La Parè, i Casalitt, Prato del Bosco - anello in Valle Antigorio
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Ecco uno di quei giri in cui una delle frasi più ricorrenti è: "Gli animali passano di qui". D'altra parte spesso sono le tracce degli animali - in forma di calpestio o di deiezioni - a guidarci verso i passaggi più logici.
Questo anello, lungo e di soddisfazione, è nato estendendo un progetto più contenuto, concepito per tenere conto della difficoltà insita nel muoversi in ambienti selvatici alla ricerca di percorsi non segnati sulle mappe e solamente ipotizzati.
L'idea "di minima" era quella di raggiungere Il Parè o, come dicono a San Rocco, La Parè, un gruppo di baite indicato sulla Mappa Rabbini nei pressi dell'imbocco del vallone del Rio Fruetta, percorrendo la fascia boscosa sopra le rocce, ben visibile dal fondovalle.
E' naturale immaginare che, da La Parè, un sentiero attraversasse un tempo il vallone del Rio Fruetta alla volta della zona boscosa sopra la palestra di roccia di Cadarese, nota localmente come Bosco Nero, difficilmente accessibile dal basso (come già verificato in altre occasioni).
Su questo versante ci sono dei ruderi isolati che la gente del posto chiama semplicemente I Casalitt (Casaletti), già visitati da Ferruccio seguendo un impegnativo percorso di cacciatori che li raggiunge in modo diretto (link).
In questo caso cercheremo invece l'accesso degli alpigiani o, più verosimilmente, dei boscaioli che sfruttavano questi miseri ricoveri.
Il progetto prevede di salire alla soprastante quota 1797, già visitata in altre occasioni, e traversare all'Alpe Busin di Sopra per poi scendere a San Rocco lungo il sentiero ufficiale.
In questo caso, essendo arrivati al Busin relativamente presto, l'anello è stato allargato in modo da attraversare anche il vallone del Rio Usella, con quello che potrebbe essere considerato l'ultimo segmento di un'ideale Traversata Antigoriana.
Dal guado sul torrente principale che si incontra a circa 1800 m di quota lungo il sentiero per l'Alpe Groppo, abbiamo attraversato la destra idrografica del vallone del Rio Usella fino a Prato del Bosco (casale indicato solo sulla Mappa Rabbini, situato sulla dorsale del Groppo in corrispondenza alla quota 1577 CNS) sfruttando un'interessante ed esposta cengia naturale segnata dal passaggio degli animali, notata nel corso dell'uscita precedente.
Da Prato del Bosco si raggiunge traversando in salita il guado sul Rio Pe di Pilone a circa 1650 m, sul sentiero segnalato Passo - Alpe Groppo. Siamo quindi scesi verso Passo lungo il percorso segnalato fino alla Fraccia, i ruderi nei pressi della cava, per poi seguire il vecchio sentiero che purtroppo è stato abbandonato e che, a mio parere, meriterebbe di essere recuperato. Ora infatti i (pochissimi) escursionisti che salgono verso gli splendidi ambienti della sinistra antigoriana sono indirizzati dalla segnaletica CAI sulla polverosa strada a servizio della cava...
Avvertenze
Il tratto tra il guado sul Rio Usella e la cengia che permette di uscire a Prato del Bosco è privo di traccia ed è intralciato da ontani e rododendri. Questa parte dell'itinerario, pur non presentando difficoltà tecniche vere e proprie, è molto scomodo e si può considerare "per irriducibili".
Il senso del passaggio è quello di completare la Traversata Antigoriana senza salire fino all'Alpe Groppo, in modo da rimanere ad un quota media compatibile con quella delle altre tratte. Si potrebbe obiettare che in questo modo si evita l'unico posto comodo dove bivaccare...
L'itinerario
Sono con Ferruccio, in uno dei nostri luoghi preferiti. Si parte come altre volte da San Rocco, si attraversa il ponte sul Toce e si imbocca il noto sentiero segnalato per il Busin.
