Tra i Sassi di Matera e il sentiero Belvedere
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Né Sasso Remenno né Sasso Kosterlitz ma Barisano e Caveoso, i due rioni di Matera detti “Sassi”, oggetto di passeggiate turistiche. Si vede che sono passati 140 anni da quando Giovanni Pascoli insegnando qui scriveva di essere arrivato in "Affrica": è tutto moderno tranne che nei "Sassi", risanati ma non stravolti.
Arrivandoci per esempio da via Nazionale sembra di essere in una qualunque città italiana tra palazzine, negozi e bar. Ma quando arrivo sul sagrato di Sant'Agostino mi appare lo spettacolo della città dei Sassi, completamente diversa dai soliti panorami cittadini, costruita con e scavata dentro la formazione geologica detta Calcarenite di Matera, con a lato il canyon del torrente Gravina di Matera.
L'itinerario che ho seguito è stato un circuito in senso orario attorno ai Sassi con puntate verso il centro. I due rioni sono separati dalla collina del Duomo, punto più alto del centro storico. Non sottovalutate, turisticamente parlando, le numerose scalinate dalla pavimentazione calcarenitica scivolosa.
Ad arricchire la visita hanno contribuito le mostre allestite in occasione della nomina di Matera a "Capitale europea della cultura 2019", in particolare una dedicata alle opere di Dalì, esposte sia in due chiese rupestri sia tra le vie della città.
L’altro itinerario è stato la visita alle chiese rupestri alla periferia est della città, al di là del torrente Gravina quindi sull'altro lato del canyon, nel Parco della Murgia Materana. Base per la visita è il centro Jazzo Gattini, nelle cui vicinanze ci sono i parcheggi dai quali si dirama una miriade di sentierini che percorrono il fianco della gravina. Al momento non era agibile il sentiero n.406 che parte dalla città dei Sassi (in via Madonna della Virtù, presso il Convento di Santa Lucia ed Agata), scende al torrente Gravina che scavalca su una passerella in stile tibetano (segnata su Google Maps e dove c'erano tracce di lavori in corso) e risale il versante opposto fino al parcheggio del Belvedere di Murgia Timone.
Dappertutto sul versante spopolato della gravina ci sono grotte scavate nella calcarenite, la maggior parte erano usate dai pastori ma alcune erano chiese e su queste si concentrano le visite turistiche. Se non partecipate a un tour guidato ma siete come noi turisti fai da te, è facile che dovrete fare qualche tentativo per trovare le chiese rupestri. Dappertutto c’erano persone che vagavano tra la miriade di sentierini alla ricerca delle chiese provando in ogni direzione. Descrivere gli innumerevoli bivi mi è impossibile, la cartina che vi danno al Centro Visite è approssimativa, le segnalazioni sono inesistenti, le deviazioni però sono brevi per un escursionista. A dare fastidio erano i moscerini, che riempivano le orecchie ad ogni sosta fotografica, e il caldo sui 30 gradi (ma poteva andare peggio perché sono i giorni in cui al nord Italia l'anticiclone africano ha portato il termometro a 40). Da soli dovrete accontentarvi di vedere l'interno delle chiese dalla grata perché soltanto certe guide turistiche possono entrare, comunque anche in Matera se vedono (in città in alcune si entrava gratis e in altre pagando 3 euro).
Nel Parco gli interessi, oltre alle chiese rupestri, sono l'ambiente della gravina e il panorama sulla città dei Sassi. Il mio consiglio, se andrete, è di concentrarvi prima sulla Madonna delle Tre Porte (poco sotto il parcheggio Belvedere ma non immediata da trovare) e sulla Madonna delle Croci (la più lontana, si deve attraversare il Vallone della Lupara), come suggerito dall’itinerario che al Centro Visite chiamano “Sentiero Belvedere”, e dopo cercare le altre chiese.
Arrivandoci per esempio da via Nazionale sembra di essere in una qualunque città italiana tra palazzine, negozi e bar. Ma quando arrivo sul sagrato di Sant'Agostino mi appare lo spettacolo della città dei Sassi, completamente diversa dai soliti panorami cittadini, costruita con e scavata dentro la formazione geologica detta Calcarenite di Matera, con a lato il canyon del torrente Gravina di Matera.
L'itinerario che ho seguito è stato un circuito in senso orario attorno ai Sassi con puntate verso il centro. I due rioni sono separati dalla collina del Duomo, punto più alto del centro storico. Non sottovalutate, turisticamente parlando, le numerose scalinate dalla pavimentazione calcarenitica scivolosa.
Ad arricchire la visita hanno contribuito le mostre allestite in occasione della nomina di Matera a "Capitale europea della cultura 2019", in particolare una dedicata alle opere di Dalì, esposte sia in due chiese rupestri sia tra le vie della città.
L’altro itinerario è stato la visita alle chiese rupestri alla periferia est della città, al di là del torrente Gravina quindi sull'altro lato del canyon, nel Parco della Murgia Materana. Base per la visita è il centro Jazzo Gattini, nelle cui vicinanze ci sono i parcheggi dai quali si dirama una miriade di sentierini che percorrono il fianco della gravina. Al momento non era agibile il sentiero n.406 che parte dalla città dei Sassi (in via Madonna della Virtù, presso il Convento di Santa Lucia ed Agata), scende al torrente Gravina che scavalca su una passerella in stile tibetano (segnata su Google Maps e dove c'erano tracce di lavori in corso) e risale il versante opposto fino al parcheggio del Belvedere di Murgia Timone.
Dappertutto sul versante spopolato della gravina ci sono grotte scavate nella calcarenite, la maggior parte erano usate dai pastori ma alcune erano chiese e su queste si concentrano le visite turistiche. Se non partecipate a un tour guidato ma siete come noi turisti fai da te, è facile che dovrete fare qualche tentativo per trovare le chiese rupestri. Dappertutto c’erano persone che vagavano tra la miriade di sentierini alla ricerca delle chiese provando in ogni direzione. Descrivere gli innumerevoli bivi mi è impossibile, la cartina che vi danno al Centro Visite è approssimativa, le segnalazioni sono inesistenti, le deviazioni però sono brevi per un escursionista. A dare fastidio erano i moscerini, che riempivano le orecchie ad ogni sosta fotografica, e il caldo sui 30 gradi (ma poteva andare peggio perché sono i giorni in cui al nord Italia l'anticiclone africano ha portato il termometro a 40). Da soli dovrete accontentarvi di vedere l'interno delle chiese dalla grata perché soltanto certe guide turistiche possono entrare, comunque anche in Matera se vedono (in città in alcune si entrava gratis e in altre pagando 3 euro).
Nel Parco gli interessi, oltre alle chiese rupestri, sono l'ambiente della gravina e il panorama sulla città dei Sassi. Il mio consiglio, se andrete, è di concentrarvi prima sulla Madonna delle Tre Porte (poco sotto il parcheggio Belvedere ma non immediata da trovare) e sulla Madonna delle Croci (la più lontana, si deve attraversare il Vallone della Lupara), come suggerito dall’itinerario che al Centro Visite chiamano “Sentiero Belvedere”, e dopo cercare le altre chiese.
Tourengänger:
andrea62

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Kommentare (22)