Corni del Diavolo Cima N. It's wonderful, good luck my baby...
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It's wonderful, it's wonderful, it's wonderful, good luck my baby, it's wonderful, it's wonderful, it's wonderful, chips, chips... du,du,du,du,du, ci bum, ci bum, du,du,du,du,du.
_ ._. _. _. _ ._ ._
Via, vieni via con me, Fortuna, niente più ti lega a questo posto, niente più ti lega a questa terra di Silter, via, segui la mia strada, controlla i miei passi strani, conta i miei pensieri...
Fortuna, vieni via con me, accompagnami tra le braccia del Diavolo, tieni aperte le narici e senti il profumo dell'aria che oggi sa di limpido. Ma anche no. Un'aria che ci instrada verso profili di aggressiva seduzione.
Aria, intensi profumi. Tienilo a mente, Fortuna.
Stammi accanto Fortuna, fallo da subito e in questo primo strappo che porta su ove un maledettissimo roccolo rompe il patto con la Natura, stammi accanto piccola mia, anche quando il roccolo lo lascio già nel Pantheon degli infami ricordi e son pronto toccare la prima piccola altura che di nome fa Mericolo.
Lo sento, sento che oggi ho bisogno di te, Fortuna, sento che il profumo non è che una piccola parte di questo camminar leggero che è anche soddisfar di me. Sento, vedo. Vedo e attraverso una piccola slavina fossilizzata dal ghiaccio, poi sento scricchiolare sotto le pedule granelli di luce che urlano dal dolore. Ma nulla che potrebbe essere paragonabile al dolore che potrei provare io se dovessi scivolare nella forra dipinta di h2o allo stato solido.
Cammino, eccome se cammino, con il Sole alle spalle che un po mi sprona, e un po mi spinge. Ehi, tu, che cazzo spingi, Sole, oggi vado al ritmo della prudenza, della riflessione, con il mio Vibram disegnato per le quattro stagioni. Non monto gomme invernali e i paraurti sono immaginari.
Malga Cigoleto, mi fermo, ci fermiamo, m'appoggio al muro come una vecchia giacca sgualcita, mentre Fortuna è avanti quattro passi dal mio corpo. E' la, immobile e statuaria, vive di luce propria, un confronto inesorabile il nostro, tanto che mi sento gnomo. Mi sento minuto nel buco nero fatto di ore.
Intanto... sento profumo di Gerani.
Proseguo, il caldo dei giorni scorsi ha ridotto interi costoloni montani a manto erboso, mentre il sentiero è rimasto bianco, uno strano gioco cromatico figlio di una scivolata soprastante. Vado oltre, vado verso la Malga Stabil Solato, ma prima però devo affrontare un traverso nevoso piuttosto inclinato; nella stagione estiva di solito qua non ci sono problemi, ma oggi? Oggi, non è passato nessuno, non si vedono orme recenti e tutto è ridotto ad una forma di maledetto verglass che tanto fa stringere le chiappe. Neanche l'inversione termica ha prodotto benefici.
Ma tu Fortuna, che mi dici? La Fortuna è cieca, che vuoi che dica, ha già le sue sfighe nonostante si chiami Fortuna.
Un Camoscio, corre veloce e "fischia", mentre io sono ramponcini munito, vado a piano e non ho un cazzo da fischiare. Immortalo l'ungulato con uno scatto al fulmicotone, poi spengo il cervello "lato buon senso" e taglio il versante come se dovessi andare incontro ad Allah e al suo paradiso di vergini. Che poi diciamolo, tutte ste vergini... che palle!
Stabil Solato, malga incantevole posizionata nello "scivolo" che scende dal Monte Stabil Fiorito, malga oggi circondata da neve che in alcuni punti raggiunge circa il metro di spessore, malga che sembra essere stata costruita apposta per sfidare le slavine che sembrano incombere per via del gran caldo. Bevo un tè ancora bollente e addento una barretta energetica. Rifletto, accumulo pensieri.
Intanto... sento profumo di Bergamotto agrumato.
Alzo lo sguardo, vedo la punta acuminata della cima N dei Corni del Diavolo, la meta non è distante e la Sirena è tale per il suo classico richiamo, non puoi esserle insensibile, manco se a casa ti aspettasse Naomi Campbell in babydoll. Eh, Lady Sirena, anche oggi hai abbandonato le spumeggianti onde color Champagne per rifugiarti tra i fedigrafi, avviluppandoti in un orgia di montagne senza immaginare che forse si, two Corni is meglio che one.
