Finsteraarhorn (4274m) da Fiesch
Due anni che la osservo quando possibile e due anni che mi chiedo come sarà salire lassù, su quella pinna di squalo.
Le previsioni del fine settimana cambiano leggermente il programma iniziale dirottandoci sul seguente, dopo alcune riflessioni che vi risparmio:
Giorno 1: Oberwald-Fiesch-Fiescheralp-Konkordiahutte-Finsteraarhornhutte
Giorno 2: cima del Finsteraarhorn-Oberaarhornhutte-Grimselpass-Oberwald
23.06 Giorno 1
Lasciamo l'auto in uno spiazzo di ghiaia a pochi metri dalla stazione ferroviaria di Oberwald per prendere il treno panoramico Glacier Express che ci porterà a Fiesch (Oberwald-Fiesch 14 CHF solo A/pp). Sulle carrozze dirette a Briga molti sono in tenuta runner! Attraversiamo la strada e prendiamo la funivia che ci risparmia i 1100 m che ci dividono a Fiescheralp (18 CHF solo A/pp).
All'uscita della funivia una serie di cartelli escursionistici su un unico palo non possono che catturare la tua attenzione. Prendiamo la carrozzabile a destra che, in leggera salita, porta all'imbocco del tunnel (buio), al termine del quale si sbocca al lago Marjelenseen e il corrispettivo rifugio. Proseguiamo in direzione del ghiacciaio prendendo un pò di quota, ma avanzando notiamo gruppi di alpinisti che stanno rientrando su un sentiero più basso. Scendiamo così dal pendio erboso/roccioso dirigendoci all'imbocco del ghiacciaio. Sarebbe stato possibile raggiungere il ghiacciaio anche da questo sentiero più alto, scendendo poi con l'aiuto di qualche catena.
Una grotta di neve e ghiaccio scavata dal torrente proveniente dal lago ci da il benvenuto. Imbragati e legati (ramponi non necessari) mettiamo piede sul Aletschgletscher, un luogo da scoprire!
Insieme ad altri 2 alpinisti ci portiamo verso il centro di questa immensa gola di ghiaccio, superando qualche crepaccio ancora chiuso. Inizia il pellegrinaggio, un cammino lungo 9 km che prende quota lentamente e ti fa sentire in un deserto bianco, lo sguardo sempre dritto non vede fine. A passo spedito, raggiungiamo Konkordiaplatz (2.20h) e ci fermiamo per una pausa mangereccia sotto un sole cocente. Mi guardo attorno e rimango sbalordita da questa solitudine e grandezza. Saliamo su neve poco più molle al passo, Grunhornlucke, che ci porta nel versante parallelo all'Aletsch. La cima è proprio di fronte a noi, pare così vicina e così distante allo stesso tempo. Scendiamo di circa 200 metri tenendoci più a sinistra per perdere meno quota possibile puntando il visibile Finsteraarhornhutte. Giunti alla base risaliamo il primo breve tratto nevoso per poi continuare su sentiero roccioso in parte attrezzato con catene fino il bivacco invernale, una casupola di legno con 10 posti letto forniti di materassi-coperte e cuscini, una stufa, un tavolo ed una panca, stoviglie e riserve alimentari incluse.
Finalmente tolgo le scarpe zuppe, e cammino scalza sui sassi e la piattaforma di legno per la sosta dell'elicottero, ed ammiro lo splendore che ci circonda. La solitudine totale (se non fosse per un paio di alpinisti stranieri anche loro al bivacco) di noi uomini in questa distesa bianca e fiumi di ghiaccio che scompaiono dietro qualche cima, nel silenzio più assoluto. Sistemato il tutto, fatte quattro chiacchiere con il tedesco ed il francese, andiamo a letto prima del tramonto puntando la sveglia alle 1.40 am.
Tempo totale incluse pause: 7 h.
