Monte San Martino (Crocione) e Coltignone. A mai più rivederci...
Il week end pregno di impegni mi ha impedito di fare le mie solite uscite sulle terre alte, ma oggi mi prendo i miei tempi e fuggo tra le amate montagne, non prima di aver scambiato qualche messaggio per cercare info con l'amica cristina. "Dome, ti consiglio altre cime, molla il Coltignone, non è male come posto ma c'è di meglio, eppoi il sentiero è ripidissimo"... ok, rispondo, ma vorrei proprio andare sul Coltignone, seguendo il sentiero G.E.R. . Uno quando si fissa...
Da qualche giorno sono a Milano, e come raramente mi è capitato di fare voglio usare i mezzi pubblici, ed in primis il treno, mezzo che ha sempre avuto in me un fascino particolare; parto dalla "Centrale" alle 7:20 e con puntualità Svizzera arrivo a Lecco dopo 40 minuti. Mi porto nella piazza antistante la stazione, vedo i bus azzurri, ma anche quelli arancioni che fanno il giro della città e della periferia, aspetto il n°8, quello che mi deve portare a Rancio, ma nulla, dopo mezz'ora non passa nulla. Non mi resta che fare la cosa più saggia: CHIEDERE AL BAR IN PIAZZA DOVE VENDONO I BIGLIETTI!!!. Ma pensarci prima, no? Che pirla.
In 10/15 minuti il bus arriva al capolinea di Rancio Inf., scendo dal pullman, calzo gli scarponi, poi mi metto in cammino cercando il sentiero 52 che mi porta verso la Cappella della Madonna del Carmine. Il sole è già piuttosto alto e alle 9:00 la temperatura è già piacevole, anzi, fa già piuttosto caldo, con il sentiero che sale subito ripido si ha da subito l'idea di che giornata sarà.
Alla chiesetta del Carmine punto verso il Crocione, seguendo la Via Silvia, un percorso tra roccette ancora più ripido del sentiero 52, qua comincio a grondare sudore come Mario Chiesa davanti ad una "mazzetta" e le gambe si fanno sempre più molli, d'ora in poi comincia il mio personale calvario. Al Crocione mi fermo per qualche minuto, mi servono acqua e zuccheri, altro che palle. Da qua la vista è piacevole ma la foschia non permette un'ampia visuale.
Riprendo il cammino seguendo una breve cresta aerea, poi, in prossimità di una palina, prendo lo stretto sentiero che porta al Medale, un sentiero che con qualche saliscendi mi porta alla deviazione con il sentiero G.E.R. che ovviamente seguo sino alla base di un ripido canale. Ora risalgo il canale che ha pendenze micidiali, e se si aggiunge che il sentiero per lunghi tratti è detritico la fatica si moltiplica; troppo caldo, troppo ripido e niente fiato... aiuto.
Supero il saltino roccioso (possibilità di aiutarsi con le catene) , che è un po il passaggio chiave di questa via, poi, sempre con pendenza importante, continuo la mia salita aiutandomi con le catene, ma oramai sono quasi fuori dal tunnel e una volta raggiunto l'aereo panettoncino con un ultimo sforzo raggiungo la cima dove mi aspetta il mio amico Mike con i due quadrupedi Nebbia e Darko. 3h15.
Finalmente ora mi rilasso, cercando anche di recuperare un po di fiato, mangio qualcosa che mi faccia recuperare energie e via di ciacole con il mio amico, mentre Nebbia e Darko fanno buona guardia ai nostri panini.
Per la discesa avevo pensato alla Val Verde, per quanto saputo una discesa molto ripida che sbuca nei pressi del Rif. Piazza, ma oggi proprio non ne ho e allora opto per la più agevole Val Calolden passando prima dal Belvedere e poi dai Piani dei Resinelli, dove saluto Mike, passato il Rif. S.E.L. imbocco il sentiero 2 (giallo-bianco-rosso) che scende in comoda pendenza. Appena dopo il rifugio mi imbatto in un bell'esemplare di Capriolo, poi senza incontrare umani scendo spedito lungo la stretta e selvaggia Val Calolden, giusto a metà valle ecco l'incontro con un bel Camoscio poco impaurito.
Arrivato a Laorca ora bisogna trovare la strada migliore per tornare a Rancio, si potrebbe ritornare dal sentiero alto, ma dovrei risalire per una quindicina di minuti un sentiero secondario (zero voglia), così opto per buttarmi (letteralmente) sulla strada provinciale, dove le macchine sfrecciano ad una certa velocità anche quando ti vedono che rasenti i muri per non essere investito, fortuna che sono solo 5/10 minuti di cammino, poi uno stradello scarsamente trafficato mi riporta a Rancio Sup. ed infine Rancio Inf., dove riprendo il bus 8 che mi riporta in stazione giusto in orario per prendere il treno delle 17:01.
Nota 1): Bel giro, non c'è che dire, ma assolutamente da fare quando il fisico è in discrete condizioni, e oggi non era il mio caso. L'ambiente comunque è molto bello e i panorami sono spettacolari, con un po di fortuna avrete la possibilità di incontrare anche qualche ungulato oltre ai sempre più visibili rapaci.
Nota 2): Cazzeggi vari...
