Pizzo Coca 3050 m
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Finalmente un po’ di calma e, complice questo bel week end, decidiamo di sfruttarlo al massimo andando in bergamasca.
Sabato mattina lasciamo l’auto a Valbondione e saliamo al Rifugio Coca. Sulla salita c’è poco da dire…sale e, quando finalmente si scorge il rifugio e sembra a portata di mano, si sale ancora e ancora…
Sosta al rifugio dove due giovani skyrunner cercano di calcolare, con il teorema di Pitagora, la pendenza media della salita…mi vien mal di testa ad ascoltarli…Il sentiero sale e bene, 20-25% cosa cambia? Si fa fatica e basta!!!!
Con minor pendenza raggiungiamo il misero lago di Coca dove svoltiamo a dx in direzione Bocchetta del Camoscio. Qualche breve passaggio su roccia poi si torna sui prati fino all’ultimo tratto su ghiaie e massi.
Altra sosta alla Bocchetta e, chiusi i bastoncini, ci accodiamo, a debita distanza, a tre ragazzi. La salita non particolarmente difficile, alterna tratti di arrampicata a tratti di sentiero. Come sempre una delle difficoltà delle Orobie e non far cadere sassi! Poco dopo aver risalito un canalino, divertenti passaggi su roccia, il percorso si sdoppia, noi rimaniamo sul facile. Raggiungiamo i tre in un punto di difficile interpretazione della salita. Rintracciamo il percorso corretto ma un ometto ci confonde e finiamo su una variante un po’ più esposta e mossa riprendendo la via corretta poco sopra. Siamo al punto più impegnativo della salita. Un breve traversino esposto dove più che altro a dare fastidio è lo zaino e una ripida gradinata sempre esposta. Fatto questo, sbuchiamo su un’ampia cresta che porta all’ultimo tratto di salita e quindi alla cima! Oggi panorama strepitoso e vogliamo godercelo in pieno.
Foto, spuntino e quindi purtroppo discesa con un po’ di apprensione per il passaggio intermedio. Passaggio che risulterà, stranamente, più semplice in discesa.
Tornati alla Bocchetta del Camoscio, volendo compiere un anello, proseguiamo per il rifugio Curò. Riporto quanto scritto sul sito del Cai di Bergamo: “Dalla bocchetta si scende con attenzione il versante sinistro del canalino che si affaccia sulla Valmorta procedendo su traccia di sentiero esposta e su terreno con sfasciumi prima, e con roccette poi. La discesa prevede alcuni tratti di arrampicata e, soprattutto fino a tarda stagione, è presente neve che deve essere affrontata con attrezzatura adeguata (piccozza e ramponi). La discesa va affrontata solo da escursionisti/alpinisti esperti. Dopo circa 300 m di dislivello si esce dalle difficoltà e si arriva alla conca sottostante chiusa da una vecchia morena frontale ancora ben distinguibile.”
Raggiunta la Valmorta deviamo a dx e dopo una breve risalita riprendiamo a scendere lungo i resti di una mulattiera ancora visibile a tratti. Qualche breve passaggio attrezzato con catene. Purtroppo la diga non è possibile attraversarla, bisogna per cui scendere fino in fondo per risalire alla casa dei guardiani ENEL
Al rifugio Curò finalmente sosta pranzo…lunga sosta tanto non dobbiamo tornare a casa e quindi discesa per il sentiero panoramico.
Proprio oggi, alcuni volontari del Cai di Bergamo hanno ribollato la salita al Pizzo Coca, incontrati mentre scedevamo dalla cima.
La valutazione del percorso vale sia per la salita al Pizzo Coca, non difficile ma da fare con un po' di esperienza su percorsi simili ma anche per la discesa in Valmorta. Il resto del percorso si può valutare in un T2/T3. Questa la valutazione di Vie Normali EE - A - II- - PD-.
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