Monte Berlinghera 1930 m da Sorico
|
||||||||||||||
![]() |
![]() |
Lasciata l’auto a Sorico, saliamo per bella mulattiera a Dolo e poi Bugiallo.
Proseguiamo fino a raggiungere la strada asfaltata, passiamo Fordeccia e giungiamo al Bar del Vichingo. Scambiamo qualche chiacchiera con il “vichingo” che ci suggerisce di salire alle spalle del bar, ripido pendio erboso, bruciacchiato e senza traccia per evitare la strada. Secondo me, se fossimo rimasti sulla strada, avremmo fatto prima e non saremmo usciti neri come degli spazzacamini…il taglio successivo, nel bosco, molto più fattibile.
Intercettiamo ora la sterrata che ci porta agli alpeggi Pescedo e di Mezzo.
Qualche tratto ghiacciato ma evitabile.
Saliamo alla Bocchetta Chiaro e dopo uno sguardo sull’Alta Val Chiavenna, un poco povera di neve, calziamo i ramponi. Inizialmente non sembrano necessari, la traccia non è gelata e si camminerebbe bene anche senza.
Usciti al sole però, diventa più ripida e più gelata per cui buona cosa averli messi.
Arriviamo in cima molto prima del previsto, l’aria sembra essersi calmata per cui anche se presto decidiamo di fare una bella sosta e mangiare in cima.
Scendiamo lungo la dorsale, neve molle ma portante. Prima di entrare nel bosco togliamo i ramponi ma a breve saremo costretti a rimetterli. Nonostante qualche sforzo per evitare i pendio gelato, cercando i punti più puliti vediamo che stiamo perdendo solo tempo rischiando anche di fare una bella scivolata. Rimettiamo in ramponi anche se per un tratto piuttosto breve. Una volta usciti dal bosco la neve torna buona e in breve raggiungiamo l’Alpe Pescedo. Incontriamo l’unica escursionista che ha appena rinunciato alla cima perché sprovvista di ramponi….in questa stagione niente ramponi?
Qualche scambio di info sulla salita dopo di che noi scendiamo con l’intenzione di allargare l’anello fino all’Alpe Godone.
Seguiamo quindi l’indicazione poco sotto l’Alpe Pescedo. Svoltiamo a sx e seguiamo la sterrata fino a giungere all’alpe. Continuiamo a scendere sempre tramite sterrata fino al cartello che indica un fantomatico Percorso Vita. Entriamo nel bosco e individuiamo un sentiero che scende a dx. Il sentiero è piuttosto evidente ma inizialmente non bollato. Dopo poco notiamo dei bolli gialli che seguiamo per un tratto abbandonandoli nel punto in cui si spostano più a sx. Noi rimaniamo sulla traccia di dx e a breve raggiungiamo la sterrata, che ha i resti di un Percorso Vita, e l’Agriturismo Giacomino.
Seguendo ora la strada ritorniamo nei pressi del Bar del Vichingo dove prendiamo la Via del Monti Lariani. Podo dopo svoltiamo a dx lungo un ripido sentiero con indicazione Peledo.
Man mano che scendiamo il sentiero/mulattiera che passa tra vari alpeggi, diventa sempre più distrutto.
Giunti alla chiesa di San Miro facciamo un’ultima sosta mentre il sole comincia a nascondersi e con finalmente una bella mulattiera torniamo a Sorico.
La discesa offre un bel panorama sul lago, meglio della salita ma se soffrite i terreni accidentati meglio fare l’anello in senso inverso.
Kommentare (2)