Santa Magherita Valsolda - Sentiero della funicolare da Scaria (CO)


Publiziert von rambaldi , 10. Mai 2020 um 19:36.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:26 Januar 2020
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:30
Aufstieg: 600 m



Dopo uno sfortunato tentativo estivo di raggiungere la "misteriosa" Santa Margherita, frazione di Valsolda, tramite il sentiero del pescatore via Osteno leggo sul web che i volontari dell’USLI (Unione Sportiva Lanzo d’Intelvi) hanno ripulito la scalinata di servizio della funicolare abbandonata ( https://www.comocity.it/funicolare-santa-margherita-di-valsolda-belvedere-di-lanzo-dintelvi-bando-per-il-ripristino/ ).

Il loro obiettivo è quello di organizzare una corsa in salita. Non so se l'impresa sia già andata in porto però il fatto che il sentiero sia sicuramente praticabile mi permette di riorganizzare il mio progetto. Ovvero questa volta partire dall'alto, scendere lungo la scalinata parallela alla linea della funicolare e fare ritorno a Scaria dal sentiero che costeggia il lago, con due possibili opzioni: direzione sud verso il museo doganale e Caprino oppure sentiero del pescatore, direzione nord, verso Osteno ( https://www.hikr.org/tour/post152737.html  ).

Partiamo da Scaria per avere la possibilità di fermarci alla Chiesa dei SS. Nazaro e Celso ad ammirare gli affreschi che la ornano.
Il complesso, posto ad ovest del borgo, in corrispondenza di un pianoro dove è ubicato anche il cimitero, si raggiunge facilmente lungo una carrareccia.
Purtroppo la chiesa è chiusa ma si riesce a sbirciare all'interno per avere almeno un'idea dei dipinti.

Proseguiamo sulla sterrata fino ad incrociare la strada che porta all'Hotel funicolare 'Tesoro'. Il bar è aperto. Ne approfittiamo per fare colazione e raccogliere qualche informazione sul percorso. La barista ci conferma che la scalinata è stata ripulita ed è percorribile. Ci aggiorna sui progetti di ripristino della linea e ne racconta la storia.

Poco oltre il piazzale dell'Hotel raggiungiamo la stazione di arrivo e, prima di iniziare la discesa, diamo un'occhiata alla carrozza stile liberty che è ancora visibile ed alla sala macchina dell'impianto.

Partiamo. La prima parte di discesa è veramente ripida, ci aiutiamo con il corrimano, un po' ruggine, per rallentare senza caricare troppo le ginocchia.
Osserviamo una la fune d'acciaio della vettura ferma a valle, le pulegge e, a metà del percorso, lo scambio. Mano mano che si scende di notano una frana ed il legname spostato dopo il lavoro di pulitura che è stato eseguito.

Dopo circa tre quarti d'ora arriviamo a Santa Margherita. Il nostro obbiettivo sarebbe quello di trovare un vecchio cartello del Touring Club Italiano, sullo stile di quelli che si vedono ancora nelle varie frazioni di Valsolda. Nonostante perlustriamo metodicamente il borgo non riusciamo però nell'intento. Abbiamo tralasciato solo la parte di borgo verso il confine, perché il sentiero è subito chiuso da recinzioni private, e ci siamo diretti all'opposto verso punta Margherita, a nord. Forse il “lattone TCI” era da quella parte.

Visto che la giornata è soleggiata e che i miei due soci non hanno idea di cosa li aspetta propongo di tornare da Osteno.
Risalire di nuovo, sul cupo versante nord, la linea della funicolare sarebbe un po' "triste".

L'idea è di tornare passando da crotti Doglio, località da dove ho già percorso il sentiero verso Osteno ( https://www.hikr.org/tour/post152737.html ). In linea d'aria mancano solo 300 metri.

Si riveleranno 300 metri molto difficili che giustificano il grado T4 che attribuisco all'escursione.
Il problema è stato superare lo scosceso versante della valle di Doglio. Il sentiero segnato sulla CNS in teoria sarebbe sotto i nostri piedi ma non lo si vede. In un primo momento valuto più opportuno seguire i pali della linea elettrica che serve l'ultima villa di Santa Margherita, in località Portofranco.