Giunti alle baite della Bruciata (il cartello, lo ricordiamo, è sbagliato e indica I Bochi, situati più in alto; l'errore nasce con la IGM) traversiamo verso Sud salendo leggermente di quota fino agli albéri, vale a dire una coppia di edifici costituta da una stalla e una baita.
Il sentiero, non segnalato ma abbastanza riconoscibile, prosegue nel bosco a Sud tra due fasce rocciose fino ai ruderi chiamati La Parè (indicati solo sulla Mappa Rabbini) per poi entrare nella valle del Rio Fruetta con un passaggio obbligato che costringe ad un allungo del piede su una roccia un poco esposta. Si entra in una valletta secondaria, la si risale per un breve tratto e quindi si esce sulla destra per traversare verso il Rio Fruetta, che si guada a circa 1200 m. Sul versante opposto si rinviene una traccia che, traversando in salita tra due fasce rocciose, doppia il risalto del Bosco Nero (CNS 1303 m), la cui sommità si guadagna dopo aver risalito la parte terminale dell'infido canale che divide il versante tra la miniera di quarzo e la palestra di roccia di Cadarese.
Dalla quota 1303, con una breve deviazione su una traccia in leggera discesa sul versante Nord, raggiungiamo un piccolo rudere azzerato, non riportato sulle carte (circa 1280 m).
Ritornati sulla dorsale, la risaliamo con alcuni aggiramenti arrivando al più cospicuo dei Casalitt (circa 1450 m).
Si risale la dorsale con percorso a tratti incerto fino al rudere superiore, circondato dai larici, vicino ad un piccolo pianoro erboso (circa 1630 m).
Più in alto una traccia di animali aiuta a districarsi tra le bancate rocciose e l'intrico dei rododendri fino al pianoro sopra la quota 1797, già noto da precedenti visite. Dalla presenza di qualche modesto manufatto solo in questo tratto del percorso, si ricava l'impressione che il rudere superiore dei Casalitt avesse un accesso preferenziale dall'alto.
Dal pianoro sopra la quota 1797 imbocchiamo il sentiero non ufficiale (tagli) che attraversa la valle del Rio Fruetta e raggiunge il Busin di Sopra, da dove si ha un bel colpo d'occhio sulla selvaggia valle del Rio Usella.
Fino qui 4:30 tutto compreso.
Ci incamminiamo verso l'Alpe Groppo lungo il sentiero segnalato (ma poco visbile nella zona di dilavamento detta degli arvinei…), che abbandoniamo al guado del Rio Usella per scendere, senza traccia, fino alla quota di 1600 m circa, dove iniziamo un traverso nel bosco che porta (da ultimo su traccia di animali con tratti esposti) alla rovina di Prato del Bosco, situata su un ameno e rilassante pianoro in corrispondenza della quota 1575 m sulla dorsale che separa il vallone del Rio Usella da quello del Pé di Pilone.
Tempi: circa 1:45 dal Busin di Sopra a Prato del Bosco
Da qui si traversa su sentiero inizialmente visibile, poi sempre meno chiaro, fino al guado sul Pè di Pilone posto sul sentiero ufficiale Passo - Alpe Groppo, poco a monte di Pianezza di Sopra.
Guadato il torrente, seguiamo il sentiero fino alla cava del Passo e, ai ruderi della Fraccia, lo abbandoniamo, per seguire il vecchio sentiero gradinato (abbandonato e non segnalato) che scende nel bosco a Nord delle baite. Il sentiero presenta dei notevoli gradini di pietra ricoperti di muschio, dal caratteristico effetto vellutato. Peccato che nella parte bassa il sentiero si perda e finisca in modo inglorioso tra rovi e erbacce varie, in un punto in cui l'unico riferimento per trovarne l'inizio è una palina del metanodotto.
Dalla palina ci si cala (gradini tra le piante) sulla strada interpoderale che percorre il fondovalle di Antigorio sulla sinistra idorgafica e che seguiamo verso Sud fino al ponte di San Rocco dove l'anello di chiude.
Da Prato del Bosco a San Rocco poco meno di 3 ore, compresa qualche breve sosta.
