo la dorsale che diventa cresta rocciosa dove affrontiamo brevi tratti di arrampicata. Ci immettiamo, finalmente, su un sentiero vero. Siamo sul sentiero detto "Scarett" o, una volta, "del fò gross". Questa via, segnata con bolli rossi e vecchie bandiere giallorosse, non è riconosciuta come ufficiale tra i sentieri del parco perché, nel suo territorio, il Parco del Campo dei Fiori, non riconosce le vie giudicate per esperti. Non seguiamo pedissequamente il tracciato del sentiero ma percorriamo integralmente la cresta che, in due tratti, necessita di arrampicata su roccia. Raggiungiamo la Colma dove, dopo un tratto pianeggiante, ci immettiamo sul sentiero 302 proveniente da Orino. Invece di seguirlo fino alla vicina cima, lo abbandoniamo seguendo la dorsale. Districandoci in una fitta noccioleta arriviamo alla terrazzina del bivacco che aggiriamo sulla sinistra. Dopo aver scambiato due parole con gli habitué del "Forte" saliamo all'ampio panoramico piazzale della cima. Missione compiuta!
Ci concediamo una sosta ristoratrice prima di intraprendere il ritorno. Avremmo potuto scendere tranquillamente sui comodi sentieri del parco ma Darico propone il "canalone" e noi, naturalmente, accettiamo. Dal piazzale di vetta prendiamo la scorciatoia in direzione del piazzale belvedere. Invece di scendere sulla strada militare scendiamo sul versante opposto imboccando il "canalone". La via del canalone è un percorso, ovviamente non segnato, che percorriamo, normalmente, quando c'è la neve che facilita sia la salita che la discesa rendendo stabile il fondo altrimenti estremamente sconnesso. In realtà i canaloni sono più di uno ma, fatti in discesa, convergono in basso non ponendo problemi di orientamento. Scegliamo un canalone e iniziamo la discesa sulla ripida via che presenta una pendenza media del 50% (calcolata coi dati gps) e terreno instabile composto, in prevalenza, da ghiaione. Scendiamo con prudenza sfruttando l'appoggio degli alberi e lasciandoci scivolare, ove necessita, sulla ghiaia. Più in basso la pendenza si ammorbidisce e il terreno è più stabile. Ci immettiamo su una pista forestale scavata dalla recente alluvione e, aggirato il salto della vecchia cava, scendiamo sul sentiero 310 in località Fornaci. Sbuchiamo sulla strada provinciale e la percorriamo in discesa per 200mt per deviare a destra sul sentiero, non segnato ma evidente e pulito, che scende a Cuvio. Lo percorriamo ritrovando un breve tratto percorso in salita. Deviamo a sinistra scendendo al torrente Broveda all'altezza del ponte romano. Passiamo sotto il ponte e scendiamo sulle rocce lungo il corso del torrente che qui forma una serie di cascate e pozze. Siamo nella cosiddetta "Valle Inglese" uno degli angoli più suggestivi del territorio. Giusto il giorno prima io e Andrea, con la squadra locale di Protezione Civile siamo intervenuti per liberare dai tronchi caduti nel torrente durante il nubifragio del 7 giugno scorso, evento che ha causato l'esondazione del torrente in paese. Seguendo il sentiero lungo il torrente torniamo all'abitato di Cuvio chiudendo l'impegnativo anello.
Partecipanti 3: Andrea, Darico, Dario.
Tempi di percorrenza: 2h30' salita, 14' sosta, 1h52' discesa, 4h36' totale.
Lunghezza del percorso: 3,8 km salita, 5,1 km discesa.
Meteo: bello e caldo.
Note: una delle peculiarità di questa escursione è che si svolge interamente nel territorio comunale di Cuvio, se si eccetua l'eventuale sconfinamento di pochi metri in territorio di Orino lungo la dorsale di salita e sempre di pochi metri nel territorio di Cocquio e Gavirate sulla cresta di cima. Come ci ha poi scherzosamente rivelato Andrea, con questa gita avrebbe rispettato la limitazione di restare nel comune di residenza che l'emergenza sanitaria ha imposto.
Tourengänger:
morgan

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