Periplo della Valle Imagna (quasi)
Dalla descrizione del percorso, dislivello e km li abbiamo nelle gambe ma, una volta scaricate le tracce e costatato che non corrispondono alla descrizione sorgono i primi dubbi.
L’unico modo per toglierci il dubbio è provare!
Alle 5,00 partiamo dalla piazza del mercato di Almenno San Bartolomeo. In breve entriamo nel bosco, dove inizia il sentiero 571, periplo della Valle Imagna, che dovremo seguire integralmente.
Saliamo quindi alla Roncola, dove troviamo l’unica fonte d’acqua fino al rifugio Azzoni. Saliamo con bel sentiero e fantastico panorama al Monte Linzone, passiamo le antenne e giungiamo al valico di Valcava. Riprendiamo la salita per il Monte Tesoro, dove si trova un rifugio degli Alpini con Cappella entrambi chiusi. Scendiamo alla Forcella Alta. Rimanendo sul sentiero non siamo passati tra le case, dove forse avremmo potuto trovare dell’acqua. Ci sono però un ristorante e un bar, oggi chiusi.
Proseguiamo nel bosco e giungiamo al P.so del Pertus, dove continuiamo per la Passata affrontando numerosi sali scendi. Il caldo qui si fa sentire parecchio.
Alla Passata facciamo sosta prima di affrontare la salita più ripida dell’intero giro, quella che ci porterà sulla Cima Quarenghi. Giunti in cima continuiamo sulla cresta sud del Resegone. Qui cominciamo a trovare un po’ di gente ma, man mano che ci avviciniamo alla Punta Cermenati vediamo che l’affollamento è tantissimo. Nei pressi del rifugio Azzoni scopriamo di essere incappati nella Resegup. Gli atleti non sono ancora passati però. Siamo in anticipo di un’ora sulla tabella di marcia. Troviamo posto dove poter mangiare qualcosa e, pur non avendone assolutamente voglia, siamo costretti ad affrontare la lunga coda per acquistare l’acqua. Coda che per nostra fortuna inizia già dentro il rifugio perché quando usciamo la coda inizia ben oltre l’entrata…
Sperando di anticipare i corridori scendiamo alla Costa del Palio e solo una volta raggiunta cominciamo a sentire il casino di megafoni e musica provenienti dal passaggio dalla cima degli skyrunner.
Sempre rimanendo sulla cresta proseguiamo per lo Zuc di Valbona, I Canti e i Tre Faggi.
L’Ubione e quindi Clanezzo sono ancora mortalmente lontani e il tempo stringe e, al cartello Clanezzo 5.30 h siamo costretti a desistere.
Fatti due conti se il cartello dice il vero, senza fermarci arriveremmo verso le 22.30, cui aggiungere il ritorno ad Almenno dove abbiamo posteggiato. Un controllo ai dati del GPS ci svela che quello riportato sulla descrizione era effettivamente errato. Siamo molto vicini ai 3000 D+ con quasi 40 km, quello che sarebbe dovuto essere il conto totale. Il dislivello mancante non dovrebbe essere molto ma i km a occhio sono ancora parecchi.
Decidiamo di scendere a Berbenno nella speranza di trovare un mezzo che ci riporti all’auto.
I bus ci sono ma l’ultimo è ahinoi già passato. Una coppia con cui scambiamo due parole nella speranza che possano darci un passaggio, purtroppo vanno dalla parte opposta però, ci consiglia di rimanere sulla strada nella speranza che qualche anima pia si fermi.
Purtroppo i tentativi di autostop vanno male e quando ormai siamo rassegnati a farci i 15 km che ci separano da Almenno, vediamo arrivare l’auto della coppia con cui avevamo parlato.
Sergio, così si chiama il nostro salvatore, dopo aver portato la moglie a casa ha deciso di tornare a riprenderci e portarci a destinazione…ci confessa che sa benissimo come ci si sente in una situazione simile. La nostra fortuna è stata proprio quella di aver trovato un montagnino…arrivati all’auto proviamo a offrirgli una ricompensa per il disturbo, anche solo una birra al limite ma, niente da fare. “L’ho fatto con piacere…”
Forse un giorno ci rivedremo, magari avremo modo di ricambiare il favore chissà, per il momento ancora un calorosissimo grazie!
Qualche volta, ma non sempre, c’è capitato di dare uno strappo a escursionisti, certamente da questa volta non tireremo mai più dritto!
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