Pizzo Alto (2512 m) anello da Pagnona
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Paolo ci invita per un giro che aveva in mente da qualche anno con la possibilità di ripiegare per una gita enogastronomica al Rifugio in caso di maltempo. Purtroppo le nuvole e la pioggia non si presentano facendomi solo sognare il piatto di pizzoccheri alle ortiche del Griera...
Ci addentriamo nelle viuzze piccolo paese di Pagnona fino ad incontrare il sentiero che sale ripido fino a Subiale, un grazioso curato alpeggio. Il panorama si apre su Pian delle Betulle e la Grigna Settentrionale.
Man mano che saliamo si apre la vista anche sulla catena alpina, purtroppo in parte coperta dalle nubi, e sul Lago di Lecco e quello di Lugano. In poco più di un'ora e mezza raggiungiamo il Rifugio Griera, dove chiediamo informazioni sulla cresta che intendiamo percorrere. Il rifugista ci rassicura che è percorribile senza problemi. Voltiamo le spalle ad uno sfizioso menù e proseguiamo per la carrareccia della vecchia Linea Cadorna: un lunghissimo sentiero a larghi zig-zag che sale alla forcella del Legnone, a sud-est. Peccato che a tratti le intense piogge e la carente manutenzione sia in rovina.
Mentre Raffaele, a passo lesto, scende dal Legnone, Paolo, Serena ed io percorriamo il traverso e ricomponiamo il quartetto alla forcella. Dopo una breve pausa mangereccia al riparo dal freddo vento, proseguiamo sulla cresta, un susseguirsi di sali e scendi, a tratti (pochi) attrezzata ed in parte su erba. Seppur il sole splende, le cime valtellinesi rimangono coperte mentre si può scorgere qualche vetta orobica ed il panorama verso sud. Come da cartelli, arriviamo al Lago Inferiore in circa un'ora. Un luogo davvero incantevole, beati i proprietari del "bivacchino" ben segnalato come "casa privata".
Sulla sponda est del laghetto attraversiamo una lingua di neve e ci apprestiamo alla breve salita su sfasciumi seguita da un tratto abbastanza verticale, attrezzato con catene, un poco esposto, fino a raggiungere il Lago Superiore del Deleguaggio. Meno suggestivo rispetto il lago inferiore, ci spinge a continuare sul sentiero che conduce al Pizzo Alto. E' possibile seguire la cresta, intrapresa da Raffaele, con semplici tratti di arrampicata (massimo II), altrimenti, come nella traccia gps, la si costeggia sul suo versante sud, con passaggi spesso volentieri erbosi e poco rocciosi.
Il panorama dal Pizzo Alto, la seconda vetta per altezza della valle del Lesina, è eccezionale: verso sud la Val Varrone e la Valsassina, ad est impossibile non identificare il Pizzo Tre Signori, che ci ha accompagnato per tutta la gita, ed il Pizzo Rotondo, e a nord la Valchiavenna e la Valtellina.
Ripercorriamo il sentiero fino al Lago Inferiore e da qui scendiamo in direzione sud-ovest, diretti al visibile alpeggio Deleguaggio. Il sentiero è un susseguirsi di gradoni, il che ci fa perdere quota velocemente. L'alpe Deleguaggio è molto viva e curata nei particolari: una fontanella con un ruscello a seguire portano ad una specie di piscina termale (che lusso!). Lasciamo l'alpe alle spalle e proseguiamo dapprima in piano e poi in leggera discesa per una esile traccia, battuta dalle capre, che porta al bivacco Alpe Bocc.
Un lunghissimo sentiero ci aspetta, costeggiando tutto il versante ovest della vallata, passando da ambienti differenti: faggete, pini, cascatelle, tappeti morbidi di foglie secche, fango. Qualche semplice tratto è attrezzato con catene che facilitano il passaggio in caso di maltempo. In poco meno di un'ora raggiungiamo Subiale. Ci rinfreschiamo con dell'acqua fresca alla lunga vasca posta proprio ai margini dell'alpeggio prima di ripercorre l'ultimo tratto di sentiero dell'andata e terminare il nostro anello a Pagnona.
Una zona che ho frequentato pochissimo, a "due" passi da casa, che offre molto di ciò che cerchiamo in montagna: salita, km, solitudine/pace, panorama, avventura e condivisione. Cosa volere di più?
