Anello Monti di Lenno - san Benedetto in Valle Perlana
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I monti di Lenno, monti conosciutissimi da tanti, sono per me che di cognome faccio "Ciapessoni" (chi frequenta questi luoghi può capire) le montagne di famiglia. Zone sempre stupende per i panorami che regalano, ma battutissime. Do quindi qualche informazione sulla mia personale variante tipica per l'allenamento primaverile che permette di fare un bell'anello che attraversa vie molto poco frequentate oltre a quelle tradizionali.
In alcuni tratti il sentiero è ormai scomparso all'interno del bosco e, soprattutto quando si ha accumulo di foglie al suolo, diventa davvero difficile ripercorrere le vecchie vie. I luoghi che si attraversano non sono mai pericolosi, ma è necessario cercare di evitare un paio di punti che potrebbero complicare la situazione. L'intero anello non è breve e consiglio di partire la mattina non troppo tardi in modo da avere sufficiente tempo a disposizione anche per rimediare ad errori di percorso e cercare il sentiero.
Il cammino parte da Boffalora e le prime 2.30 h circa si impiegano per attraversare su e giù tutta la cresta che passa progressivamente dall'Alpe di Ossuccio, il Monte di Lenno, l'Alpe di Lenno, il Monte Galbiga, il rifugio Venini, il Monte di Tremezzo ed infine il Monte Crocione. Sentiero semplice anche se a tratti ripido e faticoso, ma che regala panorami mozzafiato.
Dal Crocione si ripercorre dapprima il sentiero e poi la mulattiera che, passando per l'alpe di Mezzegra, conducono nuovamente al rifugio Venini. Per avere la certezza di seguire il sentiero corretto è ora necessario superare il rifugio e arrivare fino all'alpe di Lenno di fronte alla quale troviamo le indicazioni per la "via Lariana" e imbocchiamo il sentiero che scende in valle Perlana. In alternativa è possibile abbassarsi direttamente per una di quelle tracce che da prima del Venini scendono lungo il versante. Tali tracce sono però spesso aleatorie e consigliabili a chi già conosce la zona.
Imboccata la via Lariana si comincia un lungo cammino, prima su sentiero, poi su ciottolato ed infine su mulattiera che porta ad abbassarsi di circa 400 metri.
Lungo questa via bisognerà prestare attenzione a non perdere la deviazione (indicata da un cartello sulla destra dopo una ripida discesa della strada) verso Gaggio che ci riporta dalla strada su un "sentiero" ormai scomparso.
A questo punto bisogna tenere la traccia fintantochè si riesce, ma più importante ancora è mantere i giusti punti di riferimento considerando che: 1) la chiesa di san Benedetto si trova all'interno di una pineta facilmente individuabile all'interno di un bosco di latifoglie (soprattutto da tardo autunno ad inizio primavera), 2) la chiesa si trova sul versante opposto della valle e la si raggiunge tramite un ponticello, 3) continuando ad abbassarsi in direzione chiesa si arriverà necessariamente ad incrociare una stradicciola risalendo la quale si arriverà a San Benedetto, 4) non bisogna farsi tentare dal risalire eccessivamente la valle per non perdere quota poichè si arriverà ad impelagarsi in zone più ripide e rocciose all'interno del bosco.
Questo simpatico tratto all'Indiana Jones ci permette di raggiungere la stradicciola che in poco tempo (variabile a seconda dell'altezza a cui la si incrocia) ci porta alla bellissima San Benedetto...un luogo davvero magico.
Superata la chiesa, si imbocca il sentiero verso "Boffalora". Il sentiero è spesso sdrucciolevole e non ben tracciato, ma sempre distintamente riconoscibile, è da percorrere fino alla fine dove si sbucherà esattamente alle auto. Volendo, ad un certo punto si potrà imboccare un bivio che indica una deviazione. Seguire questa traccia allunga di una decina di minuti il giro e ci porterà a raggiungere l'alpe di Ossuccio piuttosto che Boffalora.
Per tutto il giro bisogna considerare circa 7 ore di cammino e quasi 1200 metri tra sali e scendi. Le difficoltà risultano legate più all'orientamento che alle tecniche di camminata (più boy scout che alpinisti insomma).
