Adamello 3539 m. - Rifugio Gnutti 2166 m.
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Qualche settimana fa ricevo un invito e colgo l’occasione per pianificare l’ascensione.
La via Terzulli è una classica che si sviluppa in diversi ambienti: sentieri, roccia, ghiaccio. Tuttavia non è difficile e occorre solo un buon allenamento. Infatti sono 1300 i metri di dislivello che separano il rifugio alla cima e ben 2000- quelli da affrontare per il ritorno al parcheggio.
Andiamo per gradi. Raggiunto il parcheggio in località Ponte del Guat faccio quasi fatica a trovare un posto per l’auto: c’è il pienone. Parto in direzione Malga Premassone dove scopro che è possibile parcheggiare al costo di 5€ al giorno. Tiro dritto fino alla Malga Frino dove la strada sterrata diventa sentiero. Mi inoltro nella stretta valle costeggiando le limpide acque del torrente Remulo. Il sentiero guadagna quota e pendenza sul versante destro della valle; mi trovo a percorrere la famosa scala Miller, che troverò particolarmente “devastante” al rientro. Uscito dalla “gola” si apre la bellissima e selvaggia Val Miller. In poco tempo e senza difficoltà arrivo al rifugio Gnutti, 2166 m.
Il mattino seguente la sveglia e di buon ora; ore 4,00. I gestori preparano colazione per chi sale all’Adamello alle 4,30... prendere o lasciare. Prendo. Parto alle 5,15 con un filo di luce. Supero il bivio per il passo Cristallo e raggiungo il laghetto Miller. Ora la pendenza aumenta per superare una prima balza erbosa che conduce al pantano del Miller. La pendenza aumenta nuovamente e il percorso si fa più impegnativo. Poco sotto l’attacco della via attrezzata la parte più delicata; si procede su sfasciumi e terreno molto instabile.
Attacco finalmente la via attrezzata che a parte un paio di passaggi un po’ esposti non è mai difficile. Molti tratti “liberi” permettono di divertirsi trovando il passaggio migliore per la progressione. Cosi arrivo al passo dell’Adamello, 3250 m. Insieme a me i primi raggi di sole che scaldano una brezza tutt'altro che piacevole. Calzo i ramponcini e scendo di pochi metri sul ghiacciaio secco per risalire con pendenza via via maggiore la cresta ovest dell’Adamello. Qui nuovamente su roccia e superando qualche nevaio, seguo gli ometti in prossimità del filo di cresta fino a raggiungere la bella croce di vetta. La vista verso nord precipita per quasi mille metri verso i laghi d’Avio, Benedetto, Pantano e Venerocolo e il rifugio Garibaldi. Immensa la vista sul ghiacciaio. Il tempo stabile mi consente di sostare per più di un'ora. Stupendo!
Scendo per la stessa via di salita affrontando con calma i 2000 metri di dislivello negativo che mi attendono.

Kommentare (4)