Ringraziamenti
Ringrazio tutti i gentilissimi abitanti di San Rocco, prodighi di informazioni, incontrati alla fine del giro e in particolare Bruno per la toponomastica, i termini dialettali e la calorosa accoglienza.
Questo anello, lungo e di soddisfazione, è nato estendendo un progetto più contenuto, concepito per tenere conto della difficoltà insita nel muoversi in ambienti selvatici alla ricerca di percorsi non segnati sulle mappe e solamente ipotizzati.
L'idea "di minima" era quella di raggiungere Il Parè o, come dicono a San Rocco, La Parè, un gruppo di baite indicato sulla Mappa Rabbini nei pressi dell'imbocco del vallone del Rio Fruetta, percorrendo la fascia boscosa sopra le rocce, ben visibile dal fondovalle.
E' naturale immaginare che, da La Parè, un sentiero attraversasse un tempo il vallone del Rio Fruetta alla volta della zona boscosa sopra la palestra di roccia di Cadarese, nota localmente come Bosco Nero, difficilmente accessibile dal basso (come già verificato in altre occasioni).
Su questo versante ci sono dei ruderi isolati che la gente del posto chiama semplicemente I Casalitt (Casaletti), già visitati da Ferruccio seguendo un impegnativo percorso di cacciatori che li raggiunge in modo diretto (link).
In questo caso cercheremo invece l'accesso degli alpigiani o, più verosimilmente, dei boscaioli che sfruttavano questi miseri ricoveri.
Il progetto prevede di salire alla soprastante quota 1797, già visitata in altre occasioni, e traversare all'Alpe Busin di Sopra per poi scendere a San Rocco lungo il sentiero ufficiale.
In questo caso, essendo arrivati al Busin relativamente presto, l'anello è stato allargato in modo da attraversare anche il vallone del Rio Usella, con quello che potrebbe essere considerato l'ultimo segmento di un'ideale Traversata Antigoriana.
Dal guado sul torrente principale che si incontra a circa 1800 m di quota lungo il sentiero per l'Alpe Groppo, abbiamo attraversato la destra idrografica del vallone del Rio Usella fino a Prato del Bosco (casale indicato solo sulla Mappa Rabbini, situato sulla dorsale del Groppo in corrispondenza alla quota 1577 CNS) sfruttando un'interessante ed esposta cengia naturale segnata dal passaggio degli animali, notata nel corso dell'uscita precedente.
Da Prato del Bosco si raggiunge traversando in salita il guado sul Rio Pe di Pilone a circa 1650 m, sul sentiero segnalato Passo - Alpe Groppo. Siamo quindi scesi verso Passo lungo il percorso segnalato fino alla Fraccia, i ruderi nei pressi della cava, per poi seguire il vecchio sentiero che purtroppo è stato abbandonato e che, a mio parere, meriterebbe di essere recuperato. Ora infatti i (pochissimi) escursionisti che salgono verso gli splendidi ambienti della sinistra antigoriana sono indirizzati dalla segnaletica CAI sulla polverosa strada a servizio della cava...
Avvertenze
Il tratto tra il guado sul Rio Usella e la cengia che permette di uscire a Prato del Bosco è privo di traccia ed è intralciato da ontani e rododendri. Questa parte dell'itinerario, pur non presentando difficoltà tecniche vere e proprie, è molto scomodo e si può considerare "per irriducibili".
Il senso del passaggio è quello di completare la Traversata Antigoriana senza salire fino all'Alpe Groppo, in modo da rimanere ad un quota media compatibile con quella delle altre tratte. Si potrebbe obiettare che in questo modo si evita l'unico posto comodo dove bivaccare...
L'itinerario
Sono con Ferruccio, in uno dei nostri luoghi preferiti. Si parte come altre volte da San Rocco, si attraversa il ponte sul Toce e si imbocca il noto sentiero segnalato per il Busin.
Giunti alle baite della Bruciata (il cartello, lo ricordiamo, è sbagliato e indica I Bochi, situati più in alto; l'errore nasce con la IGM) traversiamo verso Sud salendo leggermente di quota fino agli albéri, vale a dire una coppia di edifici costituta da una stalla e una baita.