Spinoquest: I genitori di Renzi ai domiciliari. Per dire quanto era contorto il quesito su Rousseau.
Lerciopol: Elezioni Abruzzo, il PD esulta: siamo crollati meno del M5S!
Lerciopol 2: Effetto Lega in Abruzzo: sui bus posti separati per i molisani.
A' la prochaine! Menek
Da qualche giorno sono a Milano, e come raramente mi è capitato di fare voglio usare i mezzi pubblici, ed in primis il treno, mezzo che ha sempre avuto in me un fascino particolare; parto dalla "Centrale" alle 7:20 e con puntualità Svizzera arrivo a Lecco dopo 40 minuti. Mi porto nella piazza antistante la stazione, vedo i bus azzurri, ma anche quelli arancioni che fanno il giro della città e della periferia, aspetto il n°8, quello che mi deve portare a Rancio, ma nulla, dopo mezz'ora non passa nulla. Non mi resta che fare la cosa più saggia: CHIEDERE AL BAR IN PIAZZA DOVE VENDONO I BIGLIETTI!!!. Ma pensarci prima, no? Che pirla.
In 10/15 minuti il bus arriva al capolinea di Rancio Inf., scendo dal pullman, calzo gli scarponi, poi mi metto in cammino cercando il sentiero 52 che mi porta verso la Cappella della Madonna del Carmine. Il sole è già piuttosto alto e alle 9:00 la temperatura è già piacevole, anzi, fa già piuttosto caldo, con il sentiero che sale subito ripido si ha da subito l'idea di che giornata sarà.
Alla chiesetta del Carmine punto verso il Crocione, seguendo la Via Silvia, un percorso tra roccette ancora più ripido del sentiero 52, qua comincio a grondare sudore come Mario Chiesa davanti ad una "mazzetta" e le gambe si fanno sempre più molli, d'ora in poi comincia il mio personale calvario. Al Crocione mi fermo per qualche minuto, mi servono acqua e zuccheri, altro che palle. Da qua la vista è piacevole ma la foschia non permette un'ampia visuale.
Riprendo il cammino seguendo una breve cresta aerea, poi, in prossimità di una palina, prendo lo stretto sentiero che porta al Medale, un sentiero che con qualche saliscendi mi porta alla deviazione con il sentiero G.E.R. che ovviamente seguo sino alla base di un ripido canale. Ora risalgo il canale che ha pendenze micidiali, e se si aggiunge che il sentiero per lunghi tratti è detritico la fatica si moltiplica; troppo caldo, troppo ripido e niente fiato... aiuto.
Supero il saltino roccioso (possibilità di aiutarsi con le catene) , che è un po il passaggio chiave di questa via, poi, sempre con pendenza importante, continuo la mia salita aiutandomi con le catene, ma oramai sono quasi fuori dal tunnel e una volta raggiunto l'aereo panettoncino con un ultimo sforzo raggiungo la cima dove mi aspetta il mio amico Mike con i due quadrupedi Nebbia e Darko. 3h15.
Finalmente ora mi rilasso, cercando anche di recuperare un po di fiato, mangio qualcosa che mi faccia recuperare energie e via di ciacole con il mio amico, mentre Nebbia e Darko fanno buona guardia ai nostri panini.
Per la discesa avevo pensato alla Val Verde, per quanto saputo una discesa molto ripida che sbuca nei pressi del Rif. Piazza, ma oggi proprio non ne ho e allora opto per la più agevole Val Calolden passando prima dal Belvedere e poi dai Piani dei Resinelli, dove saluto Mike, passato il Rif. S.E.L. imbocco il sentiero 2 (giallo-bianco-rosso) che scende in comoda pendenza. Appena dopo il rifugio mi imbatto in un bell'esemplare di Capriolo, poi senza incontrare umani scendo spedito lungo la stretta e selvaggia Val Calolden, giusto a metà valle ecco l'incontro con un bel Camoscio poco impaurito.
Arrivato a Laorca ora bisogna trovare la strada migliore per tornare a Rancio, si potrebbe ritornare dal sentiero alto, ma dovrei risalire per una quindicina di minuti un sentiero secondario (zero voglia), così opto per buttarmi (letteralmente) sulla strada provinciale, dove le macchine sfrecciano ad una certa velocità anche quando ti vedono che rasenti i muri per non essere investito, fortuna che sono solo 5/10 minuti di cammino, poi uno stradello scarsamente trafficato mi riporta a Rancio Sup. ed infine Rancio Inf., dove riprendo il bus 8 che mi riporta in stazione giusto in orario per prendere il treno delle 17:01.
Nota 1): Bel giro, non c'è che dire, ma assolutamente da fare quando il fisico è in discrete condizioni, e oggi non era il mio caso. L'ambiente comunque è molto bello e i panorami sono spettacolari, con un po di fortuna avrete la possibilità di incontrare anche qualche ungulato oltre ai sempre più visibili rapaci.
Nota 2): Cazzeggi vari...
Spinoquest: I genitori di Renzi ai domiciliari. Per dire quanto era contorto il quesito su Rousseau.
Lerciopol: Elezioni Abruzzo, il PD esulta: siamo crollati meno del M5S!
Lerciopol 2: Effetto Lega in Abruzzo: sui bus posti separati per i molisani.
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Menek
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