PS: le tempistiche includono le pause ed il mio passo in modalità "lumaca".
Ci addentriamo nelle viuzze piccolo paese di Pagnona fino ad incontrare il sentiero che sale ripido fino a Subiale, un grazioso curato alpeggio. Il panorama si apre su Pian delle Betulle e la Grigna Settentrionale.
Man mano che saliamo si apre la vista anche sulla catena alpina, purtroppo in parte coperta dalle nubi, e sul Lago di Lecco e quello di Lugano. In poco più di un'ora e mezza raggiungiamo il Rifugio Griera, dove chiediamo informazioni sulla cresta che intendiamo percorrere. Il rifugista ci rassicura che è percorribile senza problemi. Voltiamo le spalle ad uno sfizioso menù e proseguiamo per la carrareccia della vecchia Linea Cadorna: un lunghissimo sentiero a larghi zig-zag che sale alla forcella del Legnone, a sud-est. Peccato che a tratti le intense piogge e la carente manutenzione sia in rovina.
Mentre Raffaele, a passo lesto, scende dal Legnone, Paolo, Serena ed io percorriamo il traverso e ricomponiamo il quartetto alla forcella. Dopo una breve pausa mangereccia al riparo dal freddo vento, proseguiamo sulla cresta, un susseguirsi di sali e scendi, a tratti (pochi) attrezzata ed in parte su erba. Seppur il sole splende, le cime valtellinesi rimangono coperte mentre si può scorgere qualche vetta orobica ed il panorama verso sud. Come da cartelli, arriviamo al Lago Inferiore in circa un'ora. Un luogo davvero incantevole, beati i proprietari del "bivacchino" ben segnalato come "casa privata".
Sulla sponda est del laghetto attraversiamo una lingua di neve e ci apprestiamo alla breve salita su sfasciumi seguita da un tratto abbastanza verticale, attrezzato con catene, un poco esposto, fino a raggiungere il Lago Superiore del Deleguaggio. Meno suggestivo rispetto il lago inferiore, ci spinge a continuare sul sentiero che conduce al Pizzo Alto. E' possibile seguire la cresta, intrapresa da Raffaele, con semplici tratti di arrampicata (massimo II), altrimenti, come nella traccia gps, la si costeggia sul suo versante sud, con passaggi spesso volentieri erbosi e poco rocciosi.
Il panorama dal Pizzo Alto, la seconda vetta per altezza della valle del Lesina, è eccezionale: verso sud la Val Varrone e la Valsassina, ad est impossibile non identificare il Pizzo Tre Signori, che ci ha accompagnato per tutta la gita, ed il Pizzo Rotondo, e a nord la Valchiavenna e la Valtellina.
Ripercorriamo il sentiero fino al Lago Inferiore e da qui scendiamo in direzione sud-ovest, diretti al visibile alpeggio Deleguaggio. Il sentiero è un susseguirsi di gradoni, il che ci fa perdere quota velocemente. L'alpe Deleguaggio è molto viva e curata nei particolari: una fontanella con un ruscello a seguire portano ad una specie di piscina termale (che lusso!). Lasciamo l'alpe alle spalle e proseguiamo dapprima in piano e poi in leggera discesa per una esile traccia, battuta dalle capre, che porta al bivacco Alpe Bocc.
Un lunghissimo sentiero ci aspetta, costeggiando tutto il versante ovest della vallata, passando da ambienti differenti: faggete, pini, cascatelle, tappeti morbidi di foglie secche, fango. Qualche semplice tratto è attrezzato con catene che facilitano il passaggio in caso di maltempo. In poco meno di un'ora raggiungiamo Subiale. Ci rinfreschiamo con dell'acqua fresca alla lunga vasca posta proprio ai margini dell'alpeggio prima di ripercorre l'ultimo tratto di sentiero dell'andata e terminare il nostro anello a Pagnona.
Una zona che ho frequentato pochissimo, a "due" passi da casa, che offre molto di ciò che cerchiamo in montagna: salita, km, solitudine/pace, panorama, avventura e condivisione. Cosa volere di più?
PS: le tempistiche includono le pause ed il mio passo in modalità "lumaca".
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Kommentare (15)