Ma io nel frattempo one. E se ci arrivo...
Riparto, non posso indugiare oltre, e Fortuna ha deciso di seguirmi restando però un passo indietro, la Fortuna si chiama Fortuna, non Cogliona.
Subito dopo la malga la neve sembra instabile, poco compatta e molle, tanto che sprofondo sino alle ginocchia, ma avanzo. Col fiato sospeso. Dopo poche decine di metri di cammino la neve comincia a diventare di nuovo più portante, consistente, al limite del sicuro. Confesso che lì per lì ho vissuto la situazione come una vigliaccata figlia di Madre Natura. Mi hai voluto tirare uno scherzo? Mi hai voluto mandare un messaggio nascosto tra le righe nevose disegnate dal vento?
Vediamo se hai pelo sullo stomaco per progredire! La Lei sbofonchia...
Quello che Madre Natura non sa è che oggi mi sento Lucio Dalla... l'uomo che aveva più peli che globuli rossi.
Globuli rossi, dicevo, ma anche sangue freddo. E qua ne serve. Ne serve perchè la condizione della neve è molto mutevole, ingannatrice, impone continue riflessioni, soprattutto quando la neve è particolarmente dura, al limite del ghiaccio vivo. Ci vorrebbero picca e ramponi per stare in sicurezza. Io non ho picca, calzo ramponcini e per di più mi faccio guidare dalla demenza senile.
Ora sono alla Foppa del Mercato, l'ennesimo traverso e la rampa ghiacciata che declina in una voragine sottostante sono alle mie spalle, mi fermo, respiro profondamente. Ammiro il panorama che si fa immenso. Respiro. Poi un ultimo sguardo... verso la seconda rampa ghiacciata che porta alla cima.
Azzardo, gioco la mia ultima fiche. Mi è sempre piaciuto il poker e punto a vincere tutto il "tavolo".
Scalpito. Riparto senza contare sino a uno, le punte dei ramponcini non scalfiscono il ghiaccio, le bacchette men che meno. Ma ho fiducia, ho Fortuna. Si è nascosta ma la sento vicina. Salgo a fatica, ma sempre meglio che scivolare in scioltezza, i raggi del Sole s'infrangono sul ghiaccio e tutto sembra più lucido. Un effetto bello e tremendamente scenografico, però è meglio non pensare alla discesa. Ma oramai sono in cima... E Fortuna sorride.
Che cielo azzurro, che spettacolo di cime innevate. Presolana, M. Rosa, Arera, Blumone... Ma poi Gerani, Bergamotto agrumato, Cedro e Rosa Damascena. Ed è subito profumo d'estasi.
Respiro profondamente, fermo l'immagine in un punto ove corre l'infinito, poi scatto diverse foto, tra le quali l'immancabile autoscatto che fa tanto Kodak. L'autoscatto certifica la mia ascesa, imprime ricordi, ma è anche un mio personale messaggio per le amiche "no perditempo". Autoscatto, sono di nuovo alla Foppa del Mercato, autoscatto, riabbraccio la Malga Stabil Solato, basta autoscatto, qua si corre troppo. Ed ora sto mangiando alla Malga Cigoleto.
Riassumo pensieri, spargo i resti di un frutto. Ai Cinghiali tocca la pulizia del luogo.
Il Sole è alto, ma consapevole della mia sfuriata mattutina non spinge più, non sprona, sa che oltre la Cigoleto mi aspettano solo le due piccole slavine, poi c'è l'assoluta sicurezza che scende e mi accompagna sino all'auto. Vicino al Mericolo incontro gente, escursionisti pomeridiani e un local con cui mi fermo a confabulare. Triumplino vs Sanguemisto, un dialogo dialettale che ha portato a neologismi da inserire nel "Garzanti Bresciano."
Saluti vecchio mio, e abbi cura dei tuoi cani. Saluti e buona Fortuna a te che sali, io scendo e Fortuna sa che non ho più bisogno di lei. La Fortuna è altruista e segue il vecchio.
Scendo alla vicina auto, voglio godermi da solo il profumo inebriante di questa intensa giornata, un profumo che è tutto "interiore" e mi ha spinto ad andare oltre: e allora vai ancora di Geranio, Bergamotto agrumato, Cedro, Rosa Damascena e Ambra.
Che giro profumato! Il giro questa volta valeva veramente la candela... una candela "firmata" Gwyneth Paltrow.