Per aiutarsi a comprendere la giusta direzione consiglio di smanettare un po con google Earth in modo da farsi un idea generale del sentiero.
Nel complesso lo consiglio vivamente a tutti quelli che hanno esperienza di "bosco" e hanno voglia di un giro un po fuori dal comune.
Marco
In alcuni tratti il sentiero è ormai scomparso all'interno del bosco e, soprattutto quando si ha accumulo di foglie al suolo, diventa davvero difficile ripercorrere le vecchie vie. I luoghi che si attraversano non sono mai pericolosi, ma è necessario cercare di evitare un paio di punti che potrebbero complicare la situazione. L'intero anello non è breve e consiglio di partire la mattina non troppo tardi in modo da avere sufficiente tempo a disposizione anche per rimediare ad errori di percorso e cercare il sentiero.
Il cammino parte da Boffalora e le prime 2.30 h circa si impiegano per attraversare su e giù tutta la cresta che passa progressivamente dall'Alpe di Ossuccio, il Monte di Lenno, l'Alpe di Lenno, il Monte Galbiga, il rifugio Venini, il Monte di Tremezzo ed infine il Monte Crocione. Sentiero semplice anche se a tratti ripido e faticoso, ma che regala panorami mozzafiato.
Dal Crocione si ripercorre dapprima il sentiero e poi la mulattiera che, passando per l'alpe di Mezzegra, conducono nuovamente al rifugio Venini. Per avere la certezza di seguire il sentiero corretto è ora necessario superare il rifugio e arrivare fino all'alpe di Lenno di fronte alla quale troviamo le indicazioni per la "via Lariana" e imbocchiamo il sentiero che scende in valle Perlana. In alternativa è possibile abbassarsi direttamente per una di quelle tracce che da prima del Venini scendono lungo il versante. Tali tracce sono però spesso aleatorie e consigliabili a chi già conosce la zona.
Imboccata la via Lariana si comincia un lungo cammino, prima su sentiero, poi su ciottolato ed infine su mulattiera che porta ad abbassarsi di circa 400 metri.
Lungo questa via bisognerà prestare attenzione a non perdere la deviazione (indicata da un cartello sulla destra dopo una ripida discesa della strada) verso Gaggio che ci riporta dalla strada su un "sentiero" ormai scomparso.
A questo punto bisogna tenere la traccia fintantochè si riesce, ma più importante ancora è mantere i giusti punti di riferimento considerando che: 1) la chiesa di san Benedetto si trova all'interno di una pineta facilmente individuabile all'interno di un bosco di latifoglie (soprattutto da tardo autunno ad inizio primavera), 2) la chiesa si trova sul versante opposto della valle e la si raggiunge tramite un ponticello, 3) continuando ad abbassarsi in direzione chiesa si arriverà necessariamente ad incrociare una stradicciola risalendo la quale si arriverà a San Benedetto, 4) non bisogna farsi tentare dal risalire eccessivamente la valle per non perdere quota poichè si arriverà ad impelagarsi in zone più ripide e rocciose all'interno del bosco.
Questo simpatico tratto all'Indiana Jones ci permette di raggiungere la stradicciola che in poco tempo (variabile a seconda dell'altezza a cui la si incrocia) ci porta alla bellissima San Benedetto...un luogo davvero magico.
Superata la chiesa, si imbocca il sentiero verso "Boffalora". Il sentiero è spesso sdrucciolevole e non ben tracciato, ma sempre distintamente riconoscibile, è da percorrere fino alla fine dove si sbucherà esattamente alle auto. Volendo, ad un certo punto si potrà imboccare un bivio che indica una deviazione. Seguire questa traccia allunga di una decina di minuti il giro e ci porterà a raggiungere l'alpe di Ossuccio piuttosto che Boffalora.
Per tutto il giro bisogna considerare circa 7 ore di cammino e quasi 1200 metri tra sali e scendi. Le difficoltà risultano legate più all'orientamento che alle tecniche di camminata (più boy scout che alpinisti insomma).
Per aiutarsi a comprendere la giusta direzione consiglio di smanettare un po con google Earth in modo da farsi un idea generale del sentiero.
Nel complesso lo consiglio vivamente a tutti quelli che hanno esperienza di "bosco" e hanno voglia di un giro un po fuori dal comune.
Marco
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