Monte Cabianca 2601 m
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Tempo fa avevo visto che la salita al Cabianca, in inverno, veniva fatta anche dal lago di Aviasco. Avevo sempre pensato che si facesse solo il canale, invece…
La cosa mi attira. La salita la conosciamo e non ci sembra problematica.
Le previsioni danno vento…ancora…non ci lasciamo però scoraggiare e giunti a Valgoglio, località Bortolotti, siamo piacevolmente sorpresi che, almeno per momento, non sembra ci sia da preoccuparsi.
Finchè siamo nel bosco tutto tace, le prime avvisaglie le abbiamo al lago Sucotto ma al momento ancora tutto gestibile.
Saliamo al rifugio Lago Nero che troviamo piacevolmente aperto, sarà la nostra salvezza per il pranzo…
Fino a qui, nonostante diversi tratti ghiacciati, non abbiamo calzato i ramponi. Giunti al rifugio facciamo sosta per un caffè e chiediamo info sulla salita.
Dovremmo avere davanti un paio di persone ci dicono, naturalmente da qui meglio calzare i ramponi.
Ora la storia cambia. Oltre a proseguire in ombra il vento comincia a farsi sentire. Speriamo che, una volta attraversata la diga di Aviasco, portandoci sul versante opposto, di essere sicuramentre al sole e confidiamo anche di essere un poco più riparati.
Un pochino la situazione migliora, se non altro siamo al sole. Nell’affrontare una ripida salita il vento comincia a rifarsi vivo e in alto si vedono degli sbuffi poco rassicuranti.
Proseguiamo in traverso e veniamo raggiunti da un ragazzo in discesa. Ci avverte che sopra il vento è parecchio forte che lui con il cane scende ma anche i due che ci precedono non pensano di salire in cima.
Ringraziamo delle info e continuiamo con l’intenzione di raggiungere almeno il colle. Già poco prima di raggiungerlo, in un paio di occasioni, siamo costretti a fermarci e ad aspettare che il vento cali. Giunti nei pressi del colle riusciamo a trovare un punto riparato per fare il punto della situazione.
I due davanti rinunciano e si stanno preparando a scendere. Tutto questo ci scoraggia un poco, sembrano persone ben attrezzate e preparate. Meditiamo un attimo e alla fine decidiamo di rinuciare anche noi. Siamo a una cinquantina di metri dalla cima ma ci sembra troppo rischioso proseguire. Stiamo per tirare fuori la picca per la discesa quando vediamo arrivare un ragazzo dalla cima…la decisione vacilla…forse…però…
Appena ci raggiunge gli chiediamo com’è la situazione andando oltre. Come sapevamo già i punti peggiori sono l’attraversamento del colle e il breve tratto di cresta dopo di che gli ultimi metri per la cima sono riparati e comunque non problematici. Il vento non è continuo, ci suggerisce di provare, di attendere la calma tra una raffica e l’altra….poi magari siamo fortunati e le pause potrebbero essere più lunghe…
Ci guardiamo e decidiamo di provare…l’attraversamente del colle lo facciamo senza problemi, il breve tratto di cresta invece di costringe a una breve sosta a pelle di leopardo…passiamo sopra il canale da dove arriva una sorta di tromba d’aria e quindi al riparo dal vento giungiamo felicemente in cima. A sorpresa riusciamo anche a fermarci una decina di minuti, una sorta di regalo…
La discesa sarà un po’ più complicata. Tutto ok fino alla cresta dove siamo costretti a fermarci più del previsto. La raffica stenta a cessare e la neve riportata ci fa vedere anche poco. Aspettiamo con pazienza…prima o poi si deve fermare…al primo accenno di calo riprendiamo la discesa acquattati e riattraversiamo il colle velocemente…il peggio è andato. Letto così sembra una cosa eterna, in condizioni normali dal colle alla cima sono una decina di minuti circa…
Il vento però ora non ci abbandona quasi mai e siamo costretti a qualche altra sosta. Anche poco prima del rifugio si rischia di volar via e come detto prima, per fortuna è aperto e possiamo fare una bella sosta, tra l’altro la compagnia del gruppo di gestori che passerà qui l’ultimo dell’anno è veramente molto piacevole.
Nella discesa, visto il vento, teniamo i ramponi fino al lago Sucotto.
Il vento non ci darà nessuna tregua nel ritorno.
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