"This smells like my..." Sembra il titolo di una canzone. Sono entrambi Nirvana.
A' la prochaine! Menek, Fortuna e la spinta Interiore.
_ ._. _. _. _ ._ ._
Via, vieni via con me, Fortuna, niente più ti lega a questo posto, niente più ti lega a questa terra di Silter, via, segui la mia strada, controlla i miei passi strani, conta i miei pensieri...
Fortuna, vieni via con me, accompagnami tra le braccia del Diavolo, tieni aperte le narici e senti il profumo dell'aria che oggi sa di limpido. Ma anche no. Un'aria che ci instrada verso profili di aggressiva seduzione.
Aria, intensi profumi. Tienilo a mente, Fortuna.
Stammi accanto Fortuna, fallo da subito e in questo primo strappo che porta su ove un maledettissimo roccolo rompe il patto con la Natura, stammi accanto piccola mia, anche quando il roccolo lo lascio già nel Pantheon degli infami ricordi e son pronto toccare la prima piccola altura che di nome fa Mericolo.
Lo sento, sento che oggi ho bisogno di te, Fortuna, sento che il profumo non è che una piccola parte di questo camminar leggero che è anche soddisfar di me. Sento, vedo. Vedo e attraverso una piccola slavina fossilizzata dal ghiaccio, poi sento scricchiolare sotto le pedule granelli di luce che urlano dal dolore. Ma nulla che potrebbe essere paragonabile al dolore che potrei provare io se dovessi scivolare nella forra dipinta di h2o allo stato solido.
Cammino, eccome se cammino, con il Sole alle spalle che un po mi sprona, e un po mi spinge. Ehi, tu, che cazzo spingi, Sole, oggi vado al ritmo della prudenza, della riflessione, con il mio Vibram disegnato per le quattro stagioni. Non monto gomme invernali e i paraurti sono immaginari.
Malga Cigoleto, mi fermo, ci fermiamo, m'appoggio al muro come una vecchia giacca sgualcita, mentre Fortuna è avanti quattro passi dal mio corpo. E' la, immobile e statuaria, vive di luce propria, un confronto inesorabile il nostro, tanto che mi sento gnomo. Mi sento minuto nel buco nero fatto di ore.
Intanto... sento profumo di Gerani.
Proseguo, il caldo dei giorni scorsi ha ridotto interi costoloni montani a manto erboso, mentre il sentiero è rimasto bianco, uno strano gioco cromatico figlio di una scivolata soprastante. Vado oltre, vado verso la Malga Stabil Solato, ma prima però devo affrontare un traverso nevoso piuttosto inclinato; nella stagione estiva di solito qua non ci sono problemi, ma oggi? Oggi, non è passato nessuno, non si vedono orme recenti e tutto è ridotto ad una forma di maledetto verglass che tanto fa stringere le chiappe. Neanche l'inversione termica ha prodotto benefici.
Ma tu Fortuna, che mi dici? La Fortuna è cieca, che vuoi che dica, ha già le sue sfighe nonostante si chiami Fortuna.
Un Camoscio, corre veloce e "fischia", mentre io sono ramponcini munito, vado a piano e non ho un cazzo da fischiare. Immortalo l'ungulato con uno scatto al fulmicotone, poi spengo il cervello "lato buon senso" e taglio il versante come se dovessi andare incontro ad Allah e al suo paradiso di vergini. Che poi diciamolo, tutte ste vergini... che palle!
Stabil Solato, malga incantevole posizionata nello "scivolo" che scende dal Monte Stabil Fiorito, malga oggi circondata da neve che in alcuni punti raggiunge circa il metro di spessore, malga che sembra essere stata costruita apposta per sfidare le slavine che sembrano incombere per via del gran caldo. Bevo un tè ancora bollente e addento una barretta energetica. Rifletto, accumulo pensieri.
Intanto... sento profumo di Bergamotto agrumato.
Alzo lo sguardo, vedo la punta acuminata della cima N dei Corni del Diavolo, la meta non è distante e la Sirena è tale per il suo classico richiamo, non puoi esserle insensibile, manco se a casa ti aspettasse Naomi Campbell in babydoll. Eh, Lady Sirena, anche oggi hai abbandonato le spumeggianti onde color Champagne per rifugiarti tra i fedigrafi, avviluppandoti in un orgia di montagne senza immaginare che forse si, two Corni is meglio che one.
Ma io nel frattempo one. E se ci arrivo...