24.06 Giorno 2
Ancora al buio (2:25 am), infiliamo i ramponi e scendiamo scomodi dalla scaletta di ferro posta dietro il bivacco, per imboccare il breve canale della traccia primaverile. La neve è ancora buona, seppur non completamente rigelata durante la notte, ed il ripido canale ci fa prender quota velocemente fino la sella Fuhstuckplatz posta sotto la nostra meta. Ci dirigiamo verso W per prendere il sentiero su sfasciumi. Anche di notte la traccia è ben evidente. Dopo questo breve tratto, ci sfugge la giusta traccia, continuando su una più esile che si perde dopo pochi passi. Ci ritroviamo a camminare su sfasciume e arrampicare (max II) su massi instabili, siamo sulla crestina a SW del Finsteraarhorn. Alla nostra sinistra il pendio nevoso ostacolato da qualche seracco dove passerebbe la traccia originale. Per non perdere quota e tempo, continuiamo su questa cresta fino a trovare un punto comodo per rimettersi sulla traccia corretta, lasciandoci i seracchi alle spalle. Ormai sta albeggiando. Ora il pendio a tratti più dolce, a tratti più faticoso, ci permette di salire più spensierati. Aggiriamo un paio di crepacci sempre in direzione N puntando all'Hugisattel, alla base della cresta NW.
Sembra così vicino, eppure ogni passo sembra non aver accorciato la distanza. Finalmente siamo all'attacco della cresta. Poco più di due ore passate ad arrampicare su facili passaggi con ottima roccia, qualcuno più esposto, qualcuno ancora innevato, procedendo in conserva, ed ecco una croce metallica con la scritta "SOLIDEOHONOR" spuntare. E' la vetta, tanto sognata e faticosamente guadagnata. Non resta che piangere lacrime di commozione, felicità, stupore e amore. Non so nemmeno perché questa montagna mi abbia sempre affascinato, ma raggiungerla è stata una vera emozione, seppur tecnicamente facile. Il panorama da qui è inspiegabile. Le più famose cime, i colori rosa e bianco, i ghiacciai infiniti....tutto. E solo noi due.
I pensieri della notte non mi danno tregua: il ritorno! Si, il lungo ritorno ci attende e non c'è tempo da perdere, per cui, giusto un paio di foto e via, si scende. Scendiamo per la cresta come per andata, incontrando i due alpinisti FR e DE, ed alla base ci concediamo una pausa.
Percorriamo a ritroso le tracce dei due sulla neve, fino a riprendere il sentiero di sfasciumi. Fortunatamente la neve è ancora buona, facendoci guadagnare tempo ed arrivare a buon ora al Rifugio. E' tempo di decidere da quale versante scendere. Recuperiamo il peso inutile lasciato la notte e le mie solette volate via con l'arrivo dell'elicottero per rimetterci poi in cammino. Scendiamo dal sentiero attrezzato e anziché attraversare il pianoro per risalire il colle che porta alla Konkordiaplatz, svoltiamo a sinistra e seguiamo le esili tracce in direzione del colletto Gemschlicke. Man mano che ci avviciniamo notiamo che, seppur breve, il canale è abbastanza ripido (50°) e con la calura del mezzodì forse è una scelta non proprio saggia. In aggiunta, il dubbio del tempo di percorrenza di questo rientro. La curiosità di percorrere una traccia diversa arrivando a Grimselpass è tanta, ma la valutazione del rischio di qualche scarica, ci fa fare dietro front. Risaliamo il ghiacciaio superando qualche crepaccio e riprendiamo la traccia del giorno prima. La neve sfondosa ed il sole cocente rendono faticoso ogni passo ed ogni respiro. Lentamente raggiungiamo il passo Grunhornlucke e scendiamo al Konkordiaplatz, tentando anche una discesa più veloce con un sacchetto sotto il fondoschiena (non funziona!).
Da qui come per andata, fino a raggiungere l'imbocco del ghiacciaio, stavolta un pò più complicato l'orientamento, in mezzo a tutti questi crepacci color azzurro e nero, il che mi fa tornare con il pensiero in Islanda. Usciamo dal labirinto e, tolti gli scarponi fradici, seguiamo la traccia a fianco del torrente, facendo zig-zag fra i molteplici torrentelli d'acqua che scendono dalla montagna e le lingue di neve. Percorriamo il tunnel e ci rimettiamo sulla carrozzabile fino a che si interseca la pista da sci, dove dei cartelli indicano Fiesch. Dapprima una strada erbosa/ghiaiosa fino ad un alpeggio (sorgente d'acqua potabile!), poi un sentiero nel bosco, nell'ultimo tratto un susseguirsi di tornanti, ci fa perdere 1200 metri di quota e ci porta alla stazione ferroviaria di Fiesch. Un treno è fermo ai binari, corriiiiiiiiii...fortuna non è il nostro!
Ore 20:35.
Tempo totale incluse pause: 18 h.
Baciati dalla fortuna c'è un treno diretto a Oberwald alle 20:56. Puzzolenti, sporchi, stanchi, ma felici torniamo all'auto.
