Monte Guglielmo da Zone
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A Zone seguo i cartelli stradali per il Sentiero degli Gnomi e parcheggio in un ampio spiazzo a bordo strada, appena prima di un ponte sul torrente, da cui iniziano i vari percorsi escursionistici (ampio pannello illustrativo prima del ponte).
Attraversato il ponte, non seguo la stradina con indicazione "Monte Guglielmo", ma quella con indicazione "Sentiero degli Gnomi".
Mi trovo ben presto a camminare su un ampia mulattiera che si inoltra nel bosco, contornata dalle suggestive sculture in legno che caratterizzano questo sentiero.
Ad un bivio abbandono il sentiero principale e prendo una ben indicata deviazione sulla destra (sentiero 227A), che mi permette di salire più rapidamente.
Ricongiuntomi con l'ampia mulattiera principale, fa la sua comparsa sul terreno uno spesso strato di ghiaccio, che mi convince ben presto ad inaugurare i ramponi appena acquistati.
Seguo ora l'ampia mulattiera per un lungo tratto, pressochè tutto ghiacciato, finchè, ad un tornante sulla sinistra a circa 1400 m di quota, la abbandono, per raggiungere invece la Malga Casentiga.
Alle spalle della malga risalgo ora il pendio coperto da pochi cm di neve, seguendo alcune tracce ed affidandomi al gps.
Il sentiero in ogni caso diviene ben presto evidente, e si snoda in bellissimo ambiente aperto, tra radi abeti, all'ombra dell'imponente Corno del Bene e con panorama sempre più ampio sul Lago d'Iseo.
Arrivato nei pressi della Malga Palmarusso di Sotto (che non raggiungo) ritrovo le indicazioni per la mia meta.
Si sale il pendio innevato, tenendosi sul lato destro della valletta, con alcune diagonali, fino a raggiungere la dorsale, dove finalmente si vede la cima.
Dopo oltre 2 ore all'ombra, mi ritrovo adesso in pieno sole: la temperatura aumenta in modo esponenziale, e la neve diminuisce sensibilmente, oltre a cambiare del tutto consistenza.
per pigrizia comunque tengo i ramponi, anche se forse da qui in avanti potrei farne a meno.
Seguendo il sentiero, che taglia i tornanti della stradina, raggiungo il Rifugio Almici, e da qui in pochi minuti la cima del Monte Guglielmo (3h00), o meglio bisognerebbe dire la "Cima Castel Bertino".
Dopo una bella sosta in vetta, godendomi lo straordinario panorama che questa montagna offre, torno alla selletta sottostante, da cui decido di proseguire in cresta verso il Dosso Pedalta.
La cresta è facile, bisogna solo avere l'accortezza di tenersi a debita distanza dalle cornici nevose che si affacciano sul ripidissimo versante destro.
Raggiunto il Dosso Pedalta, che è il punto più alto del massiccio del Guglielmo, abbandono la cresta, e scendo liberamente il pendio innevato alla mia sinistra, fino a raggiungere il sentiero marcato nei pressi di una baita (credo sia Malga Palmarusso di Sopra).
Pochi minuti di sentiero, quindi di nuovo scendo liberamente il comodo pendio, fino a ricongiungermi al sentiero fatto al mattino, ben visibile dall'alto.
Da qui non mi resta che seguire lo stesso percorso di salita per tornare a Zone (5h45).
Attraversato il ponte, non seguo la stradina con indicazione "Monte Guglielmo", ma quella con indicazione "Sentiero degli Gnomi".
Mi trovo ben presto a camminare su un ampia mulattiera che si inoltra nel bosco, contornata dalle suggestive sculture in legno che caratterizzano questo sentiero.
Ad un bivio abbandono il sentiero principale e prendo una ben indicata deviazione sulla destra (sentiero 227A), che mi permette di salire più rapidamente.
Ricongiuntomi con l'ampia mulattiera principale, fa la sua comparsa sul terreno uno spesso strato di ghiaccio, che mi convince ben presto ad inaugurare i ramponi appena acquistati.
Seguo ora l'ampia mulattiera per un lungo tratto, pressochè tutto ghiacciato, finchè, ad un tornante sulla sinistra a circa 1400 m di quota, la abbandono, per raggiungere invece la Malga Casentiga.
Alle spalle della malga risalgo ora il pendio coperto da pochi cm di neve, seguendo alcune tracce ed affidandomi al gps.
Il sentiero in ogni caso diviene ben presto evidente, e si snoda in bellissimo ambiente aperto, tra radi abeti, all'ombra dell'imponente Corno del Bene e con panorama sempre più ampio sul Lago d'Iseo.
Arrivato nei pressi della Malga Palmarusso di Sotto (che non raggiungo) ritrovo le indicazioni per la mia meta.
Si sale il pendio innevato, tenendosi sul lato destro della valletta, con alcune diagonali, fino a raggiungere la dorsale, dove finalmente si vede la cima.
Dopo oltre 2 ore all'ombra, mi ritrovo adesso in pieno sole: la temperatura aumenta in modo esponenziale, e la neve diminuisce sensibilmente, oltre a cambiare del tutto consistenza.
per pigrizia comunque tengo i ramponi, anche se forse da qui in avanti potrei farne a meno.
Seguendo il sentiero, che taglia i tornanti della stradina, raggiungo il Rifugio Almici, e da qui in pochi minuti la cima del Monte Guglielmo (3h00), o meglio bisognerebbe dire la "Cima Castel Bertino".
Dopo una bella sosta in vetta, godendomi lo straordinario panorama che questa montagna offre, torno alla selletta sottostante, da cui decido di proseguire in cresta verso il Dosso Pedalta.
La cresta è facile, bisogna solo avere l'accortezza di tenersi a debita distanza dalle cornici nevose che si affacciano sul ripidissimo versante destro.
Raggiunto il Dosso Pedalta, che è il punto più alto del massiccio del Guglielmo, abbandono la cresta, e scendo liberamente il pendio innevato alla mia sinistra, fino a raggiungere il sentiero marcato nei pressi di una baita (credo sia Malga Palmarusso di Sopra).
Pochi minuti di sentiero, quindi di nuovo scendo liberamente il comodo pendio, fino a ricongiungermi al sentiero fatto al mattino, ben visibile dall'alto.
Da qui non mi resta che seguire lo stesso percorso di salita per tornare a Zone (5h45).
Tourengänger:
peter86
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Kommentare (2)