Però ad un certo punto la linea si inerpica, praticamente tutti i pali sono abbattuti, probabilmente dalla bufera di vento dell'Ottobre 2018. Proseguire diventa sempre più difficile. Decido allora di provare a scendere verso il lago per valutare se c'è un passaggio.
Non ho la pazienza di arrivare fino a riva perché dall'alto mi pare di vedere un dirupo a picco sull'acqua che impedirebbe di aggirare la punta. Tant'è che alla fine decido di proseguire a metà fra linea elettrica e riva del lago su un terreno molto scosceso e senza appigli. Per fortuna nessuno di noi tre scivola e riusciamo ad arrivare indenni nel fondo del vallone.
La risalita non è facile ma almeno il pericolo di cadute è notevolmente ridotto. Devo comunque cercare di mantenere la distanza di sicurezza dai miei soci perché se non ci scivolo io è probabile che nel dirupo mi ci spingano loro...

Ultima difficoltà è trovare l'inizio del sentiero del pescatore, che non è segnalato ma è individuabile cercando una corda di canapa legata alle piante che permette di risalire il pendio fino al primo bollo.
Al primo tentativo sto un po' troppo basso e arrivo fino al ciglio del dirupo che sovrasta Portofranco.
Osservo un po' meglio il versante e finalmente capisco dove può essere il canapone. Lo risaliamo e dopo un ultimo tratto esposto raggiungiamo l'inizio del sentiero e ritorniamo tranquillamente verso Richeggia ed Osteno. Il sentiero del pescatore è demarcato da spezzoni di rete da pesca. Con queste condizioni di luce è molto più facile seguirli rispetto alla buia giornata di Settembre, quando lo percorsi per la prima volta. Nuvole e fogliame maturo rendevano il bosco cupo e di conseguenza era difficile vedere gli spezzoni biancastri.

Arrivati ad Osteno finalmente ci rilassiamo davanti al porticciolo. Ripartiamo verso Ramponio seguendo la mulattiera che conduce ai mulini. Da qui poi prosegue verso il complesso di San Pancrazio che meriterebbe una visita ma che viene aperto in Agosto. Al di fuori di questo periodo leggiamo che c'è la possibilità di aperture concordate contattando un numero di telefono esposto. Comunque il luogo è molto suggestivo anche ammirato solo dall'eterno. Rientro a Scaria passando per il centro di Ramponio e imboccando una laterale secondaria che evita la discesa e la risalita verso il ponte sul torrente Telo.  


Tourengänger: rambaldi
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (3)


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snake hat gesagt:
Gesendet am 12. Mai 2020 um 13:40
Complimenti! Interessante percorso! Non vedo però una scalinata vera e propria. Quindi da Santa Margheita non c'è un sentiero vero e proprio? Bisogna inventarsi un po' un modo per proseguire?

rambaldi hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. Mai 2020 um 13:22
La scalinata è lungo la funicolare, di fianco al binario. Sulle foto non la si distingue bene perché i gradini, circa 2000, sono nascosti da fogliame secco e muschio. Comunque non c'è alcun problema a percorrerla.

Il sentiero da Santa Margherita ad Osteno non è un vero sentiero. Però ci sono segni che aiutano a non perdere la traccia. Noi non siamo riusciti a capire dove inizia da Santa Margherita, credo perché la zona è disastrata da piante schiantate. Qui il pendio, a mio giudizio, è pericoloso. Da dove iniziano i segni più semplice, ma bisogna prestare attenzione a non perderli.
E' più facile percorrerlo nel verso opposto, come ho descritto nella relazione collegata.

L'alternativa è passare in Ticino percorrendo il sentiero delle cantine di Gandria, risalire poi a Sighignola ecc. Non ho provato ma un amico mi ha detto che la prima parte del sentiero, quella tra Santa Margherita e la dogana, non è percorribile perché chiusa da proprietà private.
Quindi è necessario un "ravano" a monte delle recinzioni.

snake hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. Mai 2020 um 22:24
Scusa, non avevo guardato tutte le foto. In una si vede la scalinata effettivamente. Comodo il fatto che ci sia. Il versante ticinese fino al museo svizzero delle dogane lo conosco. Effettivamente c'è una proprietà privata che impedisce di passare oltre. Non mi sono guardato troppo in giro però potrebbe essere pericoloso cercare di oltrepassarlo perché quel versante è estremamente franoso.


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