Monte Grona (1736m)
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La Grona è stata per me la prima montagna del cuore. Quando ancora non ero animato da una vera e propria passione per la montagna la Grona era la mia valvola di sfogo, una palestra per esercizio fisico. Allora trascorrevo le domeniche a Menaggio nella casa dei miei, dal cui balcone è visibile il massiccio della Grona. Mi bastavano un paio di ore libere per concedermi una puntatina sulla cima di questa montagna, viaggio in auto compreso. A causa della vicinanza la gita era diventata un'abitudine domenicale prima del pranzo in famiglia. Per tanto tempo la Grona è stata per me l'unica montagna poi ho cominciato ad allargare gli orizzonti ed ho cominciato a cercare altre mete e la necessità di conoscere nuovi posti e nuove vie mi ha allontanato dalla Grona. Mi capita di tornarci ogni tanto e, in queste rimpatriate, mi rendo conto di quanto sia stata bella questa gita impreziosita dal particolare ambiente tra pinnacoli calcarei e ampi panorami sul Lario e l'arco alpino. Prima non ci facevo caso essendo, per me, lo spettacolare ambiente della Grona la normalità.
Quando mi si presenta l'occasione di tornarci lo faccio volentieri. L'occasione, questa volta, è la gita nel programma del "mio CAI" di Laveno Mombello organizzata da Leo. Dopo vari mesi riesco a concedermi una giornata intera in montagna anche perché tengo molto a far conoscere questa montagna agli amici del CAI.
Alla gita partecipiamo in 9 escursionisti con 2 auto. Dopo il viaggio, la sosta-caffè, il ticket, arriviamo all'ampio posteggio, già quasi completo, alle ore 10. Iniziamo il cammino in un bosco di betulle su un sentiero frequentatissimo. Ricordo che, anni fa, l'ambiente era diverso. La strada finiva prima, 100-150m più in basso e il sentiero era quasi tutto al sole tra felci e ginestre, solo qualche rada betulla offriva un po' d'ombra. Adesso si raggiunge il rifugio praticamente tutto nel bosco di betulle. Raggiungiamo il bivio in vista del Rifugio Menaggio. Come concordato in precedenza, ci dividiamo in 2 gruppi dandoci appuntamento alla cima della Grona. Il gruppo dei 5 escursionisti salirà alla chiesetta di Sant'Amate e raggiungerà la cima via Forcoletta e creste nord. Io e gli altri 3 faremo la ferrata. Non ho mai fatto la ferrata e, anche se non ho esperienza di arrampicata, decido di provarci anch'io sapendo che ci sono punti in cui si può abbandonare e tornare comodamente sul sentiero normale. Giunti al rifugio proseguiamo sul sentiero che porta all'attacco della ferrata. Giunti all'attacco ci attrezziamo con imbrago, kit da ferrata e casco ed iniziamo la scalata. Io, già dopo un paio di metri, trovo difficoltà. Su un passaggio verticale non trovo appoggio sicuro per la scarpa che scivola, per cui devo tirarmi su di peso con la catena, ma mi mancano le forze e ci riesco al terzo tentativo. Proseguo la scalata su passaggi meno impegnativi e con varie soste. Sui passaggi verticali faccio fatica a causa di inesperienza ed anche per le calzature che non tengono sulla roccia. Devo spesso attaccarmi alla catena ed issarmi a forza di braccia. Dopo 1h30' di scalata arriviamo alla prima uscita verso il sentiero normale. Valuto le mie possibilità: mi dolgono le braccia e le mani per i ripetuti sforzi, ho ancora forze per proseguire ma, per evitare di ritrovarmi sfinito in altri punti ed anche per non rallentare il mio compagno di scalata decido, a malincuore, di uscire ed andare a prendere il sentiero normale. Sulla via direttissima raggiungo la cima dove ritrovo i miei compagni di gita saliti dall'altro versante ed i primi due saliti dalla ferrata. Il tempo e arieggiato e con passaggi nuvolosi e, quando non c'è il sole fa freddo a stare fermi per cui ci dividiamo nuovamente dandoci appuntamento al Rifugio Menaggio. Il primo gruppo ritorna alla Forcoletta e, da lì, scende al rifugio. Io e Domenico restiamo ad aspettare Andrea che sta salendo dalla ferrata. Dopo il suo arrivo e un veloce spuntino iniziamo la discesa sulla "direttissima". E' un sentiero che richiede attenzione perché su fondo detritico e in diversi punti è necessario l'appoggio delle mani. Tornati al rifugio ricompattiamo il gruppo e, dopo uno spuntino, prendiamo la via di ritorno sullo stesso sentiero dell'andata.