Riparto, non posso indugiare oltre, e Fortuna ha deciso di seguirmi restando però un passo indietro, la Fortuna si chiama Fortuna, non Cogliona.
Subito dopo la malga la neve sembra instabile, poco compatta e molle, tanto che sprofondo sino alle ginocchia, ma avanzo. Col fiato sospeso. Dopo poche decine di metri di cammino la neve comincia a diventare di nuovo più portante, consistente, al limite del sicuro. Confesso che lì per lì ho vissuto la situazione come una vigliaccata figlia di Madre Natura. Mi hai voluto tirare uno scherzo? Mi hai voluto mandare un messaggio nascosto tra le righe nevose disegnate dal vento?
Vediamo se hai pelo sullo stomaco per progredire! La Lei sbofonchia...
Quello che Madre Natura non sa è che oggi mi sento Lucio Dalla... l'uomo che aveva più peli che globuli rossi.
Globuli rossi, dicevo, ma anche sangue freddo. E qua ne serve. Ne serve perchè la condizione della neve è molto mutevole, ingannatrice, impone continue riflessioni, soprattutto quando la neve è particolarmente dura, al limite del ghiaccio vivo. Ci vorrebbero picca e ramponi per stare in sicurezza. Io non ho picca, calzo ramponcini e per di più mi faccio guidare dalla demenza senile.
Ora sono alla Foppa del Mercato, l'ennesimo traverso e la rampa ghiacciata che declina in una voragine sottostante sono alle mie spalle, mi fermo, respiro profondamente. Ammiro il panorama che si fa immenso. Respiro. Poi un ultimo sguardo... verso la seconda rampa ghiacciata che porta alla cima.
Azzardo, gioco la mia ultima fiche. Mi è sempre piaciuto il poker e punto a vincere tutto il "tavolo".
Scalpito. Riparto senza contare sino a uno, le punte dei ramponcini non scalfiscono il ghiaccio, le bacchette men che meno. Ma ho fiducia, ho Fortuna. Si è nascosta ma la sento vicina. Salgo a fatica, ma sempre meglio che scivolare in scioltezza, i raggi del Sole s'infrangono sul ghiaccio e tutto sembra più lucido. Un effetto bello e tremendamente scenografico, però è meglio non pensare alla discesa. Ma oramai sono in cima... E Fortuna sorride.
Che cielo azzurro, che spettacolo di cime innevate. Presolana, M. Rosa, Arera, Blumone... Ma poi Gerani, Bergamotto agrumato, Cedro e Rosa Damascena. Ed è subito profumo d'estasi.
Respiro profondamente, fermo l'immagine in un punto ove corre l'infinito, poi scatto diverse foto, tra le quali l'immancabile autoscatto che fa tanto Kodak. L'autoscatto certifica la mia ascesa, imprime ricordi, ma è anche un mio personale messaggio per le amiche "no perditempo". Autoscatto, sono di nuovo alla Foppa del Mercato, autoscatto, riabbraccio la Malga Stabil Solato, basta autoscatto, qua si corre troppo. Ed ora sto mangiando alla Malga Cigoleto.
Riassumo pensieri, spargo i resti di un frutto. Ai Cinghiali tocca la pulizia del luogo.
Il Sole è alto, ma consapevole della mia sfuriata mattutina non spinge più, non sprona, sa che oltre la Cigoleto mi aspettano solo le due piccole slavine, poi c'è l'assoluta sicurezza che scende e mi accompagna sino all'auto. Vicino al Mericolo incontro gente, escursionisti pomeridiani e un local con cui mi fermo a confabulare. Triumplino vs Sanguemisto, un dialogo dialettale che ha portato a neologismi da inserire nel "Garzanti Bresciano."
Saluti vecchio mio, e abbi cura dei tuoi cani. Saluti e buona Fortuna a te che sali, io scendo e Fortuna sa che non ho più bisogno di lei. La Fortuna è altruista e segue il vecchio.
Scendo alla vicina auto, voglio godermi da solo il profumo inebriante di questa intensa giornata, un profumo che è tutto "interiore" e mi ha spinto ad andare oltre: e allora vai ancora di Geranio, Bergamotto agrumato, Cedro, Rosa Damascena e Ambra.
Che giro profumato! Il giro questa volta valeva veramente la candela... una candela "firmata" Gwyneth Paltrow.
"This smells like my..." Sembra il titolo di una canzone. Sono entrambi Nirvana.
A' la prochaine! Menek, Fortuna e la spinta Interiore.
Tourengänger:
Menek

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