Sparrhorn (3021 m)

Avevo adocchiato già lo Sparrhorn credo l’anno scorso. Una tremila escursionistico in un ambiente spettacolare. Dal momento che quest’anno voglio spaziare maggiormente nell’alto Vallese, questa meta mi sembra perfetta, ancorché non presenti difficoltà alpinistiche.

Parto in direzione di Blatten, pago il parcometro fino al pomeriggio e parto. Salgo un po’ seguendo la strada, un po’ tagliando con il sentiero. Nel frattempo la funivia incomincia a fare le sue prime corse. Arrivo a Belalp e proseguo. Ci sono le indicazioni per un certo Tyndalldenkman. Astruso toponimo tedesco, mi dico. Poi, quando lo raggiungo, mi rendo conto di cosa sia in realtà: un’enorme stele in memoria di John Tyndall, epico alpinista inglese legato alla storia del Cervino. Non posso che rendergli memoria! Proseguo verso la mia cima, sbagliando però sentiero e allargando verso l’arrivo di una seggiovia, che nel frattempo sta incominciando a portar su gente. Riprendo la retta via e poco dopo sono in vetta. Ci sono tante capre, quassù, ma soprattutto turisti, che uno dopo l’altro arrivano in vetta. Una cosa che non amo proprio, l’affollamento in montagna, ma è lo scotto da pagare per una cima con un panorama spettacolare, in una regione “infestata” di impianti di risalita. Resto comunque un’ora buona, che, appunto, la vista di qui è bellissima e su montagne che non conosco, poi mi metto in cammino. Per la discesa, però, decido di fare un altro giro, che tanto è ancora prestissimo, e così mi spingo in direzione della nuova passerella sul fiume che scende dall’Aletschgletscher. Dopo Üssers Aletschi il sentiero si inerpica lungo un pendio così ripido come mai mi era capitato di fare, davvero “in piedi”! Da lì in poi diventa una passeggiata ed arriva ad Egga, dove molti parcheggiano la macchina per incominciare la loro salita (io ovviamente sono partito invece 300 metri e passa più in basso!).

Bella escursione, in una zona che non conoscevo, con scorci sull’Oberaletschgletscher e le cime che lo circondano.