Partecipanti 9: Leo (capogita), Andrea, Dario, Domenico, Irene, Franco, Elena, Valentina, Luigi.
Tempi di percorrenza: all'attacco della ferrata 1h00', ferrata 3h00', discesa 1h10'.
Meteo: Bello, limpido, passaggi nuvolosi, arieggiato, fresco.
Quando mi si presenta l'occasione di tornarci lo faccio volentieri. L'occasione, questa volta, è la gita nel programma del "mio CAI" di Laveno Mombello organizzata da Leo. Dopo vari mesi riesco a concedermi una giornata intera in montagna anche perché tengo molto a far conoscere questa montagna agli amici del CAI.
Alla gita partecipiamo in 9 escursionisti con 2 auto. Dopo il viaggio, la sosta-caffè, il ticket, arriviamo all'ampio posteggio, già quasi completo, alle ore 10. Iniziamo il cammino in un bosco di betulle su un sentiero frequentatissimo. Ricordo che, anni fa, l'ambiente era diverso. La strada finiva prima, 100-150m più in basso e il sentiero era quasi tutto al sole tra felci e ginestre, solo qualche rada betulla offriva un po' d'ombra. Adesso si raggiunge il rifugio praticamente tutto nel bosco di betulle. Raggiungiamo il bivio in vista del Rifugio Menaggio. Come concordato in precedenza, ci dividiamo in 2 gruppi dandoci appuntamento alla cima della Grona. Il gruppo dei 5 escursionisti salirà alla chiesetta di Sant'Amate e raggiungerà la cima via Forcoletta e creste nord. Io e gli altri 3 faremo la ferrata. Non ho mai fatto la ferrata e, anche se non ho esperienza di arrampicata, decido di provarci anch'io sapendo che ci sono punti in cui si può abbandonare e tornare comodamente sul sentiero normale. Giunti al rifugio proseguiamo sul sentiero che porta all'attacco della ferrata. Giunti all'attacco ci attrezziamo con imbrago, kit da ferrata e casco ed iniziamo la scalata. Io, già dopo un paio di metri, trovo difficoltà. Su un passaggio verticale non trovo appoggio sicuro per la scarpa che scivola, per cui devo tirarmi su di peso con la catena, ma mi mancano le forze e ci riesco al terzo tentativo. Proseguo la scalata su passaggi meno impegnativi e con varie soste. Sui passaggi verticali faccio fatica a causa di inesperienza ed anche per le calzature che non tengono sulla roccia. Devo spesso attaccarmi alla catena ed issarmi a forza di braccia. Dopo 1h30' di scalata arriviamo alla prima uscita verso il sentiero normale. Valuto le mie possibilità: mi dolgono le braccia e le mani per i ripetuti sforzi, ho ancora forze per proseguire ma, per evitare di ritrovarmi sfinito in altri punti ed anche per non rallentare il mio compagno di scalata decido, a malincuore, di uscire ed andare a prendere il sentiero normale. Sulla via direttissima raggiungo la cima dove ritrovo i miei compagni di gita saliti dall'altro versante ed i primi due saliti dalla ferrata. Il tempo e arieggiato e con passaggi nuvolosi e, quando non c'è il sole fa freddo a stare fermi per cui ci dividiamo nuovamente dandoci appuntamento al Rifugio Menaggio. Il primo gruppo ritorna alla Forcoletta e, da lì, scende al rifugio. Io e Domenico restiamo ad aspettare Andrea che sta salendo dalla ferrata. Dopo il suo arrivo e un veloce spuntino iniziamo la discesa sulla "direttissima". E' un sentiero che richiede attenzione perché su fondo detritico e in diversi punti è necessario l'appoggio delle mani. Tornati al rifugio ricompattiamo il gruppo e, dopo uno spuntino, prendiamo la via di ritorno sullo stesso sentiero dell'andata.
Partecipanti 9: Leo (capogita), Andrea, Dario, Domenico, Irene, Franco, Elena, Valentina, Luigi.
Tempi di percorrenza: all'attacco della ferrata 1h00', ferrata 3h00', discesa 1h10'.
Meteo: Bello, limpido, passaggi nuvolosi, arieggiato, fresco.
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