Il sentiero, non segnalato ma abbastanza riconoscibile, prosegue nel bosco a Sud tra due fasce rocciose fino ai ruderi chiamati La Parè (indicati solo sulla Mappa Rabbini) per poi entrare nella valle del Rio Fruetta con un passaggio obbligato che costringe ad un allungo del piede su una roccia un poco esposta. Si entra in una valletta secondaria, la si risale per un breve tratto e quindi si esce sulla destra per traversare verso il Rio Fruetta, che si guada a circa 1200 m. Sul versante opposto si rinviene una traccia che, traversando in salita tra due fasce rocciose, doppia il risalto del Bosco Nero (CNS 1303 m), la cui sommità si guadagna dopo aver risalito la parte terminale dell'infido canale che divide il versante tra la miniera di quarzo e la palestra di roccia di Cadarese.
Dalla quota 1303, con una breve deviazione su una traccia in leggera discesa sul versante Nord, raggiungiamo un piccolo rudere azzerato, non riportato sulle carte (circa 1280 m).
Ritornati sulla dorsale, la risaliamo con alcuni aggiramenti arrivando al più cospicuo dei Casalitt (circa 1450 m).
Si risale la dorsale con percorso a tratti incerto fino al rudere superiore, circondato dai larici, vicino ad un piccolo pianoro erboso (circa 1630 m).
Più in alto una traccia di animali aiuta a districarsi tra le bancate rocciose e l'intrico dei rododendri fino al pianoro sopra la quota 1797, già noto da precedenti visite. Dalla presenza di qualche modesto manufatto solo in questo tratto del percorso, si ricava l'impressione che il rudere superiore dei Casalitt avesse un accesso preferenziale dall'alto.
Dal pianoro sopra la quota 1797 imbocchiamo il sentiero non ufficiale (tagli) che attraversa la valle del Rio Fruetta e raggiunge il Busin di Sopra, da dove si ha un bel colpo d'occhio sulla selvaggia valle del Rio Usella.
Fino qui 4:30 tutto compreso.
Ci incamminiamo verso l'Alpe Groppo lungo il sentiero segnalato (ma poco visbile nella zona di dilavamento detta degli arvinei…), che abbandoniamo al guado del Rio Usella per scendere, senza traccia, fino alla quota di 1600 m circa, dove iniziamo un traverso nel bosco che porta (da ultimo su traccia di animali con tratti esposti) alla rovina di Prato del Bosco, situata su un ameno e rilassante pianoro in corrispondenza della quota 1575 m sulla dorsale che separa il vallone del Rio Usella da quello del Pé di Pilone.
Tempi: circa 1:45 dal Busin di Sopra a Prato del Bosco
Da qui si traversa su sentiero inizialmente visibile, poi sempre meno chiaro, fino al guado sul Pè di Pilone posto sul sentiero ufficiale Passo - Alpe Groppo, poco a monte di Pianezza di Sopra.
Guadato il torrente, seguiamo il sentiero fino alla cava del Passo e, ai ruderi della Fraccia, lo abbandoniamo, per seguire il vecchio sentiero gradinato (abbandonato e non segnalato) che scende nel bosco a Nord delle baite. Il sentiero presenta dei notevoli gradini di pietra ricoperti di muschio, dal caratteristico effetto vellutato. Peccato che nella parte bassa il sentiero si perda e finisca in modo inglorioso tra rovi e erbacce varie, in un punto in cui l'unico riferimento per trovarne l'inizio è una palina del metanodotto.
Dalla palina ci si cala (gradini tra le piante) sulla strada interpoderale che percorre il fondovalle di Antigorio sulla sinistra idorgafica e che seguiamo verso Sud fino al ponte di San Rocco dove l'anello di chiude.
Da Prato del Bosco a San Rocco poco meno di 3 ore, compresa qualche breve sosta.
Ringraziamenti
Ringrazio tutti i gentilissimi abitanti di San Rocco, prodighi di informazioni, incontrati alla fine del giro e in particolare Bruno per la toponomastica, i termini dialettali e la calorosa accoglienza.
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