Magica Alpe Devero
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Dopo aver letto la bella relazione di Barbie e Max all’Alpe Devero la voglia di andarci aumentava di giorno in giorno, purtroppo ho perso il giorno migliore, sabato 26 ottobre, impegnato a massacrarmi con la bici da corsa, ma tutto sommato è andata bene ugualmente…
Alle ore 9:00 scatta l’ora X. Dopo aver parcheggiato prima della frontiera, ovviamente, m’incammino verso la piana del Devero. Il primo tratto è freddissimo, penso di congelare, temperature vicine allo zero e abbigliamento leggero quasi estivo non creano un bel binomio, fortunatamente dopo la galleria con l’arrivo del papà dei poveri le cose cambiano. Benché l’orario sia relativamente presto la piana pullula già di escursionisti indecisi su quale direzione prendere, io volgo a destra verso Crampiolo. Poco prima di raggiungere l’idilliaco borgo svolto ancora a destra in direzione Sangiatto; le condizioni sono ancora ottime per fotografare i suoi laghetti, anche se delle striature in cielo mi fanno presagire l’arrivo di vento da ovest, situazione che comprometterebbe il tutto, meglio darsi una mossa…si fa per dire perché non avendo ancora recuperato dallo sforzo di ieri le gambe sono di legno. Giunto al lago del Sangiatto superiore mi sembra di essere finito in un set fotografico, molti fotografi giunti da ogni dove con attrezzature ultimo grido cercano le inquadrature migliori sfidandosi a colpi di click, io mestamente con indifferenza estraggo il mio cellulare datato e immortalo questa meraviglia. Purtroppo non ho tempo da perdere quindi tolgo il disturbo e mi dirigo celermente verso Corte Corbernas, da cui scendo al ponticello della Valle per risalire successivamente all’ Alpe La Satta. Purtroppo quello che sospettavo diventa realtà, sbucando nell’altopiano del Forno una fresca arietta mi da il benvenuto e oltretutto il cielo si è velato, buonanotte fotografie…a questo punto non mi rimane che passare alla fase contemplativa e rilassante, questa zona mi ha sempre regalato queste emozioni e considerando che manco da qualche anno, oggi la sento maggiormente, solo la montagna è in grado di offrire simili esperienze, sarebbe un peccato non saperle cogliere. All’Alpe Forno effettuo il giro di boa, ora inizia la discesa in direzione sud. Dopo qualche passo provo ad abbozzare una corsetta per sciogliere la muscolatura, vedo che funziona mi sento subito meglio, quindi aumento l’andatura, di corsa fino a Crampiolo a rabboccare la borraccia, toccando nell’ordine il lago di Pianboglio e la sponda ovest del lago di Devero. Come immaginavo a Crampiolo folla oceanica, meglio scappare…giunto in prossimità dei parcheggi alti del Devero imbocco sulla destra la bella mulattiera che scende a Goglio, da cui con deviazione a sinistra arrivo all’uscita della prima galleria per poi risalire in dogana. Giornata e foto indimenticabili.
P.S. Non ho mai visto tante persone come oggi in Devero, nemmeno a ferragosto, le auto erano parcheggiate ancor prima dell’ingresso della prima galleria e, a Goglio ancora una trentina di parcheggi occupati, ma la cosa che mi ha colpito di più è che non si trattavano dei soliti turisti estivi che non si spengono oltre il giro del lago, bensì escursionisti e fotografi che si sono portati in quota ad ammirare uno dei posti più belli d’Italia, e questa è stata una piacevole sorpresa.
https://www.strava.com/activities/2821409504
Alle ore 9:00 scatta l’ora X. Dopo aver parcheggiato prima della frontiera, ovviamente, m’incammino verso la piana del Devero. Il primo tratto è freddissimo, penso di congelare, temperature vicine allo zero e abbigliamento leggero quasi estivo non creano un bel binomio, fortunatamente dopo la galleria con l’arrivo del papà dei poveri le cose cambiano. Benché l’orario sia relativamente presto la piana pullula già di escursionisti indecisi su quale direzione prendere, io volgo a destra verso Crampiolo. Poco prima di raggiungere l’idilliaco borgo svolto ancora a destra in direzione Sangiatto; le condizioni sono ancora ottime per fotografare i suoi laghetti, anche se delle striature in cielo mi fanno presagire l’arrivo di vento da ovest, situazione che comprometterebbe il tutto, meglio darsi una mossa…si fa per dire perché non avendo ancora recuperato dallo sforzo di ieri le gambe sono di legno. Giunto al lago del Sangiatto superiore mi sembra di essere finito in un set fotografico, molti fotografi giunti da ogni dove con attrezzature ultimo grido cercano le inquadrature migliori sfidandosi a colpi di click, io mestamente con indifferenza estraggo il mio cellulare datato e immortalo questa meraviglia. Purtroppo non ho tempo da perdere quindi tolgo il disturbo e mi dirigo celermente verso Corte Corbernas, da cui scendo al ponticello della Valle per risalire successivamente all’ Alpe La Satta. Purtroppo quello che sospettavo diventa realtà, sbucando nell’altopiano del Forno una fresca arietta mi da il benvenuto e oltretutto il cielo si è velato, buonanotte fotografie…a questo punto non mi rimane che passare alla fase contemplativa e rilassante, questa zona mi ha sempre regalato queste emozioni e considerando che manco da qualche anno, oggi la sento maggiormente, solo la montagna è in grado di offrire simili esperienze, sarebbe un peccato non saperle cogliere. All’Alpe Forno effettuo il giro di boa, ora inizia la discesa in direzione sud. Dopo qualche passo provo ad abbozzare una corsetta per sciogliere la muscolatura, vedo che funziona mi sento subito meglio, quindi aumento l’andatura, di corsa fino a Crampiolo a rabboccare la borraccia, toccando nell’ordine il lago di Pianboglio e la sponda ovest del lago di Devero. Come immaginavo a Crampiolo folla oceanica, meglio scappare…giunto in prossimità dei parcheggi alti del Devero imbocco sulla destra la bella mulattiera che scende a Goglio, da cui con deviazione a sinistra arrivo all’uscita della prima galleria per poi risalire in dogana. Giornata e foto indimenticabili.
P.S. Non ho mai visto tante persone come oggi in Devero, nemmeno a ferragosto, le auto erano parcheggiate ancor prima dell’ingresso della prima galleria e, a Goglio ancora una trentina di parcheggi occupati, ma la cosa che mi ha colpito di più è che non si trattavano dei soliti turisti estivi che non si spengono oltre il giro del lago, bensì escursionisti e fotografi che si sono portati in quota ad ammirare uno dei posti più belli d’Italia, e questa è stata una piacevole sorpresa.
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adrimiglio
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