...giusto perchè il sabato gli chiesi: "perchè non mi proponi più cose lunghe???"...
Le previsioni del fine settimana cambiano leggermente il programma iniziale dirottandoci sul seguente, dopo alcune riflessioni che vi risparmio:
Giorno 1: Oberwald-Fiesch-Fiescheralp-Konkordiahutte-Finsteraarhornhutte
Giorno 2: cima del Finsteraarhorn-Oberaarhornhutte-Grimselpass-Oberwald
23.06 Giorno 1
Lasciamo l'auto in uno spiazzo di ghiaia a pochi metri dalla stazione ferroviaria di Oberwald per prendere il treno panoramico Glacier Express che ci porterà a Fiesch (Oberwald-Fiesch 14 CHF solo A/pp). Sulle carrozze dirette a Briga molti sono in tenuta runner! Attraversiamo la strada e prendiamo la funivia che ci risparmia i 1100 m che ci dividono a Fiescheralp (18 CHF solo A/pp).
All'uscita della funivia una serie di cartelli escursionistici su un unico palo non possono che catturare la tua attenzione. Prendiamo la carrozzabile a destra che, in leggera salita, porta all'imbocco del tunnel (buio), al termine del quale si sbocca al lago Marjelenseen e il corrispettivo rifugio. Proseguiamo in direzione del ghiacciaio prendendo un pò di quota, ma avanzando notiamo gruppi di alpinisti che stanno rientrando su un sentiero più basso. Scendiamo così dal pendio erboso/roccioso dirigendoci all'imbocco del ghiacciaio. Sarebbe stato possibile raggiungere il ghiacciaio anche da questo sentiero più alto, scendendo poi con l'aiuto di qualche catena.
Una grotta di neve e ghiaccio scavata dal torrente proveniente dal lago ci da il benvenuto. Imbragati e legati (ramponi non necessari) mettiamo piede sul Aletschgletscher, un luogo da scoprire!
Insieme ad altri 2 alpinisti ci portiamo verso il centro di questa immensa gola di ghiaccio, superando qualche crepaccio ancora chiuso. Inizia il pellegrinaggio, un cammino lungo 9 km che prende quota lentamente e ti fa sentire in un deserto bianco, lo sguardo sempre dritto non vede fine. A passo spedito, raggiungiamo Konkordiaplatz (2.20h) e ci fermiamo per una pausa mangereccia sotto un sole cocente. Mi guardo attorno e rimango sbalordita da questa solitudine e grandezza. Saliamo su neve poco più molle al passo, Grunhornlucke, che ci porta nel versante parallelo all'Aletsch. La cima è proprio di fronte a noi, pare così vicina e così distante allo stesso tempo. Scendiamo di circa 200 metri tenendoci più a sinistra per perdere meno quota possibile puntando il visibile Finsteraarhornhutte. Giunti alla base risaliamo il primo breve tratto nevoso per poi continuare su sentiero roccioso in parte attrezzato con catene fino il bivacco invernale, una casupola di legno con 10 posti letto forniti di materassi-coperte e cuscini, una stufa, un tavolo ed una panca, stoviglie e riserve alimentari incluse.
Finalmente tolgo le scarpe zuppe, e cammino scalza sui sassi e la piattaforma di legno per la sosta dell'elicottero, ed ammiro lo splendore che ci circonda. La solitudine totale (se non fosse per un paio di alpinisti stranieri anche loro al bivacco) di noi uomini in questa distesa bianca e fiumi di ghiaccio che scompaiono dietro qualche cima, nel silenzio più assoluto. Sistemato il tutto, fatte quattro chiacchiere con il tedesco ed il francese, andiamo a letto prima del tramonto puntando la sveglia alle 1.40 am.
Tempo totale incluse pause: 7 h.
24.06 Giorno 2
Ancora al buio (2:25 am), infiliamo i ramponi e scendiamo scomodi dalla scaletta di ferro posta dietro il bivacco, per imboccare il breve canale della traccia primaverile. La neve è ancora buona, seppur non completamente rigelata durante la notte, ed il ripido canale ci fa prender quota velocemente fino la sella Fuhstuckplatz posta sotto la nostra meta. Ci dirigiamo verso W per prendere il sentiero su sfasciumi. Anche di notte la traccia è ben evidente. Dopo questo breve tratto, ci sfugge la giusta traccia, continuando su una più esile che si perde dopo pochi passi. Ci ritroviamo a camminare su sfasciume e arrampicare (max II) su massi instabili, siamo sulla crestina a SW del Finsteraarhorn. Alla nostra sinistra il pendio nevoso ostacolato da qualche seracco dove passerebbe la traccia originale. Per non perdere quota e tempo, continuiamo su questa cresta fino a trovare un punto comodo per rimettersi sulla traccia corretta, lasciandoci i seracchi alle spalle. Ormai sta albeggiando. Ora il pendio a tratti più dolce, a tratti più faticoso, ci permette di salire più spensierati. Aggiriamo un paio di crepacci sempre in direzione N puntando all'Hugisattel, alla base della cresta NW.
