Rifugio Omio (2100 m)
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Non tutto il male vien per nuocere. Diciamo che cerco di sfruttare i giorni di CIG per ritrovare amici e godermi la montagna.
Silvia non ha mai messo piede in Val Masino, per cui, in vista di un futuro Sentiero Roma, studio un percorso ad anello da cui non passerebbe altrimenti. La bocchetta purtroppo si presenterà ancora innevata, seppur a soli 2300 m, dirottandoci su una traccia più corta e credo meno conosciuta.
Lasciamo l'auto nel piccolo parcheggio dove sosta anche il bus nel periodo estivo, poco prima delle Terme dei Bagni di Masino. Se dovesse essere pieno è possibile parcheggiare in un parcheggio a pagamento (5€).
Passate le terme seguiamo il sentiero per il Rifugio Omio. La salita non ci impedisce di chiacchierare senza sosta, libere di parlare liberamente in questo luogo ora desolato. Le acque dei giorni scorsi ed il fitto bosco rendono l'aria molto umida ed il terreno spugnoso. Il sentiero si inerpica nel bosco fino a sbucare nella radura del Pian del Fango. Da qui possiamo scorgere le aguzze cime della valle. Rientriamo nel bosco, ancora in salita, per poi continuare su rocce, vicino ad una parete rocciosa. Eccoci nuovamente fuori dalla pineta. Un elicottero continua a salire e scendere dalla valle, per rifornire il rifugio in apertura domani. Risaliamo il pendio erboso, seguendo la traccia che passa vicino ad una baita, rifugio del pastore e delle pecore al pascolo. Possiamo scorgere il Rifugio Omio. Continuiamo a salire con il rumore dell'elicottero sopra le nostre teste. Raggiunto il Rifugio ci concediamo una pausa e notiamo che la Bocchetta di Medaccio è ancora parecchio innevata. L'incognita della pendenza e dell'innevamento della bocchetta, ci fa abbandonare l'idea originale, cioè di attraversare la bocchetta per poi scendere dalla Merdarola. Infreddolite dal meteo instabile e dalla forte aria mossa dall'elicottero, ci rimettiamo in cammino seguendo il sentiero diretto alla bocchetta. Perdiamo la deviazione per il sentiero che scende dalla Valle dell'Oro. Camminiamo su una traccia non sempre evidente, passando anche su rododendri e pozze paludose. Siamo completamente fuori rotta, per cui iniziamo a scendere puntando ad un rudere in sassi, su quella che sembra una traccia. Raggiunto il rudere cerchiamo di puntare a nord, verso una baita in buono stato. Passiamo tra rododendri, arbusti e torrenti (fuori traccia). Tra una risata ed un'altra arriviamo ad un piccolo pianoro erboso dove ritroviamo un sentiero. Lo seguiamo fino a raggiungere la baita alla quale puntavamo. Breve pausa prima di riprendere il cammino per evidente sentiero che ricollega a quello di andata, passando per una splendida faggeta.
Quando Martina e Silvia si ritrovano nulla va per il verso giusto, ogni gita porta sempre con sé qualche imprevisto!
Silvia non ha mai messo piede in Val Masino, per cui, in vista di un futuro Sentiero Roma, studio un percorso ad anello da cui non passerebbe altrimenti. La bocchetta purtroppo si presenterà ancora innevata, seppur a soli 2300 m, dirottandoci su una traccia più corta e credo meno conosciuta.
Lasciamo l'auto nel piccolo parcheggio dove sosta anche il bus nel periodo estivo, poco prima delle Terme dei Bagni di Masino. Se dovesse essere pieno è possibile parcheggiare in un parcheggio a pagamento (5€).
Passate le terme seguiamo il sentiero per il Rifugio Omio. La salita non ci impedisce di chiacchierare senza sosta, libere di parlare liberamente in questo luogo ora desolato. Le acque dei giorni scorsi ed il fitto bosco rendono l'aria molto umida ed il terreno spugnoso. Il sentiero si inerpica nel bosco fino a sbucare nella radura del Pian del Fango. Da qui possiamo scorgere le aguzze cime della valle. Rientriamo nel bosco, ancora in salita, per poi continuare su rocce, vicino ad una parete rocciosa. Eccoci nuovamente fuori dalla pineta. Un elicottero continua a salire e scendere dalla valle, per rifornire il rifugio in apertura domani. Risaliamo il pendio erboso, seguendo la traccia che passa vicino ad una baita, rifugio del pastore e delle pecore al pascolo. Possiamo scorgere il Rifugio Omio. Continuiamo a salire con il rumore dell'elicottero sopra le nostre teste. Raggiunto il Rifugio ci concediamo una pausa e notiamo che la Bocchetta di Medaccio è ancora parecchio innevata. L'incognita della pendenza e dell'innevamento della bocchetta, ci fa abbandonare l'idea originale, cioè di attraversare la bocchetta per poi scendere dalla Merdarola. Infreddolite dal meteo instabile e dalla forte aria mossa dall'elicottero, ci rimettiamo in cammino seguendo il sentiero diretto alla bocchetta. Perdiamo la deviazione per il sentiero che scende dalla Valle dell'Oro. Camminiamo su una traccia non sempre evidente, passando anche su rododendri e pozze paludose. Siamo completamente fuori rotta, per cui iniziamo a scendere puntando ad un rudere in sassi, su quella che sembra una traccia. Raggiunto il rudere cerchiamo di puntare a nord, verso una baita in buono stato. Passiamo tra rododendri, arbusti e torrenti (fuori traccia). Tra una risata ed un'altra arriviamo ad un piccolo pianoro erboso dove ritroviamo un sentiero. Lo seguiamo fino a raggiungere la baita alla quale puntavamo. Breve pausa prima di riprendere il cammino per evidente sentiero che ricollega a quello di andata, passando per una splendida faggeta.
Quando Martina e Silvia si ritrovano nulla va per il verso giusto, ogni gita porta sempre con sé qualche imprevisto!
Tourengänger:
martynred
Communities: Hikr in italiano
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