Monte Lema - anello da Dumenza
|
||||||||||||||||||||
Pochi giorni prima che tutta l'Italia si fermasse completamente per il CoVid-19 la mia attività era stata già chiusa dal primo decreto di Conte. Mai avremmo pensato di arrivare a cosi dure restrizioni ed ora, solo un mese dopo, pare un'altro tempo, quando senza dar conto a nessuno si poteva, naturalmente, prendere ed andare. Anche un vicino ed usuale Monte Lema diventa, attualmente, una meta impossibile.
Raggiungo Luino di prima mattina, le previsioni danno un peggioramento con forte vento da N in quota, per cui annullo l'iniziale idea (Lago d'Elio e Covreto) ripiegando all'ultimo sul Lema. Spero cosi di essere più protetto salendone la lunga dorsale Sud. Già in quel di Luino il lago è burrascoso, qualcuno rincorre il proprio cappello che vola via, qualcun'altro trattiene sciarpa e capelli strattonati dal vento.
Non ho studiato il percorso da Dumenza al Lema ma spesso me ne aveva accennato l'amico Bruno, come lungo itinerario ma senza difficoltà.
Da Trezzino q451, con una ripida scalinata su una via Crucis, si raggiunge in breve il Santuario di Trezzo q570. I cartelli sono presenti, tranne attorno al Monte Clivio q739, dove sembra una terra di nessuno... Entro in Svizzera passando largo, dal Clivio appunto, dove bisogna però aggirare una serie di lunghe recinzioni private per ridiscendere al Lago di Astano q600 e finalmente toccare Astano q631. Anche qui, forse, non vedo le giuste scorciatoie e mi trovo a compiere larghissimi zig-zag dove si macinano km ma pochissimo dislivello. Va bene anche cosi, tanto oggi l'idea era anche fare un po di corsa e l'abbigliamento è leggero. La lunga mulattiera/pseudogippabile sale in direzione del Passo di Monte Faeta o Forcola q1118, fin qui pendenze facili.
Adesso inizia a diventare ripidino, si passa dalla bellissima faggeta ad un betulleto dai colori sensazionali, ogni volta è un piacere passare per quest'angolino: i colori azzurro, bianco e giallo si mescolano alle ombre e al silenzio. Verso il Pian Pulpito q1364 il vento inizia a sferzare con una gran leva, è gelido e indosso tutti i vestiti che ho ma.... ho lasciato in auto i guanti! Tengo un passo molto svelto, più ci si muove e più si resta caldi. Mentre salgo al Moncucco q1518 spero anche di trovare bivi per scendere diretto a Dumenza, non so se ne esistano (e non ne trovo..). Inizia a scendere una minipioggerella ghiacciata, ma non voglio ripercorrere a ritroso, vorrei chiudere l'anello, e l'unica è salire al Lema. Mi faccio forza, anche se sono da solo e il tempo sta peggiorando, non sento più mani e faccia.
Raggiungo la croce del Lema q1621m con gli occhi impastati dal freddo, credo saremo quasi sui -10°C percepiti senza esagerare, istintivamente scendo in direzione del Rifugio perchè la zona è riparata dal vento. infatti si sta discretamente bene. Breve pausa 10' con un po' di cibo e poi risalgo alla croce e inizio la lunga discesa, senza fretta ma corricchiata, verso il Pian di Runo q1337 e Pradecolo q1184. Da qui cerco un sentiero nuovo, in direzione Alpe Pra Bernardo q1084, in bella e isolata posizione, ma deserto.
Da qui si prende un sentiero in direzione Dumenza (qualche cartello si trova) e casualmente raggiungo l'Alpe Bovis q942, ma in realtà consiglio di stare o sulla strada o trovare un altro sentiero. La discesa dal Bovis a Trezzino è un'incubo, il sentiero è malandato, 40cm di foglie perenni e al di sotto legni, sassi e fango, un mix perfetto per farsi male... L'Alpe Bovis invece è una piacevole sorpresa, ben ristrutturato e con una fontana, ottimo per l'estate. Giro di 20km e con 1400 di dislivello, circa 3h15' in tutto.
Non avrei immaginato che quella sarebbe stata l'ultima uscita in montagna, al momento chissà quando si potrà di nuovo.....
Kommentare (2)