Hornli Hutte (luglio 2002)
|
||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Per il momento sono senza montagna quindi ripesco questa escursione di 17 anni fa, con alcune foto d'epoca, cioè scansionate.
La partenza avviene da Zermatt, da dove in funivia raggiungo l'hotel Schwarzsee. Pago per risparmiare 900 metri di dislivello che avrebbero portato il totale a 1600.
Utilizzando gli impianti il tempo di salita a piedi è stato di 2 ore o poco più.
Dalla stazione della funivia un cartello indicatore segnala chiaramente il sentiero per la Hornli hutte. Si lascia in basso a destra il lago (Schwarzsee) e si sale per prati, attraversando una pista da sci. Ben presto i prati finiscono e il sentiero passa sotto una parete rocciosa, sotto lo spuntone chiamato Hirli. Un tratto del sentiero viene sostituito da una passerella metallica. Più avanti alcuni tornanti permettono di superare la parete e di sbucare su una brulla cresta detritica, da cui si ha un’ampia vista sulle cime che fanno corona alla valle di Zermatt mentre davanti incombe la piramide del Cervino.
Si percorre tutta la cresta e si arriva fino alla base del ripido salto roccioso su cui si trovano il rifugio Hornli e la Capanna Belvedere (oggi riunite). Si vince il salto superando un dislivello di 300 metri grazie a un sentiero ricavato nella roccia, sempre ben tracciato e talora provvisto di funi metalliche utili per protezione più che per progressione.
Giunto al rifugio mi trovo alla base della cresta dell’Hornli, vicinissimo alle pareti est e nord del Cervino. Tutto attorno spiccano gli altri "quattromila" della valle di Zermatt: la parete della Dent Blanche, lo Zinalrothorn, la piramide del Weisshorn, i Mischabel e il gruppo del Monte Rosa.
Per me è un ripasso della storia dell'alpinismo dei pionieri. Non solo il Matterhorn ma anche la Teufelsgrat del Taschhorn salita da Mummery assieme alla moglie e alle loro guide, il Weisshorn che vide la competizione tra il letterato Leslie Stephen e lo scienziato John Tyndall che si assicurò il successo. Stephen, che anni dopo metterà al mondo Virginia Woolf, si rifarà con le "prime" dello Zinalrothorn e del Lyskamm Ovest.
E’ stato ovviamente facile incontrare alpinisti diretti al Cervino, ma molti erano anche gli escursionisti che avevano scelto il rifugio come meta della loro gita.
Recentemente ho assistito alla presentazione del libro "Cervino. Le guide raccontano", pubblicato da Kurt Lauber per vent'anni custode della Hornli Hutte, conoscendo quindi alcune novità rispetto al momento della mia gita.
Le due capanne erano affiancate, la Hornli di proprietà del CAS e la Belvedere del comune di Zermatt, e sono state unite grazie al comune che ha acquistato anche la Hornli, risolvendo il problema della cucina che era una sola e sostenendo una forte spesa perché il materiale ha dovuto essere trasportato tutto con l'elicottero.
Il comune di Zermatt ha reso obbligatoria la guida alpina per chi pernotta al rifugio e ha vietato il campeggio nell'area circostante, minacciando multe salate fino a 5.000 franchi, e questo ha in pratica vietato agli alpinisti indipendenti la scalata della montagna per la via normale svizzera. Al momento della mia gita ricordo diverse tende sistemate in una zona ghiaiosa sotto i rifugi.
Le guide hanno clienti che arrivano dagli Stati Uniti, dall'Australia, dal Giappone e che hanno la scalata compresa in un pacchetto di viaggio in Europa. Per alcuni di loro è la prima montagna che scalano, naturalmente non tutti ce la fanno e gli occhi esperti li riconoscono da come si muovono spaesati a Zermatt alla ricerca dell'attrezzatura da noleggiare e talvolta da comperare.
La partenza avviene da Zermatt, da dove in funivia raggiungo l'hotel Schwarzsee. Pago per risparmiare 900 metri di dislivello che avrebbero portato il totale a 1600.
Utilizzando gli impianti il tempo di salita a piedi è stato di 2 ore o poco più.
Dalla stazione della funivia un cartello indicatore segnala chiaramente il sentiero per la Hornli hutte. Si lascia in basso a destra il lago (Schwarzsee) e si sale per prati, attraversando una pista da sci. Ben presto i prati finiscono e il sentiero passa sotto una parete rocciosa, sotto lo spuntone chiamato Hirli. Un tratto del sentiero viene sostituito da una passerella metallica. Più avanti alcuni tornanti permettono di superare la parete e di sbucare su una brulla cresta detritica, da cui si ha un’ampia vista sulle cime che fanno corona alla valle di Zermatt mentre davanti incombe la piramide del Cervino.
Si percorre tutta la cresta e si arriva fino alla base del ripido salto roccioso su cui si trovano il rifugio Hornli e la Capanna Belvedere (oggi riunite). Si vince il salto superando un dislivello di 300 metri grazie a un sentiero ricavato nella roccia, sempre ben tracciato e talora provvisto di funi metalliche utili per protezione più che per progressione.
Giunto al rifugio mi trovo alla base della cresta dell’Hornli, vicinissimo alle pareti est e nord del Cervino. Tutto attorno spiccano gli altri "quattromila" della valle di Zermatt: la parete della Dent Blanche, lo Zinalrothorn, la piramide del Weisshorn, i Mischabel e il gruppo del Monte Rosa.
Per me è un ripasso della storia dell'alpinismo dei pionieri. Non solo il Matterhorn ma anche la Teufelsgrat del Taschhorn salita da Mummery assieme alla moglie e alle loro guide, il Weisshorn che vide la competizione tra il letterato Leslie Stephen e lo scienziato John Tyndall che si assicurò il successo. Stephen, che anni dopo metterà al mondo Virginia Woolf, si rifarà con le "prime" dello Zinalrothorn e del Lyskamm Ovest.
E’ stato ovviamente facile incontrare alpinisti diretti al Cervino, ma molti erano anche gli escursionisti che avevano scelto il rifugio come meta della loro gita.
Recentemente ho assistito alla presentazione del libro "Cervino. Le guide raccontano", pubblicato da Kurt Lauber per vent'anni custode della Hornli Hutte, conoscendo quindi alcune novità rispetto al momento della mia gita.
Le due capanne erano affiancate, la Hornli di proprietà del CAS e la Belvedere del comune di Zermatt, e sono state unite grazie al comune che ha acquistato anche la Hornli, risolvendo il problema della cucina che era una sola e sostenendo una forte spesa perché il materiale ha dovuto essere trasportato tutto con l'elicottero.
Il comune di Zermatt ha reso obbligatoria la guida alpina per chi pernotta al rifugio e ha vietato il campeggio nell'area circostante, minacciando multe salate fino a 5.000 franchi, e questo ha in pratica vietato agli alpinisti indipendenti la scalata della montagna per la via normale svizzera. Al momento della mia gita ricordo diverse tende sistemate in una zona ghiaiosa sotto i rifugi.
Le guide hanno clienti che arrivano dagli Stati Uniti, dall'Australia, dal Giappone e che hanno la scalata compresa in un pacchetto di viaggio in Europa. Per alcuni di loro è la prima montagna che scalano, naturalmente non tutti ce la fanno e gli occhi esperti li riconoscono da come si muovono spaesati a Zermatt alla ricerca dell'attrezzatura da noleggiare e talvolta da comperare.
Tourengänger:
andrea62

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (10)