Cannone dell'Adamello (3315) e Cima Giovanni Paolo II
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Aspetto emotivo e storico:
come amante della storia, della montagna e degli Alpini, sono un alpino, erano mesi che meditavo di salire a cresta Croce e al cannone da 149 dell’Adamello, (Ippopotamo). Un cannone portato a quota 3300 metri dagli alpini nel 1916 per sparare agli Austriaci, poveri ragazzi da entrambe le parti mandati a fare la guerra sulle montagne al freddo e al gelo…
L’Adamello una zona ricca di storia “La famosa guerra bianca”, fra le tante il cannone riveste sicuramente un posto particolare, appena lo vedo dopo aver percorso la cresta mi emoziono, davvero mi scendono le lacrime, un’emozione intensa, vera e profonda, arrivare a toccarlo con rispetto e devozione, (personalmente odio quelli che ci salgono sopra è una mancanza di rispetto totale),amplifica i sentimenti, scattare foto con il cappello alpino in testa, il gagliardetto del gruppo condiviso con gli alpini e amici non ha prezzo.
Momento topico la recita della preghiera dell’alpino con sottofondo musicale con l’armonica suonata da Francesco che intona il silenzio fuori ordinanza, non ho parole per descriverlo…storia, amicizia, montagna, serenità, storia, rispetto e memoria.
Aspetto tecnico:
come detto ci tenevo moltissimo a salire all’Ippopotamo, come alpino amante della montagna dovevo farlo, ma dovevo prima misurarmi con le mie capacità tecniche in quanto il percorso presenta dei passaggi impegnativi, difficili e in parte pericolosi. Siamo in 7 nel gruppo, so che posso contare sul supporto tecnico, qualora ce ne fosse necessità di Francesco, Andrea e Luca, grazie per esserci stati.
Sapere che se ce ne fosse bisogno posso mettermi in sicurezza legato ad uno di loro tranquillizza e dà serenità, alla fine non è stato necessario, due giorni veramente fantastici, tantissime emozioni, amici e alpini insieme, grazie a tutti per aver condiviso fatica, raccoglimento, memoria e rispetto, una gran bella compagnia e uno spettacolo della natura impagabile.
Ciao, w gli Alpini, w gli amici, w la Patria
zar...i particolari tecnici, questa volta, li lascio tutti a Francesco, preferendo soffermarmi su aspetti più emozionali.
Ci sono scalate da ricordare per la loro difficoltà, ci sono scalate da ricordare per particolari di insolita bellezza paesaggistica, ci sono scalate da ricordare per insuccessi o per l'affiatamento dei compagni, ma eccezionali sono quelle scalate che ti prendono il cuore perché grondanti di storia e di significato.
Montagne, queste trentine dell'Adamello, che trasudano di UMANITA'.
Tristi eventi le hanno rese celebri ed indimenticabili, sia per chi fosse nato sotto l'aquila a due teste, sia per chi fosse nato sotto il glorioso tricolore.
Cammini guardingo con la sensazione di calpestare un cimitero a cielo aperto, fatichi, sudando e pensando a circa trecento soldati italiani, che in un mese di febbraio di cento anni fa, trascinarono a braccia un cannone, "ippopotamo", da sei tonnellate in cima ad una montagna di oltre 3000 mt.
Di notte e col brutto tempo per non essere scoperti dal nemico, sprofondando nella neve e con i miseri mezzi/attrezzature di allora.
Ma questi erano ragazzi che pur temendo e rischiando la morte, eseguivano degli ordini severi che non arrivavano dalla voce dei superiori, ma dalla voce della PATRIA.
RISPETTO, RICONOSCENZA ed ONORE...nulla da aggiungere.
Montagne, è vero, in cui è presente pesantemente la morte, ma l'entusiasmo della vita e le speranze di quei giovani soldati lasceranno per sempre un solco indelebile nella storia.
Com'è stata la salita fisicamente??? Facilissima!!!
