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Una due giorni da ricordare
Vista da Giorgio - (giorgio59m)
Il programma di questo secondo giorno è ... variabile.
In base alla stanchezza del giorno precedente e soprattutto del meteo si deciderà. Inutile dire che la migliore delle ipotesi è ripetere con un'altra cima, un pò più tranquilla del Pasquale, e l'interesse è chiaramente per il Confinale.
Purtroppo il meteo gioca contro, le gambe andrebbero di certo, ma le previsioni dicono pioggia e schiarite per tutta la giornata. Il gestore dei Forni ci dice domani non è giorno da Confinale ...
Va beh, iniziamo a fare piani B,C, ... che vanno dal turismo a Livigno al giro ( o meglio i giri) del sentiero glaceologico e dei ponti tibetani (consigliato dal rifugista).
Dopo varie discussioni, decidiamo per un percorso con possibile riparo da qualche parte (da considerare che saltando il Confinale non ci avrebbero preparato i panini ...), l'idea è di salire al Pizzini in Val Cedec ed in base al meteo far un giretto nei dintorni, con pranzo al Pizzini.
Partiamo alle 08:00 seguendo la sterrata gippabile che porta al rifugio, anche per questo rifugio (e fino a sotto il Casati) esiste un servizio taxi che ti porta in quota.
La palina ai forni indica 1:40, con calma ci incamminiamo, prendiamo un pò di pioggia e ci copriamo, poi esce il sole e ci svestiamo.
Arriviamo al bel rifugio Pizzini nei tempi canonici (considerate le varie pause), spende il sole e ci guardiamo attorno.
E' uno spettacolo, sembra di essere al centro del circo, tutto intorno vette di gran prestigio, ma il re è sicuramente il gran Zebrù, una torre rocciosa che svetta sopra le altre con i suoi 3851mt, quando la vetta è pulita dalle nuvoile svetta una grande croce.
Ma tutto il circo è meraviglioso, dalle cime dei Forni, al Gran Zebrù e fino al Cevedale, anche il "nostro" Pasquale fa la sua gran bella figura visto da qui!
Chiediamo consiglio al rifugista, visto il sole la nostra idea è di salire al Passo del Zebrù N (3001mt) da dove si scende per il giro alla 5a Alpini (Val Zebrù), ma ci consigliano piuttosto di salire verso il ghiacciaio del Zebrù in direzione del Passo di Bottiglia e fare un anello per tornare a pranzo.
Detto e fatto, partiamo seguendo degli ometti che risalgono la morena, ce ne sono molti ma si può salire come si vuole.
Raggiunta la vedretta, siamo oltre i 3k, un bel obiettivo anche per oggi e soprattutto per una passeggiata!
Foto ricordo e con un giro largo torniamo al Pizzini, dove ci ci sediamo a tavola per pranzare.
Intanto fuori piove e piove bene, il rifugio si riempie di molti visitatori che trovano riparo.
Francesco sta leggero con una zuppetta (anche se vedendo passare i piatti di pizzoccheri ... gli rodeva), noi optiamo per polenta salsiccia e formaggio.
Chiuso il pranzo con il caffè e la grappetta (eh sì, le buone abitudini non si perdono), usciamo all'aperto con un bel sole.
Foto ricordo assieme, poi Paolo e Francesco scendono veloci per tornare a casa (il traffico di Lecco è sempre un collo di bottiglia nei fine-settimana), invece io, Roberto e Gimmy pernotteremo ancora ai Forni, quindi giro ad anello facendo il sentiero della Caserma.
Un sentiero molto bello, un lungo traverso in quota 2500mt circa fino ai ruderi di una caserma e tante postazioni.
Facciamo una bella sosta, il meteo è ottimo, il panorama stupendo con vista dai Forni fino al Gran Zebrù
Prima di chiudere devo spendere due parole di elogio per l'Albergo/Rifugio Ai Forni. Siamo stati benissimo, il posto è strategico per tante escursioni (è chiaro che se puntate al S.Matteo, al Cevedale o al Gran Zebrù ci sono rifugi più vicini). La cena anzi le due cene semplicemente ottime, bella presentazione e gran qualità, anche la colazione è generosa.
Non ultima la cortesia del personale.
Copio & Incollo alcune informazioni prese in rete
Rifugio Albergo Ghiacciaio dei Forni
Santa Caterina Valfurva
A 2.200 metri di quota, immerso nel Parco Nazionale dello Stelvio, al centro del Gruppo Ortles-Cevedale. A pochi chilometri da Santa Caterina Valfurva, ideale punto di partenza per gite, escursioni ed ascensioni. Per gli amanti della montagna che non vogliono rinunciare ad un ambiente confortevole.Dal Rifugio, infatti, in poco più di un'ora di cammino, si possono raggiungere i rifugi Pizzini o Branca, e da qui salire verso il Gran Zebrù (m. 3.860), il Cevedale (m. 3.778) , il San Matteo (m. 3.684), il Tresero (m. 3.602) e tutte le altre meravigliose cime che formano il Gruppo Ortles-Cevedale. La strada che porta al Rifugio da S.Caterina è ora asfaltata: da Milano, quindi, in tre-quattro ore si può arrivare a questo piccolo paradiso. Il Rifugio "Albergo Ghiacciaio dei Forni" fu costruito nel 1896 da Rinaldo Buzzi, che volle così creare una struttura alberghiera in quota, in un luogo incantevole e tranquillissimo, dove i veri amanti della montagna potessero trovare una sistemazione confortevole. Pochi anni dopo l'Albergo divenne un punto nevralgico per le nostre truppe, impegnate nella "Guerra d'Aquile" sulle circostanti montagne. In seguito, ristrutturato e recuperato come Rifugio ha rappresentato un punto di riferimento di chi volesse compiere passeggiate ed ascensioni o semplicemente desiderasse gustare un periodo di relax a contatto con la natura. La sua posizione, infatti, lo rende ideale per chi voglia godere del contatto immediato con la natura, per l'escursionista e per l'alpinista o lo sci-alpinista che desideri misurarsi con montagne che offrono ogni livello di difficoltà. Proprio in occasione del centenario, nel 1996, grazie ad un finanziamento della CEE, il Rifugio è stato completamente ristrutturato ed ora, grazie anche ad una nuova gestione, può tornare ad essere un importante punto di riferimento per un turismo intelligente ed alternativo.
Un ultima informazione, tante trincee, caserme e postazioni anche a quote molto elevate hanno destato la mia curiosità, vi giro qualche informazione dalla rete:
La Guerra sulle Alpi: 1915 iniziano le ostilità tra Ortles e Cevedale
Guerra mondiale sul Gran Zebru'
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