Sembra così vicino, eppure ogni passo sembra non aver accorciato la distanza. Finalmente siamo all'attacco della cresta. Poco più di due ore passate ad arrampicare su facili passaggi con ottima roccia, qualcuno più esposto, qualcuno ancora innevato, procedendo in conserva, ed ecco una croce metallica con la scritta "SOLIDEOHONOR" spuntare. E' la vetta, tanto sognata e faticosamente guadagnata. Non resta che piangere lacrime di commozione, felicità, stupore e amore. Non so nemmeno perché questa montagna mi abbia sempre affascinato, ma raggiungerla è stata una vera emozione, seppur tecnicamente facile. Il panorama da qui è inspiegabile. Le più famose cime, i colori rosa e bianco, i ghiacciai infiniti....tutto. E solo noi due.
I pensieri della notte non mi danno tregua: il ritorno! Si, il lungo ritorno ci attende e non c'è tempo da perdere, per cui, giusto un paio di foto e via, si scende. Scendiamo per la cresta come per andata, incontrando i due alpinisti FR e DE, ed alla base ci concediamo una pausa.
Percorriamo a ritroso le tracce dei due sulla neve, fino a riprendere il sentiero di sfasciumi. Fortunatamente la neve è ancora buona, facendoci guadagnare tempo ed arrivare a buon ora al Rifugio. E' tempo di decidere da quale versante scendere. Recuperiamo il peso inutile lasciato la notte e le mie solette volate via con l'arrivo dell'elicottero per rimetterci poi in cammino. Scendiamo dal sentiero attrezzato e anziché attraversare il pianoro per risalire il colle che porta alla Konkordiaplatz, svoltiamo a sinistra e seguiamo le esili tracce in direzione del colletto Gemschlicke. Man mano che ci avviciniamo notiamo che, seppur breve, il canale è abbastanza ripido (50°) e con la calura del mezzodì forse è una scelta non proprio saggia. In aggiunta, il dubbio del tempo di percorrenza di questo rientro. La curiosità di percorrere una traccia diversa arrivando a Grimselpass è tanta, ma la valutazione del rischio di qualche scarica, ci fa fare dietro front. Risaliamo il ghiacciaio superando qualche crepaccio e riprendiamo la traccia del giorno prima. La neve sfondosa ed il sole cocente rendono faticoso ogni passo ed ogni respiro. Lentamente raggiungiamo il passo Grunhornlucke e scendiamo al Konkordiaplatz, tentando anche una discesa più veloce con un sacchetto sotto il fondoschiena (non funziona!).
Da qui come per andata, fino a raggiungere l'imbocco del ghiacciaio, stavolta un pò più complicato l'orientamento, in mezzo a tutti questi crepacci color azzurro e nero, il che mi fa tornare con il pensiero in Islanda. Usciamo dal labirinto e, tolti gli scarponi fradici, seguiamo la traccia a fianco del torrente, facendo zig-zag fra i molteplici torrentelli d'acqua che scendono dalla montagna e le lingue di neve. Percorriamo il tunnel e ci rimettiamo sulla carrozzabile fino a che si interseca la pista da sci, dove dei cartelli indicano Fiesch. Dapprima una strada erbosa/ghiaiosa fino ad un alpeggio (sorgente d'acqua potabile!), poi un sentiero nel bosco, nell'ultimo tratto un susseguirsi di tornanti, ci fa perdere 1200 metri di quota e ci porta alla stazione ferroviaria di Fiesch. Un treno è fermo ai binari, corriiiiiiiiii...fortuna non è il nostro!
Ore 20:35.
Tempo totale incluse pause: 18 h.
Baciati dalla fortuna c'è un treno diretto a Oberwald alle 20:56. Puzzolenti, sporchi, stanchi, ma felici torniamo all'auto.
...giusto perchè il sabato gli chiesi: "perchè non mi proponi più cose lunghe???"...
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