Com'è stata la salita emotivamente??? Durissima!!!
La bellezza di questa due giorni, che ricorderò per sempre, è stata impreziosita dalla presenza del mio Amico di montagna di sempre Francesco, da Massimo e dai mitici ALPINI Roberto, Carlo "Baffo", Angelo ed Andrea.
"I Gruppi di Cantù e di Capiago/Intimiano - Senna Comasco" presenti !!!
Ciao a tutte/i e grazie...
Luca
Francesco.Grazie amici per lo splendido wek trascorso in Vs compagnia.
Dopo ca 3 ore di auto giungiamo al Tonale,una sgranchitina alle gambe e...via tutto d'un botto fino al passo Paradiso in funivia.
Ma....Sti azzi !!!! Qui è pieno inverno,e qs non l'avevo calcolato.
Cocciuto come un mulo cerco invano di proseguire e seguire cio che era (solo me culpa) il nostro programma: Passo Paradiso, scollinare al passo del Maroccaro ecc ecc
Purtoppo giunti alla capanna Presena, le condizioni non ci permettono di continuare,si sfonda troppo e l'accesso al passo del Maroccaro è ancora inviolato......improponibile.
Risaliamo ancora sulla funivia fino al passo Presena e,dopo esserci gustato il panorama mozzafiato dinanzi a noi ,ci avviamo verso il rifugio Mandrone ,che raggiungiamo con calma verso le 11.00.
Dopo una piccola sosta,ripartiamo.
Gli zaini pesano e il dislivello che ci aspetta è di ca 700m.
Dapprima risaliamo i pendii erbosi e rocciosi,per poi con un lungo traverso portarci a guadare l'impetuoso torrente che fuoriesce dal ghiacciaio.
Attraversato il ponticello,calziamo i ramponi e giungiamo al rifugio caduti dell'Adammelo alle 14:30 ca.
Abbiamo tutto il tempo per rosolarci in pieno relax.
Tutto scorre come da copione: Un bellissimo temporalone con tempesta,cena abbondante,servizio eccellente,rifugio il topo del top.
........................il giorno dopo.....................
Ore 5:00 sveglia per tutti, ma il ravanamento era iniziato almeno 2 ore prima quindi ,almeno io, ero gia sveglio da un po !!
Cielo terso temperaturo +6°.
Dopo una ricca colazione siamo pronti per andare prenderci il cannone.
Tutti imbacuccati come fosse inverno,attrezzati di ramponi e picca risaliamo il ghiacciaio fino all'imbocco della cresta ,delle zanche in ferro aiutano il percorso aereo,noi su qs tratto evitiamo di levare i ramponi,un po goffi,ma comunque l'abbiam superato senza problemi.
L'ultimo tratto è ancora innevato,l'ottimo rigelo notturno ci ha permesso di superare la marcata pendenza di 40° quasi divertendoci.....quasi !!!
Alle ore 8:00 tocchiamo la vetta Giovanni Paolo II.
Dopo le foto di rito proseguiamo per la nostra meta , che comunque è la parte più impegnativa .
....Il percorso fino al cannone è tutto in cresta e a tratti molto esposto.
Anche se aiutati da zanche e pioli fissi ,il livello di attenzione è molto elevato,alcuni passaggi richiedono massima concentrazione e respiri profondi.
Finalmente,alle 8:30, scorgiamo adagiato sopra un'altare il mitico "Ippopotamo"-
La commozione è grande, soprattutto per gli amici alpini,ma anche io e Luca veniamo coinvolti in un fraterno abbraccio,un minuto di rispettoso silenzio,e infine una preghiera .
...Bello, proprio bello.
La nostra sosta è lunga: parliamo, raccontiamo,ci confrontiamo e per finire tutti assieme recitiamo e commemoriamo la preghiera dell'Alpino ,naturalmente con musica.
https://www.facebook.com/francesco.carelli.102/videos/10215271009553072/
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