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Titolo
Vista da Giorgio - (giorgio59m)
Il Barba voleva intitolare questa relazione "Domenica 26 Maggio", non so bene perchè, ma il titolo scelto descrive meglio la giornata.
Meteo molto incerto, cambia ogni volta che lo guardi, se c'e' il sole si fa una vetta, se nuvolo o peggio puntiamo ad un rifugio per pranzare al caldo.
Vada per il rifugio, ormai è difficile per noi trovarne di nuovi, ma questo ci manca.
Partenza in Val Osura alle 08:00, il sentiero costeggia il torrente omonimo che come tributario del Verzasca ne rispecchia i colori trasparenti e verdognoli, le pozze ele correnti spumenggianti.
E' una bellissima valle, ma chi c'e' stato, sicuramente ha associato un secondo ricordo: è lunghissima.
Partiamo di buon passo e alle 9:50 siamo in Capanna Osola, una delle capanne piùà belle che abbiamo mai visitato.
Ci fermiamo per una pausa e alle 10:05 torniamo indietro su sentiero per la Capanna Spluga.
Seguiremo per l'andata il sentiero "alto" ovvero il sentiero ufficiale per il Sambuco, mentre per il ritorno seguiremo il "vecchio" sentiero che parte dopo la Osola.
Sappiamo che incontreremo salvine e/o lingue di neve, ma abbiamo i ramponcini.
Il sentiero principale, palina prima di arrivare alla Osola, sale affiancando le cascate che precedono la Osola, con lunghi e bei zig-zag prendono quota, passando a fianco a cadute du acqua molto belle.
Attorno Q1500, si rientra nel bosco ed il percorso diventa verticale, sbuchiamo alla baita della Corte del Fornee, e sempre molto in verticale si raggiunge Q1690 dove si trova il bivio che a sinistra porta alla Bocchetta di Canova Q2226 e scende alla Alpe Spluga, mentre a destra prosegue per la testa della Val Osura, quindi al rifugio Sambuco.
Le pendeze importanti sono finite, ma non le sorprese.
Il sentiero è sicuramente molto panoramico, corre a bordo del bosco e sopra costoni molto ripidi, incontriamo la prima slavina, la neve tiene abbastanza , pestando i talloni si passa.
Proseguiamo ed arriviamo ad una seconda lingua di neve, molto ampia, una trentina di metri, anche questa con un pò di attenzione (se si scivoila si arriva a fondo valle in un attimo), la passiamo.
Arriviamo ad una terza slavina, e qui sono dolori.
E' la più ripida ed anche corta in lunghezza, ma sotto passa l'acqua e sui fianchi ci sono buche alte più di una persona.
La studiamo a fondo, come prendiamo in considerazione di tornare indietro. Poi decidiamo di risalire il fianco del canale, ripidissimo e su paglione bagnato, per superare il canale dove c'e' un tratto scoperto della neve dove forma una cascatella.
Passiamo uno ad uno con una certa adrenalina, tutto bello dove essere arrivati dall'altra parte.
Il passaggio ha richiesto 25min, ma siamo oltre e speriamo di non trovare altri canaloni di neve e slavinati.
Fortunatamente era l'ultimo, poco dopo a Q1800 troviamo il bivio con il sentiero vecchio, e da qui diventa tutto più semplice, tra l'altro il rifugio lo si vede,ancge se la freccia indica ancora 45min.
Il sentiero segue i costoni rocciosi aggirandoli da sopra, quindi si prende un pò di dislivello toccando Q1910, per poi scendere gradatamente fino al centro della testata della valle, dove si trova il rifugio Sambuco.
Dalla Osola, guardando la testa della valle ci sono numerose cascate piuttosto alte, tenendo come riferimento quella al centro (la più ricca di acqua), il rifugio è a sinistra di dove inizia la cascata e poco più in basso.
Non è facile vederlo dal basso, se non sai dove è.
Arriviamo alle 12:3o i primi ed io pochi minuti dopo, siamo parecchio stanchi tutti, è stata una bella faticaccia, ben oltre ogni aspettativa.
Il Barba ci dice che "non dobbiamo far fare più questo genere di cose ad un povero vecchio ...."
Ad ogni escursione c'e' un progresso di difficoltà, fatica e adrenalina (secondo lui).
Il rifugio è abbastanza spartano ma accogliente, tra l'altro lo stanno sistemando, è in realizzazione un bagno con tutti i confort.
L'interno del locale principale aperto è unico, cucina e dormitorio, c'e' una stufa che rende ottimamente, c'e' il gas e molte suppellettili.
Questo rifugio è un punto di appoggio per la salita al Monte Zucchero Q2735, la discesa in Val Cocco sotto Brontallo, oppure il lago Tomeo, o la Val Redorta a Sonogno.
Pranziamo abbastanza al caldo, anche se il meteo è piuttosto freddo, non c'e' vento ma girano nuvole basse e umide.
La stufa ci consente di scaldare i panini, oltre che noi stessi, concludiamo il pranzo con un ottimo moscato, cioccolata, caffè e additivi.
Alle 14:15 puliamo, compiliamo il libro ed i versamenti, foto all'esterno ed iniziamo la discesa.
Torniamo fino al bivio con il sentiero vecchio, che seguiamo fino alla Osola. Come sapevamo è molto ripido e diretto, ma non attraversa slavine se non una praticamente in basso dove proprio non ci sono pericoli. Alle 15:40 siamo alla Osola, altra pausa per bere e per riposarci, la fatica si sente, ed il ritorno ancora lungo.
Ora dal basso sappiamo riconoscere il rifugio.
Dopo 20min di riposo e ristoro, iniziamo la discesa molto tranquilla nei boschi, una pioggerella fastidiosa ci costrige a coprirci, ma soprattutto a procedere con attenzione, i sassi sono scivolosi, e peggio ancora le radici delle piante.
Arrivati al ponte smette di piovere, via mantelle e keyway, e scendiamo, ad Arnased c'e' una bella fontana dove bere, poi veloci giù fino all'auto.
Uscita top, faticosa e con il pizzico di pepe che la rende ancora più indimenticabile.
Alla prossima.
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